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redigio.it/dati2511/QGLN1011-Varano-Borghi-08.mp3 - L'epoca dello splendore urbano - - AUDIO - 7,08 -
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www.redigio.it e la storia continua Vrano-Borghi, l'epoca dello splendore urbano La nobile esperienza architettonica varanese si colca dunque ben al di là dei tanti esempi celebrati nell'architettura del borgo industriale, grazie alla sperimentazione di nuove tipologie e all'applicazione in nobilissime decorazioni. Il paese, seppur piccolo, assume veramente i connotati di una città, con il suo rigore geometrico, con la sua forma urbana. E questa rara bellezza, non si ribadisce, riguarda tutta la parte edificata in un sapiente equilibrio tra decorazione, progettazione architettonica e progettazione urbana. Ma la sapienza dei borghi, nell'organizzare un tale esempio di architettura urbana, non finisce con gli edifici del centro del paese. Non dobbiamo infatti dimenticare la cura meticolosa nella definizione della forma della città anche nelle sue zone più periferiche. Seppure il termine periferia è reso improprio dalle modeste dimensioni del paese. Il centro, compatto con edifici in multipiano, si rapporta alla campagna circostante con il paesaggio graduale, tra i grandi palazzi per appartamenti e il territorio naturale sono infatti interposte altre sperimentazioni tipologiche, questa volta isolate, nel verde. Si tratta delle case per impiegati e per i dirigenti, organizzate con tipologie a schiera e in ville bifamiliari e unifamiliari. La città è compatta, gli spazi urbani lasciano posto a una relazione tra edifici e territorio più libera di rara cura. Siamo in presenza di ville e case a schiera di buona fattura, che anche in questo caso percorrono molte esperienze del movimento moderno. La ricchezza degli spazi non dipende più dalla nobile ricerca del bello mediante decorazione, bensì discende dalla progettazione degli spazi aperti. Gli spazi verdi attorno alle case per impiegati e dirigenti assumono il ruolo fondamentale di tramite tra la città e il verde naturale circostante, oltre che ovviamente il ruolo dei giardini privati. È fin qui lo splendore urbano nelle sue molteplici manifestazioni architettoniche, tipologiche e decorative, ma per comprendere esattamente ciò che era Varanburghi non possiamo ovviamente dimenticare l'architettura industriale. Anche in questo caso coesistono esperienze molto diverse tra loro. Alcuni luoghi della produzione erano organizzati in edifici bassi di grande estensione planimetrica, formati dalle tradizionali coperture a shed. Sui campi definiti colonne in ghisa, eseli, convolte in mattoni che formavano i vari piani. Altri, più recenti, assumevano il ruolo di centralità grazie alla loro mole, alla loro ricercatezza. Si pensa infatti all'edificio turrito ai piedi della collina della villa Borghi. L'architettura possente e raffinata allo stesso tempo è il risultato di una sapiente progettazione, anzitutto funzionale, con le torri che ospitavano i corpi Scala, rese ancora più alte dalla necessità di localizzare a quota elevata i serbatoi di acqua. Anche i dettagli di questa architettura industriale lasciano sconcertati. Le colonne in ghisa, che reggono i diversi solai, sono di raffinata fattura. Le cornici delle finestre presentano fregi e decorazioni di qualità paragonabile a quella degli edifici residenziali e addirittura possiamo notare la qualità con cui erano stati risolti alcuni dettagli strettamente funzionali. Il grande vuoto centrale con l'albero motore che alimentava le macchine, le porte tagliafuoco in ferro chiudato con chiusura automatica, importate direttamente da Manchester. Una siffata qualità dell'architettura, una progettazione urbana estremamente raffinata, citazione nobile di esperienze in altri luoghi, in altri tempi, rappresentava dunque, chiaramente, un modello sociale precostituito quasi in posto. Siamo di fronte a una società fortemente gerarchizzata, alla continuità tra lo spazio e l'organizzazione della fabbrica e la forma della città. Chissà se i varanesi dell'epoca erano veramente così felici di essere parte di un meccanismo complesso, molto articolato, ma pur sempre un meccanismo nel quale i rapporti tra le persone, i rapporti di queste con l'ambiente intorno, erano tutti preordinati, stabiliti su un'invisibile rete. Varano è stata dunque effettivamente un grande movimento, esperimento sociale ed urbanistico, ma è stata anche una grande manifestazione di un ideale rapporto inscindibile tra la fabbrica e l'operaio, così sottile da estendersi fin fuori dalla fabbrica stessa e così potente da raggiungere tutti i bisogni dei lavoratori. Fu questa una gestione illuminata della fabbrica-città? Oppure fu risultato di una lettura dei genere del fuierismo? www.redigio.it E la storia continua.