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The podcast discusses the story of Pandora from the book "La bellezza di Medusa" by Sabina Colloredo. Pandora is portrayed as a simple and good-hearted person who is curious. She is warned not to open a vase, but her curiosity gets the better of her. The traditional myth portrays Pandora as the bringer of evil, but this description is seen as incomplete. The story explores the duality of human nature and the consequences of curiosity. The narration is from Pandora's perspective, and other characters play supporting roles. The story is well-structured, with a peaceful beginning interrupted by the gods entrusting Pandora with the vase. Pandora's internal struggle and the motivations behind her actions are explored. The language used varies between refined and colloquial. The syntax is simple, with short sentences and occasional dialogue. The story is set in the past and is written in the past tense. The podcast concludes by recommending the story for its different perspective on the myth Io non sono un perdente, ho lottato e ho fermato il cielo che mi cadeva sulla testa, l'ho stretto tra le mani e l'ho supplicato, baciato e colpito, come se fosse un Dio che si accaniva contro di me, ho fatto quel che dovevo più di quel che potevo, non ho vinto ma non mi sento un vinto, molti eroi per vincere hanno perso se stessi, molti dei hanno rinnegato la loro divinità, io sono rimasto io, ed è la storia mai detta di chi si è smarrito e ritrovato, quella che ti racconto, oggi, qui, tra i miei brandelli di cielo. Buongiorno a tutti e benvenuti a questa nuova puntata del nostro podcast, siamo Lucia, Matilde Sofì e Serena, e oggi vi racconteremo e analizzeremo insieme uno dei racconti del libro La bellezza di Medusa, scritto da Sabina Colloredo. Vecchiaia, celosia, malattia, dolore, pazzia, vizio, sei mani in un unico vaso. Pandora, nome che in greco significa il dono per il mangiatore di pane, è stata creata dagli dei e mandata sulla terra come dono per gli uomini, per dare vita alla specie umana. Insieme a lei, gli dei mandarono alcun vaso, le raccomandarono di proteggerlo e di non aprirlo mai. In tutta la prima parte del racconto, infatti, Pandora attraversa la parte di mondo a cui era destinata, osservando la natura che la circonda e avvicinando gli animali, anche più feroci, senza nessun timore, ma con grande naturalezza e curiosità. È di nuovo il volere della divinità ad interrompere questa fase di tranquillità. Durante il suo cammino, infatti, conoscerà Epimeteo, un uomo molto bello, muscoloso, dai capelli scuri. Di lui Pandora si innamorerà al primo sguardo, e tra loro nascerà un amore, che darà vita a un'altra piccola creatura, e da lì a tutta la specie umana. Esattamente come era fin dall'inizio nel piano degli dèi. Nel racconto, la protagonista Pandora è vista come una persona semplice e buona di cuore, che non disobbederebbe mai, per nessun motivo, agli dèi, una ragazza che vuole semplicemente vivere una vita serena. Fin dall'inizio, infatti, emerge la sua volontà di rispettare il volere degli dèi, custodendo il vaso come se fosse una parte di sé, e quando la curiosità si trasformerà in qualcosa di ingestibile, tormentato tanto da portarla a cedere alla tentazione di aprirlo, sarà un nuovo intervento divino, una spinta verso la disobbedienza che le arriverà da quegli stessi dèi che le avevano affidato il vaso. Nel mito tradizionale, invece, Pandora è vista come la cattiva della storia, è vista come la portatrice dei mani del mondo, come quella che, liberandoli dal vaso, le ha consegnate all'umanità. Secondo il nostro giudizio, però, questa descrizione è parziale, è poco realistica. Nel mondo, infatti, non esiste una netta differenza tra le persone buone e quelle cattive, ognuno di noi possiede caratteristiche di entrambe le nature, e in base alle situazioni in cui ci troviamo, decidiamo quale mostrare. Pandora ne è un esempio concreto, lei, infatti, non è una persona cattiva, ma semplicemente una ragazza curiosa. Io, Pandora, la prima donna. Questa descrizione di Pandora può suggerire un parallelismo tra lei ed Eva, la prima donna nella creazione del mondo, secondo la tradizione cristiana. Entrambe si possono considerare come le capostipiti dell'umanità, ed entrambe hanno ceduto la curiosità di fronte al segreto e all'ignoto, e hanno così portato nel mondo il male e la sofferenza. E io fui eterna, per la prima volta e per sempre, nella mia mortalità. Come si può notare da queste frasi, Pandora ha un doppio ruolo, poiché, oltre a essere la protagonista, è anche la narratrice. La focalizzazione, infatti, è interna per tutto il racconto, perché siamo immersi nei e vediamo costantemente il suo punto di vista. Anche gli altri personaggi che compaiono nella storia fanno da cornice a quanto lei vive. Un esempio conferma di questo è il ricordo che Pandora fa di ciò che suo marito Epimeteo le aveva raccontato a proposito del fratello Prometeo, in una digressione che è anche un flashback, e che interrompe la fabula trasformando il racconto in un intreccio, in cui però Pandora resta la protagonista. Nel racconto del fratello, Prometeo è colui che donò il fuoco agli uomini, disobbedendo al volere degli dèi, che lo pulirono eternamente, incatenandolo su un monte, dove ogni giorno un'aquila gli mangiava il fegato che si ricomponeva durante la notte. Ogni volta che Epimeteo raccontava questa storia, Pandora leggeva nel suo sguardo il desiderio di vendetta, facendo capire perché fosse così arrabbiato con gli dèi. Lui stesso, infatti, le aveva detto che non avrebbe dovuto accettare di tenere il vaso senza mai aprirlo, perché a questo le avrebbe portato solo problemi. Dal punto di vista del suo sviluppo, il racconto è ben costruito. All'inizio, infatti, c'è una stata di tranquillità, che viene però subito interrotto quando gli dèi decidono di affidare alla protagonista il vaso. Da questo momento in poi, Pandora, mandata sulla terra, continuerà a vivere la sua vita serena, ma con il pensiero fisso del vaso e un'attenzione crescente, fino a quando la curiosità prenderà il sopravvento e lei deciderà di aprirlo. In base alle diverse situazioni, il lassico varia, esaltendo parole ricerchiate, come per esempio bofuncio, assillo, ligia, sedendo parole giudocotigano, come sudatamarcia, mammano, figliola, orribili, picro. La sintassi, invece, è semplice. Travare la paratassi, le fasi sono per lo più brevi e formate semplicemente dalla principale e dalla coordinata. Talvolta sono presenti dei dialoghi, soprattutto tra Pandora e Depimeteo, come quando discutono di quello che bisognerebbe fare con il vaso. Il racconto è aumentato nel passato, e questo si può facilmente capire perché i verbi che si alternano sono passato rimuoto e imperfetto. In conclusione, noi ci meditiamo molto in Pandora, perché anche noi, come qualsiasi essere umano, non riusciremmo a evitare alla comprensione di fare una cosa che ci è stata vietata, poiché la nostra curiosità prevale su tutto. Per questo motivo, noi consigliamo questo racconto, soprattutto perché, oltre a essere scritto bene, ci fornisce una versione diversa del mito, in cui possiamo capire i sentimenti contraddittori della protagonista e le motivazioni che spingono Pandora a compiere determinate azioni. Grazie per aver ascoltato questo episodio del nostro podcast. Ci vediamo alla prossima con un altro racconto. Ciao a tutti! Ciao a tutti!