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Cartotecnica (Beppe)

Cartotecnica (Beppe)

00:00-04:26

Un laboratorio particolare quelo di cartotecnica, perchè introduceva il pensiero della possibilità del lavoro come modalità relazionale tra adulti.

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Transcription

In this transcription, the speaker talks about their experience with a cardboard workshop before leaving for ASL in 2003. They explain that this workshop was different because it focused on the educational aspect of work for the participants. Normally, workshops were more focused on occupational activities, but this one aimed to teach the guests about the importance of work as a form of relationship between adults. The workshop was set up like a real job, with a salary included. The speaker goes on to explain three new ideas that shaped this workshop: the manipulation of objects as a way to connect with others, the introduction of a salary to emphasize the value of work, and the requirement of an individual interview for admission to the workshop. The speaker concludes by mentioning that the workshop also included selling the participants' creations and that even watching was considered a valid way of participating. They believe that this personalized approach to work for people with s Uno degli ultimi miei laboratori, prima della dipartenza per l'ASL nel 2003, è stato quello di cartotecnica. L'anno credo fosse il 2000, uno più uno meno. Lo ricordo piacevolmente perché ha rappresentato per me, per la prima volta, il pensiero del lavoro come occasione educativa per gli ospiti. Vi spiego meglio. Normalmente i laboratori erano l'occasione per fare delle attività per lo più occupazionali, attraverso le quali noi educatori ponevamo l'attenzione educativa all'espressività, alla comunicazione, al comportamento, insomma fondamentalmente all'aspetto relazionale e le sue forme espressive. Cartotecnica ha rappresentato per me la forma più matura di questo aspetto educativo della relazione, arrivando a sperimentare la realtà del lavoro come forma di relazione tra adulti. Il laboratorio era impostato come un vero e proprio lavoro, stipendio compreso. Ma andiamo per gradi, seppur molto sinteticamente. Vi illustro i tre pensieri nuovi che hanno dato il via a questo laboratorio. Il primo nuovo pensiero è stato la manipolazione degli oggetti, visti non più come l'espressione del singolo ospite, ma come oggetto di relazione con il mondo, con tutti gli altri, per il quale gli ospiti partecipavano per quanto di competenza o per seconde le possibilità. L'oggetto quindi doveva essere soddisfacente per chi lo creava e per chi lo riceveva, per il quale qualcuno avrebbe versato una quota relativa al costo di produzione per l'acquisto. Il secondo nuovo pensiero è stato lo stipendio, lavoro, vendo, guadagno. Gli ospiti ricevevano uno stipendio di 5 euro al mese, che portavano a casa rigorosamente in busta paga. Il valore dello stipendio era assolutamente attaccabile sindacalmente, ma per quanto risibile introduceva il pensiero appunto del valore dell'essere stipendiati per un lavoro. Il terzo nuovo pensiero è stato che l'accesso al lavoro prevedeva un colloquio individuale di ammissione, attraverso il quale bisognava esprimere il proprio assenso, e quindi la propria volontà, ad essere inseriti nel laboratorio di cartotecnica. Il colloquio poteva svolgersi anche in più incontri, e soprattutto erano programmate verifiche sempre attraverso un colloquio individuale. Devo dire che cartotecnica è stato per me, e credo per chi vi ha partecipato, veramente soddisfacente. Concludo per farla breve che poi venivano organizzati momenti di vendita, di lavoro, anche su prenotazione dei vari oggetti, che potevano essere dei porta fotografie, delle scatole, dei quaderni, qualunque cosa realizzata appunto col cartoncino e poi rivestito con della carta decorata. Un'ultima osservazione, non meno importante, anche lo stare a guardare se un ospite non poteva fare altro, era un requisito di ammissibilità al laboratorio, purché la richiesta fosse espressa dall'ospite. Può far sorridere questo modo di affrontare il lavoro con le persone con disabilità gravi, ma quello a cui dobbiamo lavorare è la modalità ad un simile approccio, che deve essere personalizzata. Il lavoro con le possibilità per le persone con disabilità intellettive grave risulta quindi un passo possibile. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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