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QGLN1165-Lago-Comabbio-04

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Transcription

The transcription is about the history and geography of the town of Comeabbio and its surroundings. It mentions landmarks such as the church and sanctuary, as well as the existence of a castle in the past. The origins of the town are believed to be ancient, dating back to pre-Roman times. The historical period with the most documentation is the medieval period, and the town has been mentioned in various historical records. It also briefly mentions the town's involvement in national events, such as the Garibaldi era. The town was mainly populated by fishermen and farmers, who lived in poverty and faced difficult living conditions. The transcription ends by indicating that the story will continue in the next episode. www.redigio.it e la storia continua nei laghi varesini c'è anche il lago di Comeabbio cominciamo a conoscerlo www.redigio.it da Sansepocro si entra subito nel territorio del comune di Comeabbio un paese dominato da un colle dal quale si possono agevolmente osservare i terreni formati dai depositi glaciali vurniani che degradano verso il lago sulla cima del poggio si trova la chiesa parrucchiale che ha accanto un interessante e antichissimo santuario dedicato alla Madonna del Rosario di pianta ottagonale analogamente a consimile costruzioni romane o bizantine ed è lì che nel 1972 io mi sono sposato entrambi i monumenti sono stati rimaneggiati in particolare la chiesa conserva solo l'originaria dedicazione a San Giacomo mentre il campanile pur con sovrastrutture anche recenti mantiene le antiche caratteristiche del romanico la posizione dominante di questa collina sembra fatta apposta per la fondazione di un castello che infatti qui esistette nell'alto medioevo ai tempi di Sansepocro per il migliore controllo della sottostante strada continuamente percorsa da traffici di ogni genere e perciò ancora nel Cinquecento chiamata strada mercantesca oggi di questo castello non esiste più alcuna traccia anche se Luberti nel 1890 parlava ancora di avanzi ma pare verosimile che la fortificazione dovesse essere collegata a vista con le strutture analoghe di Tornate e Corgeno il paese di Comabio invece si è quasi completamente sviluppato alle spalle del colle in una specie di sella posta fra quest'ultimo e le falde del monte Pelada di 471 metri che separe due laghi di Comabio e Monate le sue origini devono essere senz'altro antiche qualcuno le fa risalire al periodo preromano vedendo nello stesso toponimo un'etimologia celtica com è seno in senatura mentre gli altri lo fanno derivare dal nome personale del latino comavius in epoca romana il vicus di Comabio era già ampiamente conosciuto tanto da avere una necropoli nelle vicinanze dell'oratorio di San Rocco mentre nel V secolo un'iscrizione tombale cristiana riportante il nome di una certa flora fu trovata a Comabio e portata poi a Milano ma il periodo storico maggiormente documentato resta quello medievale come abbiamo visto più sopra tanto che il nome di Comabio viene ripetutamente citato nei carteggi riguardanti le denominazioni di beni in favore del monastero di San Sepolcro e già nel 1005 un certo Biadone aveva donato alla chiesa brusiana il reddito di alcuni suoi beni siti in Comabio perché ogni anno in occasione della ricorrenza della deposizione di Sant'Ambrogio venisse depositata una moneta sull'altare della basilica milanese il nome del paese non salì più alla ribalta in occasioni storiche di risonanza nazionale anche durante l'epopea garibaldina Comabio fu solo sfiorata dalle truppe del generale nell'agosto del 1848 quando erano braccate dall'esercito austriaco guidato dal generale Daspre in compenso però nei mesi precedenti dopo l'insurrezione di Milano Comabio aveva inviato volontari e il suo medico dottor Simonetta chiamato a visitare le milizie radunate a Dangera inoltre il paese nel giugno del 1848 si distinse per la generosa offerta di lire 95 in favore della causa nazionale la cifra appare di grande rilievo se si pensa che ancora nel 1863 su 500 abitanti solo 8 erano iscritti alle liste elettorali politiche tutti gli altri erano pescatori e soprattutto contadini il paese era un agglomerato di stalle e cascinari abitati da una popolazione rurale che viveva in condizioni di estrema indigenza dettagliate descrizioni della vita di questi contadini si leggono nelle corrispondenze di una comabiese di adolzione Ernesta Napollon che per anni condusse la sua tenace battaglia progressista per l'emancipazione degli strati più poveri della società particolarmente toccanti le sue relazioni sulle condizioni di vita delle famiglie contadine di Comabio nei cui casolari mancava tutto persino i piatti e le posate spesso si dormiva in 6 o 7 persone nello stesso locale insieme a mucchi di formentone patate e miglio il cibo era costituito da panne giallo non salato e aceto insuppato nel siero bollito oppure da un po' di riso bollito o insalata o ricotta un piatto di polenta era considerato una festa e spesso l'emigrazione anche quella stagionale per le risaie veniva accettata come una soluzione a questo malessere ma la Napolonna avvertiva sono poche le ragazze che tornano a casa vergine per quanto siano ancora cerve d'età malattie venere figli illegittimi o adulterini ecco i bei guadagni che si portano a casa a cotezze sventurate e spesso con delle buone febbre intermittenti e la storia continua nella prossima puntata www.redigio.it e la storia continua

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