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redigio.it/dati2412/QGLM1123-RF-292.mp3 - RadioFornace 292- - giochi dei ragazzini

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The speaker talks about their current situation, being alone in a quiet place. They mention doing various tasks and maintenance work, as well as their plans for the future. They express contentment with being alone and mention that some people only visit during the warmer months. The speaker hopes that next year there will be more activities and involvement. They also mention the closure of a bar and upcoming changes in management. They reminisce about childhood games and mention a website where the story continues. Milleggianti e residenti, buongiorno. Anche oggi informazione, informative, opinioni, proposte, amenità, curiosità e passatempo, proposti da... Oggi è ancora il 26 di settembre del 2022, sono circa le 2 del pomeriggio, c'è un sole bellissimo, un'aria che è meravigliosa, mi sono fatti un mai minestronio, sono contento anche per questa sera e anche per domani. E in giro non c'è nessuno, o quasi, ma terribilmente ed esageratamente pochi. Si sta bene? Qualcuno dice. Io dico di sì. Sono abituato a stare solo, anche specialmente d'inverno, quando i villeggianti e il campeggio, il villaggio, lo rifiutano. Perché fa freddo, perché è lontano, insomma, hanno tutti i loro problemi e io sono qua da solo. Mi ci sono abituato ed ecco perché sono contento. Sono contento perché anche nel pomeriggio, qui c'è sempre qualcosa da fare, dovremo fare dei lavori in fornace, naturalmente in abbinamento e in aiuto al nostro manutentore che si sta ristabilendo, a quei lavori che ho fatti, tipo togliere il sipario, quello del teatro, tirare via quelle che sono le casse acustiche, rivedere e mettere a posto un po' tutte le cose. Il proiettore è con il suo telone e dobbiamo tenerlo conservato. Tutti quei micro lavoretti che sono fatti, vengono e poi vengono tolti, non si sa perché, però c'è sempre qualcuno che ci lavora dietro. C'è chi è pagato per questo, chi è volontario e lo segue. Seguendo e seguendo, c'è chi segue, c'è chi invece non segue assolutamente niente. Sono quei tali che quando arriva l'aprile, maggio, quando si ricomincia la stagione, vengono a recuperare tutte le loro fisime dell'inverno e le vengono a rigettare qui. Succede anche questo. Spero che si dimenticano, devono dimenticarsi per l'anno prossimo, se ci danno da fare un po' di più quest'inverno, che hanno tutto il tempo per fare tutte le dichiarazioni e gli interventi possibili, ma non ci saranno. Saranno occupati a fare gli affari loro. Speriamo che anche per quanto riguarda il ludico, a quale io non partecipo, nel senso che non ballo, non canto, non faccio giochi in piscina, sostengo che ci siano, dico obbligatorio, quindi che funzioni con l'anno prossimo, probabilmente con i nuovi gestori interni o esterni, questo ancora non si sa. Se sono interni, mi piacerebbe sapere perché quest'anno non si sono presentati, anzi, forse erano nella parte opposta, se sono loro. Se sono altri, benissimo, se lo squagliano, per conto proprio. Con l'anno prossimo comunque non ho tendenza di esserci. Ho già applicato il programma tipo C, che l'ho ben illustrato e spiegato nella Notte Bianca, in televisione quello che ho rappresentato come programmi. Ho già applicato il sistema C, il programma C, anzi, e mi sono procurato anche degli altri impegni sociali molto interessanti, spero più interessanti di come l'ho passato quest'anno. Quindi chi c'è se lo sbrighi e se lo devi sbrigare anche per bene, perché quest'anno hanno fatto tutti festa, oppure con qualche migliaio di euro in più si saranno deviuti degli esterni, i quali possiamo buttarci lì via come quando vogliamo, tanto non siamo abituati, e poi vediamo. Il bar è ufficialmente chiuso, qualcuno, almeno per quanto riguarda la vecchia gestione, comunque dei favori, rimane aperto ancora per domenica prossima, quando ci sarà l'assemblea. Giusto per un favore, ma probabilmente sarà l'ultima volta. Chi saranno quelli nuovi? Vedremo. Ci daranno mano per la castagnata? Bah, vedremo. I giochi dei ragazzini quando eravamo poveri. Fisicamente il più impegnativo era il salta muletta, gioco senza vinti nei vincitori, l'arte per l'arte. Il più tarchiato alla compagnia, il piccolo Marcantonio, sulle cui spalle lasciavano intravedere nel suo futuro dimensioni da armadio, appoggiava a una parete le braccia intrecciate a nido. Poi inseriva la testa, curva la schiena, le gambe ben divaricate e tese contro il suolo. A qualche metro di distanza il compagno lanciava un grido d'avvertimento. «Salta muletta, che vengo!». L'altro a testa bassa rugiva. «Salta, che te tengo!». Una breve rincorsa e il compagno gli montava in groppa. Un terzo compagno, più mingherlino e agile, ripeteva «Salta muletta, che vengo!». Il primo, con la testa ancora più bassa per il preso e il sopraggiunto «Salta, che te tengo!». Con un colpo di reni, il terzo balzava sulla schiena il secondo, e mentre il quarto, più mingherlino di tutti, si accingeva a volare sugli altri tre, la piramide umana, per un improvviso cedimento del sottostante Marcantonio, crollava a terra e il gioco finiva con abrasioni varie. Le ragazzine giocavano a pega, che non comportava sforzi fisici. Segnato sul terreno, con gesso e col carbone, un rettangolo diviso in sei caselle numerate, la concorrente doveva, saltellando su un piede solo, spingere da una casella all'altra una scaglia di coccio o uno di quei sassi appiattiti che biancheggiano sul gretto dei fiumi. Se la pega si fermava sulla linea divisoria, pagava la penitenza. Più sofisticato, l'ham salam, che imponeva alle giocatrici di saltare, sempre a piedi zoppo, da una casella all'altra senza toccare la linea divisoria. Ham, ridava la saltatrice, salam rispondevano in coro le altre, per confermare la regolarità del salto e dell'atterraggio. E fin qui, niente di trascendentale. Ma la cosa si complicava in seconda e terza distanza, quando alla giocatrice veniva imposto di fare il salto a piedi alternati, poi sempre più difficile, passare dalla casella numero uno alla casella numero tre, alla numero cinque, infine procedere al zigzag. Il titolo di campionessa aspettava chi riusciva a fare tutte queste cose ad occhi vendati. www.redijoe.it E la storia continua.

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