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QGLN1173-Lago-Comabbio-12
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QGLN1173-Lago-Comabbio-12
The transcription is about the industrial complex on Lake Comoabbio. The complex was advanced for its time, with gas lighting, safety measures, and social services for workers. The textile factory faced ups and downs throughout history, but today it is still operating with government funding. The former buildings are now used as private residences, and the town wants to purchase the villa to showcase its historical significance. The town of Varano, named after the lake, is located on a plateau between the lake and the Vrabbia marsh. The next episode will be the last. www.redigio.it E la storia continua. Nei laghi varesini c'è anche il lago di Comeabbio. Cominciamo a conoscerlo. Il funzionamento del complesso industriale era curato all'avanguardia in ogni particolare. Si pensi che già nel 1856 lo stabilimento era dotato di illuminazione a gas precedendo di qualche anno la stessa città di Varise. Anche nei raccolti coindipendenti si adottarono provvedimenti, norme antinfortunistiche e servizi vari, allora impensabili in altri settori lavorativi. Il reparto filatura utilizzò, non appena possibile, macchine per battere cotone a greggio munite di aspiratori per impedire che il polviscolo fosse respirato dagli operai. Fu poi abolito il lavoro notturno. I saloni, sempre puriti, erano illuminati in modo uniforme da vetri speciali, mentre la ventilazione veniva assicurata da pompe che emettevano nei locali aria raffreddata e opportunamente inumidita. Alla prevenzione degli incendi provvedeva un complesso sistema, costituito da grandi torre munite di serbatoi da 40 metri cubi di acqua ciascuno, che mediante un reticolo di tubi permetteva a ogni operaio di avere a disposizione immediata un potente getto di acqua. In caso di incendio grave poi dovevano entrare in azione le porte di ferro automatiche e isolanti, con speciali uscite di sicurezza per gli operai. Inoltre le maestranze usufruivano di servizi sociali veramente all'avanguardia. Le giovani operaie disponevano, all'interno dello stabilimento, di un convitto con mensa, alloggio e assistenza anche all'istruzione, mentre per gli operai che non potevano tornare a paese durante la settimana c'erano dormitori e nel 1904 il numero dei dipendenti assomava 1700, una cifra enorme per quei tempi che in seguito aumentò notevolmente nel 1929, quando la fabbrica, che nel 1913 era stata venduta dai borghi alla Texiloses e Textilis, poteva vantare duemila operai, cinquantamila fusi e milletrecento telai e non fu il massimo. I ridimensionamenti si ebbero con le guerre e con le varie crisi del settore tesile. Oggi l'ex dominio borghi è incorporato in una ditta di castellanza ed a lavoro un centinaio di operai, grazie anche ai finanziamenti pubblici. A Varano sono tuttora utilizzati come abitazioni private gli edifici fatti costruire dalla tessitura, per operai e impiegati. I più belli fanno ancora mostra di sé nel centro del paese, tra il municipio e la villa che i borghi acquistarono come abitazione per la famiglia. Sorta come dimora di stile barocco, immerse in un parco di cinquantamila metri quadrati, dominanti sia il paese sia il lago, fu venduta ai borghi dal Marchese Trecchi di Cremona. A poco a poco, durante il secolo scorso, la grande villa subì continue modifiche fino a raggiungere l'aspetto attuale, soprattutto per l'opera dell'ingegner Paolo Cesa Bianchi. Il gran numero di locali e ambienti ha permesso ai proprietari non solo di risiedervi, ma anche di creare una specie di museo privato, con raccolte di quadri, oggetti d'arte e soprattutto cimeri storici e preistorici. Oggi l'aspetto esterno dell'edificio, piuttosto malandato, non rispecchia più i fasti di un tempo, anche se i rappresentanti della famiglia Borghi e Lupi, di Moirano, di tanto in tanto tornano a Varano. Oggi è un albergo. L'amministrazione comunale sarebbe disponibile a un acquisto della villa, ma si frappongono evidenti ostacoli di natura finanziaria. Una sua utilizzazione pubblica evidenzerebbe nel modo più concreto e più degno il centro di un paese urbanisticamente caratterizzato dall'epoca borghiana. La stessa vecchia chiesa di Sant'Ambrogio fu eliminata, rimane solo il bel campanile romanico, curiosamente incorporato nel municipio, per lasciare il posto a quella nuova, costruita nel 1903-1904 sul progetto del Cesar Bianchi. Il paese di Varano, diventato comune nel 1808 separandosi da Ternate, vuole ricordare la famiglia degli industriali cotonieri, aggiungendo nel 1906 la denominazione Borghi al proprio antico toponimo. Varano, invece, deriverebbe da un nome latino Varius, oppure, come forse varese, da una radice preromana War o Var, indicante la presenza di acqua. Dai cinque centri che circondano il lago, Varano è forse il più vicino alle sue sponde, anche se non il più basso, trovandosi all'estremità di un pianalto morenico che si inserisce fra la conca del lago e la palude vrabbia. A lungo, il paese ha dato il proprio nome al lago, che spesso ancora oggi viene chiamato di Varano. In passato si è parlato anche di lago di Ternate, tanto che nella sua antica carta geografica, a nostra disposizione, quella del Settala del 1560, i toponimi citati sono Trina e Varan. La prossima è l'ultima delle puntate. www.redigio.it E la storia continua...