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Spettacolo, tradizione, scandali... e pure musica!
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The speaker expresses their opinion about the Sanremo Music Festival, stating that it is an event that cannot be ignored. They mention how people watch it with passion, curiosity, or even criticism. The festival has evolved to include a diverse range of artists, appealing to various age groups and tastes. The speaker admits to not being musically knowledgeable but appreciates different genres. They are less interested in the gossip and scandals surrounding the festival. Despite not being able to watch the entire festival live, they still enjoy it. The speaker questions the lengthy duration of the event and wonders if it is a marketing strategy to engage viewers worldwide. Visto che in questi giorni non ne parla proprio nessuno, oggi voglio dire la mia in tema di musica, anzi di musica e di spettacolo, e di quanto questo tipo di manifestazioni attirino l'interesse di tutti. Battutacce a parte, il Festival di Sanremo è secondo me da sempre un evento al quale non ci si può sottrarre, volenti o nalenti. Alla fine tutti lo guardano, chi con passione ed entusiasmo e senza perdersi nemmeno un minuto fino a notte inoltrata, chi sbirciando con morbosa curiosità e un pizzico di vergogna verso se stessi, come quando si guarda qualcosa di proibito dal buco della serratura. Ma ci sono anche quelli che, dicono, non lo guardano per principio o per partito preso, perché è troppo nazional-popolare, come veniva spesso etichettato il Festival in passato. Infine abbiamo coloro che, ah, io non lo guardo, non mi interessa proprio, salvo poi tradirsi commentando quella canzone o l'interprete, le gaffe di quello o di quell'altra, la scenografia pacchiana o il vestito da mercatino delusato indossato dalla superospite o dalla co-conduttrice. Ma andiamo con ordine e partiamo con la musica proposta in questa manifestazione. Già da molto tempo al Festival di Sanremo si possono accontentare i palati, o meglio le orecchie, di tutti. Quest'anno, tanto per restare all'edizione in corso, i concorrenti vanno dai 19 ai quasi 80 anni. Questo fa capire come si voglia far scoprire o riscoprire il Festival attraverso gli artisti che più sono vicini alla nostra età o ai nostri gusti. L'immagine del Festival è stata, per così dire, svecchiata, pur rimanendo fedele al suo cliché di competizione canora e con una classifica finale che, giustamente, non metterà mai nessuno d'accordo. Per quanto mi riguarda, io non conosco la musica, intesa come il saper leggere uno spartito o suonare uno strumento. Mi sarebbe piaciuto, ma le ore di educazione musicale a scuola, basate sul dover imparare Fra Martino Campanaro o col flauto dolce, hanno completamente ucciso in me la voglia di smanettare con cognizione di causa su una chitarra elettrica. Ho però imparato, col tempo, ad apprezzare un po' tutti i generi musicali senza preclusioni o pregiudizi, come ho accennato in un precedente podcast. Ovviamente ci sono generi ed interpreti che preferisco più di altri, ma rientra nella normalità dei gusti personali. Dai miti che avevo da ragazzino a quelli di oggi ai quali, per la mia anagrafe, potrei essere padre o peggio ancora. Quello che invece mi interessa molto meno è il contorno fatto di gossip, polemicucce o pseudoscandali più o meno reali. Ma comprendo che anche questo faccia parte dello show, senza il quale forse tutto lo spettacolo risulterebbe asettico e freddo, o come un'ottima pietanza ma sciapa, presentata male e servita su un piatto inadeguato. Devo dire che questa edizione mi piace, anche se sono costretto a vederne solo una breve parte in diretta e qualche riassunto il giorno dopo, visti gli orari proibitivi per chi ha un appuntamento con la sveglia il mattino seguente. Mi sono sempre chiesto il perché della durata da cenone di capodanno di questa trasmissione, che sia un'astuta mossa di marketing per coinvolgere negli ascolti tutti gli italiani che lo seguono dalle lontane Americhe? Ne riparleremo. Sono Evaristo Tisci e questo è il mio podcast che si chiama Perché, ma forse lo cambio.