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PuntataConferenze

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Stefano Marello

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In this episode of the Ager Loaded podcast, the hosts discuss conferences and why they are important. They explain that conferences are like products that are designed to meet a specific need. They talk about the various aspects of organizing a conference, such as logistics, communication, and strategy. They also discuss why they organize conferences themselves, as a way to provide value to their community. The hosts give advice to aspiring conference organizers, emphasizing the importance of starting with a clear purpose and understanding the target audience. They also talk about the challenges of choosing speakers and the importance of finding a balance between professional speakers and industry experts. The hosts conclude by encouraging listeners to organize and attend conferences. In questa puntata del podcast di Ager Loaded parliamo di conferenze. No, più generico, tipo conferenze. Ok, in questa puntata di Ager Loaded parliamo di conferenze. Conferenze! Uno, due, tre. Conferenze! Questo è il Reloaded Podcast, io sono Pino. E io sono Giovanni. Ok, Giovanni, parliamo di conferenze. Bene. Ora, prima domanda, perché qualcuno dovrebbe essere interessato a questo tema? Questa è una bella domanda. Diciamo che, da come noi le pensiamo, le conferenze sono un prodotto. Ah. E come tutti i prodotti che noi insegniamo ai nostri clienti, sono fatti, sono pensati per risolvere un bisogno. Di chi? Di uno stilizzatore, di un utente finale. Ok. Ma perché potrebbe essere interessante sapere come si organizza una conferenza? È un evento, un prodotto complesso, che ha tante sfaccettature. Aspetti logistici, organizzativi, di comunicazione, di strategia, di vision. Quindi per molti aspetti è simile allo sviluppo di un prodotto. Noi, di fatto, dai nostri clienti spesso facciamo questo. Gli aiutiamo a identificare un prodotto, quindi parliamo di vision, di strategia, di implementazione del prodotto stesso. Una conferenza si avvicina abbastanza a queste cose qua. Ed è atipico rispetto ad un'app per il telefono. Eh, però perché noi organizziamo una conferenza? Qual è il nostro motivo? Allora, noi come Ager Loaded non abbiamo mai organizzato un tipo di vendite all'interno della nostra azienda, ma ci facciamo conoscere facendo attività sul campo, andando a lavorare insieme alla community e, diciamo, noi usiamo dire lasciando valore per la community stessa. Uno dei modi con i quali lasciamo valore, oltre ai libri, oltre agli articoli, oltre agli meetup, è organizzare conferenze. Ad alcune conferenze andiamo a parlare, ad altre invece le organizziamo noi direttamente. Qual è la conferenza ideale per noi? Quella in cui parliamo, quella che organizziamo? Vabbè, organizzare una conferenza è enormemente più complicato, enormemente più faticoso, enormemente più impegnativo, però è anche molto più soddisfacente, sicuramente. Perché è più impegnativo? Quindi su un piccolo sito, call for speaker, ormai siamo tutti abituati. E' vero. 10 persone troviamo niente. Allora, in realtà per organizzare una conferenza ci sono tanti passaggi. Si parte da una fase di progettazione o addirittura, ancora prima, di ideazione. Dobbiamo capire perché vogliamo farla, qual è l'obiettivo, lo scopo, chi vuoi raggiungere. Fai un po' la vision, come fai per un prodotto. Poi devi cominciare a pensare alla parte implementativa, la parte logistica, la sede, gli eventi, e poi c'è la comunicazione. Quindi al piccolo, al giovane organizzatore di conferenze di domani, che ti vede, vorrei essere come lui, qual è il consiglio che daresti? Allora, io direi... Bella, potente. Potentissimo. Io direi di seguire l'approccio che si fa tipicamente quando devi sviluppare un prodotto nuovo. Quindi partiamo innanzitutto dal... lo posso dire? Prova. Lo dico? Eh, non lo so. Parti dal perché. No, hai detto start. Eh, lo so, lo so. E però, purtroppo è così. Partiamo dal... Dobbiamo fare una conferenza il cui tema sarà quello di buttare via tutti i luoghi comuni, tutte le frasi fatte, tipo start with why. Venezia è bella ma non ci vivrei. Venezia è bella ma non ci vivrei, anche. È un bel titolo, una bella conferenza. Bello. Allora, partiamo per organizzare una conferenza da zero, che tra l'altro è un'attività che ci vede coinvolti in questo periodo. Partendo da zero con una nuova iniziativa, un'operazione abbastanza impegnativa, la prima cosa da fare è capire qual è lo scopo del perché lo fai. Nel nostro caso noi vogliamo provare ad allargare la nostra sfera di influenza anche all'estero e quindi stiamo organizzando questa conferenza internazionale. Quindi, perché lo fai? Poi, ovviamente, vengono abbastanza in parallelo il tema della conferenza, l'oggetto di cui tu vorrai parlare e a chi ti rivolgi. Nel nostro caso stiamo organizzando una conferenza ad Amsterdam che parlerà di ecosistemi digitali e ci rivolgiamo a delle persone che sono di un profilo medio-alto. Non dire troppo, stiriamo la coperta ancora per un po'. Ok. Non dire troppo. Rimangiati conferenza internazionale, estero. L'altra parola che hai detto, ecosistemi. Rimangiala. Ok. La possiamo proseguire adesso. Bene, quindi la conferenza. Siamo partiti con il perché. Maledizione. Esatto. Il perché poi influenza il come tu vorrai implementare la conferenza. Per esempio, nel nostro caso abbiamo detto che questa conferenza dovrebbe essere, oltre a un momento di condivisione di contenuti, ma anche un modo per permettere alle persone di entrare in contatto fra di loro. Fare rete, conoscerci, scambiarsi bisogni, esperienze, casi. Infatti l'abbiamo chiamata Not Conference, questa conferenza. Stai dando dettagli ancora? Non dovevo? Eh, vabbè. È pubblica. È pubblica. E quindi questo influenza anche il format. Quindi non sarà una conferenza esclusivamente frontale. Quindi questo influenza anche il luogo dove tu vai a fare la conferenza. Nel nostro caso vorremmo avere sia una parte stile teatro, stile sala conferenza, ma anche dei momenti, dei salotti dove organizzare delle tavole rotonde, delle discussioni e permettere alle persone di parlare e di scambiarsi informazioni. Ogni volta che noi andiamo ad una conferenza come speaker o partecipiamo per esempio allo IAD come sponsor e quindi allestiamo il banchezzo eccetera, sicuramente l'impatto nostro o l'impatto dello speaker è una cosa che è al centro della nostra attenzione. Essere quindi in grado di capire, o meglio, essere in grado di proporre un talk, un contenuto che abbia anche un appeal, una capacità di essere comunicato, è per noi centrale. Quindi per noi chi comunica un contenuto non solo deve avere un buon contenuto, ma deve essere in grado di comunicarlo, deve essere bravo, un buono speaker. Nel caso dell'organizzazione della conferenza, qual è l'elemento più difficoltoso nello scegliere i speaker bravi? È quello che sto facendo esattamente in questi giorni. La conferenza ha degli argomenti, uno è quello dell'argomento principale e quello dell'ecosistema digitale e ci sono delle sottotracce, ma non possiamo dire tutto. Quindi si identifica da un lato le persone che vivono, che sanno di quelle cose. Allora io mi sto muovendo in questo modo, stiamo scegliendo delle persone che più o meno ne sanno di quell'argomento, potrebbero aver scritto un libro, potrebbero aver fatto un talk, potrebbero aver partecipato a delle conferenze su quell'argomento e stiamo mixando fra persone che sono i classici conferenzieri professionisti, che probabilmente sono molto bravi sul palco, sanno parlare, hanno delle competenze di public speaking. Quindi stiamo alternando questa prima figura, questa prima tipologia di speaker ad altri che invece lavorano sul campo tutti i giorni per sulpare i prodotti, per risolvere i problemi, per fare cose. I secondi probabilmente hanno, noi possiamo dire, le mani sporche, hanno le mani in pasta sul tema, forse potrebbero essere dei conferenzieri meno bravi in termini di public speaking, ma non è importante, tant'è che la conferenza dovrebbe poi creare connessioni. Questo mi viene in mente un altro tema che abbiamo già affrontato per esempio per la Gelforum, cioè nel momento in cui lo speaker è una persona che è sul campo, quindi non è una persona che fa lo speaker di professione, in tal caso noi normalmente lo affianchiamo, lo affianchiamo per fare in modo che il contenuto che viene erogato sia erogato con una qualità corretta, abbia uno stile di presentazione corretto, una capacità di public speaking anche corretta, ritmo e così via. È la stessa cosa che facciamo anche per questa conferenza di cui non possiamo parlare. Non possiamo parlare, però anche in questo caso stiamo proponendo ad alcuni speaker dei momenti interattivi. Ci sono dei momenti che abbiamo chiamati talk interattivi o workshop collaborativi, dove probabilmente potrebbe essere anche utile avere il conferenziere, il teorico insieme ad una persona che fa più da facilitatore, da cerimoniere e permette poi alle persone di interagire e di salire a bordo di questo. Insomma ci complichiamo la vita ovviamente, con l'obiettivo di dare un prodotto che sia fruibile, bello, interessante, divertente eccetera. Parliamo da circa 9 minuti, secondo me siamo più o meno al termine del tempo concesso, quindi salutiamo tutti e li invitiamo a organizzare conferenze. A organizzare conferenze e a venire a quelle che organizziamo noi. Soprattutto quelle segrete, di cui non si sa ancora nulla. Ciao. Ciao ciao, grazie mille. Siamo giunti alla fine di un'altra puntata. Per non perderti i prossimi appuntamenti, iscriviti al canale e seguici sul nostro blog sul sito www.agileloaded.it e sulla nostra pagina LinkedIn. Grazie per averci ascoltato e a presto. A presto.

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