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Note di intelligenze artificiali
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The speaker discusses the topic of artificial intelligence and its potential benefits and risks. They mention how AI has been used to recreate the voices of John Lennon and Paul McCartney and express their mixed emotions about the experience. They also reflect on the rapid pace of technological advancements and the ethical considerations of recreating synthetic performances of deceased artists. The speaker highlights the power of music to evoke memories and emotions and questions whether AI can be compared to the art of music. They conclude by emphasizing the incomparable nature of human intelligence and the ability of art to enrich and connect with others. In questo periodo si parla molto di intelligenza artificiale, delle potenzialità e dei benefici che questa nuova tecnologia informatica può o potrebbe esprimere in tantissime aree e settori della scienza, allo scopo di migliorare la nostra vita. Si discute anche dei rischi e dei pericoli connessi ad un utilizzo incontrollato e senza regole che fissino dei confini da non oltrepassare. Insomma questa ennesima rivoluzione tecnologica alla quale siamo prossimi o meglio che stiamo già vivendo introduce come sempre scenari dalle molteplici sfaccettature e ancora difficili da immaginare appieno. In tal senso ho avuto modo di ascoltare due canzoni interpretate dalle voci di John Lennon e Paul McCartney, le due colonne storiche dei Beatles e della musica pop di tutti i tempi. Entrambe le voci sono state rielaborate mediante l'intelligenza artificiale, facendo cantare ad ognuno di loro una canzone scritta e interpretata dall'altro. Ebbene, ascoltando i due brani ho vissuto una molteplicità di emozioni, alcune molto nitide e altre che non si sono manifestate subito ma che dopo il primo impatto mi hanno lasciato un retrogusto che definirei agrodolce. La prima sensazione è stata una sorta di incredulità e sbalordimento nel sentire come e quanto quelle voci fossero così reali, così perfette nella tecnica e nel suono, e che se non avessi saputo della loro elaborazione artificiale avrei dato per scontato che i due artisti avessero veramente cantato quei brani. Con questi presupposti potremmo pensare di riascoltare o rivedere grandi artisti del passato esibirsi di nuovo anche in performance inedite quanto attuali, oppure di poter godere ancora di prestazioni sportive di atleti ormai scomparsi che si cimentino con i più forti campioni di oggi. Poi lo stupore provato inizialmente si è via via affievolito, lasciando il posto ad altre considerazioni. La continua e repentina evoluzione tecnologica che quasi quotidianamente ci propone nuove scoperte e frontiere sempre più avanzate, ci ha quasi tolto il gusto della meraviglia. I traguardi raggiunti, e molti di essi hanno sicuramente rivoluzionato la nostra vita, vengono assimilati e bruciati nel giro di pochissimo tempo, sostanzialmente e banalmente dati per scontati. C'è poi un'altra riflessione da fare, prettamente di carattere etico. Sarebbe poi così giusto e rispettoso nei confronti della persona, soprattutto se non più in vita, ricreare in laboratorio esibizioni per così dire sintetiche? Certo, verrebbe sicuramente realizzato, anche se solo in teoria, il sogno di tanti ammiratori nel rivedere o riascoltare i propri beniamini, ma si renderebbe loro un buon servizio nel contaminare la realtà vera e vissuta con quella artificiale? Ognuno avrà le sue risposte, anche in funzione della propria sensibilità a riguardo. Quello che è sicuro è che la musica, una canzone del passato più o meno lontano, è in grado di farci tornare in mente luoghi, persone e situazioni in un istante. A quella canzone è legato un momento ben preciso della nostra vita, del nostro intimo. Spesso sembra scritta per noi, perché rappresenta totalmente noi stessi, le nostre emozioni, desideri, paure o sogni. Infine, è possibile azzardare un paragone fra l'intelligenza artificiale e la musica, una delle più alte forme di arte? Forse sì, entrambe sono generate dal cervello e dall'intelligenza dell'uomo, ma poi autonomamente si sviluppano e progrediscono. La prima può a sua volta generare e sviluppare idee, concetti e ragionamenti. La seconda vive di vita propria, attraverso l'udito riesce a stimolare altre zone del cervello umano, quelle legate ai sentimenti e alle emozioni. Si trasforma e viene percepita in modo diverso da ogni singolo individuo che le assimila secondo la sua personale ricettività e stato d'animo. Ma è nella natura umana che l'arte non ha paragoni, impalpabile ma reale perché nata dal genio dell'uomo, è in grado di trasmettere ad altri esseri umani emozioni e sensazioni sublime e positive, un tesoro che arriva direttamente al cuore, arricchisce e rende migliori. Ed è per questo che l'intelligenza umana non ha ancora paragoni, almeno per il momento. Sono io Aristotici e questo è il mio podcast che si chiama Perché, ma forse lo cambio.