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All'interno di un rapporto, meglio se comunitario, è possibile prendersi il tempo affinchè la persona con disabilità intellettiva, anche grave, possa decidere e scegliere con chi stare e cosa fare.
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All'interno di un rapporto, meglio se comunitario, è possibile prendersi il tempo affinchè la persona con disabilità intellettiva, anche grave, possa decidere e scegliere con chi stare e cosa fare.
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All'interno di un rapporto, meglio se comunitario, è possibile prendersi il tempo affinchè la persona con disabilità intellettiva, anche grave, possa decidere e scegliere con chi stare e cosa fare.
The speaker discusses the morning welcome ritual at the CSE, where guests and educators gathered to discuss the day ahead. This was a time for communication and sharing, as well as expressing desires and preferences. The importance of this practice is highlighted in the UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities. The speaker believes that this mode of welcoming is crucial for allowing individuals with intellectual disabilities to express themselves and make choices. They mention initiatives by the University of Bergamo and ANFA to promote this approach. The speaker also briefly mentions the UN guidelines on deinstitutionalization and the right of people with disabilities to live independently and be included in the community. They emphasize the need to prioritize the decision-making capacity of individuals with severe intellectual disabilities. Fin dai primi anni di lavoro nei CSE, la giornata iniziava con il momento di accoglienza in gruppo. Ciascun gruppo, composto da circa sei ospiti e da due o tre educatori, si ritrovava per circa un'ora all'interno del proprio soggiorno. Così chiamavamo la stanza del gruppo, per differenziarla dai laboratori e dagli altri spazi dell'edificio, nome che sinceramente apprezzo ancora adesso. Il momento dell'accoglienza era un momento con un alto livello di comunicazione relativamente al passaggio da casa al CSE, per raccontarsi qualcosa di bello che poteva essere successo a casa e soprattutto per dichiarare e prendere consapevolezza di cosa ci avrebbe aspettato nella giornata, dalla scelta del menù, del pranzo fino all'attività del mattino e del pomeriggio. All'interno di tale accoglienza mattutina era possibile esprimere nelle varie e infinite forme che tale parola significa il proprio desiderio, la propria volontà, il piacere o il malessere nel fare una cosa o un'altra. Come dire, nella vita di gruppo era possibile aiutarsi, sostenersi, a comprendere, interpretare i desiderata degli ospiti, sia in senso di una richiesta che di un denigro. Questo aspetto è stato poi ripreso fortemente dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, precisamente l'articolo 19. Cito. Gli stati parti della presente Convenzione riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società con la stessa libertà di scelta dalle altre persone che adottano misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società. Ovviamente la Convenzione cita il diritto e non la modalità con cui tale diritto deve essere garantito, anche perché se rivolge al mondo intero e ad ogni stato, in base alla cultura, alle risorse finanziarie, al livello sociale in cui si trova, è giustamente libero di interpretare percorsi differenti purché raggiunga l'obiettivo preposto. Io credo che la modalità da non intrapresa del momento di accoglienta dal mattino rappresenti la forma più concreta nella quale la libertà di esprimersi, delle persone con disabilità intellettiva anche grave, e di scegliere, di decidere, sia maggiormente garantita. Oggi su tale modalità si sta muovendo anche l'Università degli Studi di Bergamo con un concorso ad hoc organizzato insieme ad alcune associazioni familiari per le disabilità, oltre all'Associazione ANFA nazionale che ha realizzato un progetto, a mio parere ben fatto e importante, su tale argomento. Accenno solamente nel dire che, sempre la Convenzione ONU, attraverso le linee guida dal 2022 sulla destituzionalizzazione delle persone con disabilità, così recita all'articolo 2 del punto 7, l'istituzionalizzazione contraddice il diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente e a essere incluse nella comunità. Credo che avremmo molto da dire sulla facoltà decisionale delle persone con disabilità intellettiva grave relativamente alla modalità attraverso la quale tale facoltà può invece essere ascoltata, coltivata ed espressa.