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PODCAST N. 54 - È  L’ULTIMA?

PODCAST N. 54 - È L’ULTIMA?

Evaristo TisciEvaristo Tisci

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Riscrivere la regola dell’ineluttabilità del tempo

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AI Mastering

Transcription

The speaker reflects on how artificial intelligence is opening new horizons in various sectors, particularly in the arts and music. They discuss the use of AI to improve the quality of a recording made by John Lennon, which was then completed by the other Beatles members. The result is a new song from the band, even though they disbanded in 1970. The speaker acknowledges the ethical debates surrounding the recreation of deceased artists' work using AI but finds the concept fascinating and magical, allowing for a reunion with the past. They express their personal connection to the Beatles and the emotions evoked by the new song. The speaker concludes by mentioning their podcast called "Perché, ma forse lo cambio" (Why, but maybe I'll change it). Qualche tempo fa riflettevo su quanto l'intelligenza artificiale stia aprendo nuovi orizzonti in moltissimi settori. Non mi soffermo sui dubbi e gli eventuali rischi che questa tecnologia porta inevitabilmente con sé. Sarebbe un argomento talmente vasto e con scenari ad oggi ancora molto indefiniti per avere un'idea chiara su come verranno riscritte molte delle nostre abitudini quotidiane. Quello che mi colpisce maggiormente è la parte per così dire poetica, ossia quando l'intelligenza artificiale viene usata nell'arte in genere e nello specifico nel mondo della musica. E la considerazione che feci fu quanto mi impressionò ascoltare le voci riprodotte in laboratorio di John Lennon e Paul McCartney. E neanche a farlo apposta, a distanza di poco tempo, ecco che grazie all'intelligenza artificiale viene pubblicato un nuovo singolo dei Beatles, dopo più di mezzo secolo dal loro scioglimento e con due di loro purtroppo non più fra di noi. È stato per l'appunto proprio grazie alle nuove tecnologie che si è potuta migliorare la qualità di una registrazione amatoriale fatta su una musica setta da John Lennon. Si era seduto al pianoforte ed aveva abbozzato una canzone. Poi dopo la sua morte Yoko Ono diede la registrazione agli altri tre che nel 1994 ci lavorarono per completare quella canzone. Ma malgrado gli sforzi fatti non si riuscì ad avere una qualità sufficientemente buona per pubblicare un brano degno del loro nome. Fu così che il progetto venne prima accantonato e poi anche in seguito alla morte di George Harrison definitivamente scartato. Ma ecco che a distanza di quasi 30 anni la nuova tecnologia ha reso possibile isolare il cantato di Lennon dal suono del pianoforte. A questo punto si è potuto aggiungere il lavoro vocale e musicale degli altri componenti della band, compreso quanto già fatto a suo tempo dallo scomparso Harrison. Il risultato è una canzone nuova appartenente al gruppo che ha rivoluzionato il mondo musicale pop, ormai sciolto dal 1970. Si potrà discutere se questa, definita come l'ultima canzone dei Beatles, sia veramente un brano del gruppo piuttosto che di un suo solo componente, o sull'opportunità di ricreare in laboratorio qualcosa che nella realtà non sarebbe stato possibile, con inevitabili polemiche dal punto di vista etico. E anche se questo tipo di operazioni musicali sono già state realizzate in passato, l'intelligenza artificiale è in grado di superare barriere fino ad oggi impossibili, come per esempio produrre brani inediti di artisti scomparsi, secondo i loro consueti canoni stilistici. Lascio alla personale sensibilità di ognuno di noi fare le proprie valutazioni morali. Quello che a me interessa e che in qualche modo fa sognare è senza dubbio l'aspetto fiabbesco e un po' magico legato al tempo. Avere la sensazione di modificare o addirittura riscrivere la regola dell'ineluttabilità del tempo, poter giocare col passato mischiandolo col presente, rompere la barriera che ci impedisce di interagire in un mondo parallelo con chi non è più del mondo reale. Tutto questo è dal mio punto di vista semplicemente affascinante con un pizzico di poesia, è poter ritornare a credere alle favole, anche a quelle più lontane dalla realtà, come quando si era fanciulli. Avevo pochissimi anni quando i Beatles si sciolsero, li ho conosciuti ed amati da adolescente, quando l'uccisione di Lennon annientò definitivamente il sogno di rivederli insieme. Grazie all'intelligenza artificiale è stata possibile la loro reunion, anche se solo in modo virtuale, ma l'emozione e i brividi suscitati da Now and Then, quelli no, quelli sono reali. Sono Evaristo Tisci e questo è il mio podcast che si chiama Perché, ma forse lo cambio.

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