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Il giornale dei CSE. Di Beppe Musica di Gino: Samuel
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Il giornale dei CSE. Di Beppe Musica di Gino: Samuel
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Il giornale dei CSE. Di Beppe Musica di Gino: Samuel
Friends era il titolo di un giornale con il quale entravamo nelle case delle famiglie degli ospiti del CSE per raccontare alcune attività realizzate nei diversi laboratori. La proposta del fare un giornale aveva lo scopo di voler essere uno strumento per richiamare ad essere attenti a ciò che succedeva, per rifletterci, per parlarne, per condividerlo anche all'esterno. Friends non era propriamente un giornalino, almeno non voleva esserlo, anche se il format, il materiale e la diffusione lo rendevano appunto un giornalino. In realtà l'intento era quello di un giornale, cioè raccontare fatti dentro e fuori il CSE, rubriche di riflessioni sui contenuti educativi, spazi per poesie e quant'altro ognuno di noi ritenesse positivo comunicare. Certo, questa cosa fa un po' sorridere, ma seppur con i limiti dettati dalle possibilità economiche, culturali, strumentali, il desiderio era quello di un giornale. Meglio accettare le imperfezioni del tempo che rinunciare e ridurre il desiderio a qualcosa di ridotto a ciò che non si può fare. Come dice la fiaba della volpe e l'uva di Esopo, c'era una volta una volpe che vagava tranquilla per il bosco, aveva appena bevuto di un uccello e si stava avventurando in cerca di cibo verso i campi coltivati, appena fuori dal paesello vicino. Era già mattina inoltrata e la fame iniziava a farsi un po' sentire, con sonori brontoli provenienti dal pancino. Ad un certo punto, dopo aver camminato per un po', vide una bella vigna piena di bellissimi grappoli d'uva. La volpe, quindi, prese la rincorsa e, op, fece un balzo cercando di afferrare con i denti il grappolo, ma niente, non ci arrivò. La volpe allora prese un po' più di rincorsa e, op, fece un altro balzo, ma anche questo non era abbastanza alto per riuscire ad arrivare al grappolo d'uva. La volpe allora provò a prendere una rincorsa lunga, più lunga, ed op, niente, non arrivò a prendere il grappolo d'uva. La volpe provò e riprovò, e mancava sempre un soffio per prendere il grappolo d'uva, ma non c'era verso, non riusciva ad arrivarci. Stremata dalla fatica e dalla fame, la povera volpe guardò se nella vigna c'erano altri grappoli, magari più bassi, da poter prendere, ma niente, erano tutti troppo alti. La volpe diede un ultimo lungo sguardo al bel grappolo d'uva che aveva tanto sognato di mangiare, e per non ammettere di non essere riuscita nella sua impresa, si disse, meglio così, tanto, di sicuro, quel grappolo era anche acerbo, e mangiarlo mi avrebbe solo fatto venire mal di pancia, anche se sapeva benissimo che non era vero. Così, sconsolata e ancora più affamata, ritornò con la coda tra le gambe nel suo boschetto, si mise a caccia di qualcos'altro da mangiare, cercando questa volta di adocchiare qualcosa che avrebbe sicuramente preso.