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redigio.it/dati2510/QGLN939-signori-carrozza-01.mp3 - signori, in carrozza -
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In the 1600s, carriages became a popular mode of transportation for the high nobility. Carriages were seen as a status symbol and were adorned with ornate decorations. Regulations were even put in place to limit carriage ownership. Carriage owners had to maintain a team of expensive horses and employ a coachman. Carriages were initially valued for their aesthetics, but as they became more common, comfort became a priority. Glass windows and suspension systems were introduced to improve the travel experience. The first carriage with glass windows, known as a "Berlina," was introduced in Berlin. The introduction of suspension systems helped to absorb the impact of rough roads. Many terms used in the automotive industry today, such as "carrozzeria," "berlina," "coupé," and "cabrioli," were borrowed from the world of carriages. In the late 1700s and early 1800s, carriages became more accessible with the introduction of omnib www.readyjoe.it e la storia continua Signori in carrozza Nel corso del 1600 la viabilità cittadina vede il rompere di una nuova protagonista, la carrozza, il cui uso, secondo una precisa disposizione di legge degli spagnoli, è riservato, a parte ovviamente a loro signori, solo all'alta nobiltà locale e che contribuisce subito a farne un must, cioè un vero e proprio status symbol. E proprio per questo motivo, in omaggio al barocchismo imperante, ciò che conta, soprattutto all'inizio, è chiaramente l'aspetto estetico, per cui i costruttori fanno a gara a privilegiare ogni tipo di ornamento o di orpello e gli esponenti più in vista del bel mondo adottano cocchiere e uno più valenti delle livree più sgargianti. La moda evidentemente dovete a un certo punto arrivare al parrossismo, se è vero che in città come Bologna e Mantua si arriva persino ad emanare regolamenti ad hoc che fissano limiti ben precisi in materia. Il proprietario doveva essere in grado di mantenere, oltre a cocchiere al personale che lo aiutava nella manutenzione, ad avere almeno una coppia di vai, cavalli decisamente dispendiosi e adatti per quella specifica mansione. Non certo cavalli per il traino di carri o, peggio ancora, usati nel lavoro dei campi. Ma vuoi mettere che cosa vuol dire fare schiattare l'invidia di tuoi pari, recarsi la sera all'opera o al teatro e lasciar parcheggiare fuori quelle carrozze, con i cocchieri a cassetta in attesa che se le raccontano di sicuro o con la pipa in bocca? A proposito, è interessante un aneddoto su un tipico rito scaramantico ancora oggi in auge fra i teatranti che prima di entrare in scena, tenendosi tutti rigorosamente per mano in cerchia, si lanciano e alluiniscono a un tripice urlo. Merda! L'origine è da farsi risalire dal fatto che quando a una prima teatrale di musica da camera operistica si registrava il sold out. Finita la rappresentazione, i poveri addetti alle pulizie della piazza antistanti e alle vie limitrove non finivano più di raccogliere quanto i famosi bai, in sosta, avevano pensato bene a depositare senza risparmio. All'inizio parliamo quindi di carrozza soprattutto intesa come mezzo di ostentazione, ma poi, con la diffusione sempre più marcata di questo tipo di veicolo, le esigenze del comfort prenderanno sopravento sull'estetica fine a se stessa. L'introduzione dei fenestrini in vetro, unitamente a quelle che vengono chiamate le sospensioni, permettono ora ai viaggiatori di affrontare certi viaggi senza doversi sottoporre a condizioni disagevoli. La prima carrozza con i fenestrini in vetro compare a metà del 1600 a Berlino, grazie a un geniale piemontese al servizio del grande elettore di Brandeburgo, e infatti quel modello, nell'uso comune, comincerà ad essere definito col termine di Berlina. L'introduzione di quei particolari meccanismi di derivazione anglosassone, che fin dal 1677 saranno definiti sospensioni a palestra, costituite da una molla formata da un fascio di lamina in acciaio di differente lunghezza tenute assieme da gamfe metalliche, permette di attutire non poco i continui contracolpi provocati dai dissestati fondi stradali. Interessante notare come parecchi dei termini ancora oggi in uso in ambito automobilistico sono stati presi di peso proprio dal mondo delle prime carrozze, carrozzeria, berlina, coupé, cabrioli. Tra la fine del 1700 e la prima decade del 1800 la carrozza va incontro a un certo qualprocesso che potremmo definire di democratizzazione con il diffondersi dei cosiddetti omnibus, per il trasporto pubblico di più viaggiatori. Veicoli guidati da un vetturino che da noi verrà chiamato brumista, termine che secondo alcuni deriva dal modello di carrozze inglese denominato brougham, spesso abbreviato in brum, ovviamente pronunciato brum, e secondo altri dal fatto che quei poveri conducenti in alto a cassetta nelle lunghe notti d'inverno erano spesso avvolti dalla nebbia, cioè dalla bruma. Continua con la prossima puntata. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org