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Tutti a Catania - AUGURI - Vincenzo Bellini Spettacolo teatrale musicale in occasione del 222° dalla nascita di Vincenzo Bellini
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Tutti a Catania - AUGURI - Vincenzo Bellini Spettacolo teatrale musicale in occasione del 222° dalla nascita di Vincenzo Bellini
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Tutti a Catania - AUGURI - Vincenzo Bellini Spettacolo teatrale musicale in occasione del 222° dalla nascita di Vincenzo Bellini
Signore e signori, buonasera. Ben arrivati a Catania. Questa sera ci troviamo in compagnia del grande compositore Vincenzo Bellini. Perché oggi e perché Vincenzo Bellini? Perché oggi sono 222 anni che è nato Vincenzo Bellini, il 6 novembre 1801. Ci caspulseremo a Catania all'epoca di Bellini e abbiamo creato un ambiente storico similare. Bellini è famoso per tante opere, ma abbiamo conto degli essenziali che sono a proteggo nella nostra storia. E sono la Sonnambula, la Norma e i Puntani. Buon asporto. Buonasera genti e gli ospiti. Questa sera siamo tutti a Catania per festeggiare il compleanno del grande compositore Vincenzo Bellini. Sulla scena, Marcello Moscoloni nella parte di Rosario Bellini, padre di Vincenzo. Tiziana Mardi, nella parte di Agatha Ferlito, madre di Vincenzo. Meista, Sciacca, Maddalena, Maroli, primo amore di Vincenzo. Patrizia Giardini, voce narrante. Mirella Cilman, soprano. Cristina Corradini, soprano. Angiano Forte, Cristina Corradini. Ospite, Maria Angela De Pace, direttore della scuola musicale arte e musica. Buon ascorto. Buon ascorto. È mercoledì novembre, 3 novembre 1801 e nell'istante di Carta Bellini, a Palazzo Gravina a Catania, si sentono i vaccini di un bambino. Dopo soli dieci mesi dal matrimonio di Rosario Bellini e Agatha Ferlito, è nato il figlio primogenito di sette figli, due femmine e cinque maschi. Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini. Vincenzo proprio come suo nome, Vincenzo somiglia a Nicola Bellini, detto Vincenzo Serio, a suo tempo rinomato compositore di musica satra, originario di Torricella Feligna, in provincia di Chieri, in Abruzzo, che era come insegnante il grande Nicola Pulpura e che impartì al nipote la maggior parte dei musicali popoli. Vincenzo era nato sotto la magica stella della musica. Ogni notte gli angeli cantavano attorno alla sua pulla. Quando sentiva le loro voci, si estasiava, sollevava la strisolina e ascoltava attentissimo, mettendosi a piacere, quando invece il santo cessava. Senza avere grandi insegnamenti, si mise da solo a suonare il celbano. Si racconta che una sera, a soli cinque anni, nella chiesa dei minoriti, tolse di mano ad un'ambola bassetta e si mise a battere il ritmo della musica, lasciando i musicisti a bocca attenta. Vincenzo cominciò a comporre la musica, che pareva scesa dal paradigmo, tanto era bella, facendolo così a modellare come uno dei maggiori operisti del 1800. Ma vediamo la nostra storia. La scena che svolge la Catania, ridente cittadina siciliana, a Palazzo Gravina-Cruillas, in Piazza San Vincenzo d'Assisi, in centro città, dove vivono in asfitto, in un appartamento di cinque istanze, Rotario Bellini e Acre Tafferrito, rispettivamente il padre e la madre del nostro Vincenzo. L'estero regionale, che apparteneva alla famiglia spagnola Gravina-Cruillas, fu distrutto dal terribile terremoto del gennaio del 1693. Sui ruti di tale edificio, nel 1700, fu costruito l'attuale palazzo. È il 5 febbraio e si ricorda la festa di Sant'Agata, la più importante festa religiosa della città, in onore della Santa Patrona, una tra le feste religiose cattoliche più seguite, proprio per il numero di persone che coinvolge e attira. È prima mattina e la famiglia Bellini è già in fermento. Tutti si stanno preparando per la processione della Santa e Agata, la madre di Vincenzo, corre ogni anno e agita a portare la corona per adornare la stata della Santa, che sarà innalzata nel bancone barocco costruito dal miglior palegnale della città. Rossello Bellini, la compositore e il violinista, salirà sul bancone stesso per accompagnare l'intera processione. Eh, Agata! Anche quest'anno mi fanno fare il primo violino sul cato alla processione della Santa Patrona! Non sei orgogliosa? Orgogliosa sono, ma anche quest'anno non trovano dei giovani che potessero sostituirsi, quindi a diventare vecchio. Anche nostro figlio avrebbe potuto prendere il nuovo. Hai ragione! Gli aspetti Vincenzo potrebbero fare il primo violino. Aiuto! Aiuto, no! E ciò con un grande musicista. Mischino, te lo vedi tu dietro alla processione a suonare il violino con un grande musicista? Buona, buona! Fu chiamato a Catania! Sì, ma anche altri giovani avrebbero potuto prendere il suo posto. No, ma sei vecchio, lo sai! Eh? E' scontato! No, te dici che è scontato! Ma che è scontato? E' scontato! Agata, tu non hai mai capito niente della musica. Questo violino non è scontato. Buona, buona! Cerca di capire le cose! E' scontato! Ci vedi le cose nuove! Non è scontato! Senti! E' scontato! Senti! Tu mi puoi fare inquietare! E' scontato! Caracolato, caracolato è scontato! Agata, tu mi puoi fare inquietare! Vieni, andiamo, Gemma! Torna in cucina, Gemmina! Che c'hai da fare? Io non mi posso... Caro signore, oggi è un giorno importantissimo per Catania. Perché è il giorno della processoione di Sant'Arda. E' il giorno della nostra signora patrona. E io sono orgogliosa di portare in nome della nostra fatta. E sono altrettanto orgogliosa di portare durante la processione questa corona che dovrà cingere il capo del Sant'Arda. E' un ruolo prezioso che riveste ormai da tanti anni. E ricordo che Vicentino da piccolino si è praticato una stanza per cingere la corona. Per pensare che oggi è diventato il grande compositore che conosciamo. Vincenzo Bellini, mio figlio. Ma lui ha fatto degli studi molto importanti. Ha studiato alla Casa Reale di San Sebastiano. Ha studiato al Conservatorio di Napoli. Ed è per questo che è diventato il grande compositore. Ma torniamo alla stanza. Quando io nasci, mio padre fonde fermamente il cuore di questo nome. E io, signori, ho sempre portato a testa alta per augurare questa martire che giovanissima si è torturata nel terzo secolo sotto l'imperatore Deci e subì i peggiori martiri. Pensate che il velo con cui fu coperta e alcune ricche sono conservate in uno scritto d'argento nella nostra cattedrale di Catani. E sapete quante leggende si sono susseguite su questo velo. Addirittura dicono che il velo ne fu porto da una donna perché la martire si potesse coprire durante il martirio. Ma anche ancora dicono che la cintura in velo originariamente era bianco ma diventa rosso proprio perché l'hanno causato con i carboni addensi che bruciavano il corpo della donna. Quante leggende che si sono susseguite ma tutte per onorare questa grande signora, la nostra padrona. E oggi finalmente è arrivato il giorno della proiezione. La proiezione! Che stai facendo, amore? Io vado a prepararmi per la proiezione. Ma no Agata, rimanga, rimanga qua. Sì, rimanga ad ascoltarmi. Mentre io dovrò cantare per il grande Vincenzo Brescini. Grande artista. Era un figlio, lo so. Così lei ricorda a dire se le cose funzionano o no. Va bene, va bene. Presto. Ho la parola perché te lo dico. Può accompagnarmi se vuoi sentire? Sì, ma lui ricorda quando da piccolo Vincenzo si divertiva ad ascoltare il nonno Vincenzo mentre componeva la musica sacra. Il nonno si era immediatamente accorto delle capacità musicali del nipote e gli aveva dato subito, fin da subito, carta e penne. Il piccolo Vincenzo aveva scritto così la sua prima composizione. E quando? A soli quattordici anni, a Napoli, con l'iero di Nicola Antonio Figarelli il quale l'indirizzò nel suo studio di Bergonesi, il nostro... Il grande Bergonesi. Il grande Bergonesi. Componendo alcune armi per voce pianoforte tra cui la celebre Dolente Immagine. Oh, è molto dolente, Dolente Immagine. Sì, il cui testo è stato attribuito al grande amore Mattalena Pumaroli, figlia del magistrato Saverio Pumaroli, che riedita nel 1854 con qualche aggiunta e incisa nel 1913 da Enrico Caruso. Mattalena morì aspettando il padre di suo Vincenzo. Nell'aria Pellicchi trasferisce il suo dolore per la prematura scomparsa del dolce cuore, come soneva chiamata. Eh però, maestro, mi può accompagnare al pianoforte Dolente Immagine? Con velo piacere. Grazie, maestro. Dolente Immagine, in silenzio, per me ti guarda in piedi accanto che più delideri che più delideri Io sognar voglio col potere per mai signor voglio col potere per mai signor voglio col potere per mai signor voglio col potere per mai signor Se di più credo nel mio aiutare io posso accendermi ad altra pace vorrei vivere in alto riposo in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi canti il caldor vorrei vivere in alto riposo e in esti piedi famosa è l'aria della giovane Leilì dopo lo scuro miello cantata nella prima rappresentazione da un autore vestito Jacinto Madras, allora 15 anni Benigni scrisse una lettera del 30 luglio 1831 indirizzata a Luigi Remondini e scrisse un'opera in tre arti semiserie per teatrino del nostro collegio il conservatorio di San Sebastiano eseguita da tutti gli stessi collegiali e per il canto e per l'orchestra la riuscita di quest'opera mi meritò il premio destinato dal re che consisteva nell'onore di scrivere un'opera nel Reale Teatro San Carlo la canzone è stata composta da Luca e Ferdinando ed andò in scena nel maggio 1826 ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 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