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The transcription is about the experience of silence and the focus on the breath. It suggests imagining the breath as a wave that comes and goes, and encourages noticing sensations, thoughts, and emotions as they arise and pass. It emphasizes gratitude for the senses, the breath, and the body, and concludes with a reminder to return to the breath and follow it until the sound of the bell. La campana ci ha introdotto in uno spazio nuovo, o meglio, non nuovo, perché è sempre un nostro spazio, ma diverso. Sentiamo che, in questo spazio, arriva il silenzio e si allarga. E in questo silenzio troviamo anzitutto il nostro respiro. E proviamo a togliere completamente qualsiasi direttività dal respiro e aspettiamo che parta da solo e ritorni da solo. Notiamo, forse, che prima di partire, con l'ispirazione, il respiro aspetta un momento. Questo momento potrebbe essere lungo, corto. E a un certo punto il respiro parte, sale e scende. Ora proviamo a immaginare che il respiro sia come un'onda. Che corre lungo la spiaggia e poi si ritira. Inspiriamo e vediamo l'onda che si forma e poi, espirando, l'onda corre lungo la spiaggia. E poi tornare. Il respiro è come un'onda che corre lungo la spiaggia e poi si ritorna lungo la spiaggia. Il respiro è come un'onda che corre lungo la spiaggia e poi si ritorna lungo la spiaggia. Ora notiamo cosa c'è, cosa c'è in questo momento. Torniamo a un respiro naturale e vediamo cosa c'è, cosa c'è proprio in questo momento, che cosa appare alla nostra attenzione, cosa arriva, una sensazione, un pensiero, uno stato d'animo. Si arriva, per esempio, a una sensazione, come la mano che appoggia o un piede che appoggia o un piede che appoggia. Osserviamo come resta un momento davanti alla nostra attenzione e poi lascia lo spazio a un altro fenomeno, che potrebbe essere un suono, un pensiero. Un'altra attenzione, un'altra sensazione, un'altra sensazione, un'altra sensazione. Sono eventi che appaiano e passano. Arriva qualcosa, poi esce dalla nostra attenzione e arriva un'altra cosa, in un continuo fluire, in una continua rappresentazione, come se fossimo a teatro. Un'altra attenzione, un'altra sensazione, un'altra sensazione, un'altra sensazione. E stiamo con quella curiosità che abbiamo quando andiamo a teatro, quell'apertura, il desiderio di sapere che cosa arriverà. Un'altra attenzione, un'altra sensazione, un'altra sensazione, un'altra sensazione. E infine proviamo a sentire la bellezza di questo, proviamo a sentire, a essere grati per poter assistere e partecipare. Grazie ai nostri sensi, sono delle meravigliose porte. Grazie al nostro respiro, che ci accompagna da quando siamo nati. Grazie al nostro corpo, così meravigliosamente intelligente e così attento ai nostri occhi e al nostro equilibrio. Che ci circonda, di cui facciamo parte attiva, le persone che incontriamo, che vivono con noi o con le quali abbiamo la fortuna di avere degli scampi, degli spazi nei quali abitiamo, la nostra casa, la nostra città. Lardiamo il nostro senso di gratitudine, come se abbarcassimo le braccia in un grande abbraccio. Torniamo ancora dal nostro respiro, sentiamo come sta ora. Lo seguiamo ancora per un po', come se ci conducesse per mano. Fino al suono della campana. Grazie ai nostri sensi, che ci accompagnano, così meravigliosamente intelligenti e così attento ai nostri occhi, così meravigliosamente attento ai nostri occhi, così meravigliosamente