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Lorenzo Natolino

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Buongiorno, buongiorno Dopaminfood, bentornati qui su Radiabo Centrale Web per una nuova storia di prodotto, di produttori e di addetti ai lavori di consumatori che stimolano la nostra mente. Come sempre a Dopaminfood raccontiamo storie, raccontiamo spunti di riflessione e ci emozioniamo, insieme a chi ci ascolta, proprio per riscoprirci dei veri neurotrasmettitori d'emozione. Sta a noi portare in radio un grande prodotto, fatto a quattro mani sempre in un'intervista e quindi oggi davanti al microfono ho chiamato un artigiano, un cuoco, ma artigiano piacerà questo aggettivo alla persona artigiano della ristorazione, proprio perché ogni giorno nella sua cucina suona una musica fatta di profumi, di sonorità, di tecniche di cottura artigianali. Qui di fianco a me ho Chef Paolo Bodon, sono a Bedizole Brescia, ciao Paolo. Ciao, ciao a tutti e buongiorno ai radioascoltatori. Benvenuto Paolo, grazie a te di essere a bordo di Dopaminfood, questa è una nuova puntata emozionante e posso dire subito qui all'inizio il perché ho scelto te, perché volevo parlare di un argomento un pochettino particolare, la vasocottura e avevo bisogno di qualcuno che in 20 secondi in maniera semplice me la descrivesse, cosa ne pensi Paolo? Certo, certo, vasocottura velocissimo lo dice la parola stessa, dunque cottura nel vaso, la vasocottura è un piatto pronto, sì, ma di grande qualità per le cose che sicuramente parleremo in questa puntata, ma guarda infatti secondo me la parola come hai detto tu è onomatopeica, onomatopeica significa con il suono all'interno e quello è un suono di qualità, un suono di gusto racchiuso in un vaso, io con te vorrei veramente approfondire l'argomento e credo che non basterà una puntata, perché prima di parlare della vasocottura ho bisogno anche di approfondire il chi la fa, il come, chi è Paolo altrimenti non si spiegherebbe nemmeno il motivo per cui siamo qui a Bedizzola in provincia di Brescia alla sua Gola Lago, perché questa è la tua azienda e quindi facciamolo veramente Paolo, ma dai dedichiamoci anche due puntate tutto il tempo che serve per parlare bene di vasocottura, partiamo da te, partiamo dall'attore principale di Gola Lago, in questo caso oramai possiamo definirci amici anche se ci conosciamo da poco, ma abbiamo capito di essere sintonizzati sulla stessa radio, sulla stessa radiofrequenza e prima di parlare di vasocottura vorrei partire da una frase che mi ha colpito di te sulla tua vita da cuoco e da chef, quindi il tuo passato in quel caso facevi riferimento ad un valore a me caro che è la libertà e tu stesso Paolo hai detto che questa libertà la paghi cara, ha un costo alto, a volte troppo alto, cosa significa questa frase nella tua storia? Significa che quando tu fai una scelta come ho fatto io, quale scelta? Che io a 13 anni sapevo già che cosa volevo fare della mia vita, cioè diventare un grande cuoco. Ok, bella questa cosa, da 13 anni la sapevi, ti invidio Paolo. A volte mi reputo un outsider perché tanti alla mia età non sapevano ancora cosa fare, dunque io avevo già le idee chiare e sono partito. Ecco bravo, come sei partito? Perché diamo un consiglio a un tredicenne che ci ascolta oggi, qual è il primo passo che deve compiere per dare benvina a questa sua passione? Caspita Lorenzo, dare un consiglio a un giovane oggi è una cosa abbastanza complicata perché le generazioni sono diverse, i tempi sono cambiati, io però ti ripeto, avevo le idee chiare. Ok, sapevi dove volevi andare e da dove sei partito quindi senza dare troppi consigli? Sono partito dalla scuola alberghiera a Bardolino e poi subito… Cioè lì la vasocottura a Bardolino non sapevi neanche cosa fosse, sapevi che ti piaceva fare il cuoco, sapevi che questa era una vita fatta di sacrificio da subito e dopo la scuola alberghiera sei partito per qualche esperienza, hai fatto collaborazioni occasionali? Io ho avuto una grande fortuna che magari tanti non hanno avuto, di essere subito inserito negli alberghi a un certo livello. Subito inserito, quindi una grande fortuna, secondo me ne hai avuta più di una, poi vediamo se ne troviamo strada facendo. Sì, dopo io sono dell'idea che le grandi fortune, cioè i treni che passano te li devi coltivare e quando ci sali sopra devi proprio acchiapparli e non mollarli più. Dunque io sono andato avanti per la mia strada, dunque stagioni nei 4 stelle, poi nei 5 stelle. Ok, e poi esperienza all'estero? Sì, esperienza all'estero, ho vissuto tre anni a Londra. Hai avuto paura Paolo, in queste prime esperienze fuori sicuramente? Io non voglio fare così, tra virgolette la prima donna, ma che tu ci creda o no, io non ho mai avuto paura, io ho sempre creduto in me stesso, su tutta la mia vita professionale e anche no. Scusa, non abbiamo ancora detto, magari per chi non ti conosce, oggi Paolo quanti anni ha e quelle in 4 stelle, 5 stelle, quelle esperienze, a quanti anni fa stiamo risalendo? Così giusto per dare un'identità a Paolo Bodoni nella sua… Io oggi ho 53 anni fatti pochi giorni fa, l'11 febbraio. Quindi stiamo parlando di 30 anni fa? Eh, sì. Circa? Circa, circa. 20 anni fa? 20 anni che vivo qui nel Parasciano e prima ho girato i migliori alberghi del mondo perché io ho fatto 7 dei migliori alberghi del mondo, insomma dove ho fatto la mia galetta. E' vera questa cosa, me l'ha detta un altro chef durante un'intervista che si prende un po' dappertutto, si mette insieme e si costruisce la propria identità. Sicuramente sì, per esempio io posso definire la mia cucina una cucina classico creativa perché io sono cresciuto con la cucina classica, poi un'altra grande fortuna che ho avuto è quella di avere visto tutti i passaggi del grande maestro Gualtiero Marchesi che ha portato la cucina nuova in Italia e poi tutte le evoluzioni da Ferran Agrià e tutti gli altri maestri che hanno portato avanti una cucina contemporanea. Comunque la cucina deve sempre andare avanti. Qualche idea, per esempio adesso in un vasetto, in qualche vasetto l'avrai portata anche da Oriente dove sei stato? Qualche piccola chicca. Ho dedicato un vaso, un mio vaso, che è il pollo Thai, che è una sorta di pollo al curry per capirci, con il riso nero all'interno dove c'è però una peculiarità già sulla marinatura della carne di pollo e poi della cottura. Perfetto. Siccome voglio parlare anche di ricette, adesso metto questo pollo Thai un attimo nell'abbattitore, lo abbattiamo un attimino perché poi voglio che magari mi descrivi nella totalità questa ricetta, questo vaso di pollo Thai, ma lo facciamo dopo, lo facciamo dopo e a questo punto io direi metto il pollo nell'abbattitore, lo faccio fisicamente e siccome tu hai parlato di un grande maestro, di una grande persona come Gualtiero Marchesi e anche altri nomi, hai citato Ferran, a questo punto io vorrei fare un salto indietro negli anni 70 per descrivere Paolo che è cresciuto a pane e dors, pane e jazz, blues ed altro perché Paolo è, per come ho capito io, oltre che un grande chef, anche un grande soul man e questo soul man tu hai bisogno di una spalla per fare a radio oggi che sarei io e insieme siamo un duo, siamo i Blues Brothers della Vasocottura e quindi proviamo a lanciare questa prima canzone insieme a Paolo, Blues Brothers, Soul Man. Blues Brothers, Soul Man qui su Radiavo Centrale Web, ancora la voce di Lorenzo dal blog www.mysoulman.it insieme a Gola Lago, Paolo Bodon qui a Berizzole Brescia per parlare di Vasocottura, abbiamo parlato un po' del tuo inizio, abbiamo introdotto la tua persona nel primo speech e a questo punto andiamo un po' più in profondità, iniziamo a dare anche solo un accenno, come ti sei accostato alla Vasocottura, cosa ti ha appassionato e ti ha emozionato prima di tutto? Certo, io ho sempre avuto nel mondo della cucina tantissime grandi passioni, una di queste sono sempre stati i vasetti in genere, dai primi approcci con le giardiniere, con i sughi, però negli ultimi anni volevo cucinare dentro il vaso e vedere che cosa saltava fuori. Bravo, la curiosità è sempre fonte di ispirazione e di idee, a questo punto siccome ha incuriosito anche me, vorrei farti una domanda magari un po' scomoda e chiederti a che punto siamo oggi in Italia con la Vasocottura, nel senso che io volevo fare una puntata sulla Vasocottura, non sono un esperto di Vasocottura, ogni tanto mi ci dedico anch'io, mi ci diverto, ma sentivo che mancava ancora qualcosa, anche nella semplice ricerca web, uno cerca Vasocottura, appaiono delle cose che a volte non sono come dovrebbero e quindi ho detto a che punto siamo oggi in Italia con questa tecnica? Secondo me è un po' banalizzata, forse la utilizzano per i catering e nulla più, è solo un inizio quello del catering probabilmente. Sicuramente ahimè in Italia non siamo ancora pronti per tante cose, questa è la mia cosa personale, magari ci sarà gente che non è d'accordo con me e magari qualcuno che è d'accordo con me, la Vasocottura va presentata e spiegata per far capire a chi la approccia e come la può sfruttare al meglio. La Vasocottura oggi, come hai detto tu, è più di presentazione che di cottura, cioè c'è chi dice prendo il vasetto della Vasocottura e gli metto dentro qualcosa, lo chiudo e faccio scena. Per l'amore di Dio ci può stare, ma non è Vasocottura. Per l'amore di Dio è anche bello poter vedere una presentazione in un vasetto, però è riduttivo perché lì dentro c'è una tecnica. Allora la domanda che in questo momento ti faccio è se lì dentro c'è una tecnica, come abbiamo capito, quale aggettivo o aggettivi tu riusciresti a dare a questa tecnica e perché è così particolare? Ci sono diversi aggettivi perché la Vasocottura è una tecnica di cottura che porta mille benefici, anche perché tu, come dicevo all'inizio, cucinando nel vaso, faccio un esempio per far capire ai nostri radioascoltatori, tu puoi cucinare un pollo, uno spezzatino, una verdura, la cucini oggi e la apri tra una settimana e dici wow! Un aggettivo che a me piace molto e anche uno che mi avevi dato l'altra volta è la parola gentile. Gentile è bellissima, è un aggettivo stupendo, la cortesia, è come quando ho alzato il telefono e hai risposto tu, io ho sentito una persona gentile e al tempo stesso la porti dei piatti. Perché è gentile? Io penso, Lorenzo, che per approcciarsi e cominciare a fare Vasocottura devi un po' essere padrone in cucina, devi essere un po' bravino a cucinare perché quando cucini nel vaso non è come cucinare una cosa espressa. Fammi un esempio. Ti faccio un esempio. Un esempio è che tu quando cucini nel vaso e componi la pietanza nel Vasocottura e chiudi il vaso, tu poi il vaso se ti dimentichi qualcosa non lo puoi più riaprire. Perché magari quando cucini al ristorante ti dimentichi il sale, il pepe, un goccio d'olio o chi che sia e puoi sistemare. Con la Vasocottura non puoi sistemare. A questo punto allora la domanda è cosa comporterebbe riaprire quel vasetto e rimetterci le mani che perdo i sapori, perdo gli aromi, perdo molto, un buon 50%. Dunque alla tua domanda e alla tua parola gentile tu man mano che cominci a lavorare sul vaso e trovi l'equilibrio e le calibrature dei gusti, tu arrivi ad assaggiare questo vaso gentile come lo chiamo io perché senti tutta la sinfonia dei sapori di una caponata di una lasagna di una parmigiana o anche delle pietanze un po' più sofisticate. Ok, bello, mi è piaciuta come descrizione. Adesso faccio un passo indietro se possibile. Io se penso al vasetto, penso alla mia nonna che utilizzava questo vasetto per fare la conserva di pomodori piuttosto che le confetture, ma a volte lei ci faceva anche le verdure all'interno, quindi ci lasciava un po' queste zucchine con l'aceto, mi ricordo un po' questi sapori qua, se penso alla vasocottura. Quindi una tecnica che parte dall'antichità sicuramente non abbiamo un cenno storico della vasocottura. In realtà, Lorenzo, ti dico che i primi cenni di vasocottura arrivano dagli antichi romani perché sono state trovate delle cucine dove c'erano questi tavoli di marmo e in mezzo a questi tavoli di marmo c'erano dei buchi rotondi con sotto dei focolari, quindi loro mettevano le pentole dentro ai buchi, accendevano i fuochi e le pietanze cucinavano per svariate ore con il calore del fuoco. Sicuramente oggigiorno è tutto molto più ottimizzato, igienizzato. Ma infatti toccheremo questi argomenti e questi aggettivi che hai dato tu che è l'ottimizzazione e l'igienizzazione perché sono fondamentali nella vasocottura. In questo momento mi hai fatto capire che si va molto più indietro delle nonne, tanto per cominciare, quindi parliamo di tecniche che arrivano da lontano e a questo punto un'altra cosa che tu hai toccato prima è che si parla indentro ogni singola ricetta di equilibrio dei sapori, equilibrio dei sapori mescolata a quella parola gentile iniziale che abbiamo dato prima, quell'aggettivo, mi fa pensare alla vita in generale, cioè se noi siamo equilibrati nelle nostre vite, in quello che facciamo, nell'attività lavorativa, vita privata, piuttosto che riusciamo poi ad essere gentili e a gustarcela ancora di più. Sì, esattamente. Ci siamo? Infatti posso… Devo dire poi tu prima, mi ricordi Paolo qual è la prima grande fortuna che hai detto? La mia grande fortuna è che sono entrato… Hai saputo subito quello che volevi? Sicuramente sì. E ce n'è poi una seconda secondo me, hai usato una frase sempre nell'introduzione di Paolo che mi è piaciuta… Io dico che le fortune, quando capisci di aver avuto una fortuna, la devi sapere portare avanti, io dico così in termine dialettale la chiappi al volo, però poi te la devi mantenere. Te la devi mantenere, infatti tu hai usato questa cosa, non l'hai ancora detto, ma quando ci siamo conosciuti e siamo diventati amici Paolo mi ha parlato di tua moglie, a me mi è impressionato anche la frase in cui hai detto mia moglie mi ha salvato. Sicuramente… Da cosa Paolo? E soprattutto chi è tua moglie? Mia moglie si chiama Monica e… Bravo, bravo, è l'emozione che sei come me. Sì, se io oggi sono arrivato dove sono arrivato è grazie a mia moglie. Lei mi ha sempre creduto in me prima di tutto e mi ha sempre seguito in tutte le cose che ho fatto, in tutti i miei progetti, le mie idee che sono sempre state molto care. Quando hai conosciuto Monica, in che anno? Io e Monica ci siamo conosciuti nell'inverno 95 a Madonna di Campiglio, io tornavo dall'Inghilterra e tra l'altro avevo pensato di fare una piccola sosta italiana e poi partire per l'Australia. Sosta lavorativa? Sì, certo. Non eri a sciare? No, no, assolutamente non ero a sciare e invece poi ho conosciuto Monica e… Hai detto mi ha salvato probabilmente relativamente poi alle esperienze lavorative, ti ha dato una… Sì, noi cuochi siamo sempre stati un po' pazzarelli, dunque… Certo, certo, ci sta. Il nostro lavoro l'abbiamo sempre messo davanti a tutto, però quando cresci e vai avanti soprattutto nella vita… Capisci le cose, è veramente importante. Capisci un sacco di cose. E quindi Paolo, tornando a quell'esperienza londinese del 92-93, lì ancora non facevi vasocottura? No, non facevo vasocottura, lì ero diciamo così, non proprio alle prime armi, però lì ero proprio in fase di sviluppo. A quell'epoca ero nella gerarchia, chi conosce la gerarchia, di brigata, ero tra il demi-chef e il capopartita. Allora non la conosco e magari prima o poi ne parleremo, delle gerarchie di brigata, eri tra il demi-chef e il capopartita, beh sei già zona Champions League forse, o no? Giochi una UEFA dai, per chi capisce di calcio siamo lì, tra le top 7 siamo lì. E quindi ancora non avevi approcciato la tecnica però già spadellavi, sfornellavi, quante ore al giorno lavoravi a Londra? A Londra… 12-13? Almeno. Almeno? Sì. Visto che siamo a Londra e siamo nel 92, mi sembra anche importante, Londra 20 aprile 1992, il più grande saluto della storia, lo facciamo e lo ripercorriamo oggi qui da Bidizzola e da Brescia, con Paolo Bodon e lo facciamo ascoltandoci Somebody to Love, tra le più grandi e riconoscibili canzoni scritte da Freddie Mercury. Londra, 20 aprile 1992, Somebody to Love, Paolo Bodon e Lorenzo Notorino, qua da Bidizzola. Perfetto, andiamo bene. E da Londra, 20 aprile 1992, con Somebody to Love, al 27 di febbraio qui a Bidizzola e a Brescia, insieme a Paolo Bodon, per parlare di vasocottura insieme. E lo facciamo con Paolo proprio quando ancora era un lupo solitario, ancora era a Londra, siamo nell'inverno del 95 e queste qui erano un po' le tue parole, il tuo vissuto, non eri ancora rientrato in Italia e ti rendi conto che lì invece stava succedendo qualcosa di veramente importante con questo concerto del 20 aprile del 92, 5000 luci di scena, 30 tonnellate di tralicci, 175 microfoni, oggi ne abbiamo solo due, ma non siamo in quell'occasione. E qui davanti a Paolo posso magari cominciare a segnarmi 4 piccoli bullet point della vasocottura che andiamo poi ad aprire e a selezionare insieme. I 4 bullet point che mi sono segnato sono il vaso, quindi la scelta del vaso, pulizia, sterilizzazione, la pietanza, la conservazione e la chiusura come step 3 e la cottura come step 4. Dico bene Paolo? A questo punto allora parallelamente con la tua vita abbiamo visto l'ingresso di tua moglie e magari la vasocottura invece dove ha avuto l'ingresso nella tua vita? Più avanti o già nel 95? Qualcosa già facevi? No, la vasocottura è entrata nella mia vita 4 anni fa circa. Ah ok, recentemente. Ma come dicevo prima avendo già la passione del vasetto per giardiniere, sughi e quant'altro io volevo trovare una soluzione, chiamiamola così, per poter cucinare nel vaso. Dunque ho cominciato a esplorare qualche cosa di nuovo, sono riuscito a trovare questi vasi di vetro che mi permettevano di poter cucinare all'interno. Dunque ho fatto un anno di prove, prima 6 mesi di prove tra me stesso e qualche collega amico che confrontavo con loro assaggiando quello che preparavo e poi piano piano quando ho potuto capire che potevo entrare nel mercato, ho cominciato a fare delle degustazioni con varie tipologie di persone dal collega al cuoco, alle persone normali, agli amici, alla famiglia, alla moglie, alla figlia e tutti bene o male mi davano un buon parere. Poi naturalmente c'era piano piano da utilizzare, come quando parti per un bel progetto bisogna sempre ottimizzare un po' di cose. Io piano piano l'ho fatto e oggi sicuramente posso dire che dopo 3-4 anni il pollo Thai che ho fatto la prima volta oggi sicuramente è sviluppato molto meglio, nella sua nota gentile, la marinatura della carne, la cottura, la scelta di 6 spezie da mettere nel pollo. Ma proviamo magari a partire dal primo perché se ritorno ancora alla mia nonna lei prendeva questi vasetti, li raccoglieva, se li faceva mettere via da mia mamma quando li trovava, li faceva bollire per poter sterilizzare il tutto. Da dove si parte Paolo? Da dove si parte che quando a noi arrivano i vasi dal fornitore noi li scartiamo, li laviamo e poi il secondo passaggio li sterilizziamo e il terzo passaggio è quello di mettere la pietanza all'interno e il quarto passaggio è la chiusura sotto vuoto. Ok, partiamo dalla, una volta che li hai sterilizzati, giusto per spiegare il concetto di sterilizzazione, quanti gradi? La sterilizzazione noi la facciamo con i nostri forni professionali a 130 gradi. 130, perfetto. Esattamente, è proprio diciamo, chiamiamolo così, un programma per la sterilizzazione. Ok, a vasetto asciutto quindi, hai usato la parola pietanza, pietanza è generico perché tu potresti metterci, cosa ci cucina Paolo oggi in quel vasetto? Se ti dico, facciamo così giusto per far venire voglia all'ascoltatore, un numero di ricette che hai mai cucinato in un vasetto? Non le avrai mai conteggiato, però se dovessi dirti 10, 100 o 1000 tipologie? Allora, diciamo che io, a oggi, nella nostra linea di vasocottura, io penso di aver provato almeno 60, 70 tipologie di preparazioni, che 40-50 le propongo tra autunno-inverno ed estate-vernalera e poi ci sono certe che sono ancora lì un attimo nel cantiere da riprovare, da ottimizzare e poi da proporre al consumatore. Perché ricordiamolo, Gola Lago è prima di tutto un laboratorio. Gola Lago è un laboratorio, nasce Gola Lago la vasocottura, poi naturalmente io sono un cuoco e nel tempo ho cominciato a sviluppare qualche cena privata, qualche consulenza, i corsi di cucina, eventi, queste cose. Quindi, soprattutto quando parliamo di laboratorio nel senso vero della parola, siamo pronti ad esplorare qualsiasi idea e qualsiasi pista costruttiva anche per la ristorazione del 2025, del 2030 e del 2050, andremo lontano. Quindi in un laboratorio nascono le idee, le si mettono a terra, un po' come è nata questa puntata radio, così, da foglio bianco e da lì si cresce, da lì si prova, si assaggia, si assaggia mille volte come il cuoco assaggia mille volte un piatto prima di portarselo in tavola. Quindi hai detto un numero abbastanza alto ma non troppo, mi aspettavo prima che hai detto 70-80 o qualcosa del genere. Eccezionale, dunque quando tu decidi di fare un vaso nuovo, per capirci, lo devi fare veramente, veramente buono, a 360 gradi, oltre a essere buono deve essere intelligente, deve essere vendibile. Qui si vede la tua identità Paolo, si vede nel momento in cui approcci alle cose, nello stesso identico modo in cui approcci a una trasmissione radio, approcci a un vasetto, cioè inizialmente lo fai in punta di piedi, poi lo fai con una determinata e spiccata propensione al voler capire quello che fai, e poi sempre con un modo gentile vai a riporre le pietanze per poter essere ben conservate. Perché questa cosa, così come la trasmissione radio, è una cosa che deve durare nel tempo, non deve morire, deve rimanere. Sì, esattamente. Bello, bello come concetto, quindi siamo alla pietanza, l'abbiamo fatto, e poi siamo in una fase di conservazione e di chiusura, chiusura e conservazione. Immagino che non tutti i vasetti si conservino per lo stesso tempo. No, dipende naturalmente da cosa cucini all'interno. Per esempio il pollo thai, quanto si conserva? Il pollo thai ha una scadenza, una shelf life di almeno 30 giorni. 30 giorni, buono. Ecco vedi, io avrei pensato molto meno, avrei detto 10 giorni, 15, invece tu mi hai detto 30 giorni, come mai 30? Allora, diciamo che noi, per questa cosa mi piace puntualizzarlo, lavoriamo a stretto contatto con un nostro servizio HCCT, dove quando c'è l'idea di sviluppare un nuovo vaso e poi metterlo sul mercato, noi collaboriamo con il nostro tecnologo, che ci aiuta a capire quanto può essere la scadenza della pietanza. Ah, bello. Sì, perché io oggi ti posso dire, ah ma sai che la mia lasagna ha la scadenza di 35 giorni, ma non perché voglio essere io bello a dirti, a dire ai radioascoltatori questa cosa, no, perché è certificato. E soprattutto sei riuscito anche a delegare un piccolo pezzettino della tua attività, il soul man di prima è già diventato membro di un'equipo, perché c'è un tecnologo, c'è qualcuno che entra la vasocottura, diventa poi a quattro mani, non più una questione di Paolo e il suo vasetto. Per quello che io all'inizio ho descritto la vasocottura come un piatto pronto, sì, ma un piatto pronto di grande qualità, perché ci sono proprio diversi passaggi per arrivare al prodotto finale, cioè io devo comunque prendermi una responsabilità per far uscire dal nostro laboratorio il vaso in genere e certificarlo dai 15, 20, 30, 40, 50 giorni, che può essere una parmigiana di melanzane o uno stufato di polipo. E me la prendo anch'io Paolo, in questo momento che ti interrompo perché voglio cambiare un po' il genere. Paolo, oltre a far capire a chi ci ascolta che la vasocottura non è un monotema ma è un multitema, come ci siamo detti, e anche poi cerco di andare verso l'Oriente perché la tua carriera non si è fermata a Londra, è andata un po' più in là, quindi andiamo nell'Oriente al Deep House e lo facciamo a tema Manila, Manila Palm, Para for Cuba. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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