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In the 1980s, thousands of Salvadorans fled to the US to escape a bloody civil war, but they faced discrimination and poverty there. This led to the formation of the Maras, violent gangs that provided a sense of identity and belonging for these marginalized youth. Over time, the Maras evolved into criminal organizations with strict codes of conduct and initiation rituals. In Italy, the Maras have a presence, particularly in cities like Milan, but they are not as powerful or dangerous as their counterparts in Central America. They mainly target fellow South American migrants and engage in criminal activities like extortion and drug dealing. It is important to monitor and understand this phenomenon, but there is currently no evidence of international connections or organized crime involvement. The gangs in Italy provide a sense of family and protection for young migrants who feel marginalized and alone in a new country. While they exhibit some similarities to the Salvadoran gangs, they d Le gang in Italia, composte da ragazzi di origine sudamericana, hanno radici lontane in Centroamerica. Per comprendere meglio il fenomeno e le sue origini abbiamo con noi Anna Clara De Tuglie, ricercatrice dell'Università Statale di Milano, che da anni studia le Maras e i loro meccanismi di funzionamento. Come sono nate le gang in Centroamerica? Dunque, le Maras sono figlie di una migrazione, la migrazione che negli anni Ottanta vide migliaia di salvadoreni fuggire dal proprio paese, che era stato trascinato in una sanguinosa guerra civile destinata a durare 12 anni fino al 1992, e che cercarono rifugio, e in parte anche un futuro migliore, negli Stati Uniti, in particolare a Los Angeles, nella California meridionale. Di fatto però questa sorta di terra promessa deluse la maggior parte di loro, costringendoli a una nuova ghettizzazione urbana fatta di discriminazione, di grande povertà, di esclusione sociale. In una fase iniziale quindi la Maras salvatrucia non fu altro che l'evoluzione violenta di una condizione di disperazione, di abbandono. Quelli che sarebbero stati appunto i Mareros, i Salvatrucios, all'epoca erano dei giovani costretti a vivere una sorta di duplice esperienza drammatica. Da un lato lo sradicamento da una patria divenuta troppo pericolosa, e dall'altro l'insediamento in una realtà, quella statunitense, che li considerava degli indesiderati e che allo stesso tempo era anche già abitata da gruppi criminali forti, consolidati, che ne minacciavano l'esistenza. Quindi questo vuoto affettivo, identitario, venne colmato dalla gang etnicamente connotata, dalla cultura di strada, dai suoi codici, dai suoi linguaggi. Ben presto però quella che appunto era nata come una banda delinquenziale, di ribelli coalizzati contro un mondo che percepivano come ostile, come inospitale, iniziò a mutare i suoi connotati, i suoi obiettivi e anche le sue strategie, trasformandosi di fatto in un gruppo, in un'organizzazione criminale vera e propria, abbastanza forte da resistere anche alle pratiche di espulsione, attuate poi dagli Stati Uniti a metà degli anni 90, che portarono a queste gang a ricostituirsi in un Salvador, in generale in un Centro America, che si era appena avviato sulla strada della transizione democratica. Quali sono le regole interne di questi gruppi? In generale le gang tendono ad elaborare delle regole per disciplinare i vari aspetti della vita del gruppo, la punizione di certi comportamenti, l'autorizzazione a svolgere una determinata azione o che tipo di reazione si debba avere nel caso in cui un compagno venga ucciso. Col passare del tempo la Mara Salvatruccia si è dotata di norme collettive, che fanno parte di un codice di condotta, la cui violazione è punita in modo molto severo. Una volta infatti che viene completato, superato il rito iniziatico, ai nuovi affiliati vengono fornite 13 regole da seguire. Alcune di queste regole riguardano la gestione della rivalità con la gang storicamente nemica della Mara, che è il Barrio 18. Ad esempio c'è il divieto di usare parole che terminano in "-occio", perché c'è l'assonanza numerica che rimanda al nome dei nemici. Non possono formare il numero 8 allacciandosi le scarpe. Nel caso delle donne non possono indossare degli orecchini a cerchio, che insieme all'orecchio costituirebbero un 8. Un'altra regola fondamentale è quella che impone l'obbedienza agli ordini dei superiori, la cui inosservanza è punibile con la morte. E poi c'è un punto centrale che riguarda, come in tutti i gruppi criminali, il giuramento di appartenenza e quindi la promessa di fedeltà, di lealtà e di silenzio. Una volta che si diventa membri della gang l'unico modo per uscirne è con la morte. Poi ovviamente ci sono altre regole di carattere più generale che rimandano all'importanza della condivisione dei beni all'interno del gruppo, l'importanza del non fare la spia, di partecipare alle attività criminali, di reclutare nuovi membri e di portare profitti alla gang. Ovviamente anche di uccidere ogni qual volta ricevano l'incarico di farlo. E come si fa a entrare in una gang? Ci sono dei rituali d'ingresso? Sì, la Mara Salvatruccia prevede un rituale di ingresso che appunto sancisce ufficialmente la rinascita identitaria dell'affiliato come membro della gang. Questo rito consiste nel sottoporsi a un pestaggio molto violento che dura 13 secondi nel caso della Mara Salvatruccia e 18 secondi nel caso del Barrio 18. Questo pestaggio è compiuto direttamente dagli altri affiliati, quindi coloro che sono i futuri compagni del reclutato. L'ingresso nella banda è un processo irreversibile, una volta entrati ovviamente c'è la possibilità di fare carriera, c'è una sorta di sistema quasi meritocratico che valuta la quantità e la qualità degli omicidi commessi. Possibili segni di questa sorta di promozione sono i tatuaggi, che diventano sempre più grandi e più numerosi a seconda del ruolo che si riveste all'interno della banda. Si ottiene ad esempio un nuovo nome, uno pseudonimo intimidatorio che indica la propria posizione nel gruppo e il fatto di poter partecipare a crimini sempre più rilevanti e più complessi. Nel caso delle donne il rituale è diverso, nel senso che c'è la possibilità di scegliere tra il pestaggio e uno stupro di gruppo. La maggior parte delle donne tendono a scegliere il pestaggio perché sembra garantirgli maggior onore dinanzi agli occhi dei futuri compagni. E invece per quanto riguarda le gang composte da giovani sudamericani che ci sono in Italia, in particolare a Milano, queste sono legate alle gang del Centro America? E soprattutto cosa spinge i giovani qui a Milano ad affiliarvi? Sicuramente la Mara Salvatruce e il Bario 18 sono attive a Milano così come in altre città italiane, tra cui Torino, Roma, Genova, Napoli e questo probabilmente riguarda ormai queste città da alcuni anni. Le prime vittime sono sicuramente i connazionali, nel senso che è a loro, alla comunità sudamericana, centroamericana che vive nelle zone periferiche delle nostre grandi città, che gli viene ad esempio imposto con violenza il pagamento di una tassa, una sorta di equivalente del pizzo mafioso. Credo che le gang presenti a Milano non rappresentino una minaccia paragonabile a quella che le stesse gang costituiscono nei paesi di origine, in particolare in Salvador. Nonostante questo è importante sicuramente analizzare il fenomeno e tenerlo sotto controllo. Ad essere reclutati sono i giovani migranti sudamericani di seconda generazione. Ad oggi sicuramente non sappiamo quanti sono gli affiliati in Italia, probabilmente si tratta di circa 2 mila, 3 mila persone. I più grandi hanno 30, 35 anni, i più piccoli possono essere appena adolescenti, 13, 14, massimo 15 anni. Molti giovani affiliati a queste bande spesso sono migranti che arrivano in Italia per ricongiungersi alla famiglia, ai genitori dopo molti anni di separazione. Più che di gruppi criminali strutturati, veri e propri, si tratta però di bande giovanili di matrice delinquenziale. La banda, come in Centro America, anche qui funziona come famiglia sostitutiva a quella originaria, che in questo caso è stata disgregata dal processo migratorio e serve a rispondere al senso di emarginazione, spaisamento e solitudine che questi giovani provano quando arrivano nel nostro paese. Entrare nella banda di fatto fornisce un riconoscimento sociale, perché nella pandiglia ci si sente forti, ci si sente importanti, protetti dal resto del gruppo. In conclusione direi che oggi non si può parlare di reale somiglianza, vicinanza tra le potenti gang centroamericane e le bande giovanili presenti sul nostro territorio, né abbiamo prove evidenti di contatti esistenti a livello internazionale tra di loro. Le bande in Italia si limitano a riprodurre l'aspetto delle gang salvadoregne, quindi abbiamo forse gli stessi codici di condotta, i riti iniziatici, i tatuaggi. C'è sicuramente una componente criminale, nel senso che mirano al controllo del territorio, occupando in primis le piazze di spaccio. Possono essere all'origine di risse, risse di strada, esplosioni di violenza, però manca totalmente ad oggi la caratura criminale e mafiosa.

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