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QGLN1195-Lago-Varese-04

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www.redigio.it e la storia continua Il lago di Varese Le differenze tra le barche Sono occupate da tre o quattro pescatori Uno dei quali agisce con un solo remo o perdica Ancora oggi i pescatori professionisti che lavorano sul lago di Varese usano barche simili a queste ma le dimensioni ridotte, munite di scalmi alti sui bordi Nei secoli successivi furono introdotti altri tipi di imbarcazione anche per il trasporto dei passeggeri da una sponda all'altra A questo scopo furono fabbricate barche da traghetto in rovere o lacere o larice a quattro remi con una struttura semilunare superiore detta reisceonada coperta da una tenda per ripararsi da sole Più tardi, nell'Ottocento si costruirono pure piccole barche per la caccia di volatili acquatici che, come vedremo, sono sempre stati assai numerosi sul lago di Varese Si noterà che nessun tipo di imbarcazione prevedeva l'uso da vela cioè dovuto all'assenza di eventi periodici o regolari che se talvolta la superficie del lago è increspata o addirittura agitata da improvvise burrasche che possono procurare seri guai a naviganti come è dimostrato da alcuni tragici naufragi avvenuti nei tempi passati Da est a sud possono aspirare due eventi innocui che spesso preannunciano la pioggia Il primo è la bergamasca il secondo l'inverna o inferna come rivedremo sul verbano A nord-ovest arriva talvolta il mergozzo che prende il nome dal laghetto che si trova all'imbocco della Val d'Ossola sul Lago Maggiore I venti più pericolosi arrivano invece da nord Uno è chiamato Madonna del Monte perché scende direttamente dalle pendici del Campo dei Fiori e del Sacro Monte Mentre il secondo, il più infido, è il diretto o settentrione che può sollevare onde di discreta misura e che diventa decisamente pericoloso solo se si scontra con altri venti di direzione opposta I barcaioli della Schiranna tutt'oggi consigliano ai rematori colti da improvvise bufere di riparare lungo la sponda nord-orientale sotto il massiccio del Campo dei Fiori Si ha comunque notizia di naufragi avvenuti nel secolo scorso anche a pochi metri dalla riva Si trattava spesso di mercanti che tornavano il lunedì sera dal mercato di Varese partendo dalla Schiranna e diretti verso Bodio o Calzago Aggiungeremo solo, ma forse pure a malignità che per i contadini e i pescatori l'appuntamento fisso del lunedì a Varese era anche occasione di solenni bevute a base di grappa Negli ultimi decenni il lago divenne pericoloso solo per inesperti nuotatori tanto che ogni anno in estate si registrava almeno un annegato Ma il problema è stato quasi del tutto risolto dal forte inquinamento delle acque con conseguenti divieti di badinazione anche se spesso disattesi da imprudenti spedicieli sulla spiaggia di Gavirate E a titolo di pura curiosità diremo che su una delle due carte itinerarie del Cinquecento di cui si è parlato in precedenza è possibile vedere sulla ripa della schiranna una figura forse umana ma sempre sbagliata sulla spiaggia a godersi il sole Ma tutto ciò è probabilmente frutto della nostra immaginazione perché a quei tempi, ancora più di oggi i riveraschi erano completamente assorbiti dalle loro attività lavorative la pesca innanzitutto come poi l'artigianato e l'agricoltura Varese vantava una lunga tradizione di autonomia più amministrativa che politica tanto che nel 1538 l'imperatore Carlo V aveva solennemente sancito il suo diritto di non essere feudata Questo diritto fu gelosamente indifeso dai Varesini sia nei confronti di Filippo II Duca di Milano sia nei secoli successivi Tuttavia, anche quelli non erano tempi di certezza del diritto Un chiaro esempio ci è dato dalla lunghissima e intricata vicenda riguardante la proprietà e i diritti di pesca dei laghi di Varese come Abbio, Monate, Biandronno poi il laghetto della Bozza sul Lago Maggiore A gettar luce su quei lontani avvenimenti fu per primo l'ingegnere architetto Giuseppe Quaglia che con una paziente e dettagliata ricerca dell'argomento aprì il suo libro Laghi e torbiere nel circondario di Varese 1884 ricchissima fonte di conoscenze storiche e di aneddoti su tutti i laghi e le zone umide della provincia di Varese Ma la storia del lago non finisce qui perché continua con la prossima puntata

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