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- Il ricordo di Milano da un suo Sindaco - La visita del nipote di Ciang Kai Scheek - La disfatta dei veneziani
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- Il ricordo di Milano da un suo Sindaco - La visita del nipote di Ciang Kai Scheek - La disfatta dei veneziani
www.rediso.it e la storia continua Quando il nipote di Chang Kai Shek venne in viaggio quasi diplomatico in Milano e così lo ricorda il sindaco di quel tempo Un altro ospite venne, poche settimane dopo, da un'altra più misteriosa terra era L. K. Chiang, nipote di Chang Kai Shek un viaggio quasi diplomatico come cinese era bello e c'era nel suo sguardo rivelbero di una storia di secoli parlava correttamente l'inglese e si era dottorato in Europa il dominio di Chang Kai Shek era ancora in contrastato e si parlò soprattutto dell'eroica resistenza dell'invasore giapponese e della sua partecipazione alla seconda guerra mondiale lo invitai a cena, dice il sindaco, alla Casa della Cultura con la rappresentanza consolare del suo parese c'era anche la giunta di Milano al complito mi disse che lo aveva colpito soprattutto la nostra cordialità è come essere vecchi amici e non sono a Milano che da poche ore per la prima volta nella mia vita gli risposi che milanesi sono fatti così e per loro non esiste alcuna destinazione di razza e di origine una cosa sola importa per essi e quale? La realtà il giovane figlio del sole, nipote del presidente della Repubblica Cinese mi fissò a lungo poi disse è bello, molto bello, non me lo dimenticherò mai un milanese, suggiunsi, sa dare la vita anche per la più sconosciuta delle creature di questa terra che abbia bisogno della sua solidarietà ma raramente si riconcilia con un concittadino che l'abbia ingannato io voglio molto bene ai milanesi, dichiarò con una piccola enfasi ed era sinceramente commosso dopo cena andiamo al Palazzo dello Sport da qualche settimana la scala si era trasferita là per una stagione estiva e si eseguiva quella sera il rigoletto e l'immensa sala era grammita di pubblico egli vuole assistere a tutto lo spettacolo e disse di amare molto la musica soprattutto la musica italiana improvvisamente si scatenò sulla città all'uragano la pioggia scrociava rumorosamente sulla volta metallica a tratti sudiva anche il martellare secco e minaccioso la grandine simultaneamente s'addensavano sulla scena il terzo atto i nembi esaltava la fulgore poi non fu più possibile distinguere tra la verità e la finzione e spesso la folla sottolineava con lunghi esclamativi la sincronizzazione non meno fortuita ma meticolosa non mi ricordo che sia mai accaduto qualche cosa di simile disse a mio ospite evidentemente è una manifestazione che al destino ha voluto riservare esclusivamente a lei e alla Cina egli mi sorrisse orgogliosamente come se fosse sensibile a quel privilegio a molti mesi dopo ricordai quelle parole come un inconsapevole ironico presagio un immenso uragano si era scatenato sotto il cielo della Cina e il suono dei cannoni di Mao Tse-Tung incalzava le armate di Chiang Kai-Shek in fuga La disfatta dei veneziani La disfatta dei veneziani le cronache locali di Castiglione e Dada del tempo raccontano con dovizie particolari la guerra ingaggiata dagli sforza per la difesa del territorio lombardo contro la Repubblica Veneta durante una tregua concordata nel 1453 Francesco Sforza aveva lasciato pochi uomini a presidiare Castiglione Francesco Piccinino a capo dell'esercito veneto approfittò della circostanza per impossessarsi del castello non resta non senza averlo prima saccheggiato e lo Sforza allora inviò a Castiglione un suo luogotenente Sacramoro da Parma con rinforzi che sferrarono l'attacco contro i veneziani questi ultimi dopo una canita lotta si dettero alla fuga Nel 1470 Galeazzo Maria Sforza fece spianare le mura del castello per privarlo di quella funzione strategica che tanto interessava la Repubblica di Venezia Insomma, secondo Cronista, pur di arginare le mire espansionistiche dalla Serenissima lo Sforza avrebbe preferito rinunciare a un'importante postazione difensiva www.redigio.it e la storia continua