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Visita al Mausole Fosse Ardeatine - 5 febbraio 2023

Visita al Mausole Fosse Ardeatine - 5 febbraio 2023

Laura C.

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Visita al Mausoleo delle Fosse Ardeatine del 5 febbraio guidata dall' architetta Emma Tagliacollo. Progetto STRAordinario a cura di Open City Roma e Museum ODV. Visit to the Mausoleum of the Fosse Ardeatine on February 5 led by the architect Emma Tagliacollo. EXTRAordinary project curated by Open City Rome and Museum ODV

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Emma is giving a presentation about a monument called Fosse di Ardeatine. She explains that this monument is different because it has a strong symbolic value and represents a fusion between being a visitor and a witness. The monument was created through a modern competition, which brought together different artistic and architectural styles. It is not just a physical presence, but also a place of recognition and remembrance. Visitors have the freedom to choose their own path within the monument. Emma also briefly mentions other monuments with similar characteristics, such as the mausoleum in Berlin and the Cretto di Burri in Sicily. She concludes by mentioning the historical context of the monument, which commemorates a massacre that occurred in 1944. Sono Emma, sono molto felice di fare questa presentazione, poi mi darete i vostri feedback e se c'è qualcosa che non è chiaro naturalmente mi chiedete se posso rispondere e migliorare. Sono Emma e farĂ² questa visita per voi oggi tutti insieme, sono felice di essere qui e spero di potervi spiegare bene questo luogo che è un monumento, perĂ² è anche qualcosa diverso di un monumento e naturalmente chiedetemi se spiego male o se non si capisce qualcosa, chiedetemi e anche correggetemi se c'è qualcosa che io posso dire in maniera migliore. Allora aspetta, tagliacollo, con tutti i chiamaci indietro noi, ragazzi voi avanti, in modo che parla Va bene, ma mi sentite tutti bene? Volete che alzi di piĂ¹ la voce? No, va bene così per tutti? Benissimo. Allora, Bau, giusto, siamo alle Fosser di Atene, è un luogo un po' particolare e la prima introduzione che vorrei farvi non è di tipo storico, ma è proprio del significato di questo posto. PerchĂ© è così particolare? PerchĂ© in realtĂ  questo luogo ha una fortissima valenza di tipo simbolico, è un monumento ma che cosa significa il fatto di visitare o di stare in un monumento o di essere alla presenza di un monumento soprattutto nel 2023, diciamo. Ăˆ qualcosa direi di molto particolare perchĂ© dobbiamo ripensare il valore stesso del monumento che non è piĂ¹ una presenza in un territorio, cioè non è piĂ¹ soltanto un'emergenza fisica, ma è qualcosa di piĂ¹. Questo qualcosa di piĂ¹, in questo luogo speciale, viene data da una, direi, unione tra l'essere visitatori e il diventare testimone. Cioè il visitatore che con il suo corpo fa parte, comincia a esplorare questo sistema di luoghi, diventa esso stesso testimone e puĂ² diventare in un certo modo anche vittima esso stesso dell'eccidio che qui appunto si è compiuto. Poi, un'altra cosa che volevo dire è che questo è frutto di un concorso, questo spazio, questa serie di spazi, questi luoghi e questo concorso è il primo concorso, possiamo dire, della modernitĂ  a cui noi abbiamo assistito, abbiamo letto, a cui partecipiamo ora come appunto visitatori, come testimonie. Cosa significa che è il primo concorso moderno? Vuol dire che è un po' una sorta di avanguardia, potremmo dire, come avanguardia intendo dire, uno di quelle scelte, di quelle possibilitĂ  che vengono date a tutti noi uomini di cambiare un po' la storia che noi conosciamo. Cioè in sostanza voglio dire che con il mausoleo, il sacrario, con i percorsi delle Fosse Ardeatine, grazie a un concorso vengono messi insieme una serie di linguaggi che non sono piĂ¹ linguaggi di tipo classico ma sono dei linguaggi di tipo nuovo. Cioè si arriva non solo alla raffigurazione dell'uomo così com'è. Penso ad esempio per la statua principale che ora si trova per quasi tutti voi alle vostre spalle invece per le persone che sono davanti a me si trova di fronte a loro. C'è questa grande statua che doveva essere all'inizio una parte di fulcro del progetto e che in realtĂ  è stata messa in margini, perĂ² in margini non è. Che cosa vuol dire poi ancora mettere insieme i linguaggi diversi? Vuol dire che questo progetto viene costruito, viene pensato assieme a degli architetti ma anche viene pensato assieme a degli artisti. Francesco Coccia. Sì. Sì. Sì. Sì. Sì, oppure rielaborare, rileggere, insomma, ecco. Anche la mia comunque è una, voglio dire, do il mio apporto personale, cioè il mio contributo anche a ciĂ² che io ho letto e poi vi darĂ² anche una piccola bibliografia che magari potete leggere. Cioè, bibliografia, indicazione di testi, ma anche una bibliografia piĂ¹ specifica se volete. Allora, stavo dicendo, è un'occasione, no? Il progetto, proprio per il suo significato, è pro-ballo, cioè getto oltre. Questo gettare oltre ha il senso dell'avanguardia in questo caso. PerchĂ©? PerchĂ© mette insieme i linguaggi di tipo differente, cioè non piĂ¹ linguaggio soltanto di tipo classico, cioè disegniamo, rappresentiamo l'uomo così com'è, cioè nelle forme che ne conosciamo, secondo il nostro corpo, ma lo rappresentiamo anche in maniera piĂ¹ sintetica. Cioè, cosa vuol dire in maniera sintetica? Vuol dire che posso utilizzare la geometria, le forme geometriche, ad esempio, per la rappresentazione dei corpi oppure anche per la rappresentazione, diciamo, delle forme organiche che sono sempre forme organiche ma sono appunto riportate alla geometria. Esempio, la cancellata monumentale che tutti quanti abbiamo giĂ  attraversato e che dopo rivedremo e che toccheremo insieme, di Mirko Basaldella, che tra l'altro è una cancellata che troviamo qui in ingresso e che poi troveremo nella prima parte del percorso all'interno delle gallerie e che delimita il vero e proprio luogo dell'Eccidio. Allora, rispetto a questo tema anche del monumento, dunque è un monumento diverso perchĂ© non è soltanto un oggetto, non è soltanto una meta visiva, non è esclusivamente un luogo in cui una parte di noi si puĂ² riconoscere, non è soltanto un racconto della memoria, è tantissime cose messe insieme e soprattutto ha un fortissimo valore, valenza simbolico. Sono io che do il valore di monumento, cioè io intendo dire io essere umano, io visitatore perchĂ© mi posso identificare. Questo in realtĂ  è il Sunto, è un monumento nuovo perchĂ© poi non costruisce un brano di cittĂ  ma in realtĂ  ricompone la cittĂ  con la memoria degli uomini e vi sono altri esempi, non so se qualcuno di voi è stato ad esempio a Berlino e ha visitato il mausoleo a tutte le vittime di Eisenmann, per chi non c'è stato faccio una piccola descrizione, è un pezzo di cittĂ , questo è veramente un pezzo di cittĂ  costruito, composto da una serie di parallelepipedi in mezzo ai quali noi possiamo camminare. Una cosa simile che ha valenza totalmente diversa è stata fatta anche con un progetto che è uno dei progetti piĂ¹ grandi di land art che abbiamo in Europa, al mondo, che è il cretto di Burri, che si trova in Sicilia, forse qualcuno di voi lo conosce, quella è una sorta di labirinto, ma non è anche giusto dire un labirinto, direi che è proprio una rottura del terreno all'interno del quale noi ci possiamo muovere. Allora, anche qui abbiamo degli elementi di tipo, non voglio dire di land art, cosa vuol dire land art? Vuol dire di disegno stesso del paesaggio attraverso la costruzione. Ecco, anche qui abbiamo questa cosa, è un po' difficile, spero di essere espressa bene, io non avrĂ² fatto che sia chiaro, è chiara questa cosa. Poi vorrei leggere un piccolo brano di un testo che ha scritto da Chiara Zeri, diciamo che i suoi testi sono i principali sui quali io mi sono formata per poter presentare oggi questo monumento, che ha valenza per tutti noi di luogo di riconoscimento della nostra storia, ma non è l'unico, insomma. Allora, lei proprio scrive così, che cos'è un monumento? Non è piĂ¹ un oggetto figurativo o strato da contemplare, ma un percorso da agire, per rivivere fisicamente ed emotivamente lo stesso tragitto seguito dalle vittime. Questa prerogativa rivoluzionaria del mausoleo, che si limita a indicare attraverso segni dissonanti i momenti cruciali di quel tragitto, l'emergenza naturale, architettoniche artistiche, non sono infatti stazioni di arrivo, ma tappe intermedie di un circuito continuo. Esatto, allora, quando io vengo qui non devo seguire per forza un percorso, ma posso scegliere il percorso che voglio seguire. Ogni giorno farĂ² delle scoperte diverse, proprio come accade nella vita, proprio come accade nel percorso della nostra casa, nel percorso della nostra cittĂ . Nella piantina che hanno preparato per voi colleghi, ho visto che è stato scelto un percorso, che è proprio quello che io pensavo di farvi fare. Adesso andiamo all'interno delle cave, cosiddette, e poi andiamo a visitare il sacrario e fino sopra alla collina, in modo da poter avere un interno, visiteremo prima uno spazio chiuso, che perĂ² è naturale, uno spazio costruito, che anche è chiuso, per poi ritornare all'esterno e ancora un'altra volta guadagnare, diciamo, l'orizzonte. Non ho detto perĂ² il senso storico di questo luogo. Allora, siamo, riprendo i miei appunti, siamo nel 23 marzo del 1944, a Via Rasella. Vengono uccisi in un attentato 32 tedeschi. Da quel momento, attenzione al linguaggio, qualcuno scrive, avviene una rappresaglia. Ecco, non è una rappresaglia, è qualcosa di molto piĂ¹ pesante. Possiamo dire, parlare proprio di un vero e proprio eccidio. PerchĂ© non abbiamo ai guai, finora, di un'uccisione di questo tipo? Di una scelta, di una decisione di questo tipo. Si decide di prendere, di rastrellare, si usa proprio questo termine, di prendere a caso, in realtĂ , tra i luoghi della prigionia, ma anche nelle case, persone che sono di livello sociale diverso, professione diversa, religione, credo politico, completamente diversi, e si uccidono, vengono uccise 10 persone per ogni tedesco che è morto, che è stato ucciso. Questo è importante dirlo, che Via Rasella è contro un battaglione del reggimento Bosen, dell'esercito tedesco, e viene stesa una lista di persone, vengono prese queste persone e poi si stende la lista. Come succede? Queste persone vengono portate qui, in questo luogo, che non ha la conformazione che vediamo ora noi. PerchĂ© era, in realtĂ , una ex cave di Pozzolana. Adesso glielo dico, aspetti, ha ragione. Erano delle ex cave di Pozzolana, nel senso possiamo pensare che nello spazio in cui ci troviamo noi ora, che puĂ² essere pensato come un grande spazio aperto, che non è assimilabile ad una piazza, che è con una, direi, graniglia sotto i nostri piedi, che vuole forse richiamare anche il racconto stesso di ciĂ² che c'era prima, anzi di ciĂ² che c'è, che ora di cui abbiamo solo memoria, cioè i piccoli pezzi di Pozzolana, e sono anche in realtĂ  in questo momento, direi, stemperati da un po' di muschio che sta sulla superficie e dunque gli rende meno, direi, a guzze, vi erano qui, in questo spazio aperto, vuoto, un grande invaso vuoto, proprio possiamo pensare così, vi erano delle cisterne, insomma, no? Cioè aveva la conformazione di essere un luogo, cioè un posto industriale, non so come dire, insomma, e vi erano delle cave. Queste persone, queste 335 persone, sono state portate all'interno delle cave, nei cunicoli, e sono state uccise. Poi, per occultare i corpi, si è deciso, si è pensato, per occultare i corpi, cioè non è solo occultare i corpi, ma per finta che nulla fosse avvenuto, si sono fatte brillare delle bombe, in modo che le pareti delle cave potessero crollare e i corpi venissero dimenticati, cioè come se nulla fosse avvenuto. Naturalmente, insomma, trovo terribile tutto questo. Si decide poi nel 2 luglio 1944, il governo decide che è necessario poter dare un luogo di memoria a ciĂ² che è avvenuto, cioè costruire un monumento, si pensa, per cui si mette un bando, si scrive un bando, un bando di concorso, come vi ho detto, il primo bando dell'epoca moderna, degli anni moderni. Cosa deve fare? Cosa prevede questo concorso? Prevede che vi sia un sacrario, che poi, appunto, quella parte che vi ho detto, la seconda parte che vedremo, cioè in sostanza questo luogo costruito, chiuso. La sistemazione del piazzale, cioè di dove ci troviamo noi, cioè di questa piazza che perĂ² non è una piazza perchĂ© ha una valenza naturale, perchĂ© è separata da un muro che adesso tocchiamo, perchĂ© dietro di noi e accanto a noi, davanti a noi, abbiamo degli altissimi muri, 12 metri, forse qualcosa di piĂ¹ anche, non saprei, e poi degli alberi che stanno a filo con il taglio stesso della roccia che è fermata da un muro regolare di travertino. Poi vengono consolidate anche le gallerie, dove sono state uccise tutte queste persone e la commissione è composta da tre urbanisti, cioè abbiamo Luigi Piccinato, Enrico Tedesco e Aldo Della Rocca. A questo concorso vi si presentano 12 gruppi, ogni gruppo ha un motto. PerchĂ© si utilizza un motto? PerchĂ© il progetto deve essere anonimo, per cui essendo anonimo non devono essere preferenze, è tutto svolto all'insegna della democrazia, ma anche di ciĂ² che puĂ² essere il piĂ¹ possibile onesto, giusto. Quattro di 12 progetti passano, quella che ancora non si sapeva potesse essere, forse anzi, scusatemi, la seconda fase. Quattro progetti a cui partecipano progettisti come ad esempio Francesco Coccia, che in realtĂ  è uno scultore, Perugini, Minucci, Costantino Forleo, Giorgio Corvatta, Mario Fiorentino, chi sono questi? Adesso per noi qualcuno di questi è un padre dell'architettura, padre del linguaggio moderno, ma in realtĂ  in quel momento loro erano dei giovanissimi progettisti, giovanissimi progettisti che si affacciavano all'occasione di poter realizzare qualche cosa anche per tutta la comunitĂ . Quali sono i due progetti che vengono di quattro, se ne scelgono due, che hanno il motto? Uno, Risorgere, dove dico i nomi di tutti i progettisti poi identificato come Mario Fiorentino, che in realtĂ  è il piĂ¹ famoso, il piĂ¹ conosciuto, su cui di piĂ¹ tutti noi abbiamo studiato, per cui vi è nell'Aprile Cino Calcaprina, Aldo Cardelli, Mario Fiorentino, assieme allo scultore Francesco Coccia e poi vi è il gruppo che ha il motto UGA, dove vi è Giuseppe Perugini, a cui poi si aggiungerĂ  Mirco Basaldella. Bene, questo è quanto. Allora, piccola nota di colore, o non è proprio tanto di colore, questi due progetti alla fine vincono ex aequo e si pensa di poterli mettere insieme. Si chiede anche alle famiglie delle vittime, perchĂ© sono le famiglie delle vittime che vogliono che venga costruito un mausoleo, un luogo della memoria qui, perchĂ© loro venivano giustamente in fellegrinaggio, così a dare, a portare, per avere i loro stessi conforto, venivano a salutare i loro morti per avere il suo stesso conforto, diciamo così. Per questo motivo è anche una decisione non solo di tipo umana, ma una decisione soprattutto di tipo politica questa, sociale, quella di fare questo concorso. Altra cosa che volevo dire è che il valore, il lavoro, le idee delle famiglie e delle persone qui trucidate sono state fondamentali anche per dare alcune spinte al progetto, ma anche ci sono stati dei momenti di polemica, ad esempio a un certo punto nessun progetto andava bene, per cui è venuto fuori un progetto anonimo che riprende una sorta di teatro di Marcello. Il teatro di Marcello è un edificio, un teatro di disegno romano, un luogo curvo, questo progetto rappresentava una quinta urbana, rappresentava un teatro tagliato a metĂ , perĂ² con un sistema di colonne poste su tre piani in cui inquadravano degli archi oppure delle finestre anche timpanate, un elemento molto classico che non centrava molto con il contesto stesso. Non abbiamo tutti quanti i progetti e non abbiamo anche tutte le proposte. Una delle proposte anche che è stata fatta è da un architetto anonimo, non so se poi è uscito il nome o se il nome è scritto in qualche libro, io non ne sono a conoscenza, proposto dalle famiglie delle vittime stesse, perĂ² questo progetto non si conosce, almeno io non l'ho mai visto, insomma, non sappiamo qual è. Cominciamo la nostra visita in questa lunga introduzione, perĂ² ritenevo che fosse importante per poter capire un po' tutto il contesto in cui ci troviamo. Vorrei partire proprio dall'ingresso, fare dunque qualche passo indietro o in avanti, perchĂ© siamo posti, e toccare il cancello, perchĂ© è l'elemento principale. La planimetria, giusto, giusto. Facciamo la planimetria, giusto, giusto. Allora, qui sono presenti alcune tavole fatte in braille, quindi in rilievo, col fusore, e altre invece in nero, cioè con i caratteri ingranditi, che possono essere utilizzate dalle persone che accompagneranno, le persone con disabilitĂ  visiva. Queste io non le ho fatte per tutti, perchĂ© ho pensato che poi sul luogo si poteva vedere se c'erano degli elementi da modificare, e uno degli elementi, per esempio, che secondo me è importante inserire, è una cosa pratica, perĂ² è importante, dove sta il luci, per cui adesso qui lo inseriremo nella planimetria, per cui questa è una delle cose, e poi man mano andremo avanti e vedremo un po' quello che puĂ² essere utile. Allora, io intanto lo volevo distribuire per spiegare un pochino come siamo inseriti. Tieni, questa qui te la do a te, questa è un'altra spesa. Ok. Allora, questa è Bucilla, intanto per fargliela vedere è Bucilla, così poi si potrĂ ... E poi questa è l'altra pianta. Allora, noi siamo entrati da qui, questa è la via Arderlina, c'è scritto qui in braille, questo è il cancello che adesso andremo a toccare, dopodichĂ© inizieremo il percorso e poi lo vedremo a man mano. Noi siamo qua. Lo posso sentire il terzare adesso fisicamente? Sì, questo qui, questo che tu senti è il verde. E quindi noi siamo messi, sì, e noi adesso siamo in questo punto, quindi torneremo un pochino indietro per toccare il cancello. Questa stella che tu senti, questa stella che tu senti qui è praticamente il monumento di cui parlava la figlia. Tutto esterno, questo è tutto prato. No, no, dicevo, è dentro il congresso? No, no, è sopra, perchĂ© sta in allito. Ah, quindi non è... Non si puĂ² toccare. Allora, io direi che... Questa zona è sempre questa. Questa che tu senti è la luce. Allora, Luciano... No, aspetta, prima di tutto... Allora, aspetta, prima di tutto questa è la via Viatina, da dove siamo entrati, e questo è l'ingresso. Questo punto rappresenta il cancello di ingresso che tu hai attraversato, superando. Adesso noi siamo qua davanti, qui in mezzo, questo vuoto, con questa linea che segna il percorso, questo vuoto è tutto il piazzale dove siamo. Questo contorno che senti è la parte di erba, che perĂ² fai conto che sono... Sì, da questa parte è, come si puĂ² sapere, terrazzamento, quindi a piĂ¹ livelli, fino ad arrivare a un livello molto alto, fai conto, una decina, quindicina, forse anche venti metri sopra di noi, ok? Questa parte e questa parte invece, e questa parte piano piano sale, questa davanti a noi invece è subito a dieci metri, è subito un muraglione alto alto, e sopra c'è l'erba. Questo è l'ingresso, vedi, noi siamo entrati, questa è la passata, questo è l'ingresso alle grotte, quindi da qua adesso andiamo... No, da qui andremo dopo, e sono le grotte, da questo lato, al di lĂ  della porta delle grotte, c'è di nuovo questo muraglione alto alto alto con l'erba sopra, ok? E è tutto questo, tutto questo, tutto questo, si ritorna qua, questo punto, questa stella, che è proprio davanti a te in questo momento, è di fronte a te. Fai conto, tutto questo muraglione che sentivi prima che ti dicevo l'ingresso alle grotte è alla tua sinistra. No, alla tua destra, scusami. Alla tua destra, alla mia sinistra, scusami. Alla tua destra. Il monumento è proprio di fronte a te, e... E poi... Nella tua... Le figure maschili sono sopra questo muro d'ingresso, ok? Proprio accanto al cancello, ok? Dove stiamo... Qui stiamo giugnando. Andiamo a sinistra, a una cancellata, che andiamo a toccare per terminare. Tutto questo percorso, quello che stavi giocando, è tutto praticamente sotterraneo? Siamo dentro le grotte? Sì, sotterraneo. Allora, serve a qualcun altro? Sì. L'avete giĂ  visto, voi, la piazza? L'hai giĂ  vista? Ok. Allora, non vi serve per... Ah, è l'andata? Sì, è l'andata. La... la mappa tassi, eh? Una? Ok, grazie. Meglio che la prendono indietro. Ok. Se ce l'hai, me la puoi passare un momento? Allora, perdonate. No, se ce l'hai... Ecco, dietro. Allora... Andiamo qui. La stella qua. E poi la stella... L'entrata... L'entrata delle... delle canne. Delle... della grotta. E capire come facciamo? Sì. Le fai con l'inizio. Con l'inizio. Sì, esatto. No, questo l'ho capito. Esatto, esatto. Tutto, diciamo, ti faccio vedere esterno... esternamente mura. Qua alto sarĂ ? Sì, dieci metri. Ho capito. E noi entriamo dentro... Questa è l'entrata. Questa è l'entrata. Sì, è questo cancello qua. Dove siamo stati. Andiamo così. Andiamo così. Allora, tutto che ci... Allora, faccio così. Ăˆ solo questo il circuito. No, questo è l'indietro. Dove stanno le tombe? Ti ricordo io... Sto venendo dalla scuola, perĂ²... Il museo non sta qua, eh. Io l'ho visto. No, sta... Non sono le tombe. Sono la piazza. Questa è la piazza. Sopra le tombe. No, no, no. Allora, accompagnami. No, no, ciao. GiĂ  tutto chiaro è passato. Purtroppo bisogna lasciarsi. Ăˆ la bidule. Ah, ok. Emma? Emma, Emma. Eccola. Ah, ok. Se non abbiamo finito ci spostiamo sul cancello. Allora, se abbiamo finito possiamo andare a toccare il cancello. Allora, ci avviciniamo di nuovo all'ingresso a dove siamo entrati e tocchiamo il cancello. Il cancello, come vi diceva la professoressa, è di Mirko Basaldella. Adesso verrĂ  Emma a spiegare tutto. Sì, come no, come no. Adesso... Eccoci. Adesso... Stiamo tornando a dove siamo. Allora... Quello che stai toccando è la porta del cancello aperta, quindi gira a 130 gradi. E qui ci sono... è astratto. Ah, ok. Non ha una sua sensazione iconografica elevabile. Sono praticamente chi rappresenta un po' la lacerazione che c'è stata in questo cinema. Emma, vuoi spiegare a tutti? Sì. Allora, lo dico a tutti quanti. Dico una piccola cosa per tutti quanti. Ma vorrei dire questo. Che se noi... Aspetta, che faccio passare la signora con questo bellissimo cane. No, mi scusi. No, così lei si avvicina e puĂ² toccare anche lei se vuole. No, volevo dire questo. Mi metto qui. Aspetta, sono cercata dal sole anch'io. No, volevo dire questo. Che se adesso noi tutti quanti tocchiamo questa enorme porta, proprio lo tocchiamo anche alzando le braccia, ci rendiamo conto che ha un valore di tipo monumentale. Come uso questo termine, no? Contrario a tutto quello che ho detto prima. Cioè monumentale nel senso che ha delle dimensioni anche piĂ¹ grandi di noi. Nonostante questo, non perde il fatto di essere, direi, a misura d'uomo. Cioè non perde il fatto di avere un valore di tipo umanistico. Altro elemento importante. Vi invito proprio a toccare lo spessore della porta. PerchĂ©? PerchĂ© così vi rendete conto non solo della quantitĂ  di materiale che è stato impiegato, ma anche della possenza che vuole avere questa porta. Cioè non è una porta, è un cancello con due grandi fenditure. Una che si trova alla vostra destra e una che si trova alla vostra sinistra. Nel momento in cui io chiudo le due fenditure con le due porte maestose, che cosa ottengo? Ottengo una visione unica. Cioè ottengo un blocco unico senza discontinuitĂ . Tutto continuo, un disegno, un quadro senza interruzione. In questo senso. Poi, bronzo. Poi, altra cosa che volevo dire è questa. Non è una rappresentazione direi non è una rappresentazione riconoscibile. Esatto, che cosa sono? Allora, naturalmente è una sintesi di quello che dicevo prima. Ăˆ la rappresentazione dei corpi, ma non è la rappresentazione dei corpi in maniera figurativa. Ăˆ una rappresentazione sintetica. Per cui si usano... Un'interpretazione. Un'interpretazione. Come se noi pensassimo ai corpi dilaniati. Pensassimo a qualcosa che è esploso. Per questo io direi proprio pensiamo ai corpi che alla fine sono indistinguibili assieme ad esempio al materiale stesso che puĂ² essere crollato dalle cave di pozzolana. Per cui è tutto quanto insieme. PerĂ² ha un valore anche poetico per tutti noi. Questo cancello. Mirco Basaldella. Basaldella. Un grandissimo scultore. Che le persone sono state messe a questo punto e uccise in un unico punto molto stretto di questi cunicoli della cava. Quindi erano uno sopra l'altro. Era un accumulo di corpi uno sopra l'altro. Strucidati. E poi con la bomba che doveva coprire questi corpi e quindi il materiale che sprofondava il soffitto di queste grotte e copriva questi corpi era effettivamente, come diceva la professoressa un accumulo di cose. Esatto. Posso portare una piccola testimonianza da parte di mia madre che adesso non c'è piĂ¹ e lei mi ha raccontato che questo evento fece un grande clamore perchè anche se loro l'hanno tenuto nascosto poi c'era il manifesto che la CUP aveva dato loro loro l'hanno statuto la professoressa poi ci sono venute la gente la CUP per cercare di prendere fare che c'è arrivato qui e entrare per ci rendere a vedere che la patria è terrorizzata esatto, immagino. E poi un'altra cosa volevo dire aspetti, aspetti, volevo dire prima un'altra cosa cioè per quanto riguarda come è rappresentato abbiamo toccato abbiamo dunque visto che è composto di tanti pezzi tra di loro diversi che non si ripetono questo linguaggio questo concorso mette insieme linguaggi diversi tra cui anche possiamo dire l'astrattismo perchè questo è una rappresentazione astratta del mio essere fisico del mio essere umano con le mie braccia, la testa, le gambe il corpo eccetera non piaceva tanto a qualche contemporaneo infatti è stato detto leggo alcuni aggettivi stonato, frivolo, alieno dal luogo cioè non piaceva ad alcuni esatto, questo tipo di sculture di soluzione è stato perĂ² molto difeso da Giulio Carlo Argan che sappiamo è stato anche sindaco di Roma e poi anche da Lionello Venturi che era un studioso di arte estremamente anticipatore rispetto ai tempi ora, si mi vuole chiedere mi volevi chiedere? si si si pezzetto pezzetto questo non saprei dirlo perĂ² direi che Basaldella lavora molto in questo modo anche rifacendosi ad una cultura di tipo primitivo quasi no? come se fosse una scrittura i piccoli rilievi che ha invitato il Signore ecco esatto, a toccare cioè quelle piccole scanalature si rifanno un po' qualcosa di primitivo cioè come voglio dire la vita e la morte l'importanza di come noi nasciamo non puĂ² essere poi separato da come noi lasciamo questo mondo e dunque questa è una scrittura cioè noi lasciamo qualche cosa di scritto anche se è molto poco sulla nostra terra nella mente, nel cuore nell'animo, anche magari nel corpo delle altre persone esatto, è una traccia per cui credo che noi possiamo ascriverlo alla poetica artistica di Basaldella proprio considerandolo come una delle sue espressioni come una ricerca sulla scrittura o sul segno risponderei in questo modo sarebbe bello fare un piccolo calco per che tutti possano magari c'è la scuola artistica Argana che ha un movimento questo cancello io chiedo se possiamo loro mi hanno detto che qua lo potete toccare ma portarlo fuori è difficile perĂ² ovviamente se stiamo qui lo tocchiamo direttamente è un po' inutile quello che posso fare è fare un disegno di questo, di una parte di questo ingrandita e poi di tutto il cancello per capire anche le misure sì perchĂ© effettivamente non si riesce a rendere conto è un prodotto che non capisce neanche quanto è ammazzato il colore che risulta grigio ma è bronzo è un po' ossidato esatto, è un po' ossidato ora noi quando adesso lo dico quando io vi ho spiegato le cose vero? quando io vi ho spiegato eravamo quasi un po' al sole non proprio al centro ma quasi al centro che succede? che sta succedendo? hanno scippato all'altro non ho capito che cosa è successo mi sa che hanno scippato tutto bene mamma mia gli ha preso il dito scusatemi fermi qui un momento siamo qui un secondo scusatemi abbiamo simulato di essere entrati nel mausoleo giusto? abbiamo simulato di essere entrati abbiamo varcato una delle due aperture la nostra situazione fisica è che noi siamo all'ombra giusto? sentiamo, non siamo come prima che eravamo al sole venite subito qua venite qua subito venite subito qua all'ombra dobbiamo stare all'ombra perchĂ©? perchĂ© adesso noi venga subito no no una cosa molto importante una cosa che vi voglio dire la cosa interessante di questo percorso è che non ha gerarchia quando noi entriamo qui è tutto basato sulle sensazioni fisiche che noi sentiamo che siamo vedenti e non vedenti questa è una cosa che ci accomuna è importante questa cosa perchĂ© questa sensazione fisica io l'ho provata fortissima quando sono venuta qui il freddo esatto adesso sta spiegando un'altra cosa adesso sta spiegando un'altra cosa è importante a livello proprio sensoriale questa cosa è molto importante è difficile anche da spiegare no mi scusi qui ci togliamo subito quello che volevo dire quello che volevo dire è che noi adesso passiamo per un brevissimo momento tra due mura e io vi vorrei far toccare il muro tutto alla nostra sinistra e questo muro è un grande muro che noi dobbiamo anche alzare le braccia per toccarlo perchĂ© è un grande muro monumentale un po' piĂ¹ grande del cancello molto piĂ¹ grande del cancello vada a toccarlo molto piĂ¹ grande del cancello e lo tocchiamo tutto quanto percorriamolo tutto quanto perchĂ© è fatto di grandi massi e quando arriviamo alla fine di questo grande muro siamo veramente entrati nel grande piazzale che prima avevo provato a descrivervi e la sensazione fisica che proveremo sarĂ  diversa sarĂ  una sensazione di calore o comunque sarĂ  una sensazione anche di maggiore dispersione perchĂ© saremo in un grande spazio aperto non so se sono riuscita a spiegarmi di questa cosa dove al termine di questo muro dove piega verso sinistra sopra la vostra testa sopra il muro c'è la scultura che prima io vi ho scritto sopra in questo momento se noi alziamo alziamo tutti la testa in alto ora simbolicamente alziamo tutti la testa in alto vediamo vediamo che vi sia questa grande scultura di Francesco Coccia quella che vi ho detto prima che cosa rappresenta questa figura rappresenta tre uomini che hanno tre etĂ  diverse uno giovanissimo, uno di mezza etĂ  e uno anziano cioè se noi proprio pensiamo se lei ora pensa di guardare così lì abbiamo la nostra scultura sono tre uomini legati che guardano in tre direzioni diverse con la schiena attaccata alla casa i tre vedenti si possono mettere qua in centro nella posizione delle tre sculture? allora le tre sculture sono messe sono messe i tre uomini sono messi a triangolo con la schiena una dopo l'altra adiacente e il viso guarda le tre direzioni diverse uno che porta un linguaggio conosciuto-straconosciuto, cioè nulla di nuovo nessun sussulto di modernitĂ  perĂ², come dire, siamo nella nostra comfort zone non rischiamo nulla con una statua di questo tipo mentre un'opera come quella di Basaldella naturalmente un po' ci fa paura siamo comunque nel 45, no scusatemi nel 47 si inizia la costruzione, e non l'ho detto scusatemi, e nel 49, cioè il 24 marzo cioè cinque anni dopo l'eccidio si riesce finalmente a tagliare il nastro cioè tagliare il nastro, no, è chiaro inaugurare questo luogo ora, noi ci scaldiamo che materiale è stata usata? di travertino credo che sia, travertino naturalmente è un po' rovinata scusa Lucilla allora, appare bianca con perĂ² delle parti nere date dall'esposizione a nord e naturalmente dalla pioggia e dal fatto che sono sempre le intemperie un'ultima domanda, ho capito che le figure sono stilizzate? no, queste figure sono la vera e propria rappresentazione del corpo umano no no, sono tre sculture di travertino, di tre uomini di tre uomini veri a grandezza doppia a me sembrava doppia due volte un uomo due volte qualcosa si, si vede anche dall'esterno si vede anche dall'esterno prego è anche così in alto perchĂ© ci indica dove noi possiamo andare perĂ² si è bloccato in nome di nessuna sorta non so quando allora, ora siamo in questo grande piazzale ci dobbiamo attraversare perchĂ© andiamo nelle grosse piano piano lo facciamo lo attraversiamo come fai a costruire queste cose giganti? perchĂ© con gli operai facevano delle impalcature che erano in parte in legno in quegli anni ancora e poi si costruisce in questo modo non con gli schiavi come con gli operai insomma è un'operazione del novecento anni svanta si un po' prima del novecento c'è un grande cantiere d'ile dobbiamo pensare come il Forleo tutto tuffo scusatemi ho detto prima Travertino mi sono sbagliata è tutto tuffo scusatemi mi sono sbagliata io la stato è di Travertino la stato è di Travertino il cancello è bronzo le mura perimetrali tutto noi consideriamo adesso noi ascoltatemi un po' tutti perĂ² mi ascolti anche lei adesso noi siamo qui al sole andiamo un po' alla volta verso le gallerie facciamo proprio fisicamente io vi vorrei proporre di fare i testimoni il percorso che hanno fatto le persone che sono state rastrellate per cui ci medesimiamo ora arriviamo siamo qui in questo luogo che è un luogo che è tutto come diceva il signore di prima mi diceva come è questo luogo io gli ho detto per terra come è perchĂ© facciamo così con i piedi che c'è questa ghiaietta perĂ² quello che noi abbiamo sentito quello che lei ha sentito lì a sinistra questo grande muro c'è dappertutto è dappertutto adesso noi lo ritroviamo come fosse quasi consolidato adesso entriamo nella galleria per cui passiamo da questo grande sole che ci illumina che ci scalda a dove ci chiude il cappotto dove ci sarĂ  piĂ¹ freddo saremo all'interno di quelle che erano le cave andiamo dritti a un certo punto il sole e ogni tanto freddo ancora farvi vedere come si accompagna una persona perchĂ© è importante anche quello cioè il braccio siete voi che lo dovete fare io te l'ho dato tu appiaccialo così perchĂ© alcuni tuoi è importantissimo avere questo tipo di indicazione poi camminando dare tutte le indicazioni di cui parlava la professoressa far sentire il pavimento che è questo ghiaiolino ma non è un ghiaiolino sciolto è un ghiaiolino cementato quindi è duro qui possono entrare anche le persone con le carrozzelle è importante dare indicazioni di questo genere quindi adesso qui noi procediamo e man mano che camminiamo diamo anche indicazioni su quello che si trova intorno quindi sulla nostra destra abbiamo praticamente questo muro che è sempre fatto di tubo ma con pietre piĂ¹ piccole di quelle che abbiamo toccato all'inizio ci sono delle aiuole e la parte che noi abbiamo di fronte è come se fosse un semicerchio praticamente poi sulla planimetria questo era degeniato e qui stiamo entrando dove sulla destra questo semicerchio è molto piĂ¹ alto è una parete dritta di questo sarebbe interessante avere la misura l'altezza questo non ce l'abbiamo possiamo leggere? ecco viatori assetati di libertĂ  fummo a caso rastrellati nelle strade e nel carcere per rappresagli aggettati in massa trucidati murati in queste posse italiani non imprecate mamme e spose non piangete figli portate con fierezza il ricordo dell'olocausto dei padri se lo scempio su di noi consumato sarĂ  servito al di lĂ  della vendetta a consacrare il diritto dell'umanitĂ  dell'umana esistenza contro il crimine e l'assassinio questo è il piĂ¹ piccolo sono delle lastre fatte in peperino e andando sulla vostra sinistra sempre sul muro c'è un'altra lastra dove sono riportati i nomi delle persone che sono state uccise e andando piĂ¹ avanti c'è un altro monumento fissa al muro perĂ² non si riesce a toccare e poi giĂ¹ in fondo c'è un'ultima lapide piĂ¹ piccola con una stella quindi questo è quello che noi troviamo su questo nostro muro che abbiamo andando verso l'ingresso vorrei dire una piccola cosa su questo muro che abbiamo qui davanti, se mi ascoltate tutti c'è qui essendo appunto luogo della memoria collettiva un po' per antonomia che conosciamo tutti in questo senso sono state messe nel tempo diverse lapidi e diverse addizioni per ricordare fatti gravosi come fatti gravosi oppure ad esempio cittĂ  che hanno dimostrato particolare valore infatti come diceva la professoressa lì c'è un grande librone che non tocchiamo questo librone perchĂ© non è raffinato tanto quanto quello che toccheremo e vedremo nel sacrario per cui preferisco farvi toccare uno solo che è quello veramente piĂ¹ bello piĂ¹ significativo farei questa scelta questo è un po' un muro della memoria bisogna stare un po' attenti bisogna stare attenti alle contaminazioni adesso entrerei proprio dentro questo funicolo non dobbiamo entrare uno alla volta non dobbiamo entrare in silindiana possiamo entrare è ampia è ampio il luogo perĂ² possiamo stare ordinate hai paura cagnolina? forse sente l'odore del mio cane ora qui giĂ  qui sentiamo si entra sento un vento quasi sentite com'è diverso adesso così così allora adesso se noi vogliamo toccare i lati del funicolo che stiamo percorrendo, lo possiamo fare l'importante è anche che lo facciamo, vi invito a farlo bravo questo è diverso c'è la memoria della cava ora abbiamo tutta la memoria della cava man mano che noi entriamo allora è un percorso naturalmente a livelli diversi il fatto è che ehi ragazzi piano piano qui c'è la messa come indicazione c'è una cappella sulla destra dove ogni tanto si celebra la messa quando anche il papa viene qui non voglio togliere questo c'è una catena dentro questa catena c'è una porta da guardandella una catena porta attraverso la guardandella possiamo salire qui c'è una piccola attenzione qui c'è un piccolo cammino volendo, chi vuole un ambulatorio penso proprio di sì non c'è scritto da nessuna parte ma questa è una diczione così è una roba significativa dai naturalmente ragazzi ascoltatemi allora lì c'è questa cosa ma queste cose che abbiamo mirato sulla destra cioè perdonatemi se sono un po' brutale perĂ² sono un po' delle addizioni è chiaro che non sono delle parti del progetto, di tutto il progetto adesso noi siamo i testimoni ora viventi questa cosa qui la vediamo perĂ² andando avanti si puĂ² saltare non fa parte di quella struttura del progetto organica che noi ci aspettiamo di poter toccare se noi continuiamo a toccare perĂ² le pareti vediamo che ci sono delle parti costruite consolidate delle parti che sono ben strutturate noi conosciamo la forma invece che sono lasciate quasi in maniera scusate dico sciolta cioè che non sono costruite cioè la cava semplicemente la cava consolidata attenzione sentite questa notizia qui da Davide che mi è venuta in mente proprio anche a me toccando la cava a un certo punto le famiglie si sono anche molto arrabbiate ascoltatemi questo è importante ehi ragazzi ascoltatemi un momento le famiglie si sono molto arrabbiate a un certo punto le famiglie delle vittime perchĂ© proprio in queste cave qui a forza di delle lungaggini diciamo che non ci si riuscisse a mettere d'accordo su questo progetto anche perchĂ© le famiglie stesse naturalmente stavano dando le indicazioni proprio perchĂ© ci si metteva tanto a scegliere con le commissioni quant'altro a un certo punto un pezzo delle mura delle cave stesse naturalmente allora anche lì si è rimesso in discussione allora forse è meglio portare i nostri poveri cari ad esempio al verano si è anche pensato oppure si è detto va bene allora troviamo degli altri luoghi questo è importante per dire che anche i fatti naturali alla fine hanno contribuito emotivamente ad accrescere il valore di questo luogo adesso non so se voi percepite questa cosa perĂ² è come se il soffitto un po' alla volta si abbassasse e questo soffitto è un soffitto scalpellato cioè voglio dire un soffitto di cui noi possiamo percepire, pensare immaginare una certa asperitĂ  va bene? dunque noi abbiamo una parte a destra e a sinistra di muro che è in parte costruito consolidato e in parte ancora la postolana stessa infatti se voi lo toccate sentite che è un po' polveroso no? esatto stiamo salendo siete in salita questa salita la troverete piĂ¹ spesso in questo percorso lei è dritta alle voragine direttamente alla grotta dell'Ecidio ora ora allora ora non so se notate che anche la mia voce ha un ecco diverso no? perchĂ©? venite qua piĂ¹ vicino esatto bravissimo perchĂ© siamo all'aperto siamo all'aperto e sopra di noi siamo all'aperto solo nel soffitto solo dove c'è la mia voce siamo all'aperto dovete avanzare un altro po' tutti quanti vengo qui vicino a me lei allora venite venite sentite che infatti sul muro c'è del muschio perchĂ© stiamo all'aperto venite tutti adesso fermiamoci qua siamo tutti qua venite venite vedete cioè sentite che la mia voce ha un incontro diverso perchĂ© non siamo piĂ¹ al chiuso ma siamo all'aperto da che cosa capiamo che siamo all'aperto? non solo dalla voce naturalmente ma anche dal fatto che se noi tocchiamo i muri vicino a noi in modo particolare alla nostra destra a sinistra sentiamo che sono piĂ¹ morbidi perchĂ© c'è un po' di muschio sopra c'è anche dell'erba ogni tanto naturalmente se noi potessimo guardare in alto vedremo che c'è un grande buco è quello proprio che è stato fatto dalle bombe sono diversi sono due vogliono far crollare tutto quanto c'è anche in maniera un po' scomposta per dire ora proseguiamo e scendiamo e andiamo verso il luogo dell'eccidio che vedrete sarĂ  protetto da altri due cancelli piĂ¹ piccoli sempre progettati da Mirko Basaldella andiamo andiamo con le stesse figure e disegni dell'ingresso un po' diversa una variazione su tema allora di fronte a voi se venite avanti di fronte a voi c'è una scritta qui di nuovo stiamo scendendo come pavimento il soffitto sopra di noi è sempre piĂ¹ basso di fronte a noi proprio guardando di fronte a noi questa scritta qui fumo trucidati vittime di un sacrificio orrendo dal nostro sacrificio sorga una patria migliore e duratura pace fra i popoli ok alla vostra giusto al centro c'è una fiaccola in bronzo che avete da toccare che ha anche un lumino che naturalmente è d'indicazione compagnia della memoria come facciamo quando andiamo al cimitero allora ragazzi vi invito a toccare il cancello che noterete ha una consistenza diversa innanzitutto lo possiamo toccare in tutte le sue dimensioni perchĂ© il nostro corpo fisico come si puĂ² dire per guardare tutto possiamo toccare tutte le sue parti e ha delle punte perĂ² questo cancello è un po' ben pensato proprio come l'altro perĂ² con valori un po' differenti questo è a protezione è questa ma adesso ci giriamo attorno e la vediamo tutti allora si giusto precisazione se capito me lo spiego meglio se mi ascoltate tutti per un momento allora no no questo cancello questo cancello ragazzi ragazze vi volevo dire che questo cancello dai ascoltate un momento questo cancello è in realtĂ  una C questa cosa perchĂ© c'è questo davanti a noi c'è il cancello che protegge questo luogo che noi pensiamo un po' come un luogo sacro perchĂ© è il luogo del martirio come i martiri appunto i martiri del periodo romano eccetera eccetera che succede che questo cancello c'è un altro doppio c'è un altro identico dall'altra parte che adesso noi vedremo e qui è il luogo dove sono state le persone al di lĂ  di questo cancello dove non possiamo andare sono protetto per non far andare le persone proprio per in qualche modo rispetto e rendere in qualche modo un po' sacro anche questo luogo e quindi guardarlo da lontano ma non camminarci sopra oltre a passarlo esatto non possiamo andare oltre possiamo traguardare oltre questo cancello no questo è uno spazio piccolo è piccolo naturalmente giustamente il percorso si restringe anche all'interno un po' si restringe mantenendo perĂ² la sezione cioè intendo dire la larghezza di tutto il cancello cioè se noi passiamo misuriamo il cancello col nostro corpo i passi del nostro corpo sono circa quelli che noi possiamo avere del luogo dell'eccedio è un rettangolo lungo e stretto la larghezza, la parte stretta è quella del cancello è larga quanto il cancello e della parte stretta si sviluppa in lunghezza quindi in realtĂ  è un grande corridoio ok c'è curva a un certo punto adesso andiamo a vedere anche l'altra curva ok se volete toccare il cancello piano piano ah certo in realtĂ  verso la fine di questa galleria piano piano si ammuccavano uno sopra l'altro da questo lato e dall'altro lato queste cose che li mettevano in riga li ammazzavano, quelli cadevano quelli che arrivavano dopo si mettevano nei piedi di quelli che erano caduti e li cadevano sopra e così perĂ² che man mano arretravano in realtĂ  perchĂ© ognuno poi andava sempre piĂ¹ indietro non è che camminavano sopra il corpo del precedente ma si mettevano proprio al limite del corpo del precedente e li cadevano sopra perĂ² questo portava ad andare sempre piĂ¹ indietro leggermente sono morti qua? no certo perchĂ© era una fucilavano ma ha morto a casaccio ma ha morto a casaccio quindi magari uno li prendeva a un punto che non era mortale ah infatti una persona infatti una persona anche a un certo punto ha provato a scappare tra l'altro non riuscendo naturalmente ed è morta viva sotto questa bomba che è stata buttata per buttare giĂ¹ le mura dell'altra casa pazzesco no? poi c'è un professore che ha lavorato per poter ricomporre tutti i corpi alcune notizie che noi abbiamo ma questo lo dico quando siamo sotto il sacrario perchĂ© io sono lunga allora andiamo avanti andiamo avanti e andiamo a testa dove? allora ora ehi ragazzi tutti a destra ok? tutti a destra ora andiamo a destra ripercorriamo i nostri palo se andassimo dritti ritorneremo nel grande piazzale andiamo a destra andiamo dall'altra parte a metĂ  di questa di questo attraversando c'è un'altra lapide con un'altra scritta che potete toccare c'è scritto a ricordo qua, eccola a ricordo dell'opera che è stata svolta dal professore dottore Assilio Scarelli il direttore dei lavori per l'esumazione e l'identificazione dei martiri che riposano in questo sacrario esatto e poi vi spiego dopo dov'è il sacrario intanto eccoci adesso sulla vostra destra trovate l'altro cancello con l'altra galleria al di lĂ  del cancello dove è stato il secondo luogo delle vittime dell'esilio qui l'altro cancello è sempre di Mirco Basaldella questo cancello e chiude il luogo dell'esilio ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ...

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