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QGLN1194-Lago-Varese-03

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redigio.it/dati2512/QGLN1194-Lago-Varese-03.mp3 - Il Lago di varese - 8,45 -

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Transcription

The transcription is about the history of Lake Varese and its connection to the Macky aeronautics company, which built seaplanes and set world records in the early 1900s. The transcription also mentions the popularity of rowing and sailing on the lake, as well as its historical use for transportation of goods. The history of Lake Maggiore and its connection to Lake Varese is mentioned briefly. www.redigio.it E la storia continua Il lago di Varese Se presso il cimitero di Casberno si invoca la diramazione di destra, la strada scende dolcemente nella sua parte iniziale fino all'abitato di Bobbiate, un antico centro agricolo sulla cui piazza principale è ancora possibile osservare una serie di fabbricati rustici appartenuti alla più importante famiglia del luogo, i Martignoni. Da Bobbiate si scende rapidamente verso il lago e, oltrepassando la strada che circonda ad anello tutto il bacino, si arriva tra Casolari alla Schiranna, uno dei principali punti di partenza per gite e attività sportive connesse al lago. E proprio in questa località sono gli stabilimenti per la costruzione di idrovoranti della società aeronautica Macky, con annesso idroscalo civile. La società, nata con il nome Newport Macky nel 1912, esordine l'anno successivo con il primo aereo interamente costruito in Italia. E nel 1916, con un idrovorante da caccia praticamente identico a un velivolo appena catturato all'avversione austriaca che si era servito da modello, è terminata la prima guerra mondiale e la Macky, pur producendo anche velivoli terrestri, rimase fedele per parecchie anni agli idrovolanti, molte dei quali conquistarono numerosi record mondiali. La partecipazione a varie edizioni della Coppa Schneider di velocità diede modo agli idrocorsa e idroveloci Macky di mettersi in luce. La Coppa fu poi vinta nel 1926 a Norfolk da un M-39 pilotato da De Bernardi. Lo stesso velivolo, perfezionato, fu il primo nella storia dell'aeronautica a superare la velocità di 400 km orari. Nel 1933 l'MC-72, il più moderno tra gli idrovolanti in tutto il mondo, superò su un circuito di 3 km la velocità di 709 km orari. Primato rimasto imbattuto. Gli anni trenta fu un periodo di massimo furore di questo mezzo di trasporto, tanto che nel 1931 fu fatto un tentativo, presto fallito, di collegare, con voglia regolare, gli idrovolanti, il lago di Evarese e Costresa, per il trasporto dei passeggeri. Con l'affievolirsi dell'interesse per gli idrovolanti, anche l'idroscala Macky, dai quali erano usciti numerosissimi esemplari per provare il volo sulle acque del lago, perse la sua funzione e si trasformò in anni più recenti in una fabbrica di motociclette. Il piazzale è ombreggiato da platani, sulla quale sbocca la strada proveniente da bobbiate, durante la bella stagione bruricante di pescatori dilettanti e turisti, molte dei quali intenti a noleggiare una delle numerose lance a remi messe a disposizione da un paio di barcaioli del luogo. Il fascino di una salutare remata, più che il miraggio di una vittoria, è alla base del cannottaggio, uno sport che da diversi anni è praticato sulle acque solitamente calme del lago di Evarese. Due sono le società sportive che operano sulle sponde del lago, una, la Enis, a sede a Gavirate, mentre la società cannottiera di Evarese si trova proprio alla Schiranna, dove numerosi giovani svolgono una severa preparazione invernale, sia in acqua sia a coperto, prima di affrontare gare nazionali e internazionali di alto livello. La cannottiera Evarese, fondata nel 1927, ha raccolto numerosi allori, specialmente tra il 1947 e il 1950, vincendo per tre volte il campionato europeo nella specialità della Otto e arrivando alle finali delle Olimpiadi di Lodra del 1948. La società organizza anche regate veliche e attività ricreative a carattere dopolavoristico, così che il lago, tra imbarcazioni e cannottaggio, ele, canoe e surf, ha conosciuto un rinnovamento del naviglio che da lungo tempo socca le acque. Possiamo ben immaginare che nella preistorra gli abitanti delle stazioni palafitticole dell'isolino Virginia di Cazzago, ecc., si spostassero almeno per brevi tratti con rudimentali piroghe. Ce lo dimostra l'enorme quantità di reperti archeologici connessi con la pratica della pesca, tra i quali un remo timone di legno rinvenuto nella palude di Bardello. In epoca storica possiamo ricavare notizie, seppur imprecise, sulle barche del lago di Varese, osservando accuratamente due carte itinerarie della pieve di Varese risalenti alla seconda metà del Cinquecento. Nella prima carta, più precisata e dettagliata, di un lago de Gavirate, insolitamente ondoso, si possono vedere barche attraccate presso la località di Ripa della Schiranna, Calcinà del Lago, Coltrona, Gavirate, Diandrono, Cazzago prevede Brebia. I nomi erano spesso scritti nella loro forma dialettale. Alla Schiranna e all'imbocco del fiume Bardello sono raffigurate due alte torri che evidentemente segnalavano, mediante fuochi, la giusta direzione per la navigazione notturna. Nel passato, lo sappiamo, le vie di comunicazioni più economiche e più rapide erano costituite proprio dalle acque. Anche il nostro lago fu utilizzato a tale scopo, specie per le merci che dal bacino del Lago Maggiore dovevano raggiungere Varese o il Milanese e viceversa. Il fiume Bardello, unico emissario che il Lago di Varese si getta al Verbano, poteva fungere da ottimo collegamento. Ma, date le sue modeste dimensioni e il suo corso tortuoso, le merci venivano trasportate su carri, dalla bozza Lago Maggiore fino all'altezza del paese di Bardello. Così avvenne, per esempio nel Settecento, quando dalle segherie dell'Alto Verbano furono trasportati su navi e materiali da costruzione per edificare il Palazzo Estense di Varese. Dalla Schiranna si doveva poi continuare il viaggio su carri attraverso Bobbiate e Casveno. Ma la storia del Lago Maggiore non finisce qui perché continua con la prossima puntata.

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