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Visita a Villa Sciarra 11 febbraio 2023

Visita a Villa Sciarra 11 febbraio 2023

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Guided tour by the Ass. Friends of Villa Sciarra for the course for multisensory guides promoted by Open City Rome. Visita guidata a cura dell'Ass. Amici di Villa Sciarra per il corso per guide multisensoriali promosso da Open City Roma

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A group of volunteers led by Anna Laura Bussa is trying to save and promote Villa Sciarra, a historic villa with a rich history. They are working to raise funds and raise awareness about the villa's significance. The villa has ancient Etruscan fortifications and was owned by the Barberini family for centuries. It has also been a place of archaeological discoveries, including rare artifacts. The villa is in need of restoration due to landslides caused by nearby construction. The volunteers are pressuring the government to provide funding for the restoration. The villa has a connection to Galileo Galilei, who used to observe the stars there. Allora, ripeto brevemente, così avviano gli errori per il sentirete, ma insomma, sono Anna Laura Bussa, presiedo questa associazione di volontari che sta cercando di fare il possibile per sottrarre questa villa al degrado e ci siamo messi in testa anche di farla conoscere perché la storia di questa villa è infinita, e quindi abbiamo messo anche dei punti di informazione per cercare di far conoscere a tutti le origini e la storia di questo posto che è anche un po' magico. E quindi le vostre iniziative sono state assolutamente accolte da noi con entusiasmo, insieme a me c'è il dottor Piero Malandrino che è un forestale e che ci dà una mano quando ci sono degli alberi che si ammalano perché il servizio giardini non è che ci ascolti più di tanto, anche perché loro dicono che devono curare milioni di alberi da qui all'inizio della provincia di Viterbo, per tanto il singolo albero malato di Villasciarra non suscita interessi più di tanti. Allora noi ricorriamo alle cure di Piero che lavora anche con il comune di Roma e ci dà una mano sia con la consulenza che con le cure pratiche che sponsorizziamo anche noi, ma come volontari facciamo anche raccolta fondi per tentare di arrivare laddove le istituzioni non riescono ad esserci. Io vi dico brevemente la storia di questa villa, anche se è impossibile sintetizzarla in poco tempo perché è una storia infinita, nel senso che questa fu addirittura una roccaforte etrusca nel periodo di Porsenna, dove ci furono delle fortificazioni etrusche. Vi dico brevemente una cosa prima di parlarvi di questo, che tutte queste notizie, tutti questi ritrovamenti che sono stati fatti, li si devono a questa coppia di coniugi che si chiama Wurz. Wurz era un'americana di Filadelfia e lui un tedesco, un industriale tedesco molto ricco che vivevano insieme a Palazzo Mattei nella zona del ghetto, avevano questo palazzo fantastico e questa era un po' la loro villa di campagna, quella fuori le mura di Roma. Facendo tutta una serie di scavi, anche per un villino che sta qua sotto, che adesso è in fase di restauro, scoprirono una serie incredibile di cose, tra cui un tempio siriaco, un santuario siriaco che sorgeva sulle sponde di questo lago dedicato alla ninfa furrina. Perché, questa è infatti la cosa importante da dire sin dall'inizio, è che è sempre stato un luogo molto importante per gli etruschi, per i romani, poi lo vedremo anche per tutti i nobili romani, questa villa è stata di proprietà dei Barberini per oltre due secoli, per poi arrivare a far parte del ramo dei Barberini, che era Barberini Sciarra, da qui il nome della villa. Perché era una villa ben esposta, con non so all'epoca quanti sorgenti d'acqua, adesso si sa con certezza che ce ne sono due molto importanti, ma all'epoca ce ne erano molti di più, poi con le varie costruzioni che ci sono state nei secoli, alcune di queste sorgenti sono state prosciugate, ricoperte eccetera. Era ricca d'acqua e poi erano dei vigneti, qui avevano realizzato dei vigneti che producevano un vino buonissimo, di cui siamo riusciti a trovare notizie in vari documenti, perché abbiamo fatto delle ricerche per documentare. Adesso qui ho scritto le cose più importanti che vi lascio nel caso vogliate poi approfondire la cosa, io per non annoiarvi cercherò di dirvi solo le cose più importanti. Quindi, periodo etrusco, periodo romano, qui morì Caio Gracco che scappò dalla folla inferocita, alla fine venne ucciso da un suo schiavo proprio qui a Villasciarra, i figli di Cornelia, i famosi gioielli. Uno di loro che scappò dalla folla inferocita venne ucciso proprio qui a Villasciarra, dopodiché appunto venne considerato anche un luogo sacro, per questo vi dico anche un po' ai limiti della magia e della sacralità, perché qui sono stati ritrovati, sempre in questi scavi di cui vi ho accennato, degli idoli e dei reperti che non hanno avuto uguali in tutta Roma, cioè si sono trovati solo qui, come per esempio questo piccolo monile, questo piccolo idolo che adesso è ospitato ai Musei Capitolini con questo serpente con le sette spire che praticamente circonda questa figura coperta da questo velo, insomma si dice che siano cose rarissime, molto importanti, ma che sono state trovate sinora solo qui in questo posto. Questo santuario sirico, ho detto, sorgeva sulle sponde di questo lago, perché nella zona, vi dico subito che sono sette ettari di villa, la zona in basso, quella che da su via Dandolo, in teoria sarebbe chiusa, perché era aperta ed era comodissima, tutti passavano dentro la villa per arrivare da Trastevere a Monteverdevecchio. Negli anni 70, a metà anni 70, costruirono un palazzo su una curva di via Dandolo, un palazzo più moderno che c'è della strada, e per costruirlo sbancarono la collina di Villasciata. Ed era uno dei periodi di interregno in cui non si capiva se dovesse costituirsi in giudizio il comune di Roma piuttosto che lo Stato, perché appunto era del demanio. Non si poteva pagare per i danni commessi. Il fatto sta che da quando ci fu questo sbancamento della collina, ogni anno frana di non so quanti centimetri l'anno, perché lì anche le informazioni sono controverse. C'è chi dice un centimetro, c'è chi dice dieci, comunque sta franando. Ci sono stati dei contrafforti alle mura per evitare che cadessero sulla scala Righetto. Il fatto sta che è un intervento che adesso ci hanno assicurato, in pompa mani è venuto qui il sindaco Gualtieri a giurare e stragiurare, che grazie anche a tutta una serie di pressioni che siamo riusciti a fare, il restauro della parte bassa di Villasciarra rientrerà nei progetti da finanziare con il PNRR, questo fantomatico PNRR. Quindi noi speriamo, questo ce l'hanno annunciato a luglio, dando per imminente l'inizio dei lavori, siamo a febbraio e qui ancora non si è visto niente. Un buon segno è stato che sono venuti a pulire la parte bassa della villa perché col fatto che l'avevano chiusa per il pericolo di questi crolli, comunque era diventata tipo giungla, cioè nemmeno noi riuscivamo a sboscare perché eravamo interdetti dal farlo, dice, se no poi la gente entra. Il laghetto era, adesso vi darò questa vera notizia, dove ora sorge una cabinetta di cemento armato alta un metro e larga tipo 80 centimetri dove ci sono tutti dei tubi arrugginiti dove sono state imbrigliate tutte queste acque che in realtà è solo una piccola parte che si è riuscita a imbrigliare, il resto scorre beatamente nel sottosuolo, ma per fortuna dei palazzi di Via D'Andolo sotto è tutto bucato, sono tutte gallerie, Roma come sapete è tutto un cunicolo tra catacombe e gallerie naturali scavate anche dalle varie acque che scorrono sotto i trane, quindi queste acque se ne vanno. Stiamo cercando di far sì che queste acque vengano recuperate, queste esorgenti almeno per l'irrigazione della villa, ma abbiamo cercato di fare, scusate se vi disturbo con queste cose burocratiche che magari non vi interessano, ma per farvi capire la difficoltà della nostra azione abbiamo cercato di fare all'epoca con la Raggi, ma anche prima con Alemanno, dei tavoli tecnici per dire di chi sono, a chi spetta la manutenzione di queste acque. Bene, per il momento siamo riusciti a ricavare che sono cinque enti, cinque soggetti perché è la Scea, i Simos, la sovrintendenza, il servizio Giardini e il comune di Roma. Esatto, e quindi c'è una difficoltà seria nel processo di questi lavori. Siamo arrivati a una situazione in cui le fontane che passavano l'acqua nella rete idrica nel sottosuolo decisero di farle ex novo, ma la fecero ovviamente a risparmio, per cui adesso che noi vedremo le fontane di questa villa ci renderemo conto, noi facciamo adesso solo la parte generale, ma che hanno collegato solo le fontane di questi due viali che noi andremo a fare. Tutte le fontane, sia quelle sotto nella parte che sta crollando, sia quelle sopra dove c'è il gazebo, sono secche, non chiuse, finita l'apparenza di burocratica torniamo alla parte storica che è bellissima. Dopo questo capitolo etrusco e la cosa di Cario Gracco bisogna dire che questi furono anche gli orti di Giulio Cesare, Giulio Cesare qui aveva le vigne e quando venne Cleopatra ospite di Giulio Cesare a Roma venne qui, in questa villa che era stata edificata proprio in questa cosa delle vigne. Dopodiché vi risparmio perché passa per varie proprietà perché qui c'erano appunto i secoli, si crearono delle tipo aziende agricole diciamo, c'è sempre appunto vigneti, orti che passarono di famiglia in famiglia. Quello che ci interessa a noi adesso per sintetizzare al massimo è focalizzare l'attenzione sui due casini dall'unione dei quali è nata Villa Sciarra, uno è il casino Malvasia e l'altro il casino Mignanelli. Allora questo è il casino Malvasia che divenne proprietario alla fine di una parte di Villa Sciarra perché poi questo immaginate che era tutto, si chiamava Monteverde proprio perché erano tutti i vigneti e tutti i orti, campagne, prati. Non era proprio la recinzione che c'è adesso, era più estesa verso Trastevere e più estesa verso la parte diciamo quella che dà al Gianicolo e meno dalla parte che invece dà verso i Fortini. Però insomma a noi questo interessa relativamente diciamo che questo innocenza Malvasia comprò una parte di questa Villa Sciarra ed edificò questo bellissimo palazzio vero e proprio che divenne il punto di riferimento per tutta una serie di intellettuali, scienziati, persone colte dell'epoca, stiamo parlando del 600. E quindi qui sempre attraverso tutta una serie di studi nei vari archivi che siamo riusciti a consultare è riuscito fuori che Galileo Galilei veniva a fare qui le sue osservazioni con il telescopio perché era un punto molto alto, facilmente accessibile, c'erano già degli insediamenti per cui era comodo raggiungerlo perché ovviamente non vi immaginate le strade asfaltate di oggi anche per arrivare qui, erano strade di campagna chiaramente, faceva queste osservazioni e poi in queste serate che organizzava questo innocenza Malvasia lui raccontava tutte le sue scoperte che aveva fatto, le sue principali teorie che portava avanti da un punto di vista scientifico eccetera. Dopodiché parliamo dell'altro casino che invece era il casino Malvasia che poi venne venduto a questo cardinale Barberini, vi riassumo perché ripeto è molto lunga la storia ma non vi voglio tediare perché sono libroni e libroni di passaggi perché poi a un certo punto appartenne anche ad una comunità ecclesiastica al pantheon, insomma vabbè però focalizziamoci sulle cose più importanti. L'altro casino, il casino Malvasia che dava più verso Villa Panfili, Mignanelli scusate, divenne anche qui un altro possedimento, comprò tutto poi alla fine questo cardinale Barberini al quale poi venne regalata pure da un marito di una figlia la parte del casino Malvasia, insomma sotto i Barberini si unirono queste due proprietà che adesso hanno dato origine a Villasciarra, insomma stiamo parlando, quella regola è i primi settecento. Allora in realtà l'istituto germanico è una parte del casino Malvasia che poi venne ingrandito e ovviamente rielaborato perché poi c'erano due, appunto il casino Malvasia e il casino Mignanelli che erano unite, che era un po' più su diciamo, erano unite da un giardino segreto dove c'erano dei passaggi sotterranei, c'erano delle sculture esoteriche, insomma c'è tutta una storia pure di questo giardino esoterico. Queste ville di campagna erano un po' il parco giochi dei nobili romani, infatti qui ci sono passate quasi tutte le famiglie nobili romane, i Frangipane, i Malvasia, i Mignanelli, i Barberini, gli Sciarra e Colonna, insomma qui erano molto ambiti, esatto, un opposto molto ambito soprattutto, poi l'abbiamo scoperto, per la qualità del vino che qui si produceva, c'era questo vigno, questi vigneti che erano considerati straordinari, va bene poi adesso non ce n'è più traccia. Siamo in contatto con questa apicoltrice urbana perché sul terrazzo di questo villino che poi venne costruito dai Wurz, al quale non si può accedere perché è nella parte che sta stranando, poi è quello grazie al quale si sono scoperte tutte le cose che vi ho detto, resti romani eccetera, sulla terrazza, loro tenevano le api e quindi sarebbe bello rimetterle per rifare il miele, anche per riportare tutta quella varietà di fiori e piante, ovviamente si tratta di api particolari, non sono le api che sono state, esatto, quelle che vivono nelle città, per esempio questa apicoltrice urbana è quella che ha creato tutta questa cosa di alveare sopra il tetto di Confagricoltura che sta a Corso Vittorio, quindi è una cosa che non dà fastidio alla cittadinanza, è in pieno centro storico, però produce un miele straordinario e quello che è buono è che può garantire che si riproduca la varietà di fiori, piante, perché qui arriviamo ai Wurz, anzi una piccola premessa, prima di arrivare ai Wurz nel 1849 qui si combatte la Repubblica Romana, proprio qui ci furono i bombardamenti, i francesi bombardarono queste mura che poi vennero ricostruite dai Wurz e vennero proprio demolite, distrutte. L'arco, esatto, da lì loro erano lì di distanza. Io ho cominciato a camminare qui negli anni Sessanta e vi dovete immaginare proprio con la fantasia che c'erano aiole con steccati, con fiori, con giardini all'italiana, con siepi. E dentro questa voliera, che poi vi parlerò di questa voliera appena arriveremo all'altro ingresso di Via Calandrelli, c'erano i famosi pavoni bianchi che i Wurz, che avevano a cuore questo giardino che divenne un orto botanico straordinario, prima dell'orto botanico, poi di questo Piero vi parlerà più accuratamente di me, portarono da tutto il mondo piante pazzesche, palme rarissime, una delle ultime è caduta ai noi quattro anni fa, però c'è ancora il fusto dove si possono vedere i vari segni del pasto. Poi lui vi spiegherà, non mi avventuro in cose che non sono di mia confidenza, però è importante. Allora, i Wurz l'acquisiscono subito dopo la tragedia della Repubblica Romana e quindi la ricostruiscono proprio perché uno di queste parti, di questi casini crollarono e quindi loro riedificarono quello di cui vi parlo. Questa ora è l'Istituto Germanico nella sua forma attuale. In più, per abbellire questo giardino comprarono, in questa via all'asta, in questo castello dei Visconti che stava cambiando l'arredamento del giardino, erano caduti un po' in disgrazia in quel periodo, quindi vendettero tutta una serie di arredi, tra cui molte fontane e molte sculture che sono qui a Villasciarra, tutte quelle che non sono state decapitate, buttate a terra, tolte dalla sovrintendenza, diciamo quelle che ci sono però sono ancora quelle originarie. Il castello Visconti che dov'era? Esatto, era vicino Mantova come zona. Dalla Lombardia se li fescero a riportare qua. Piante, arredi, tra cui ci passeremo sotto, perché se no è una storia più complicata. Per chiudere questa breccia che si era aperta nel muro con la Repubblica Romana, dai bombardamenti francesi, costruirono questa pagoda cinese, che è una cosa che andava molto di moda, queste cineserie, sia come oggetti dentro casa, sia anche come manufatti nei vari giardini. Questa per esempio è un nostro motivo di orgoglio, perché era crollata, erano rimasti due piccoli pali in ricordo di quello che fu questa pagoda cinese dove facevano concerti e la sovrintendenza aveva detto, buttiamo giù pure questi e non se ne parla più. E noi abbiamo detto no, si ricostruisce come era e questo benefattore, non so come altro definirlo, socio dell'associazione, che aveva un'officina metalmeccanica, è andato al comune di Roma, all'archivio, a studiare tutti i disegni che fecero nel 1864 quando fu la cosa di ricostruire queste mura e l'ha rifatta esattamente come era. Peraltro in rame, quindi tutti gli avevano detto, pure la sovrintendenza, ma sparirà come è, lui ha detto io, era così e così la rifaccio. La regalo all'associazione noi l'abbiamo donata al comune di Roma. Sopra all'ingresso di Largo Berset, dove c'è un piccolo tunnel, adesso ci passeremo lì davanti. Maria Laura, volevo dare un attimo un orientamento perché se noi ci mettiamo con il volto al sole, andiamo per il viale centrale, noi siamo entrati dal portone monumentale, che era quello principale e da cui si accedeva a questo viale, perché qua è sempre verso il sole e si arriva al casino, che oggi è la sede dell'istituto germanico. Alla nostra destra la villa è circondata da quelle che erano le mura Gianico Lenzi, e quindi questo perimetro a destra della villa sono delle belle mura grosse che sono quelle che sono state bombardate durante la Repubblica Romana. Mentre alla nostra sinistra il terreno comincia a degradare, c'è tutta quella parte che prima Anna Laura ci ha spiegato, che è stata franata con la costruzione dei palazzi. Per farvi capire l'impianto, il sole ci aiuta in questo caso, dritto abbiamo il viale principale con le fontane monumentali a destra e a sinistra, che poi andremo a capire quelle principali, in fondo il casino, a destra le mura con la breccia e a sinistra la scarpata dove c'era il laghetto e il Tempio Siriaco. Scusa Laura, io ho portato le piante, come al solito, ovviamente ne ho portate poche perché poi le dovremo rivedere. Eh sì, certo. Vogliamo fare una sosta, che l'Anna Laura finisce e poi facciamo un... No, io gliele no. Ok. Le persone che accompagnano... Ok, ok, ok. Va bene, allora, come diceva Laura... Laura, Anna Laura. Esatto, Laura, Anna Laura. Come diceva Laura, in questa parte in discesa sono stati ritrovati tutti questi reperti che vi ho detto, romani, scetruschi, eccetera, e alla fine di questa discesa, dove comincia via Dandolo, c'era questo lago, che quindi aveva un terrapieno dove sorgere, ecco, questo era il senso che vi volevo dire, e lì su queste sponde avevano costruito questo santuario siriaco che per anni non si è riusciti a vedere perché era sovrassato dall'erbaccio, siamo riusciti a farlo ripulire e quindi adesso, insomma, è un po' più sgombro e fa bella mostra di sé ciò che resta. Allora, adesso io praticamente ho finito con la spiegazione, vi... Ah, no, aspetta, no, aspetta, una cosa importantissima che vi devo dire, scusate, che questi Wurz cosa fanno? Allora, no, una cosa importante, perché questi Wurz cosa fanno? Lui a un certo punto muore e lei, che era rimasta sola, voleva tornare in America perché lei era di Philadelphia, decide di regalare questa villa al governatorato di Roma e ci sono testimonianze, foto, eccetera, della consegna di questa villa addirittura a Benito Mussolini che venne qui, perché uno, un intellettuale che conosceva molto bene i Wurz era Gabriele D'Annunzio, che infatti ambienta qui tutta una parte del piacere, vi ricordate con Andrea Spirelli, e lui parla di questo viale di Allory sotto il quale adesso noi andremo a passare perché a D'Annunzio piaceva così tanto questa villa che decide di ambientarci Andrea Spirelli. Altro brevissimo scenno culturale, qui ci hanno girato un sacco di film e per sapere com'era esattamente la villa, negli anni Sessanta c'è questo primo film di Bertolucci che si chiama La commare secca, sul soggetto di Pierpaolo Pasolini perché vivevano tutti e due qua, i Bertolucci vivevano qui alla fine, sai dove c'è quella serie di villini tra Via Carini e Lemura, c'è quell'isola di villini e loro vivevano lì, e Pasolini invece visse sia a Via Carini che a Via Fonteghiana e quindi veniva qui, qui per esempio a Villa Sciarra ha dedicato una bellissima poesia sul vicine di Villa Sciarra, ma questa è un'altra storia. Dobbiamo leggere? Sarebbe bello durante la visita farla ascoltare con un audio oppure con la memoria, come state con la memoria? No, è molto lunga, quindi… No, sempre continuando un po' a descrivere la villa, noi siamo in questo viale che sarà all'incirca largo 6-7 metri, è un viale, vedete, fatto di ghiaia, quindi molto semplice e sulla destra ci sono questi alberi di alloro che forse sono dell'epoca dei Wurz, se ho capito bene. La cosa pazzesca è che io l'alloro me lo sono sempre immaginato come cespuglio, e invece sono negli alberi tipo… Scusate, un flash così si aggancia a cuore o state raccontando voi? Cinque anni, mi ricordo il piazzale è molto più ampio di quello che poi è fatto da lui, pieno di fiori, questo viale che era una galleria in mezzo agli alberi, potete immaginare una bambina di cinque anni, sono rimasta incantata, non ho mai visto una galleria… Era chiuso, infatti ve lo volevo dire, se nel ricostruirlo piano piano ci riuscì sarà fantastico, perché era un effetto quasi barocco, tu entravi poi uscivi fuori, c'era l'uomo dall'altra parte… Però non c'era il sole? C'era il sole, ovviamente sotto non c'era, l'effetto barocco proprio che tu entravi dentro questa galleria, qui c'era il sole, andavi nel buio e poi ritornavi fuori col sole. E l'altra cosa particolare è che le fontane erano tutte sane, funzionanti e quella rotonda dove forse ci fermeremo dopo, c'erano i 12 mesi dell'anno, erano tutti intatti, c'era una vasca più giù con i fiori di loto, era tutto fiorito, era una cosa fantastica. Ricordiamocela così, perché in questo famoso ressauro del 2000 che peggiorò la situazione, questi archi di allori vennero tagliati a 50 cm di altezza e fu uno shock per tutti gli abitanti di Montenegro Vecchio, perché così si rinforzavano gli allori. Adesso per fortuna dopo 23 anni sono riusciti gli allori stessi a riformarsi, per fortuna hanno fatto tutto da soli, a ritornare a fare l'arco. Perché è rimasto il nome Sciarra e non Burzi? L'hanno sempre lasciato loro, loro hanno continuato a chiamarlo Sciarra e Burzi, però dopo è rimasto Sciarra perché gli Sciarra e i Barberini hanno avuto questa villa per due secoli, quindi chiaramente loro c'infanzizzarono. Sì, da metà 1800, diciamo 1864-63, fino a quando non l'hanno donata Mussolini negli anni 30, e l'impegno era che per quello c'è l'Istituto Germanico, venisse dedicata almeno la casa alla diffusione della cultura tedesca, non venisse mai venduta e non si facesse mai pagare un biglietto per accedervi, restasse sempre pubblico, questi erano i tre impegni. E addirittura questa Burzi non paga, diede l'equivalente di quelli che adesso sarebbero 50.000 dollari per la sua manutenzione, quindi pensate quanto ci tenevano. Allora, Piero vuoi dire qualcosa qui o ci facciamo un'altra tappa? Allora, buongiorno, Piero Malandrino, sono un dottore forestale, mi occupo di verde, mi occupo di ambiente, mi occupo di alberi. Mi occupo di alberi, è molto bello, anche molto frustrante perché la conoscenza sugli alberi, questa sconosciuta, l'ignoranza, perdonate il termine, dove intendo persone che ignorano, è massima, potrei dire totale e quindi l'esempio che ha citato Anna Laura sugli allori che si rinforzano potandoli è drammatica, però lascia intendere molto. C'è da fare una premessa in parte anche a scusante delle organizzazioni statali, comunali che si occupano di verde e che raramente viene compresa. Parchi, giardini, alberate urbane, viali eccetera, ossigeno, cattazione delle polveri sottili eccetera, non può tutto questo essere visto solamente da un punto di vista ambientale. C'è un'altra parte che di solito viene sottaciuta e che non viene capita che è quella della sicurezza. Sappiate che i responsabili dei vari municipi del comune di Roma, responsabili del verde, diversi, sono sotto processo perché sono caduti degli alberi, dei rami e sono stati accusati, sono indagati per omicidio colposo. Il responsabile locale non è il sindaco, non è la ragge, non è l'Amano, non è il gualtiere eccetera, c'è una legge, peraltro abbastanza giusta e corretta, che dice che la responsabilità ricade su chi poi deve operare, che se no il sindaco sarebbe responsabile di qualsiasi cosa, anche dell'incidente sulla strada, e questo è in ogni campo della responsabilità, dell'industria eccetera. Quindi c'è un atteggiamento a volte parossistico dei tagli, delle potature importanti eccetera. Tutto questo poi si scontra con i cittadini che invece vedono altre cose, si scontra a volte con la legge. In questo caso, ve ne posso citare diversi, siamo passati sotto piante che sono totalmente morte e sono di grandissimo rischio a crollo e sotto ci passano i bambini, ci passano le persone. Perché sono di rischio a crollo? Perché la legge tutela, si chiamano cerambicidi, cerambicerdo è una farfalla che però nella sua fase larvale scava all'interno del fusto e scava sulla parte attiva del fusto, c'è la parte esterna, il cambio dove passano i prodotti della fotosintesi dalla chioma alle radici e l'acqua, le sostanze minerali, dalle radici alla chioma. Quindi la pianta si secca e quindi il primo effetto è far morire la pianta. Il secondo effetto con la continuazione di queste gallerie larvali è quello di minare la stabilità e quindi si spezzano. Voi capite che in un parco pubblico avere piante spezzate e che non puoi trattare perché per legge è vietato è un controsenso incredibile. Villa Panfili, ma anche qua l'ho vista diversa, ci sono delle situazioni, soprattutto sui lecci, gravissime. Cerambice attacca come lecce? Attacca le latifoglie e soprattutto il leccio. Punteruole rosso attacca le palme e vi farò magari in vari punti perché così vi spiego un po' di cose. Le emergenze, la cocciniglia tartaruga sui pini, questa situazione del Covid ha chiarito la mente sui patogeni che non sono solo verso noi umani ma anche sulle piante. Purtroppo questo è uno dei grandi effetti della globalizzazione. Questo insetto che sta colpendo i pini arriva da Napoli, arriva con le navi, arriva con le merci dall'America e ha trovato terreno fertile. In America ha una generazione l'anno e qui ne fa 3 o 4 quindi sta ammazzando i pini. Poi avremo modo di parlarne. La cosa importante di questo giardino ed è la grande differenziazione del tipo di giardino, questo è un giardino paesaggistico di tipo inglese. Che è un'evoluzione del giardino all'italiana, che è quel giardino che è sagomato, è formale, arte topiaria, quindi siepi di bosso. Abbiamo degli esempi in varie parti, dal Quirinale alla Villa Panfilia eccetera. Per arrivare al giardino formale di tipo francese dove all'interno di queste siepi di bosso eccetera vengono messi fiori, bulbi, viole, qualsiasi cosa. Per arrivare poi al giardino paesaggistico inglese dove il giardino viene ricreato come se fosse la natura e all'interno di questa natura la presenza dell'uomo è data da statue, fontane, ruderi a volte falsi. Vengono creati per dare questo senso di paesaggio agreste, di paesaggio boscato e i camminamenti sono disegnati ad arte per meravigliare le persone perché nel passaggio succedono cose. Quindi si vedono fioriture, ruderi, fontane, si sente il rumore, si passa dove magari ci sono piante profumate, è tutto studiato, nulla è lasciato al caso. Quindi qui stiamo su questo viale principale, il viale principale era adornato da un filare di palme distrutti dal punteruolo e adesso ci sono però grandi alberi e parliamo un po' delle alberature generali. Pini domestici, un'altra cosa, molti chiamano i pini, qual è il pino? Ah, il pino marittimo, no, il pino marittimo sta sul mare e sta verso il nord Italia, Liguria, Costa Azzurra, quello è il pino marittimo che è un pino fantastico perché cresce su qualsiasi cosa, sulla roccia eccetera ma abbastanza brutto, ha una forma conica. Insomma, il pino domestico è il nostro pino ad ombrello, l'altro pino mediterraneo è il pino d'Aleppo che viene appunto dalla Siria, quello della cartolina di Napoli eccetera è il pino domestico o il pino da Pinoli. Io ne ho uno nel giardino e l'ho sempre chiamato il pino marittimo, quindi non è un pino? No, molto probabilmente è un pino domestico, questo pino domestico viene chiamato in tutti i modi, bellissima fu una mia studentessa in un corso di botanica, lo chiamò il pino casareccio. Questo è stato, ormai ha fatto questa notizia, questa definizione, ha fatto il giro d'Italia, però vi dimostra di come e non è, il sapere e il conoscere del pino domestico, del pino marittimo, non è solo un'informazione così culturale, è anche un'informazione tecnica perché il pino domestico cresce in una certa maniera, a certe esigenze, pino d'Aleppo un altro, pino marittimo un altro, quindi conoscere il nome delle piante indica una competenza, una capacità di gestirle fondamentalmente. Questa è una delle palme che è rimasta, questa è la classica palma, è una Fenix canariensis, palma delle canarie, queste foglie molto lunghe a formare questa chioma importante, questo dimmi tu se mi fermo, se vogliono appunto toccarla e sentirla. I due ginchi di roba meravigliosi che stanno ancora di là, che sono ancora in piedi lì, non sono stati attaccati a malattie e niente? No, per il momento no, speriamo che durino a lungo. Per esempio le magnolie che qui... Una cicas non la vedo, eccola lì dietro, quella lì è una cicas. Scusi, se è maschio o femmina lo sappiamo solo quando forma o i semi o l'infiorescenza maschile. Sono molto belle, sono delle mandorle rosse molto belle. Poi proseguiamo... Questo gestite voi le situazioni... Di chi? Quante altra questa palma? Stiamo sui 25 metri. Quindi questa è quella storia. Questa prima parte che sentite queste sono le radici e la pianza forma anche fuori terra. Scusi, quanto tempo avranno? Li piantarono i ursi verso metà ottocento quindi avranno 150. Sui 25 metri. Allora quello che toccate qui sono degli abbozzi radicali. Quello che toccate sopra sono delle cicatrici fogliate. Perché la palma rispetto agli altri alberi è come se fosse una grande erba. Quindi la sua crescita è legata a una gemma apicale che si forma ogni anno e che forma il nuovo ciuffo. E andando su le foglie che stanno sotto seccano e muoiono e cadono. E quindi la forma del tronco è legata in realtà a che cosa? Alle cicatrici, queste che toccate sono foglie secche. Sono le parti iniziali della foglia secca. Quelli sono abbozzi radicali che la pianta emette a volte anche per stress o per qualche situazione contingente. Ed è un tipo di radice molto diverso da quella degli alberi. Perché qui ci sono migliaia di radici, si chiamano fascicolate. Sono grandi più o meno come il mio mignolo, il vostro mignolo. E crescono in verticale a cono in profondità. E sono estremamente resistente. È difficilissimo vedere una palma spezzata o ribaltata. Io in 40 anni credo di non averla mai vista. Quanto possono andare in una palma? Questo non si può dire, sicuramente metri, ma poi dipende un po' da quello che trovano sotto. In genere si può dire che le radici somigliano alla chiamata? No, qui le radici si approfondiscono a cono rovesciato. Con la punta su e lo svasamento sotto. Le radici che mi piacciono sono quelle che stanno un po' a piante paradigmiche dietro. Queste qui sono naturali. Queste le domande difficili non sono ammesse. Allora, qui di fianco cominciamo a vedere delle piante particolari, ornamentali. Vi dicevo del giardino paesaggistico inglese. Quindi si cammina, a un certo punto si volge lo sguardo e si vedono delle magnolie. Magnolie ce ne sono di più tipi. A destra c'è una magnolia grandiflora, che sono quelle con le foglie molto grandi, sempre verde, col fiore grande, profumatissimo, bianco. Questa è una magnolia sulangeana. La sua particolarità è che fiorisce prima di mettere le foglie. Perché sembra completamente secca. Sembra secca, invece a un certo punto, peraltro sta fiorendo un mese o un mese e mezzo prima del dovuto, perché sta facendo caldo. Quindi le piante si stanno ormai risvegliando. Cioè vogliamo fare un'altra rappresentazione? Spaccasassi. Ho detto anche Spaccasassi, che cresce ovunque, cresce vigorosamente, è forma delle chiome pazzesche. Allora, una cosa importante, gli alberi. Allora, la prima cosa che vi pregio di insegnarvi. Eliminate dal vostro vocabolario il termine piantumazione e tutto ciò che ne discende. Perché è un termine che noi, agronomi, forestali, abborriamo. E che secondo noi denota chi di alberi ci capisce poco. Quindi la pianta si pianta, si mette a dimora, basta, fine. Perché piantumazione? Perché la piantumazione è un termine che è stato coniato intorno agli anni 70-80 da geoperti, architetti. Da noi che stavamo contro gli architetti. E che purtroppo, purtroppo ha preso piede. Però a noi dopo aver lottato per anni abbiamo capito che è un segno di riconoscimento. Quindi va bene così. Le piante si piantano, non si mettono a dimora. Non si piantumano, non si piantumano. Allora, quello che stavo dicendo, anche un altro discorso molto importante. Le piante ben scelte, sia come tipo di pianta in funzione della stazione, in funzione di dove si piantano. E in funzione del luogo ovviamente, in un posto aperto eccetera. Quindi dove possono crescere secondo le loro esigenze, non le nostre, le loro. Le piante non si potano. La potatura è una cosa esclusivamente umana ed è legata a nostre esigenze. Quindi nel caso della frutta, perché ne vogliamo di più e la vogliamo più bassa che si raccoglie meglio. Nel caso degli alberi spesso si potano perché sono stati piantati troppo vicino alle case. Un esempio clamoroso di cui noi tutti i giorni paghiamo scotto, ad esempio via le medaglie d'oro. Cioè erano tutti pini, sono stati messi, nel tempo sono caduti, sono stati messi tutti tigli. Il tiglio è una pianta enorme, potenzialmente enorme, globosa, a 3, 4, 5 metri dai palazzi. Con i fastidi che poi potete capire, perché chi abita a primo, secondo, terzo piano, non solo c'ha i rami, non c'ha più la luce, c'ha i rami dentro casa, c'ha gli infetti. Perché poi ogni albero ha il suo ecosistema interno, quindi sono situazioni sbagliate. Quindi quello che noi oggi paghiamo, e paghiamo tutti i giorni, è fondamentalmente frutto dell'ignoranza. Penso di essere abbastanza chiaro. Senti, così loro hanno un'idea. Quali sono gli alberi principali che ci sono? Perché gli alberi non si potano? Soprattutto non si potano come lo fanno adesso, che tagliano. Quelli sono dei tagliatori, non sono dei potatori. Perché molte specie, su questi tagli molto forti, creano danno, cioè il legno si marcisce. La pianta comunque riemette, perché ha tutta una serie di gemme dormienti lungo il fusto, riemette rami, che però foggiano su situazioni compromesse. E quindi si creano poi scosciature. Questo porta altre conseguenze, che vanno riputate spesso, per evitare quello che vi dicevo prima, del pericolo, del rischio, eccetera. E poi si assiste a un'altra pazzia, e questa è colpa dei politici. Adesso stiamo seguendo delle potature in vari zoni di Roma, ci sono interi viali di specie più delicate, acacee, robinie, albizie, eccetera, dove su 20 piante ne sono già state sostituite 5 o 6, adesso ne abbatteremo altre 7 o 8, ne rimangono 5 vecchie e 15 nuove. Abbiamo detto, bene, si rifà il filare nuovo. Per carità di Dio, le piante che ci sono, anche se vecchie, malate, pericolose, eccetera, non si toccano. Perché? Perché i cittadini non capirebbero. Questo è un cortocircuito che deve finire, perché gli alberi, soprattutto in città e soprattutto in posizioni brutte, tipo le strade, vanno cambiati, non possono essere considerati eterni. Vanno educati e vanno informati, ma è la nostra risposta. Purtroppo la classe politica, stiamo parlando degli assessori municipali, lo dico in maniera estremamente chiara, hanno una lungimiranza fine al loro mandato, quindi non vogliono rottura di diritto. Quindi, purtroppo, la cosa gravissima è che si continua a spendere senza ottenere risultati. Questa è la cosa drammatica. Sembra una cosa di scorsi e facili, però in realtà non è così. Allora, le altre specie. Abbiamo passato due ginkgo piloba, molto importante, le magnolie, gli allori, bagolaro, poi ci sono degli enormi esemplari di leccio. Il leccio è una querce, le querce, soprattutto nell'ambito mediterraneo, nell'ambito nostro, aziale, piano mediterraneo, abbiamo querce sempreverdi, leccio e sughera, la sughera, toccando la corteccia, si sente bene il sughero, non si può sbagliare. E poi abbiamo le querce spoglianti, roverella e cerro. Sono tutte querce mediterranee, ma cambiano la loro fisiologia in funzione di minime esposizioni e cambiamenti di altitudine. Monte Vaticano, stiamo parlando di una collinetta a Piazza degli Eroi, il versante nord vede il cerro, il versante sud vede la roverella. Naturali, dentro Roma, stiamo parlando di un'insugherata, perché insugherata? Perché sono i vetaggi delle sughere che arrivavano fuori Roma, lungo la Trionfale. Camminando sulla Trionfale purtroppo sono neglette, ci sono delle sughere pazzesche, enormi, praticamente in mezzo alla strada. Ok, arriviamo alle sedra. Facciamo così, spieghiamo prima le sedra e poi ognuno si sceglie un mese che preferisce e comincia ad esplorarlo. Sono facilmente intuibili, perché c'è per esempio questo che è gennaio che ha un colbacco. Poi saranno in sequenza gennaio e febbraio, quindi partendo da... Però questo si capisce perché è molto vestito, ha questo drappo pesante, colbacco di pelliccia in testa e quindi si capisce che è gennaio. Pietra arenaria, è una cosa particolarissima, tipica di questo stato, che non è particolarmente pregiata, non è un marmo, però in teoria sarebbe dovuto essere molto resistente dagli esterni. Poi sono intervenuti altri fattori, tipo tagli a mani, teste, braccia, ma con la mutilazione era meglio. Le comprarono questo castello a metà ottocento, ma credo che siano sculture fino ai settecento. Allora, questa qui è gennaio. Qui c'erano delle fontane che avevano un bello zampillo, a proposito del rumore che provocano le fontane, ma sempre per i motivi che vi ho detto. Adesso si avvette un leggero... perché non c'è più lo zampillo come era prima, quindi è proprio... Tazzo sbaccata a le bacche velenose. Tazzo barbasso? Tazzo barbasso credo che sia un controllo. È una pianta che si trova in alcuni cuarelli. Esatto, esatto. Sì, scusate. Prendiamo una foglia, si può prendere? Beh no, le bacche dai. Ci prepara un decotto. Esatto. ...istituto germanico, che abbiamo detto è un edificio sostanzialmente di tre piani, sormontato da una terrazza molto bella, dove poi c'è anche un'altra torretta, bel vedere, tutti di epoche diverse. Alcune cose sono state inserite nei piani bassi, ma anche nella parte dietro, sono stati inseriti questi ritrovamenti, di cui abbiamo potuto toccare degli esempi, qui giù in basso, nella parte più accessibile. Di fronte, e quindi di fronte a voi e di fronte all'istituto germanico, ci sono due fontane, una dietro l'altra, e come diceva appunto la signora, a seconda del modo in cui cadeva l'acqua, perché adesso, ripeto, siamo sempre con cose abbastanza sfiatate, ma un tempo erano zampilli seri, alti e belli, si poteva riconoscere la differenza tra una fontana e l'altra. Questo è uno zampillo abbastanza riconosciuto, perché la fontana è molto bella ed è uno degli esempi migliori che ci sono a Villasciarra, perché è sempre una di queste fontane che vi dice che rappresenta le quattro spingi che rappresentano i quattro vizi capitali, che sono, leggo perché non mi ricordo mai, Vanità, Avarizia, Gola e Acidia. E quindi ci sono le varie spingi che rappresentano questo. L'acidia è l'ira, è la rabbia, qui è Vanità, Avarizia, Gola e Acidia. E quindi di fronte, esattamente in prospettiva, proprio dallo zampillo, si vede l'altra fontana, che non è a forma ovale come questa che avete davanti, ma è semicircolare, con dei freggi però davanti, ed è anche quella, vedete, con lo stemma dei visconti che era proprio caratteristica di questa villa dalla quale sono state prese sculture e fontane. E lo stemma dei visconti è questa serpe con varie spire che è dentro uno scudo a forma ovviamente triangolare come tutti gli altri e mi sono montato da una corona, questo è lo stemma visconteo. La domanda è, diciamo, è acqua di recupero questa o acqua di recupero questa? Siccome per il problema che vi ho detto non sono riusciti ad accedere alla vecchia rete idrica, questa adesso, almeno in queste due fontane centrali, è acqua di recupero, cioè che si riuscita sempre a testa, però in realtà ci sono delle tubature verse nel terreno proprio qua sotto, ogni tanto noi segnaliamo che c'è l'allagamento con la cascata di acqua che viene da... le storie lunghe che non li... Allora, adesso, non ho capito come fai nello stemma visconteo che c'è una corona... Allora, c'è questo serpente, che era una viva, cioè questa serpe che ha delle spire, ne ha una, due, tre, quattro... si è chiusa dentro un triangolo tipico degli stemmi e sormontata da una corona. Quella statua sulla nostra destra è Apollo e Daphne? Ci sono varie sculture, questo qui è Apollo e Daphne. E poi c'è pure Selene ed Indignone. Allora, io farei un esperimento, anche per capire la dimensione della fontana, il rapporto anche all'edificio, perché la fontana è abbastanza grande, quasi prende tutta, diciamo, metà della facciata principale dell'edificio. Se ci accostiamo alla fontana e la circunnavighiamo, perché ci possiamo girare intorno, possiamo pure bagnare, non vi va sgelata l'acqua, però capiamo un po' la dimensione e poi ci sono queste quattro, le quattro statue... Siamo a 30 metri d'altezza, coperti da un tessuto verde formato dalla chioma di un cedro del Libano. I cedri in Italia sono di tre tipi e vengono tutti da fuori. Il più famoso è il cedro atlantica, che viene dal Marocco, il monte dell'Atlante. Quanti anni ha questa pianta? Più o meno? Duecento. Tutte le piante che stanno qua, quelle più vecchie, le avranno piantate sicuramente... Loro prima, ancora no, certo. Scusa, è un cedro del Libano? Quanto può vivere? Le piante? Due, trecento anni. Ma questa è in piena maturità, non sembra vecchietta. Non sembra vecchia, esatto. Non è assolutamente vecchia, è potente, la si vede da... toccando la corteccia la sentite, la sua potenza. Scusa? I cedri, quella è una brume, è un'altra cosa. Questi sono conifere, sono piante che crescono velocemente, tutto sommato, piante anche di cinquant'anni hanno la loro bella dimensione, e addirittura hanno fatto dei boschi per Toscana, per esempio, perché appunto crescono molto velocemente. Diciamo che viene usato come albero ornamentale, quindi lo vedete soprattutto nei parchi, lo vedete nei condomini, e laddove gli è stato lasciato spazio formano queste cose meravigliose. Scusa, ma il legno è aromatico per caso? Sì, viene usato per cassa panche. Come ci vuole il legno? Come ci vuole il legno? Scusa, ma il legno è aromatico per caso? Sì, viene usato per cassa panche, come ci vuole il legno? Sì, anche per catole verduglielli e altre cose. Sì, sì, sì, è una pianta pazzesca. Ha un profumo molto buono. E come vuole il legno? Ah, ecco, infatti, i pappagalli possono creare problemi? No, l'unico problema che creano, da un punto di vista ecologico, perché hanno alterato il loro habitat, ma la natura troverà le sue compensazioni. Quando fanno quei niti pazzeschi, giganteschi, forse possono rompersi dei rami, ma diciamo che non credo sia il problema principale. Dovendo scegliere delle alberature da includere nel tour, no? Sicuramente questa è una. Scegliere? Delle alberature. E se ce ne erano altri? A Villa Fanfini ce ne sono altre. Ah, su questa? Questa, il gincolo che abbiamo visto, sta un po' lontano. Forse la palma che abbiamo toccato all'inizio perché era uno dei simboli, oppure vicino ad un'altra palma. Quelle palme là adesso non abbiamo tempo, però l'hai toccata. Quelle palme là, che erano quelle che venivano portate per fare un po' il derby metodico. Il gincolo si tocca però passando da sopra. Tornando indietro passate sotto gli allori, lì a destra trovate il gincolo. Queste palme che sono qui rispetto a quelle che stavano all'ingresso che abbiamo toccato. Queste sono Washingtonia, è sempre una palma, ma come le conifere ci sono diverse. Lì c'è un'altra Fenix, ma non è la Canariensis, ma è la Dactilifera. Sono quelle che producono i datteri che mangiamo. E' identica, hanno solo una chiama più rada, è un pochino più facile. Però il problema è che la palma è difficile di toccare dentro la foglia. Certo, ci sono dei tronchi differenti perché questa che sta qui non ha le foglie. Sono semplici di fogliare ma sono lisce, quindi ha un tronco liscio. Quella peraltro, quella a sinistra, si chiama palma blu perché ha le foglie grigie. E' una palma, mi pare, americana. Comunque nel cerro si possono toccare le foglie, quindi se le volete far toccare qui ci sono le foglie. Grazie.

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