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The speaker reflects on the modern obsession with technology and social media, highlighting how it distracts from experiencing real life. They mention the importance of being present and observing the beauty of nature and genuine human connections. They argue that while the digital world may seem perfect, it cannot replicate the authenticity and imperfections of real life. The speaker concludes by emphasizing the need to resist the temptation of spending too much time on social media and to fully embrace and live in the real world. La vita è troppo breve per leggere citazioni sulla vita che è troppo breve. Smetti di leggere, vai a vivere la tua vita. Penso che dovremmo prendere sul serio questo consiglio di Kevin Go, magari aggiungendoci anche due gocce di ironia. Ho in mente questa scena. Seduti sul divano, telefono in mano a scorrere senza fine tra foto di gattini, video di ricette che non si cucineranno mai e citazioni profonde che possono rendere chiunque un filosofo per un secondo. Poi arriva come un lampo di luce improvvisa quella frase di Kevin Go, che fa tremare i polsi. Ci si blocca immediatamente a pensare a ragione, ma subito dopo si riprende a scorrere. Così è la vita moderna un eterno scorrere, o scrollare come si usa dire attualmente. Troppo spesso la vita rituale sembra aver preso il sopravvento su quella reale. Quante volte osserviamo il mondo attraverso uno schermo, anziché alzare lo sguardo e vedere cosa ci circonda? Può succedere che camminando per strada, immersi nei feed o post o tweet dei vari social, non si noti nemmeno un intero arcobaleno formato dopo una pioggia estiva. Ebbene sì, un arcobaleno. Un fenomeno naturale che dovrebbe sempre sorprenderci come quando si era bambini e farci sentire un po' più vicini alla meraviglia della vita. Senza dubbio la tecnologia ha portato molte cose meravigliose, ma Graucio Marx tira fuori dal suo cilindro una frase che recita. Ho avuto una notte perfetta, questa mattina non ricordo nulla. Egli descrive in modo quasi profetico come si passa il tempo online. Ci si immerge in un flusso di informazioni e alla fine della giornata cosa rimane? Spesso un senso di vuoto e la sensazione di aver perso qualcosa di prezioso. Il tempo. I social media. Li possiamo paragonare a quei buffet dove si può mangiare senza limiti, ma alla fine si è mangiato in modo disordinato, quasi ossessivo, senza un vero e proprio ordine e, se così si può dire, si è sazi solo di rimorsi. Eppure si continua a tornare, cercando quella connessione col mondo che sembra sempre a portata di clic, ma mai realmente soddisfacente. Quante volte durante una cena con gli amici ci si rende conto che tutti stanno guardando i loro telefoni invece di parlare fra di loro. Qualcuno dice, sembra che siamo usciti insieme solo per postare foto della nostra serata. Non ci siamo detti un granché, ma in compenso abbiamo fotografato tutto il menù. Si ride, ma la risata ha un retrogusto amaro. La vita reale sta scivolando via, nascosta dietro uno schermo. Se ci si ferma a riflettere si capisce che le cose più belle della vita spesso non vengono catturate dalle fotocamere. Non si può fare uno screenshot di un tramonto e sperare che abbia lo stesso impatto di come lo si percepisce da vivo. Confucio diceva, non importa quanto vai piano, l'importante è non fermarsi mai. Eppure l'esistenza digitale fa fermare continuamente per prendere appunti di una vita che non si vive mai davvero. Da un po' di tempo mi capita di fare un percorso a piedi di circa un chilometro per arrivare al posto di lavoro. Ne ho approfittato per lasciare lo smartphone nello zaino, essere in silenzio con me stesso e godere delle immagini che accompagnano i miei pensieri. L'aria, così diversa a seconda delle stagioni, i colori del primo mattino, le case coi loro giardini, le siepi e gli uccelli che le popolano, qualcuno a passeggio col proprio cane. I pensieri si adattano a quelle immagini, magari legandole ad altre simili già vissute o proiettandole in un futuro ancora da assaporare. È curioso di come ci si sia abituati a vivere in due mondi paralleli, uno reale e uno virtuale. Nel mondo virtuale tutto è perfetto, filtrato, modificato, per sembrare meglio di quanto sia in realtà. Nel mondo reale ci sono imperfezioni, ma anche una bellezza autentica che nessun filtro può riprodurre. Come disse Oscar Wilde, si te stesso, tutti gli altri sono stati già presi. Forse ce lo dovremmo ricordare più spesso e vivere la propria vita autentica, con tutte le sue imperfezioni. Perciò, quando non strettamente necessario, sarà importante per me resistere alla tentazione di perdere troppo tempo sui social e ricordare la frase di Kevin Goh, lasciare in tasca il telefono, uscire e guardare il cielo. Chissà, si potrebbe scoprire che la vita è troppo breve per non viverla pienamente. Voglio tenere a mente questa frase di John Lennon, la vita è quello che accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti e tornare a vivere, non solo virtualmente, nel mondo reale. Poi ho scritto, tutti gli aforismi usati non hanno subito nessun tipo di maltrattamenti, almeno spero. Sono Evaristo Tisci e questo è il mio podcast che si chiama Perché, ma forse lo cambio.