Details
Nothing to say, yet
Big christmas sale
Premium Access 35% OFF
Details
Nothing to say, yet
Comment
Nothing to say, yet
I decided to tell the story of my aunt Lauretta Farina, also known as Laura, because she had a profound impact on my life. This is not a biography, but rather a collection of descriptions and stories about her. The intention is to create about twenty podcasts, released every two weeks, to share anecdotes and aspects of her life. Lauretta was seen as a big sister figure to many, and her nickname reflected her role in relationships. She was born on July 10, 1934, in Caravaggio, Italy. She lived in the same house her entire life and passed away in March 2020, possibly due to COVID-19. Ho deciso di raccontare della vita di Lauretta Farina, mia zia Laura, perché è stata non solo un personaggio in sé, ma perché credo abbia inciso profondamente nella mia vita un solco indelebile rispetto a ciò che sono oggi. Il racconto è quindi un punto di vista, il mio, ma vuole anche essere l'occasione per far raccontare a chi l'ha conosciuta nel mondo qualcosa di lei, qualche aneddoto, qualche aspetto magari non ancora conosciuto. Non è quindi una biografia la mia, ma una raccolta di descrizioni, di fatti, di storie mie e non mie, che presentano lei, Lauretta Farina. So quindi come cominciare, ma non so dove arriverò o arriveremo con quanti vorranno partecipare al racconto, o semplicemente ascoltandolo. L'intenzione è di realizzare una ventina di podcast con un'uscita circa quindicinale, oggi è il 30 marzo 2023 e pertanto ci accompagneremo in questo viaggio, chiamiamolo conoscitivo esplorativo, fino a fine anno circa, mese più, mese meno. Al secolo Laura Farina, ma Lauretta è il nome con il quale è conosciuta e chiamata tra i molti amici del paese e nel mondo. Il motivo di chiamarla Lauretta non so quale origine abbia avuto, ma certamente bene identifica il suo ruolo nelle relazioni con chiunque. Credo venisse riconosciuta dai più come una sorella maggiore, più che un'amica, non perché con una madre, piuttosto una figura guida, ma compagna allo stesso tempo, sorella, da ciò probabilmente il nome, così subito confidenziale, Lauretta, che non rimarcava assolutamente un aspetto fanciullesco, ma al contrario di grande rispetto, dentro una buona, necessaria e un po' privilegiata esigenza, di viverla e sentirla unica per sé. Nasce il 10 luglio del 1934, secondo genita di cinque fratelli, dei quali il primo fu mio padre. Caravaggio, un borgo della bassa bergamasca, è il suo paese natio, che tra l'altro nel 1571 diede i Natali anche al Caravaggio, l'artista, e nel 1962 a me. Io sono uno dei suoi cinque nipoti di primo grado, l'unico maschio, oggi vivo in una parte ristrutturata della casa nativa dell'azia, dove ha vissuto la sua giovinezza e l'ultima parte della sua vita, in centro a Caravaggio, stesso cortile, di fronte a quello che fu l'ospedale della città. L'azia morirà oltre ottantenne, probabilmente per il Covid-19, durante la prima ondata della tragica pandemia, che ha colpito ferocemente gli ospiti delle case per anziani, dove, in una di esse, stava trascorrendo gli ultimi anni della sua vita. Era il 12 marzo del 2020. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org