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redigio.it/dati2412/QGLM1124-RF-293.mp3 - RadioFornace 293- - giochi dei ragazzini

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Radio Fornace provides information and opinions. The curtains have been taken down and evaluated, but they may not need to be washed. The gazebos should be dismantled according to regulations. The irrigation systems should be stopped for the season to save costs. The grass and hedges need to be trimmed. Canzonissima and other events will continue, but the volume needs to be controlled. There is a suggestion to have a "Big Brother" style event on a raft in the lake. Kids used to play games involving "muffa" (mold). Words have power and can create reality. We still believe in the magic of words when it comes to certain illnesses. Mille leggenti e residenti, buongiorno. Anche oggi informazione, informative, opinioni, proposte, aminità, curiosità e passatempo, proposti da... 26 di settembre 2022, Radio Fornace, Fornace trasmette nel pomeriggio e vi da queste informazioni. Già fatto lo smontaggio del filo e dei teli, quelli del sipario. I teli sono stati ritirati e si è fatta una valutazione. Saranno da lavare? Secondo me no, diciamo che quel po' di polvere che hanno potrebbe andare bene anche per l'anno prossimo, ma ci dovrebbe essere qualcuno che li deve controllare, che si faccia vivo, affinché per l'anno prossimo quando andranno in pista siano messi in un modo dignitoso. Secondo me possono andare avanti in un altro anno, però è bene che qualcuno li guardi, perché a mio parere, e il mio, quello degli altri, vale molto di più. Però io la mia l'ho detta. Ricordiamoci che anche arriverà la stagione di smontare tutti i gazebi, i gazebi che non hanno avuto quest'anno, non ho visto quella fobia dei gazebi. Sì, gazebi magari completamente chiusi, ma addoperati anche, non tanto. Va bene, comunque, quelli che ci sono vanno smontati secondo i regolamenti. Un'altra cosa che c'è da vedere in questa stagione, anche per quanto riguarda il giardinaggio. Ebbene, le serate sono fresche e anche molto umide. Al mattino, anche se non ha piovuto, l'erba è tutta bagnata, non c'è più caldo una volta e gli impianti di irrigazione non servono più. Quindi potrebbe essere interessante una cosa, gli impianti di irrigazione fermarli completamente, cioè disattivarli, fine della stagione e se ne riparverà fra sei mesi, che non abbiano a continuare a lavorare anche quest'inverno. E questo è uno. Poi anche svuotarli e tutto il resto per mantenerli, fare in modo che non si girino, perché queste irrigazioni hanno un costo, è notevole. Lasciarle rovinare, proprio non serve a niente. Poi anche l'erba, dove prima non aveva voglia in tutta l'estate di farsi vedere, si è fatta rigogliosa. Sarà bene dargli un taglio, probabilmente sarà l'ultimo di quest'anno, ma sarà bene rivedere. Anche le siepi ancora non sono proprio ingigantite, ma un'occhiata si può dare prima di non fare più presenza qui all'interno e si lasciano andare, fa parte delle cure, che è compito completamente nostro. Poi ho avuto anche delle segnalazioni, per l'anno prossimo non potremo fare canzonissima? Eh, bene, nessun dubbio, canzonissima, pomofiore, cose che abbiamo già fatto anche a altri anni, ma si possono ripetere. Purtroppo questa segnalazione dobbiamo tenerla in servo per poterla dare a chi si presenterà per il Ludico dell'anno prossimo, che ancora non si sa chi è. E nel frattempo, con canzonissima e tutto, è proprio questione di volumi, trovare un metodo per controllare i decibel negli impianti sonori alla sera. Per stabilire che in un punto della fornace, in centro, vicino a Camino, ci devono essere questi decibel e non di più. Ai nostri bambini, già quando fanno un miniclub, ha tutta manetta. Siamo capaci di far rovinare le orecchie già da piccoli? Eh, vabbè, però diamoci un'occhiata, perché è una questione anche di salute. Oltre di inquinamento acustico, oltre che di baccano inutile. Diamoci una controllata. Un'altra opzione potrebbe essere, anche per l'anno prossimo, è fantastica. Un grande fratello. Costruiamo una zattera di 60 metri quadri, con delle pareti altre 3 metri, e la portiamo in mezzo al lago. Dentro ci mettiamo chi ci deve stare, gli diamo acqua e viveri per due giorni, e li facciamo stare per quattro. Che divertimento! Ma si può fare? Qualche mente distorta potrebbe dire anche di sì. I giochi dei ragazzini quando eravamo poveri. Con la muffa il gioco acquistava un carattere metafisico. Se ai re di Francia, imponendo le mani, arrivano gli scrofolosi, toccandosi con le mani, i ragazzini trasmettevano la muffa. E inaspettatamente, mentre si parlava di scuola o di sport, uno gridava al vicino, toccandolo con un guizzo della mano. Muffa! E l'altro, come se fosse stato lordato da una cosa immonda, contaminato dalla peste, si affrettava a toccare un altro compagno. Il primo che trovava. Infatti l'invisibile muffa la si riceveva per contatto, ma portava anche un contatto successivo per liberarsene. Così, nella brigata, fino a un attimo prima tranquilla, si scatenavano frenetici inseguimenti. Chi aveva ricevuto l'impalpabile muffa aveva una vittima su cui scaricarla. E siccome il datore e il pezzettore di muffa, pari di età, spesso erano anche nella velocità e nessuno dei due riusciva a sviniarsela, si fermavano insieme, con il cuore in gola e di comune accordo si sedevano buoni buoni, proseguendo in un sorreale io tocco te, tu tocchi me, fino all'infinito. Ovvero, cosa più probabile, fino a che non passava vicino a loro un ragazzino più piccolo, di gamba corta, sul quale vigliacchemente scaricavano la muffa e poi scappavano, sicuri di non essere raggiunti. Le civiltà primitive credevano che la parola, oltre che immagine, fosse anche parte integrante della realtà. Non soltanto lo specchio, ma l'essenza stessa della realtà, insomma. Parola e cosa si identificavano. Bastava nominare il lupo perché esso arrivi, ammonisce un proverbio tedesco, lupus in fabula, conferma Terenzio. Per quei fanciulli dire muffa era come avere la muffa. La parola non avviene forse anche in poesia. La parola crea la realtà, tanto che le civiltà primitive, quanto per fanciulli, stagione primitiva della vita umana. Ma non abbiamo finito di sorridere. Anche noi, adulti moderni e progressisti, crediamo alla magia delle parole ogni volta che citiamo, con imbarazzante perifrasi certe malattie. Temendo che solo nominarle ne evochi la spaventosa realtà.

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