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During the Napoleonic era, the Cornacchia and Prada families played a significant role in the cotton industry in Lignano. They introduced cotton spinning and weaving to the town and expanded their trade to Livorno, Marseille, Cyprus, and Smyrna. By 1807, there were various silk and cotton spinning mills in Lignano. In the early 19th century, there were also other industries such as leather tanning, silk spinning, lace making, and timber trade. These early manufacturing activities led to the establishment of textile workshops and the growth of the population. Lignano had a population of 2,784 in 1805, which increased to 6,349 in 1861. The town had its own municipal council and municipality. However, with the fall of Napoleon and the return of Lombardy under Austrian rule, Lignano lost its status as the canton capital and became part of the Busto Arsizio district. VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV Secondo le informazioni trascritte dal Pirogano e riportate dal segretario comunale del primo novecento Gian Battista Raimondi, in un suo volumetto edito nel 1913, risulta che all'epoca napoleonica i Cornacchia e i Prada, impiantatisi nel borgo fin dal diciassettesimo secolo, avevano assunto una notevole importanza a Lignano. Essi davano a filare e a tessere di cotone e da loro per primi introdotti in paese non solo dagli abitanti locali ma anche a quelli degli altri comuni limitrofi. Qui sempre secondo Pirogano il commercio del cotone esercitato dai Cornacchia e dai Prada si estendeva a Livorno, Marsiglia, Cipro e Smirne e ciò prova l'importanza dell'azienda che trafficava anche i prodotti di concieria per lami dipinti. E già nel 1807, in un rapporto ufficiale inviato dal Municipio al Governo, risultavano esistenti in Lignano svariate filature di sete e cotone ed altre aziende minori tutte esercitate nella primitiva forma casalinga. In una dichiarazione dell'8 aprile 1823 diretta alla Deputazione del Comune di Lignano, a firma di un certo Enrico Scioc originario di Zurigo e per conto della filatura di cotone e macchine idrauliche, si fornivano le generalità di tre imprenditori esercenti l'attività tessile in Lignano. Enrico Scioc, Francesco D'Apples, Giovanni Scioc, tutti di origine svizzera. Erano elencati inoltre sette dipendenti con le rispettive qualifiche. Eraldo Crum, Favro Ferraio, Enrico Egli, tornitore, Enrico Keller, assistente, Giuseppe Gosti, Giovanni Grassi, Carlo Falcili e Antonio Svertoli, filatori. In un altro documento firmato alla Deputazione Comunale di Lignano, datata 1824, riporta l'elenco dei primi venti commercianti o imprenditori con stabilimento rilevante agli industria in Lignano. Figuravano due mercanti generici, cinque conciatori di pelle, due venditori di tele, un commerciante all'ingrosso dello stesso settore, due filatori di seta, due pizzi camori, due commercianti di cotone, un commerciante in salsa menterie e un altro di legna e un terzo di legno. Infine, un esercente all'attività di ferrarezza che sarebbe ferramenta. Queste prime attività manifatturiere che avevano dovuto, inizio nei secoli precedenti, favorirono nella prima metà dell'Ottocento il sorgere di officine per fabbricare macchine tessili, telai, caldaie e accessori vari, nucleo iniziale di una concentrazione di industrie destinate ad espandersi in pieno secolo. La stessa presenza di manodopera artigiana, già specializzatesi in campo tessile, contribuì all'allocazione nel territorio di Lignano dei grossi compressi di filatura, tessitura e tintoria e quindi l'industria meccanica. Nei primi quarant'anni del secolo, con la crescita delle attività commerciali e artigiane, si raddoppia anche la popolazione del borgo. Da un atto ufficiale al governo napoleonico del giugno 1805 risulta che la popolazione di Lignano in quell'anno ammontava 2.784 abitanti, salita a 4.536 nel 1840, 6.349 nel 1861. Il documento era legato al decreto napoleonico che in quella stessa data riconosceva a Lignano una rappresentanza comunale, costituita dal Consiglio Comunale e dalla Municipalità. Nei comuni terza classe, che come Lignano non superavano i 3.000 abitanti, il Consiglio Comunale era composto da 15 membri, nominati da Prefetto del Dipartimento, che è la provincia, per quattro quinti tra i possidenti e un quinto tra i non possidenti di età superiore ai 35 anni ed esercitanti un'arte, una professione o un mestiere e paganti una tassa personale. Questi consigli comunali erano convocati ed assistiti dal Regio, consigliere del distretto o cantone. La Municipalità era invece composta da un Podestà e da sei o da quattro savi. Nei comuni terza classe erano soltanto due e si chiamavano anziani con a capo un sindaco. Questi erano nominati dal Prefetto mentre gli anziani erano eletti dal Consiglio Comunale, tra i 25 più ricchi o notabili del Comune. I uni, nominati dal Re, avevano la qualifica di funzionario dello Stato. Lignano in quel tempo era capoluogo del Cantone IV, inserito nel distretto IV di Gallerate e Dipartimento di Alona che aveva la sua sede a Milano. Nel decennio del secolo figurava negli atti ufficiali Regio cancelliere del Cantone Annibale Mazza. Il Cantone comprendeva un territorio di 17 comuni con una popolazione complessiva di 12.727 abitanti e cioè Lignano, Cairate, Cascina Masina, Castegnate, Castellanza, Cisrago, Fagnano con Vergoro, Corra Maggiore, Corra Minore, Arnate, Nizzolina, Oggiate Olona, Prospiano, Rescalda, Rescaldina con Rello, Sacconago con Cascina Borghetto e Solviate Olone. Alla successiva caduta in Napoleone e con il conseguente ritorno della Lombardia sotto il dominio austriaco furono dettate nuove norme per le amministrazioni comunali con le quali in sostanza furono ripristinate le disposizioni contenute nelle riforme di Maria Teresa. Ciò avvenne con l'Imperial Decreto del 12 febbraio 1816. Nello stesso anno andò in vigore il nuovo compartimento territoriale della Lombardia che abolì tanto la suddivisione francese come quella austriaca precedente. Lignano cessò di essere così il capoluogo del cantone e fu aggregato al distretto quattordicesimo di Busto Arsizio. In quell'occasione l'archivio cantonale fu spogliato dai suoi principali documenti che passarono così all'archivio comunale di Busto Arsizio. E la storia continua.

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