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QGLN1164-Lago-Comabbio-03

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www.redijo.it e la storia continua nei laghi varesini c'è anche il lago di Comeabbio cominciamo a conoscerlo non per nulla i Benedettini di Pavia erano da tempo legati politicamente all'impero mentre gli arcivescrivi di Milano non nutrivano alcuna simpatia per gli imperatori ed è in questo quadro religioso-politico tipicamente medievale che attorno al 1020 contemporaneamente o quasi alla nascita di altre importanti abbazie del Varesotto come Ganna, Voltore eccetera Renne fondato nei pressi ternate il monastero di San Sepocro era un'ulteriore forma di controllo della via di comunicazione che portava da un lato a Milano e dall'altro fino a Coira, Zurigo e Costanza la stessa dedicazione al Santo Sepocro era un evidente riferimento alle crociate e all'assistenza a pellegrini e mercanti la chiesa fu fondata da un certo A. Ansegiso cittadino di Orleans probabilmente riduce della Terra Santa all'epoca dell'arcivescovo Arriverto il quale prese atto in un famoso diploma della fondazione e accettò di consacrare l'edificio sorta in località cruzicola nei pressi della villa di Trinade in considerazione dell'importanza strategica dal punto di vista geopolitico e all'insediamento religioso la chiesa milanese non faticò a concedere subito l'autorizzazione a fondare un annesso monastero nel 1024 con canonica di ecclesiastici tanto che la sua gestione venne affidata al fedele A. Ansegiso con minancia discomunica per chiunque tentasse di opporsigli da quell'anno dunque Sansebucro diventò proprietà della chiesa milanese anche se il fondatore Ansegiso continuava a vivere nel monastero chiaro segno della politica religiosa di Arriverto che proteggeva obbedienza non solo dei monasteri milanesi ma anche da quelli extraurbani su cui manteneva la sua giurisdizione a questo proposito va precisato che i rapporti con il clero dell'alto varisotto e in particolare con quello della pieve di brebbia entro cui si trovava il Sansebucro erano improntati a uno spirito decisamente accentratore da parte dell'arcivesco che voleva controllare direttamente le località ritenute più importanti fin dai primi tempi della fondazione Sansebucro fu destinataria di numerose donazioni che rivelavano una insospettata generosità quale genuina manifestazione di fede popolare si trattava per lo più di lasciti di terreni posti nelle località circostanti come Ternate, Travedona, Comabbio, Monate ecc. si è anche notizia di una donazione in un campo con due noci in Comabbio mentre nel 1196 il curioso testamento di un certo Ottobello Zaccone a favore di un suo parente Beltramino in cui si precisa che in cambio dei suoi beni posti a Ternate l'erede avrebbe dovuto pagare ogni anno 4 denari milanesi alla chiesa di Sansebucro più un pasto offerto al monaco e al suo chierico Ben presto Sansebucro già attorno al 1030 passò sotto la gestione del monastero milanese di Sant'Ambrogio pur estando confermate all'arcivescovo le competenze giurisdizionali dal 1065 in avanti si ebbero sintomi di decadenza religiosa anche se rimaneva sempre rilevante la sua politica economica soprattutto perché a poco a poco esso era diventato il centro di aggregazione di una notevole estensione di terre a finire del XII secolo dopo l'inizio dell'esperienza comunale con la relativa decadenza dell'importanza economica dei centri religiosi gli abitanti dei villaggi incominciano a reclamare i propri diritti con particolare riferimento all'uso dei vigani, cioè dei pascoli comuni Sansebucro, nel nostro caso si era appropriato gradualmente anche questi terreni utilizzandoli con la scusa di possedere altri fondi circostanti di conseguenza nacque una rite giudiziaria con i consoli ternatesi i quali tra l'altro sostenevano che il monastero non faceva neppure parte del territorio di Ternate naturalmente la sentenza guidata dall'arcivescovo Algisio 1178 fu favorevole al monastero cosicché esso vedeva sottolineata la propria supremazia fondiaria mentre un'altra riconferma si ebbe con una sentenza analoga in occasione di una rite tra Sansebucro e Comabio ogni controversia fu in seguito superata da una amichevole permuta di terre con il comune Comabio ma le liti sui Vigani dovrebbero essere benaspre se ancora oggi una collina sul des del lago tra Corgenio e Quirone ha proprio il nome di Monte Vigano 414 metri nel corso del 200 Sansebucro conove una rapida decadenza ma sono di questo periodo alcuni documenti che testimoniano lo stato patrimoniale del monastero particolarmente interessante la notizia che esso possedeva tra l'altro la quota di lago prospiciente al suo territorio comprese 36 piscarie e mezza in breve l'importanza di Sansebucro si ridusse quasi a zero specialmente quando la stessa giurisdizione venne alienata e tutti i beni furono ceduti in affitto a privati nel 400 fu forse proprietà di Lucia Mariani concubina del duca Greazio Maria Sforza e già all'epoca della visita pastorale di San Carlo Golomeo il 576 e il monastero era scomparso sostituito da due oratori uno dedicato a San Biagio e uno a San Tappolinare il secondo dei quali era già in così tristi condizioni da consigliarne l'abbattimento oggi il complesso tutto composto da cascinari non rivela nulla tranne il nome del proprio glorioso passato www.redigio.it e la storia continua

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