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redigio.it/dati2511/QGLN1029-Varano-industrie-02.mp3 - Varano Borghi e la trasformazione dell'industria e del paese - 7,34 - - AUDIO -

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The history of Varano Borghi and its industrial and societal transformation. The original buildings in Bofalora were also modified, losing their original characteristics. The land was divided and small buildings were constructed, resulting in the loss of quality. The same fate befell Varano and Bofalora, with the disappearance of their noble buildings and decorations. The lack of planning and the economic boom led to the degradation of public and private properties. Varano became a normal town with a normal poverty of public spaces. However, the growth of the town was orderly and of good quality. The lakefront was spared from heavy transformations. The villa and its park also suffered from neglect and deterioration. Industrial buildings were heavily transformed over the years. Despite this, thanks to the sensitivity of the new entrepreneurs, what could be preserved is still in good condition. www.redigio.it e la storia continua. Varano Borghi e la trasformazione dell'industria e del paese. Una sorta analoga fu subita anche dai più importanti edifici di Bofalora. Anche in questo caso le originarie tipologie furono modificate dalla giunta di volumi architettonicamente impropri. Gli edifici originali, rustici, furono trasformati in abitazioni senza il minimo coordinamento tra le varie proprietà. Cosicché oggi gran parte di quegli edifici ha perduto ogni traccia delle originarie caratteristiche. Insieme con i processi di degrado e di modifica dell'architettura, sia il nucleo di Varano che quello di Bofalora, subirono gran sorte. Quelle che un tempo erano superficie libere, destinate a coltivazioni, furono frazionate, addirittura polverizzate, in numerosissime proprietà, sulle quali progressivamente fu costruita quella che oggi, ironicamente, potremmo definire l'altra Varano oppure l'altra Bofalora. Una messa di edifici di piccole dimensioni, depositi di attrezzi, box per auto, tettoie, intasò progressivamente quelle aree determinando la perdita totale della qualità. Si tratta di piccole costruzioni che, oltre che la pessima qualità tipologica, si caratterizzano spesso per la povertà dei materiali e per la precarietà. Ma dove è finita la nobile Varano con i suoi edifici, con le sue decorazioni? Dove è scomparsa quella forza di premeggiare nella ricerca del bello? È triste osservare che ciò che oggi ancora possiamo vedere è prevalentemente il risultato delle trasformazioni nefaste e non ciò che richiama la memoria, il glorioso passato. Certo è vero, non fu colpa dei varanesi. Ciò che succede qui non fu molto diverso da quanto accade negli altri paesi. Il benessere del boom economico e la mancanza di ogni cultura della pianificazione furono la caratteristica strutturale di quegli anni. Ma mentre il processo di trasformazione su un centro normale può essere tollerato, la particolarità di Varano avrebbe dovuto determinare la negazione di ogni trasformazione. Ma purtroppo così non fu. Il degrado non si limitò certo alle proprietà private. Anche gli edifici pubblici, a iniziare dal municipio, furono subiti interventi trasformativi devastanti. E anche gli spazi pubblici subirono lo stesso destino. Fu così che scomparve la fontana della piazza, che alla società cooperativa di mutuo soccorso fu aggiunta l'impropria pensilina in cemento armato. E fu così che le strade, ahimè, destino di ogni paese d'Italia, furono pavimentate in asfalto con la conseguenza scomparsa delle antiche carreggiate in pietra. Varano divenne quindi un centro normale con la sua normale povertà degli spazi pubblici, con il suo normale degrado, insieme alla sua normale periferia. Perché proprio in parallelo con il processo di trasformazione del centro si avviò la crescita edilizia, l'espansione del paese. Il fenomeno della crescita edilizia, per fortuna, non avvenne in modo disastroso. Un criterio geometrico ordinatore sulle strade consentì di generare un tessuto edilizio omogeneo e, in molti casi, di buona qualità. Forse grazie alla concentrazione di alcune aree in poche proprietà immobiliari e al successivo intervento di una disciplina vincolistica più stretta, la sponda del lago fu risparmiata da pesante trasformazioni. Oggi dal lago lo skyline della collina è ancora ben leggibile, insieme con i suoi elementi forti, le ville e il viadotto della ferrovia, elemento architettonico di pregevole fattura. Anche la villa a bordi non fu risparmiata da processi di degrado. Le facciate iniziarono il decadimento per la riduzione degli interventi in manutenzione e, soprattutto, lo splendido parco di raffinata progettazione subì la stessa sorte. La mancanza di manutenzione ha portato, infatti, progressivamente alla scomparsa di taluni esemplari albori non rimpiazzati e numerose essenze vegetali infestanti hanno finito per rendere inaccessibile gran parte del parco. Il fenomeno di frazionamento e di trasformazione d'edilizia interessò pesantemente anche le costruzioni industriali che, dopo quasi cento anni di vita a Florida e Fiorente, venivano vendute. Nel 1913 la società italo-francese Textiles e Textiloses, con capitali forniti da Girche, acquistarono l'intero complesso mantenendo e incrementando l'attività iniziata della famiglia Borghi. Le nuove aziende, che progressivamente si insediarono dopo, hanno dovuto, per necessità di adeguamento tecnologico, provvedere alla modifica, anche molto pesante, degli edifici esistenti e alla costruzione di nuovi colpi di fabbrica. Fu così che una parte degli edifici industriali storici fu sostituita da normali costruzioni prefabbricate. Fu questo il prezzo del progresso a quale tuttavia non possiamo apporre un giudizio negativo. Infatti, nonostante le esigenze di una mutata produzione, grazie alla sensibilità dei nuovi imprenditori, oggi possiamo dire che tutto quanto poteva essere conservato è ancora oggi esistente e, occorre dirlo con plauso, in buone condizioni. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS

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