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There was a vain crow who admired the beautiful feathers of two peacocks. She became obsessed with their beauty and began spying on them. She collected some of their fallen feathers and attached them to her own. She proudly showed off her new feathers to her fellow crows, but they mocked her and revealed her deception to the peacocks. They stripped her of the feathers and chased her away. The crow was left alone and avoided by everyone, realizing the consequences of her vanity. La cornacchia vanitosa C'era una volta una cornacchia un po' erochieta che decide di allontanarsi più del solito dal posto dove viveva con le sue compagne. Nell'aereo della fattoria si trovò improvvisamente davanti i due pavoni. Che meraviglia! Non avrà mai visto piume così belle, un po' intimidita, che i due celli dall'aspetto regali chi fossero. Siamo pavoni, si sposano dei due, apprendo a ventare la coda per fare la ruota, e mentre si girava per mostrare la cornacchia e le bellissime penne vario-pinte, fanno il verso dei pavoni. La cornacchia, ammirata, salutò e volò via, ma durante il ritorno continuò a pensare ai due pavoni. Che amante meraviglioso! Chissà come saranno felici così belli! E continuò a guardare triste e amareggiata le sue penne disgraziate. Da quel giorno l'idea fissa della bellezza dei pavoni e della sua bruttezza continuò a tormentarla. Arrivò al punto di non specchiarsi più nello stagno, per quindi in volta diventava sempre più malinconica nel vedere la sua immagine. Poi prese l'abitudine di andare a spiare i pavoni. Li vedeva solenni, impettisi, e l'invidia per la loro bellezza aumentava sempre più. Un giorno si accorse che un pavone aveva perso una penna. La cornacchia aspettò fino al calore del sole finché non vista la raccolse e la nascose. Per giorni e giorni continuò a sorvegliare i pavoni in mio ascosto, e ogni tanto riusciva a recuperare una penna caduta. Quando ne ebbe quattro decise di non aspettar più. Con la resina di pino fissò le meravigliose piume alle penne della sua coda e incominciò a camminare avanti e indietro, impestita, per farse mirare dalle sue compagnie stupefatte. Guardate la mia coda quanto è bella! E ha un uccio sprizzante! Non sono brutte come voi! Fatevi largo! Fatevi passare! Brutte cornacchie speracchiate! Le cornacchie passarono rapidamente dalla meraviglia all'indignazione, ma poi si misero a ridere e incominciarono a prendere in giro la loro vanitosa compagna. Anche se hai quattro penne colorate in più, resti sempre una cornacchia come noi! La schernirono. Siete sciocche oltre che brutte! Dispose la cornacchia piena di boia e decise di andare a vivere con i pavoni. I pavoni, nel vedere lo saroncello, cambiarono la cornacchia per uno di loro, che per qualche motivo avesse perso la maggior parte delle penne, e accolsero con compassione la nuova venuta. La cornacchia, insupervita dall'equivoco, ebbe la cattiva idea, per farse mirare di più, di lanciare un grido come aveva sentito fare i pavoni quando facevano la ruota. Ma il gra, gra, rocco e sgraziato della cornacchia rivelò l'inganno. I pavoni, inferociti, le strapparono le penne non sue e le scacciarono a beccate. Povera cornacchia, tornata triste e malinconica dalle sue compagne, trova anche qui la stessa coigenza. Per aver troppo voluto, si trovò sola ed evitata da tutti.