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QGLN1198-Lago-Varese-07

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redigio.it/dati2512/QGLN1198-Lago-Varese-07.mp3 - Il Lago di varese - 8,02

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Transcription

The transcription is about the history and characteristics of Lake Varese in Italy. It mentions the ancient village of Bugogiate and how its inhabitants used to pay taxes with products from the lake. It also discusses the measurements of the lake, including its length, width, and depth, which have varied over time. There are discrepancies among studies regarding the maximum depth of the lake. The lake's bottom is covered with a layer of decomposing material. The water level of the lake has changed over time, with evidence of a higher level in the past. The transcription also mentions the presence of water chestnuts and other aquatic plants in the lake. The history of the lake is said to continue in the next episode. www.redigio.it e la storia continua Il lago di Varese Lasciando Capolago, si incontra tra pioppi, platini e ontani il torrente Canale Roggia Nuova che scende dalla Novellina e siamo in territorio di Bugogiate l'antica Bigizzate o Bugogiate della quale si ha una prima notizia in una pergamena dell'850 quando un certo Scapto Aldo, signore di Sumirago la donò alla sorella Giselberga I suoi abitanti pur avendo ancora oggi solo una modesta striscia di terra bagnata dal lago dovevano pagare le loro brave tasse con i prodotti tratti dal lago Nel Cinquecento erano obbligati a consegnare ai milanesi 50 kg di pesce per ogni venerdì nel tempo di quaresima Con qualche difficoltà si può arrivare tra canne alla sponda del lago per poterlo osservare in tutta la sua lunghezza 8.800 metri da Capolago a Bardello con una larghezza massima di 4.500 metri La fonte di questi due dati, probabilmente ancora validi malgrado le ovvie modificazioni naturali del bacino risalirebbe a Carlo Cattaneo, 1844 che avrebbe calcolato anche una profondità massima di 26 metri Quest'ultimo dato è stato accettato fino a una nuova misurazione dell'ingegnere Quaglia che nel maggio del 1844, in tempo di Magra munito di una palla di ferro dal peso di 5 kg effettuò la bellezza di 271 misurazioni in vari punti del lago, rilevando una profondità massima di 25,75 metri e di conseguenza un volume d'acqua di 162.426.448 metri cubi Gli studiosi di oggi non solo non sono d'accordo con i dati del passato ma presentano misurazioni tra loro discordanti ad esempio, mentre tutti ammettono che la superficie del lago si aggira sui 14,91 km² i dati che si riferiscono al volume variano da un minimo di 149 a un massimo di 169 milioni di metri cubi le più evidenti discordanze si riferiscono dunque alla profondità massima una rilevazione effettuata al centro geofisico preaprimo prealpino nel settembre del 1979 mediante un'elaborazione tecnica con scandagli dava un risultato di 23 metri mentre un successivo studio battimetrico di Varese Ecologia con Eco Scandaglio dava un risultato massimo di 25 metri al lago di Biandronno a prescindere dalle cause tecniche che possono aver dato origine alla notevole differenza tra i due rilevamenti bisogna osservare che il fondo del lago è ricoperto di un alto strato di materiale putrescente il cui spessore è stato calcolato in 3 metri si considera che Quaglia un secolo fa lo aveva indicato a un metro gli scienziati hanno comunque accertato che in epoche remote il lago aveva un livello molto più alto di quello attuale il Nangheroni verificò che le argille di Cassago originate da antichi delta e sfruttate nei tempi recenti da alcune fornaci si trovava a una quota di 248 metri oggi il livello è di 238 in altre località addirittura, in base a un identico ragionamento si trovano prove di un livello più alto dell'attuale di ben 19 metri tutte queste informazioni, come meglio vedremo parlando sia della poluzza Ebrabbia come del lago di Comabbia risalgono all'epoca post glaciale mentre nel 1600 in avanti il livello dell'acqua subì certamente un innalzamento per cause climatiche ma per poi scendere nuovamente di seguito per alcuni interventi dell'uomo dalla roggia nuova si entra direttamente fra prati, pioppie e platani nel territorio di Assate uno dei borghi più grossi tra quelli che si affacciano sulla sponda meridionale del lago se si abbandona la strada e ci si innotra lungo un sentiero fiancheggiato da altissimi pioppi si raggiunge il porto di Assate una piccola insennatura dove trovano riparo alcune barche e pescatori munite di stivali è possibile costeggiare il lago verso ovest in una vera e propria foresta di canne la dove il sentiero non può più proseguire nei mesi estivi possono osservare sulla superficie del lago una stupefacente distesa di castagne d'acqua Trapa natans che in questo punto sono talmente fitte da nascondere del tutto l'acqua sulla quale formano rigogliosissimi zatteroni verdi questa pianta galleggiante a causa di bonifiche e trenaggi si sta rarefacendo in tutta Italia mentre nel nostro lago ha trovato una formidabile habitat fin dai tempi più antichi adattandosi benissimo anche alle acque eotrofizzate non uguale successo ha avuto Natraila che a detta del Quaglia nel 1861 forse per festeggiare l'unità di Italia fiorì improvvisamente sulla superficie del lago arrossandolo quasi completamente non sappiamo se il fenomeno, che non si ripete più fosse dovuto a una non meglio identificata Aga Rubensciens, secondo Quaglia o altre aghe come l'Oscillatoria Rubensciens o addirittura Glenodinium Sanguineum che fino a qualche anno fa colorava il lago di Tove delle Dolomiti Tridentine certo che i rivieraschi si spaventarono molto e diffusosi il timore che quel rosso fosse sangue non riuscirono per un bel pezzo a vendere pesce ritenuto infetto ma la storia del lago non finisce qui perché continua con la prossima puntata

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