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3 gen

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Patrizia Venturella

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The transcription discusses the concepts of remembering, forgetting, and aligning oneself through meditation and psychotherapy. It emphasizes the importance of connecting with one's past experiences and deep emotions in order to achieve personal growth and understanding. The speaker also mentions the significance of intuition and the role of the heart in communication and decision-making. The goal of meditation is to bring forth inner thoughts and emotions, even though it may initially bring up recent concerns, ultimately leading to a deeper exploration of unresolved issues from the past. mentali, di cose che ci passano per la testa, diciamo di emozioni, di sentimenti, di problemi che tendono a rimanere aperti, ma noi a volte, cosa facciamo, tendiamo a chiudere. Allora i momenti in cui le chiudiamo, queste cosette cose, tendono a precipitare nella dimenticanza. Nella dimenticanza, il lavoro medicativo in realtà consiste in una sorta di ricordare, riportare alla propria coscienza, ricordare, notando che per esempio l'opposto di ricordare, pensarsi bene, è scordarsi, dimenticare. Ma se noi usiamo la parola scordare, quella è una coscienza privativa davanti al cordare, chiamiamolo così. Cordare allunga il cuore, ricordare è lo stesso, quindi il prefisso ri-esse è anche accordare, pensarsi bene, potersi accordare, innanzitutto con se stessi e poi con gli altri, perché il problema dell'accordo, ricordo, e il loro contrario, per esempio lo scordarsi, è come se ci privasse di una parte della nostra verità che pure può essere normalmente significativa, come per esempio la vita normativa, è facilissimo proprio non soltanto dimenticarla, quindi scordarla, ma anche, come dire, nel linguaggio psicologico ho usato una parola precisa e un significato tecnico per dire che non è un semplicemente dimenticare ma è un rimuovere, come se quella cosa non esistesse più, e ha a che fare proprio il rimuovere con lo scordare, lo scordare. E pensate che anche la parola scordare si utilizza nella musica perché di solito i musicisti tendono ad accordare gli strumenti, e anche questa è un'immagine interessante perché ci permette di cognere come il lavoro della meditazione e aggiungere anche quello della psicoterapia del profondo, però, è quel metodo inventato dalla cultura, la cultura orientale per quel che riguarda la parola meditazione, della cultura europea per quel che riguarda la psicoterapia del profondo o psicoanalisi. Per cui in definitiva in meditazione e in psicoterapia si tende ad accordare il proprio presente con il proprio passato, ma non solo il passato di ieri, un passato remoto. La grossa ambizione, la straordinaria ambizione del lavoro interiore è un'altra espressione per dire che quello che si fa, anche cominciando già da oggi in meditazione, è quello che si fa normalmente in psicoterapia. È un tentativo che poi riesce magari a dire cosa dico, 70%, 60%, 50%, 30%, 20%, ma tutto quello che si riesce a fare in quel senso lì è di guadagnarlo, perché non c'è come potersi connettere e potersi in qualche modo, vedete sono tante le immagini che ci possono permettere di intendere questa cosa straordinaria in qualche modo, ai fini vitali, ai fini della nostra vitalità, di una nostra energia, di una nostra consapevolezza, di una nostra presenza mentale. Accidenti! Ma sì, lei la toglie la mascherina, professore! Sì, ma va bene, va bene. No, no, no, no. Perfettamente se mi ascoltate, se mi sentite va bene, non stesso. Quindi questo lavorare in funzione dello scordare, ricordare, dove ricordare chiaramente non è ricordare gli eventi appena passati, ma è poterli richiamare esistenzialmente, anche la parola esistenzialmente diventa significativo perché è come se nutrissero la nostra esistenza questi ricordi che emergono da un passato remoto e da un passato diciamo così rimosso, ecco comunque le altre parole che vi dicevo. Ricordare, scordare, accordare. Quindi come se, per esempio la parola accordare dice accordi lo strumento in quanto vada d'accordo con se stesso e si riesca a suonare, perché non emette dei suoni come dire sgradevoli, ma anche per noi il rischio è di emettere suoni sgradevoli, parole sgradevoli innanzitutto per quel che riguarda la nostra esperienza, nel momento in cui non ci accordiamo con la nostra esperienza profonda, non siamo in sintonia con la nostra, come dire, esperienza fondamentale o comunque infondamentale della vita, ahimè, può essere così della infanzia, perché poi la grande scoperta presente nella psicoanalisi, quello esplicita molto di più di quanto possa esplicitare la meditazione, perché si fermano un po' poco su quel piano e per questo queste fine si integrano in maniera veramente importante, è bene provare il parallelismo. L'infante vive, il bambino piccolissimo, neonato, piccolo, due mesi, tre mesi, sei mesi, dice ah no tanto quello lì non c'è, no, quello lì è un potenziare pensatore in virtù di quello che gli passa per la testa, ma non ha la capacità materiale, perché non sono ancora maturati negli organi della funazione, di dire quello che senti, ma sente come, no? Tra l'altro è che le buone madri riescono ad intuire, vedete che anche la parola intuire è molto preziosa e vi ricordate che ne abbiamo parlato molte, intuire è non tanto attraverso concette, attraverso riflessioni, quanto un poter vedere, proprio come dice la parola latina che suona a intusire, vuole dire andare dentro quel tipo di esperienza, non come se la buona madre, ipotetica eh? Tant'è, dico ipotetica perché non è così facile, tant'è che Winnicott parlava di madre sufficientemente buona, Winnicott è un, io ho fatto un recente documento di Pagliottasca, per cui forse sono un po' difficile da seguire, però voi potete chiedermi poi delle spiegazioni, Winnicott è un grande psicoterapista del Novecento, e aveva trovato delle parole per continuare ad approfondire questa nuova scienza, la psicanalisi come nuova scienza, la maggior parte della gente non sa nemmeno che esiste, anche nell'ambiente cosiddetto scientifico, sono ambienti ancora molto limitatamente, molto ristretti, molto limitati, si è disposti a ritenere che la psicoterapia è profonda, quindi l'andare a fondo delle proprie questioni esistenziali, non mi viene bene usare la parola problemi, perché per guardare chi non ha problemi nel corso della vita, sempre problemi si intende lo star bene e lo star male psicologicamente, esistenzialmente, se si è più o meno felici, più o meno disadattati, se si è più o meno in accordo, ecco viene fuori la parola in accordo, in sintonia con il mondo, a questo punto continua a essere in gioco la parola cuore piuttosto che la ragione, questa è una distinzione minima che continuamente si fa, perché io anche adesso parlando uso prevalentemente comunicare attraverso dei concetti, un po' forse con il cuore attraverso lo sguardo, attraverso la mimica, attraverso come dire la spontaneità se volete, quella può essere la componente meno concettuale, ma certamente prevale la dimensione concettuale cosiddetta razionale, però che evidentemente non potremmo non distinguere da una lezione di matematica che è quella che insegna le equazioni, il primo, il secondo, il terzo grado, l'algebra, la rimedica, in italia è molto elementare, però la rimedica in realtà quando non è escelementare non può essere una scelta elevatissima, e a volte si sussurra per esempio, ma il professore, io lo sento continuamente dagli studenti, tutti i giorni parlo dei loro insegnanti, il professore di matematica è un po' antipatico, per dire che è freddo, per dire che non comunica con il cuore, ma è inchiodato alla razionalità o alla supposta razionalità della sua disciplina, perché poi non tutti i cultori in matematica hanno quest'attitudine, come dire, a cardiaca, diventa enormemente vitale, io l'ho scoperto proprio qualche anno fa, forse Simone Brahe, per esempio, grande filosofo, ha pensato di essere sempre più scorso, insomma, mi diceva nella matematica qualcosa che ha molto a che fare col cuore di quanto non si supponesse. Va bene, riprendendo quali concetti ci permette poi di cominciare con la pratica meditativa insieme, no? Ecco, lo scopo della meditazione, lo scopo del riunirci qui è, utilizzando certe tecniche che io vi proporrò, la maggior parte conosco, voi conoscete, no? Volta a realizzare in qualche misura per noi la meditazione, sta nel metterci in tensione, nel metterci nelle condizioni di far venire a galla dall'intimo, non so se è chiaro, venire a galla da lì, allora uno perché si chiude gli occhi, perché richiude, in alcuni casi può anche tenerla aperta di sé, l'ambiente esterno non gli stupa, per permettere di essere, avere a che fare con sé stessi, avere a che fare con sé stessi nelle parti più profonde e più remote, notando che non è così facile, non è così ottimale che uno nel momento in cui chiude gli occhi ed applica la tecnica dell'istruttore come è il caso mio, quello che insomma insegna la meditazione, stimola negli altri, perché per esempio uno chiude magari gli occhi, no? E appena tu chiudi gli occhi ti possono interiormente venire in mente delle cose, ma le cose che ti vengono in mente sono cose dell'altro ieri, sono cose che sono io, sono i cosiddetti problemi che magari continuano a sfilarti, allora come tu ti metti lì tranquillo in silenzio, ti vengono a galla le solite storie, le solite grane, che possono essere grane di lavoro, grane di cuore, grane sentimentali, grane sensuali, grane di qualunque tipo, il problema che ti preoccupa, l'onorevole che ti sfugge in colpo per esempio, se ne parla subito a un telegiornale, ma guarda lui mi è scappato in colpo, è un muco di chi altro, il femminicidio e tutti quegli argomenti che intanto intanto mi intrattengo scrivendo delle cose sono le grane che ciascuno di noi passa per il campo, fare la spesa, cosa mangeremo domani, cosa devo comprare, come devo cucinare, i sogni, ricordati che i primi tre incontri non dedicati ai sogni, i sogni, e allora noi come chiudiamo gli occhi per farla breve e ci mettiamo lì tranquilli, vengono liberi a galla un muco di cose recentissime che sono tuttavia grande, notate bene è da sottolineare la parola grande, di problemi molto antichi, per cui andare a pescare più in profondità e dire ma guarda un po' quel problema che veramente attuale ha delle connessioni con le relazioni che avevo con mio padre e con mia mamma per esempio, mi sono cose passate, non ha nessun senso fare un lavoro del genere, io ve lo posso testimoniare, ha un senso enorme, io che ho litigato per una vita con mio padre, ho scoperto da pochi anni e l'ho rimesso insieme a mia mamma in quelle relazioni che circolavano dentro la famiglia e che erano intonate, quelle relazioni al piacere, al dispiacere, al malessere, anche malessere, star magro, certe uscite, certe cose, il papà è così, il papà è così, la mamma è così, la mamma è quella, gli zini fratelli nel sole, ci sono quelle cose che dico ecco che è scattata la rimozione perché te le sei tolte, sono precipitate certe esperienze che noi abbiamo fatte in passato, per cui poi a livello sintomatico nel presente, sintomatico è come dire superficiale, a livello di sintomi, quando ho dei sintomi non riesco a dormire di notte, mi vengono gli incubi dei sogni per esempio, anche i sogni, la manifestazione di io ha a che fare con un sintomo di malessere che arriva da lontano, non arricchisco troppo, avrei la presunzione di arricchire questi discorsi per non perderci troppo, ma è come noi chiudiamo gli occhi come adesso faremo, chiudiamo gli occhi non per morire, ma per incontrarci con le nostre parti profonde, e non per chiudere, morire, vedete, anche qui vuol dire tante cose, morire dalla vita, morire dal mondo, morire dall'esperienza, non è un raccogliersi, un altro sinonimo, quello di raccogliersi fra noi e noi, lasciare che accada, la meditazione non si può prescrivere, non si può dire adesso vai e medita, vedete che riesce, o quell'altro che gli dà dei consigli, si fa così e fa così, tuttavia chi può parlare della propria esperienza e dire a me è successo questo, mettendo in modo quella tecnica è facile, credendo che si metta in modo una tua capacità di lasciare venire a galla, magari venire a galla, lasciare che le cose vengono a galla, le cose anche più remote, le cose più remote che possono essere profondamente connesse con le cose più superficiali di cui soffri, gioisci, ti allegri, sei spavento di venire a galla, lasciare venire a galla. Allora, un altro aspetto della meditazione è che a differenza di un tempo, anche adesso noi continuamente registriamo un'esperienza che ci entra nell'anima, che si imprime, se si tratta che so io di qualsiasi discorso che ve ne fate, incluso anche una lezione, anche la mia stessa lezione, che si imprime incluse le lezioni che sono fuori di voi, ma vi arrivano da fuori, vi arrivano in casa, vi arrivano da tutte le parti, lezioni che poi sinonomi, sensuali, ma anche di meditazione, fai così, fai così, così va bene, così va male, così è ben fatto, eccetera. Il punto è il poter fare un passo indietro e poter contemplare, poter guardare a quello che ci succede, a quello che ci destra e quindi questo passo indietro che vi propone la redazione, un passo indietro rispetto ai propri ricordi, rispetto alle proprie esperienze attuali, è un passo che ci permette allora di guardare queste cose che ci sono capitate, che ci capitano continuamente nell'intimo, dentro di noi e che ci capitano continuamente fuori di noi. Allora adesso voi come vi metterete a meditare, ecco, il progetto di fondo è quello, non solo questo incontro ma anche il prossimo, quello che farete per quattro ore, di fare un passo indietro rispetto alle emozioni che possono essere di gioia, possono essere anche di nervosismo, di fastidio, di confusione, di rabbia, di paura, quindi emozioni positive, emozioni negative, il poter farlo un passo indietro perché allora quello che emerge a quel punto, se uno fa il passo indietro, lo può osservare e allora voi vi do un'altra immagine e poi magari vi darò un corto con questa storia qui e vi do per un attimo la parola, mi permette di dire quella parola per un attimo perché è tanto un consiglio per noi se voi riuscite poi a registrare delle impressioni su un quadernetto e di volta in volta potervi dire che cosa provate, sono state fatte, eccetera, che forse non avete e poi magari anche nel gruppo potreste portare, sperando di continuare naturalmente, le esperienze vostre che avete fatto oggi in realizzazione, che farete domani, che farete dopo domani, che farete per conto vostro, le esperienze del passato, le aspettative nei confronti del futuro, potete registrare il poter fare un passo indietro. Allora adesso noi ci mettiamo al di prima, così a caldo, se qualcuno fa una qualche breve osservazione su quanto detto può essere interessante, nello spazio di cinque minuti e poi attacchiamo con una meditazione che è giusta chiamare meditazione guidata perché io parlo e voi traducete le mie parole con le vostre azioni, come dire che non sono tanto azioni materiali, ma sono più azioni interiori, psicologiche, spirituali, eccetera. Grazie mille. Prego. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. Grazie mille. 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Altrimenti rimanete con la vostra intenzione profonda e guardatevi. Andiamo avanti per dieci minuti e un quarto d'ora a fare questo esercizio per direzioni breve che ha tutto il suo valore, tutta la sua specificità e non è soltanto relativa a necessità con remedi di fretta o cose di questo tipo. Direzione breve è importante. Ecco, ora che avete, siete giocati un po' con la vostra intenzione potete anche applicare la tecnica che per i giovani conoscono che consiste nel portare attenzione al proprio respiro. Portare attenzione al proprio respiro che entra, fa una breve pausa, esce e fa un'altra pausa. Usare questo sistema ci permette di realizzare concretamente l'intenzione di cui vi parlavo, in maniera costantinista prima, perché se noi portiamo l'attenzione al respiro in qualche modo evitiamo di chiacchierare con noi stessi, chiacchierare con noi stessi nell'essenza di quel pensiero superficiale cui accendavo prima. Allora mi interessa qui coltivare un pensiero che abbia delle radici profonde e non sia parlare giusto per parlare, sia quando ci troviamo con gli altri, sia quando siamo con noi stessi in sogno, magari anche distratti per la strada, chiacchieriamo, magari ci spiaggiamo, come succede ultimamente. Poi magari mi ricordo che io vedo essere presente a se stessi non è un compitimento utile e allora divento attento, magari non sono attento al respiro ma sono attento a dove metto i piedi, che è la stessa cosa infatti. Se nel corso del conflitto che sto proponendo vi distraete non dovete assolutamente preoccupare ma la novità è che state introducendo, perché state meditando questa storia importante di stabilire un contatto profondo con voi stessi. Lo fate anche utilizzando lunghissima tecnica, chiaramente e continuamente connessa con la propria intenzione di auto-osservarsi. Proprio a dire, osservare quello che viene a galla, ma che potrebbe anche non venire a galla, ma è che viene a galla come altro, no? Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Nei momenti in cui voi vi accorgete che vi state distraendo perché la mente, la valvola, viene, come dire, presa da pensieri, come dire, usuali, no? E poi non fate altro se non ritornare con l'intenzione al vostro respiro. È come un appoggiarsi a quello che fare il voto, che fare il silenzio, per mentire. 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