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redigio.it/dati2511/QGLN1028-Varano-industrie-01.mp3 - Varano Borghi e la trasformazione dell'industria e del paese - 7,08 - - AUDIO -
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The transcription discusses the transformation of Varano Borghi, an Italian town, and its impact on the architecture and urbanism. The town's urban splendor came to an end with the industrial crisis and the fragmentation of productive activities. The properties were divided among different owners, leading to inconsistent maintenance and renovations that did not preserve the architectural value. Some buildings underwent radical restructuring, resulting in the loss of decorative elements and architectural features. The transformation also affected rustic buildings and new residential units, leading to the loss of the town's architectural identity. The addition of new volumes and inappropriate construction further disrupted the architectural integrity of the buildings. The process of transformation was particularly invasive along Via Fogazzaro. Overall, the town's architectural character suffered irreversible damage. www.redigio.it e la storia continua. Varano Borghi e la trasformazione dell'industria e del paese. L'epoca dello splendore urbano che ha consegnato Varano agli onori della storia dell'architettura e dell'urbanistica, nonostante la sua piccola dimensione, si conclude di fatto con la crisi dell'industria e dei Borghi e l'avvio di un processo di sostituzione e di frazionamento delle attività produttive. Tanto grande ed entusiasmante fu la stagione dello splendore urbano, quanto triste fu il processo di decadimento che interessò il paese. Con la fine dei Borghi, dopo alterne vicende, si assistette al frazionamento della proprietà che in parte passò direttamente a coloro che furono i dipendenti dell'azienda. Pertanto si innescò un processo di divisione degli immobili non solo giuridico ma anche fisico, a causa della scomparsa della gestione centralizzata del patrimonio immobiliare. Fu così che nel tempo ciascun proprietario, con rari esempi di coordinamento, procedette ad opere di manutenzione o di ristrutturazione degli immobili, non sempre coerenti con il grande valore architettonico. Dopo la fine dell'era dei Borghi, si assistette anche ad alcuni casi di radicale ristrutturazione degli immobili. E' questo il caso di due edifici che si fronteggiano sulla piazza, che perdettero quasi tutte le decorazioni e i virtuosismi architettonici, a partire dallo splendido frontone decorato al centro della facciata della piazza, che scomparve per lasciare posto a modeste aperture dell'attuale scala. Scomparvero le mantovane delle grondi e quasi tutte le mensole, scomparvero le mensole sotto gronda, scomparvero gli abbaini, poi il tempo fece il resto. Le decorazioni, sopravvissute agli interventi devastanti, lentamente ma inesorabilmente furono dilavate, tanto che oggi sono leggibili solo poche tracce di colore. Gli edifici della piazza subirono così un processo di impoverimento architettonico, tanto che oggi il suo valore residuo risiede solamente nella conservazione delle caratteristiche tipologiche. Lo stesso tragico destino fu subito dagli edifici lungo l'attuale via Marconi. I sali interventi di ristrutturazione modificarono i ritmi delle finestre e nuove grandi aperture per i negozi devastarono irriparabilmente il piano terra. Fu così che le decorazioni pittoriche, gli sfondati prospettici, le fasce marcapiano iniziarono a loro fine, poi aiutati nel loro viaggio finale, ma anche in questo caso dal tempo e dall'assenza praticamente totale dalle manutenzioni. Questi edifici subirono poi anche aggiunte di volumi impropri. Non si contano infatti sul retro degli edifici e i volumi edilizi accessori destinati a deposito, locali tecnologici e quant'altro. Gli edifici più marginali, quali la fascia rossa e il Moncucco, subirono poi un destino per certi versi più grave. Le decorazioni in vivo furono intaccate dall'apertura di nuove finestre. Furono chiuse le logge con verande di dubbio gusto e sui ballatoi proliferarono piccoli volumi di riampliamento dei locali interni. Addirittura, nel caso del Moncucco, un intero locale di grandi dimensioni fu realizzato verso la strada, con grave perdita della continuità del maestoso fronte principale. La trasformazione degli edifici fu davvero inarrestabile. Si assistete anche alla perdita delle caratteristiche architettoniche degli edifici rustici pertinenziali del Moncucco e della fascia rossa. Nuove unità residenziali intasarono progressivamente le campate degli antichi fianili, delle antiche stalle, addirittura con incrementi di dimensioni del corpo di fabbrica, e i nobili caratteri architettonici originari cedettero il posto a soluzioni edilizie di bassa qualità, in modo irreversibile. Fu così che quelli che furono gli edifici rustici di un tempo si trasformarono in tipologie edilizie ibride, simili a case a schiera degli anni 50 e 60, facendo perdere quasi totalmente l'identità del tessuto edilizio di un tempo. Un attacco assai grave fu poi subito dai cosiddetti palazzi nuovi. Nuovi volumi intasarono le loggie centrali e pareti intonacate, a volte con verande, e determinarono la chiusura delle arcate. Nuove finestre, completamente fuori proporzione, si unirono a quelle esistenti, determinando una totale scompaginazione dei caratteri e dei ritmi dell'architettura. Tutto questo successe sul fronte di via Trieste, ma lungo la via Fogazzaro il processo di trasformazione fu ancora più invasivo. Piccoli volumi pensili, uno dopo l'altro, furono aggrappati alla facciata. Furono costruiti sui ballatoi, uno diverso dall'altro, determinando un aspetto architettonico dell'edificio assolutamente negativo, ormai pressoché irreversibile. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS