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Episodio 2: il primo bacio

Episodio 2: il primo bacio

Nadia e GiuseppeNadia e Giuseppe

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Every year, the San Francesco Spinelli Institute organizes a vacation in the mountains for some guests in Vilminore, Bergamo. The community life of the sisters in the institute is central to the experience, and it creates a sense of belonging for the disabled individuals. The vacation is like being part of a big family, with everyone participating in the daily activities and evenings spent together. During one of these evenings, the narrator shares their first kiss with Nadia, marking the beginning of their relationship. Despite the house being demolished in 2008, the memory of that first kiss remains significant. Ogni anno l'Istituto San Francesco Spinelli organizza per alcuni ospiti una vacanza in montagna a Vilminore, in provincia di Bergamo. È una casa di proprietà in grado di accogliere circa 50 persone per ciascun turno. Nel giugno del 1983 partecipo ad una vacanza insieme a Nadia e ad altri operatori, volontari e tra gli ospiti anche Remo. La vita quotidiana nell'istituto è fortemente connotata da uno stile di comunità che vive e ruota attorno alla comunione delle suore. Da prima percepisco questa centratura ai ritmi e alla vita della comunità delle suore un po' fuorviante rispetto ai bisogni e alla vita dei ragazzi con disabilità presenti nell'istituto, ma negli anni successivi ho compreso che in realtà è proprio la ricchezza del carisma vissuto in comunità dalle suore che origina l'accoglienza dei ragazzi. Ritroverò questa considerazione anche all'interno della dinamica della mia famiglia, nel rapporto tra noi conigi e i nostri figli. A Vilminore l'esperienza della comunità delle suore si fa più stringente e coinvolge fortemente tutti i presenti, gli operatori, i volontari e gli ospiti. Si partecipa fisicamente e direi spiritualmente alla vita comunitaria delle suore e la vacanza assume i connotati di una forte appartenenza a tale esperienza. Organizzare la vacanza, ritmare le giornate, i pranzi, accudire gli ospiti sono gesti che rappresentano le braccia di un unico corpo che è la comunità. È come stare in famiglia, una grande famiglia, tutti i figli e tutti un po' padri e madri. La vacanza prevede una permanenza di dieci giorni, ma già al secondo giorno il clima è fortemente positivo. Al termine di ciascuna giornata ci ritroviamo la sera tutti insieme intorno al fuoco a cantare, a parlare e a pregare insieme. Questo momento favorisce un senso di fraternità. Il momento serale prima di correggersi a letto per la notte è un vero e proprio luogo di cementificazione dei rapporti. Sarà per la stanchezza, per l'intensità dei ritmi della giornata, per le avventure vissute, ma durante le serate vissute insieme affiora la parte più umana di ciascuno di noi. È più facile e più facile per noi sentirci figli e la comunicazione è più fluida e meno incline a resistenza intellettuale. È in una di queste serate che è terminato il momento comunitario del falò. Rimango solo con Nadia sotto il porticato dell'ingresso di casa. È qui che accade il primo bacio, segno di un'infinità che ormai sancisce l'inizio del nostro fidanzamento. Negli anni futuri, ogni volta che ne avrò occasione, passerò per il mule, vi sostenderò davanti alla casa Lux et Amor, questo è il nome della casa inciso sulle mura, in memoria di quell'evento, e se per l'occasione sono in compagnia di Nadia, rinnovo con lei quel bacio. È un memoriale che compio ogni volta. Post scriptum, nel 2008 hanno ahimè raso al suolo la casa Lux et Amor per dare spazio a residenze private. La scoperta mi ha angosciato un po', devo dire, ma cosa ci posso fare, il primo bacio rimane il primo bacio.

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