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Il cuore o la mente, l’istinto o il ragionamento, il principio o il pragmatismo?
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The speaker ponders the concept of compromise and its importance in different aspects of life, such as relationships and work. They discuss the internal struggle between the heart and mind when making compromises and the consequences of refusing to compromise. The speaker shares their personal experiences and reflects on whether they would make the same choices again. They express a desire to explore this topic further. The speaker is Evaristo Tisci and this is their podcast titled "Perché, ma forse lo cambio" (Why, but maybe I'll change it). Fino a che punto siamo disposti ad arrivare ad un compromesso? Quando pensiamo sia possibile farlo e quando no? E perché, sia propensi o al contrario, non si accetterebbe mai un compromesso? Prima che un accordo con qualcun altro, il compromesso è anzitutto un accordo con se stessi, in un confronto tra il cuore e la mente, l'istinto e il ragionamento, il principio e il pragmatismo. Ci si trova molto spesso, tutti i giorni direi, a dover decidere quale strada prendere davanti a questo bivio, e per le più svariate ragioni. Al di là degli accordi da trovare su questioni economiche, i compromessi che riguardano i rapporti tra le persone sono quelli a mio avviso più delicati e dalle molteplici sfaccettature. A lavoro, nei rapporti tra genitori e figli, con il proprio o la propria partner, con i parenti e gli amici. Quante volte si è dovuto accettare un compromesso, magari a denti stretti, solo per il famoso quieto vivere? E quando invece, per motivi di orgoglio o perché la nostra morale, il rispetto per noi stessi e per le nostre idee, ci hanno impedito di scendere a patti, pur sapendo che questo avrebbe potuto portare conseguenze scomode, ad esempio la perdita di un amore o di un'amicizia? Questo è un argomento che mi sta molto a cuore, e credo sia importante quanto necessario sviscerarlo a fondo. Voglio e devo affrontarlo anche rivangando questioni vissute tante vite fa, e cercando di capire, a distanza di tempo e con qualche anno in più sulle spalle, se rifarei anche oggi quella scelta fatta a suo tempo. Come ad esempio se accettare uno stato di fatto apparentemente tranquillo ed economicamente vantaggioso in ambito lavorativo, o invece andarsene perché ambiente, rapporti interpersonali e direttive poco chiare, erano all'opposto delle nostre idee e dei nostri principi di etica professionale. Sono Evaristo Tisci e questo è il mio podcast dal titolo Perché, ma forse lo cambio.