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The speaker wants to talk about the influence of others and the need for acceptance in our lives, especially in the context of social media. They discuss how people often think about what others will think of them and how this affects their actions and choices. They mention the pressure to always appear to be doing something interesting or impressive on social media. They also touch on the idea that constantly seeking the approval of others can prevent us from truly living in the moment. They reflect on the impact of social media on our self-esteem and the constant need to compare ourselves to others. They mention the Birial app as an example of how people initially embraced the idea of showing everything they were doing, but eventually got tired of it because it mostly showed mundane activities. Buongiorno a tutti e benvenuti in questo nuovo episodio. Oggi vorrei parlarvi di un argomento un po' diverso, ovvero vorrei parlarvi di un argomento di spicco che non richiederebbe una puntata di questo podcast, ma bensì molte considerazioni, molti momenti di riflessione perché avvolge totalmente la nostra vita, soprattutto in quest'ultimo secolo, no, di certo non un secolo, decennio direi. Ci coinvolge tutti, come stavo dicendo, e cosa vorrei parlare? Dell'influenza altrui, del modo in cui pensiamo sempre di dover essere all'altezza altrui e del bisogno dell'accettazione altrui, no? Quindi vorrei parlare dell'apparenza, no? Voi potreste dirmi che una puntata di questo podcast che si basa anche un po' sia sulla capacità personale che sullo sport fosse un po' fuori luogo, ma l'influenza altrui, soprattutto dopo determinate riflessioni che vi esporrò, secondo me va trattata in maniera molto preponderante anche al fine di viverla meglio, vivere al meglio la vita che attualmente noi viviamo e come viviamo con noi stessi in confronto agli altri, perché io spesso mi fermo a riflettere su questo argomento, soprattutto quando prima di uscire il mio pensiero, come penso anche il vostro, sia principalmente cosa penseranno gli altri di me su come io sia vestito, ma vorrei farvi anche quest'altro esempio. L'altro giorno ero fuori con degli amici e c'era questo mio amico che semplicemente aveva fatto una foto e mi ha chiesto, secondo te ci sta da metterla su Instagram, come storia ovviamente, no? E io gli disposi tranquillamente, guarda che non devi sentirti accettato, non accettato per il mio, questo fatto del... aspetta che chiedo a lui se può andare bene, perché se no gli altri penseranno che non va bene la mia storia, che non è bella, che non sto facendo una cosa interessante. Certamente io non ho nulla da ridire al riguardo, se una persona ovviamente vuole vestirsi bene, com'è giusto che sia, se una persona piace la moda, vuole vestirsi bene, vuole sentirsi bene con se stessa e allora va benissimo, oppure anche fare la foto bella da mettere su Instagram, non c'è alcuna cosa male, non c'è alcuna... alcun punto negativo. Va benissimo curarsi sia nel vestire sia nella propria immagine, perché ovviamente non posso nascondere che l'immagine che noi rappresentiamo anche sui social sia fondamentale, ma io vorrei tendere la mia riflessione, far tendere la mia riflessione su che cosa noi pensiamo sempre. Noi pensiamo sempre al che cosa pensano gli altri di me, come mi posso vestire, come posso mettere la storia, che foto posso mettere nella storia, che cosa faccio nella vita, perché... apriamo la parentesi dei social, che il social da Facebook a Instagram a Twitter, tutto quello che c'è in vaso nell'ultimo decennio, che è partito da Facebook, ma ancora penso con altri social che io non ne ho la conoscenza, perché fortunatamente sono nato nel 2002, quindi non ne ho vissuti tutti, ma il primo che ho vissuto in maniera principale è stato Instagram, e io penso che ha amplificato tantissimo il fatto di compararsi agli altri, ma come tutti ormai ne siamo conoscenza, c'è sempre un pensiero del dover essere migliori, dover far vedere che tutti facciamo qualcosa di interessante, qualcosa di bello da mettere nelle storie, perché soltanto per essere all'altezza e sentirsi all'interno della massa, perché tutti mettono le storie, tutti mettono la foto dell'aperitivo, tutti mettono la foto delle feste, tutti mettono la foto delle vacanze, le storie delle vacanze, e allora perché non dobbiamo farlo anche noi? Perché io dovrei essere diverso? Perché è inutile dire che se non mettiamo quelle storie ci sentiamo esternati, cioè se non mettiamo la storia è come sentirsi la pecora nera, la pecora diversa perché non ha fatto vedere qualcosa di bello, non ha fatto vedere l'aperitivo, non ha fatto vedere la festa, dalla vacanza alla festa a qualsiasi cosa ha comunque un'attività che sia di risalto agli occhi altrui, solo per far passare l'idea che ok io l'ho fatta, tu non l'hai fatta, allora tu rilancia, tu fai questo perché io non lo farò, allora tu metti la storia su questa cosa, io metterò una storia su un'altra cosa e diventa un loop no? Diventa sempre un far vedere a tutti cosa facciamo, dove siamo, però è un po' anche diciamo una cosa che non porta neanche a viverci il momento, cioè a volte mi capita, io stesso devo dire la verità che a volte mi capita di pensare a mettere la storia, sto facendo qualcosa interessante che caspita viviterò in pieno una cosa, no pensiamo a mettere la storia su Instagram, pensiamo a scrivere il tweet magari, pensiamo a scrivere agli amici, pensiamo a andare in foto agli amici, come non vivere il momento, cioè avete presente quando paradossalmente in qualche reel, mentre state perdendo del tempo su Instagram oppure su TikTok, trovate quei reel dove vi fanno vedere che una massa di gente stia a guardare un evento speciale, come ad esempio la Mona Lisa, ho visto un reel l'altro giorno dove questo ragazzo inquadrava, era all'interno del Louvre e inquadrava tutte le persone che erano all'interno con lui, che stavano facendo la coda per vedere la Mona Lisa, bensì erano tutte col telefono in mano a fare le foto alla Mona Lisa, senza in sé ammirare l'affascinante opera che si trovano di fronte, di certo ovviamente ci sarà sempre qualcuno che lo farà perché magari non ci capirà niente di arte, ma ormai ci sta prendendo come una valanga e noi siamo un piccolo sassolino e la valanga è l'apparenza, cioè se noi pensiamo di fare questa cosa e la prima cosa che vogliamo fare è la faccio vedere al mio amico, metto la storia su Instagram, metto la nota su Facebook, metto qualsiasi cosa a livello mediatico, capiamo che non ci stiamo neanche vivendo il momento, come dicevo, accettavo leggermente prima, anche qua c'è anche il fatto del viversi il momento, pensare di viverselo anziché farlo vedere agli altri sarebbe un altro macro argomento che magari potrei trattare. Inoltre ogni tanto mi trovo a svolgere delle riflessioni e questa riflessione che faccio, adesso ve la spiego, ora sappiamo che tutti noi siamo influenzati dagli altri e che pensiamo di come essere vestiti bene ad esempio, cioè prendo l'argomento che mi ha fatto nascere questa riflessione, ovvero io penso a cosa penseranno gli altri di me su come mi vesto e nel momento in cui io penso di cosa penseranno gli altri, ok, le altre persone penseranno la stessa cosa ovviamente, perché siamo più o meno tutte le altre in questa barca dai, e allora cavolo io penso a cosa penseranno gli altri, lui pensa a cosa penseranno gli altri e esso pensa a cosa penseranno gli altri, e bensì chi è che ci pensa realmente a te, chi è che tu pensi realmente a quell'altra persona e come si è vestita, quindi diciamo che magari anche un po' non si regge in sé da solo la cosa, cioè si autodistrugge, non ci sarà quel pensiero da parte degli altri, ma bensì sarà soltanto un pensiero che è nato da noi stessi solo perché magari ci manca un po' di fiducia, solo perché magari siamo sottoposti a questa pressione sociale del dover essere sempre al 102%. A me questo ragionamento ovviamente un po' me l'ha fatto vedere in maniera diversa questa cosa, mi ha fatto pensare meno al fatto del se sarò accettato meno dagli altri, oppure di cosa penseranno in questo caso di come mi vesto, oppure di quello che faccio, cioè adesso un po' dopo questo ragionamento dico ok faccio così, non mi salta neanche in mente cosa pensano gli altri di me, cosa diranno se io abbino questo colore con quest'altro colore, ovvio senza dire che si è sbagliato vestirsi bene perché ognuno ha le proprie passioni ed è giusto che ognuno le porti avanti, ma ovvio che questa cosa non ci può rindondare in testa perennemente. Come accennavo prima l'ideale del social dell'essere sempre collegati con realtà che si basano sull'apparenza di certo ci influenza tantissimo, tendenzialmente siamo sempre più portati a far vedere soltanto il bello, ciò che gli altri a loro volta penseranno e dover replicare per essere all'altezza, se devo dire la verità la cerchia dai 15 ai 25 anni è totalmente influenzata da questa cosa, quindi io stesso dico che sono totalmente influenzato, come se il senso dell'accettazione porti della gratificazione a livello dell'autostima, cioè io non ho questa storia, io non metto questa storia, io non faccio vedere di questa determinata cosa sui social e allora mi sento un po' depresso, un po' inferiore agli altri, appunto come se porti a pensare che tutti vivono bene e chi non lo fa vedere sui social non lo faccia, come se fosse una costante, cioè ok io faccio questa cosa io devo farla vedere, perché se non la faccio vedere è come se non l'avessi fatta, cioè sta nascendo anche questa, sta nascendo questa visione che è tossica, perché dicendola tutta chi è che sui social mette di salto la parte noiosa della vita, cioè la parte dove non si diverte, dove non è fuori, dove non si veste bene, dove non fa qualcosa di interessante, vorrei portarvi questa riflessione, io svoglio abbastanza riflessioni direte, che nell'ultimo anno è accaduta, quando è venuto fuori il fenomeno Birial, sicuramente applicazione che conoscerete tutti, cos'è il principio di Birial? Scatafasciamo l'idea dell'apparire, cioè proprio distruggiamolo e facciamo vedere tutto quello che facciamo tutti in uno stesso momento, cosa accade? Ok c'è stato il boom, ok tutti la usavano, ok tutti, ovviamente era una cosa nuova, era anche il baus di qualche anno fa, il boom ce l'ha avuto, però è inutile dire che l'app ce l'ha avuto, il suo boom, e poi le persone cosa facevano? Le stesse cose noiose tutti i santi giorni, tutti i giorni qualcuno metteva il Birial che stava studiando, tutti i giorni qualcuno metteva il Birial che stava lavorando, tutti i giorni erano cose noiose quelle su Birial, e quindi questo comunque da quanto io ho potuto constatare ha portato un calo dell'applicazione, tanta gente la usa ancora ovviamente, ma tanta gente altrettanto non la usa più, tanta gente l'ha disinstallata, si è cancellata, tutto quello che volete mettere, però capite che Instagram dove esso si basa sull'apparenza, cioè chi è che mette una storia dove, caspita, non sistema bene il tavolo della colazione, chi non sistema bene il tavolo della cena o di quando studia o della foto che deve mettere per avere più like, vero? Di certo anche io rientro in questa categoria, sto cercando di viverla meglio? Assolutamente sì, sto cercando di portare delle argomentazioni nella mia vita, dei pensieri che nella mia vita mi possono far cambiare opinione, che mi possono farti staccare da questa da questa cosa che ormai ci circonda, vuoi non vuoi l'apparenza però ci sarà sempre stata, cioè posso pensare a quella persona che negli anni 80 comprava la macchina che costava di più, la macchina più bella e ovviamente era una apparenza anche quella perché, caspita, aspetta che faccio vedere la mia nuova macchina, ovvio che c'è ancora tuttora, ma tuttora è stra stra stra aumentato, cioè è una cosa che tu apri il telefono alle 8 del mattino e trovi la gente che fa la vita notturna, tra virgolette, che fa la festa la sera, che si è divertita, che ha fatto tra virgolette la bella vita ovviamente, non che ci sia nulla di male assolutamente, però ogni giorno è così, ogni giorno tu trovi alle 8 del mattino la gente che si è divertita sabato sera e la sera precedente, casomai lo apri alle 8 di sera e trovi le altre tante persone che si sono divertite, hanno fatto cose interessanti durante la giornata, anche se allo stesso tempo con Bereal tutti facevano le cose noiose, quindi capiamo che in sé la cosa non sta in piedi, non sta in piedi il fatto di far vedere solo il bello, nascondere il brutto soltanto per sentirsi all'altezza altrui che altrettanto nasconde il brutto per far vedere soltanto il bello, stiamo andando in un concetto filosofico, cioè dove tutti noi cerchiamo di apparire anziché far vedere quello che facciamo di noiosa la nostra vita, perché tutti fanno vedere quello che è bello, c'è un cane che si morde la coda in po', da dire, cioè è questo il succo del discorso, mano a mano, giorno dopo giorno, cioè si finisce in un lupo, come stavo dicendo, che tutti facciamo a gara per apparire sempre all'altezza o addirittura meglio delle altre persone, finitela, cioè non c'è nient'altro da dire, io sono del parere che questa non sia una cosa sana, non sia una cosa che ci possa far progredire, vi spiego meglio magari, innanzitutto questa costante ricerca dell'apparenza può causare stress e ansia secondo me, il desiderio di sembrare perfetti in ogni momento può portare a una sensazione di costante insoddisfazione, cioè se non sei perfetto, no caspita non mi sento bene, ci sentiamo costantemente in competizione con noi stessi e con gli altri, cioè è una gara, cos'è che può avere un impatto significativo sulla nostra salute, avete idea di quanto possa essere impattante sulla nostra salute mentale, ovvio che non c'è nulla di sbagliato, vi ripeto, nel volersi migliorare, nel cercare di presentarsi sotto la luce migliore, ma quando questa ricerca diventa ossessiva e ci costringe a nascondere ciò che siamo noi veramente, diciamo che converrebbe stoppare, prendere una pausa e un attimino rifletterci, come faccio io ogni tanto, ci rifletto, poi ovvio che sarò sempre là a pensare magari a quella storia di Instagram, ma ci rifletto, capisco, cioè comprendere è una cosa che ci aiuta ed è molto preziosa, perché essere bene a se stessi ci permette di vivere tra virgolette una vita più significativa e anche soddisfacente, ci consente anche diciamo di sviluppare delle connessioni più autentiche con gli altri, cioè non fermiamoci sempre all'apparenza, andiamo in sé, nel vivo degli altri, di accettare anche le imperfezioni che posso avere, che possono avere i miei amici, che possono avere le altre persone e fare parte di un gruppo di amici ad esempio, ma rispecchiando noi stessi, far vedere ciò che noi siamo veramente, questo per me è un po' ciò che dovrebbe essere vissuto, ok il far vedere, ma limitiamolo a una piccola cerchia della nostra vita quotidiana, non facciamolo sopravvalere costantemente ogni ora del giorno, ogni pensiero, ogni storia deve essere fatta per vedere, far vedere agli altri, ma riflettiamoci un attimo e capiamo che non si basa tutto su quello, c'è una vita da vivere, una vita da fare, passioni da portare avanti e di certo non è Instagram la fonte di tutto questo. Ora io ho finito questo episodio, spero che vi sia piaciuto, era un po' un episodio un po' diverso rispetto agli altri e nulla, ci vediamo la settimana prossima.