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Ma poi si sa come va sempre a finire...
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The speaker discusses the Christmas season and the various activities and obligations that come with it. They emphasize the importance of finding inner peace and joy during this time, regardless of religious beliefs. They mention the task of decorating the house, planning family gatherings, and the stressful process of buying gifts. The speaker humorously compares the experience of shopping during the holiday season to a Via Crucis (Stations of the Cross). They end by stating that they are Evaristo Tisci and this is their podcast called "Perché..." but they might change the name. E anche quest'anno possiamo dichiarare ufficialmente aperto il periodo natalizio. Per i credenti questo è un momento pieno di significati legati alla nascita del Messia. E' raccoglimento, preghiera, fratellanza, gioia, bontà, condivisione familiare. E ritrovarsi in questo spirito positivo e bello, o dovrebbe esserlo per tutti. Non è necessario essere credenti. Ognuno può dare un suo personale senso a queste ricorrenze. E anche un agnostico come me ama poter assaporare in questi giorni quelle sensazioni di ricerca di pace interiore e con il mondo che lo circonda. In questo periodo storico dove in molte, troppe zone del mondo la parola pace sembra essere un lontano ricordo e un traguardo quasi impossibile da raggiungere. Lo spirito del Natale, di un bambino che nasce, dovrebbe farci ritrovare l'essenza del nostro esistere. Poi però c'è tutto quel contorno composto da quelle attività da svolgere obbligatoriamente, volente o nolente. Andiamo ad elencarle. Anzitutto ci sono gli addobbi da fare. E gli addobbi sono molto spesso dei veri e propri traslochi, dalla cantina o dalla soffitta, di tutti quegli scatoloni pieni di palline, luci, strisce colorate, puntali, statuine, oggettistiche per il presepe, addobbi vari per la casa e magari pure per il balcone o il giardino. Tutto andrà rigorosamente sballato, posizionato nei vari ambienti, controllato se funzionante o da gettare se rotto. Contemporaneamente si dovrà togliere o riposizionare tutto ciò che dovrà fare posto a presepi, alberi e gingili vari, tentando di riporlo in modo tale che non si rompa o che non sembri che la casa sia abitata da accumulatori seriali. Ovviamente si è ben consapevoli che l'operazione inversa, che io chiamerei il trasloco di ritorno, verrà inevitabilmente fatta dopo uno, massimo due mesi. A tutte queste incombenze, prevalentemente di tipo fisico, si affiancano poi le attività per così dire più concettuali e forse ancor più snervanti. Anzitutto andranno pianificate le giornate delle festività della Vigilia, del 25 e di Santo Stefano, le case dei vari componenti della famiglia o degli amici che verranno in base nei giorni delle feste. Si dovrà fare molta attenzione che non si sovrappongano impegni di lavoro o eventuali altri inviti ricevuti. Avere gli spazi necessari per contenere tutti i commensali, evitando di chiamare contemporaneamente rami della famiglia o di amici in contrasto tra di loro, scongiurare di fare o di far fare viaggi transoceanici per raggiungere la meta, dividersi compiti e commissioni da svolgere. Probabilmente la pianificazione dello sbarco in Normandia fu meno problematica, chissà. E se questo potrebbe già apparire abbastanza, c'è qualcosa di ancor più impegnativo e sfiancante, i regali di Natale. Ogni anno, anziché recitare la preghierina al bambino nato nella mangiatoia, ci si ripeterà come un'antica anemia che Ah no, lo scorso anno si era tutti d'accordo, niente più regali. Ma poi si sa come va a finire. Eh, ma non puoi mica non fare il pensierino ai bambini. Ok, ma solo a loro. Vabbè, già che ci siamo non puoi non pensare anche all'azia, lo sai che lei ci tiene tanto. Ok, ma solo a zia. Eh, bambini. Pensavo, e se poi gli altri si presentano con un pensierino e noi no? Che figura ci facciamo? Constatato che l'inevitabile quanto tragico rito si dovrà ripetere anche questa volta, il passo successivo sarà trovare i regali giusti per tutti, originali ma non pacchiani o di cattivo gusto, non troppo costosi ma comunque di qualità, che siano espressione di una reale volontà di fare cosa gravita ed in modo personalizzato al destinatario del presente. Così, dopo aver compilato l'elenco dei regali da acquistare, la degna conclusione sarà, al pari dell'atto finale di un dramma teatrale, la lunga e dolorosa via Crucis per negozi e centri commerciali. E anche se non siamo a Pasqua, proprio di via Crucis si tratta, col lungo calvario che porterà a file interminabili nelle strade, nei parcheggi e davanti alle casse, dove delle gentili commesse pronunceranno con un sorriso smagliante, «Grazie, e torni presto a trovarci». Ed è lì che pensando fra sé e sé, ma io cosa ti ho fatto di male per sentirmi dire questo? Si arriverà finalmente al Golgotha, dove, recuperata la macchina dopo lunghe ricerche in parcheggi enormi e tutti uguali, si pronuncerà verso il cielo la famosa esclamazione, «Signore, perché mi hai abbandonato?» Sono Evaristo Tisci e questo è il mio podcast che si chiama «Perché...» ma forse lo cambio.