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Antiche provinciali: - Bardello - Bregano - S.P.18 - Lago di Biandronno - 8,31 -
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Antiche provinciali: - Bardello - Bregano - S.P.18 - Lago di Biandronno - 8,31 -
www.redigio.it e la storia continua Antiche strade provinciali del Varesotto la Bardello Bregano e la strada provinciale la Diciotto chiamata Lago di Biandronno Il nome di questa strada provinciale deriva dalla presenza della riserva naturale del Lago di Biandronno un tempo chiamato anche Laghetto di Bardello separato dal Lago di Varese da una specie di barriera morenica un istmo calcareo largo 250 metri su quale sorge il paese di Biandronno e dove corre la strada che conduce verso Bardello La Lagozza di Biandronno ha forma ellissoidale piuttosto allungata con diametro maggiore da sud-est al nord-ovest lungo 1260 metri è circondato da abbondante vegetazione che progressivamente si sta impadronendo dell'acqua rimasta si tratta di un bacino chiuso e privo di bacini secondari relitto di un corpo idrico di maggiori dimensioni migliaia di anni fa questo lago di origine glaciale comprendente il Lago di Varese il Lago di Comabio e la palude Brabbia in seguito per l'abbassamento del livello dell'acqua i diversi bacini si separarono in successione e come segno del ritiro degli acciai sono rimasti i vari terrazzamenti che scendono verso il lago mentre quelli di minore estensione fino alla prima metà del secolo XVII il laghetto fu di proprietà del signor Valda Sanre Castel Besuzzo quindi nel 1652 venne venduto a conte Francesco Biglia e nel 1864 passò l'ingegnere Giuseppe Quaglia allora era molto pescoso e si potevano ricavare annualmente 200 libre di pesce tra cui lucci, tinche, scardole e anguille quando d'inverno il lago gelava i pescatori rompevano il ghiaccio sulla superficie per mezzo di fiocine o addirittura mani nudi e pescavano le tinche l'ingegnere Quaglia acquistò il laghetto circondato dalla palude allo scopo di prosciugarlo per ricavarne torba e ottenere terreno coltivabile un'opera di bonifica si rendeva oltretutto necessaria per motivi igienici perché il lago era considerato causa degli episodi febbrili lamentati dalla popolazione residente nelle vicinanze della Torbiera la valutazione della qualità delle acque e dello stato del lago venne affidata nel 1871 a una commissione sanitaria provinciale che decretò in un dettagliato rapporto inviato alla prefettura Comasca la necessità di un asciugamento per tutelare la salute dei terrieri più che un vero lago è solo uno stagno ad acque basse e stagnanti a sponde paludose e torbose a fondo limaccioso formato specialmente da detriti di corpi organici per la massima parte vegetali è evidente quindi che da essi debbano derivare delle isolazioni moltiformi capaci di indurre l'aria a condizioni tali da renderla insalubre infatti costa che oltre al dominio delle febbre periodiche vi sono infrequenti le tifoide il progetto dell'ingegner Quaglia venne però abbandonato per una serie di difficoltà sorte durante la prima fase dei lavori così come la palude Brabbia anche il lago di Breandronno era assai ricco di torba così come combustibile zona considerata interessante da un punto di vista biologico, ecologico e naturalistico zona considerata interessante da un punto di vista biologico, ecologico e naturalistico ed è sottoposta a tutela da una legge regionale del 1977 insieme alla palude Brabbia attorno al lago di Breandronno ubicato a 239 metri sul livello del mare si estende una vasta zona paludosa sia sulle rive che nell'acquitrino torboso ed è floridissima la vegetazione acquatica tipica di regioni situate ancora più a nord della provincia di Varese sulle rive tra salici, fioppi e ontani si possono osservare equisetti carichi di giunchi fra le piante natanti e alcuni esemplari di ninfe bianche e gialle numerose specie di piante sommerse e la famosa trapa natans o castagna d'acqua più nota col termine dialettale lagan presente anche nel lago di Varese la vegetazione è assai ricca di spagni genere di muschi della famiglia delle spagnacee che vivono in colonie fitte ed estese dette appunto spagneti e costituiscono la parte essenziale delle torbiere posseguono un protonema laminare ridottissimo e fustini molto allungati spesso addensati e ricchi di rami con foglioline poche colorate sono comunemente noti come i muschi della torba e depositandoti sul fondo del bacino sono a causa della progressiva riduzione della superficie acquatica del lago di Biangrono in queste acque è stata poi segnalata mista agli spagni la presenza della cosiddetta drosera rotundifoglia varietà di pianta carnivora più nota col nome di rosolida possiede piccole foglie lungamente picciolate rotonde e concave ricoperte da appendici ghiandolari rossastre seccernenti a un liquido vischioso che non evapora nemmeno nella stagione calda essendo un zuccherino richiama facilmente agli insetti e non appena uno di questi vi si posa viene immediatamente immobilizzato questa specie di sostanze tanniniche e acidi organici un tempo molto usati per la preparazione di soluzioni calmanti per la tosse www.redigio.it e la storia continua