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PODCAST N. 53 - IL BRANCO

PODCAST N. 53 - IL BRANCO

Evaristo TisciEvaristo Tisci

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C´é gruppo e gruppo...

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Transcription

The speaker discusses their fascination with nature and animals, particularly through watching documentaries. They also talk about how living organisms adapt and change over time to survive in different environments. The speaker then relates this to their own situation at work, where they have been dealing with difficulties with their colleagues. They highlight the dynamics within a work group and the challenges of coexisting with diverse individuals. The speaker expresses their disappointment in the lack of positive relationships in their current work environment and the division within the group. They mention a person who tries to assert themselves as a leader without the qualifications and the speaker's refusal to recognize their leadership. The speaker also mentions that the group has engaged in behaviors that could be classified as mobbing. They compare their situation to a lion being surrounded by hyenas, highlighting the need to react and defend oneself. The speaker concludes by Quante volte mi sarò fermato a perdermi nel vedere dei documentari sulla natura e sugli animali. Li amo molto e rimango affascinato sia per le immagini che illustrano la varietà della flora e della fauna che popolano il nostro pianeta, sia per come tutte le specie viventi reagiscano e si modifichino nel tempo in funzione del mutamento dell'ecosistema o della necessità di sviluppare e migliorare le loro caratteristiche per sopravvivere alle avversità e agli ostacoli che madre natura mette loro di fronte. Negli ultimi tempi anch'io mi trovo a dover reagire e modificare la mia mente per mettermi in condizione di superare gli ostacoli e i pericoli che mi trovo ad affrontare. Nello specifico mi riferisco ad una difficile situazione che ormai da tempo vivo in ambito lavorativo con alcune colleghe e che ultimamente è arrivata al culmine della sopportazione, almeno da parte mia. Non voglio entrare nei dettagli, anche perché per me sarebbe complicato farlo ed estremamente noioso per chi, disgraziatamente, dovesse imbattersi in queste righe. Inoltre non sono così importanti gli accadimenti, che peraltro sarebbero rappresentati solo dalla mia versione, quanto invece costituiscono grande interesse i meccanismi che si vengono a creare all'interno di un gruppo, in questo caso lavorativo. E il gruppo è composto da circa una mezza dozzina di persone, persone diverse per età, sesso, provenienza geografica, cultura e formazione, esperienze di vita e di lavoro. Gli andamenti che regolano un gruppo di lavoro sono diversi da quelli che governano altri tipi di aggregazioni, come ad esempio un gruppo di amici. Questi ultimi scelgono volontariamente di coesistere, e il gruppo diventa un collante che protegge e stimola. Il gruppo fa sì che si trovi il gusto e la leggerezza dello stare insieme. Il gruppo di lavoro è fondamentalmente un'aggregazione, per così dire, coatta. Le persone non scelgono volontariamente di condividere spazi e di coesistere per almeno otto ore al giorno, cinque giorni alla settimana. Questo comunque non inficia la possibilità di trarre positività e trovare persone con le quali risulta bello ed appagante convivere durante il lavoro, così come non è sempre tutto rose e fiori far parte di un gruppo di amici che poi, in fin dei conti, tanto amici potrebbero non essere. Nelle mie esperienze precedenti lavorative ho fatto parte di gruppi di lavoro fantastici, e ho avuto la fortuna di conoscere e lavorare con tanta gente in gamba, alcuni dei quali sono ancora dei cari amici. Purtroppo mi rammarica constatare che nell'attuale ambiente di lavoro non ci siano proprio le condizioni per avere dei buoni rapporti umani. I meccanismi dei quali facevo primacenno hanno portato il gruppo a spaccarsi in due, io e loro. Nel tempo questo divario si è sempre più acuito, e il motivo principale è la volontà implicita di essere o comunque di atteggiarsi a capo da parte di una persona, pur non avendo né ruolo né qualifica, ed il mancato riconoscimento da parte mia della sua presunta leadership. Persone con meno personalità, quelle che per il cosiddetto quieto vivere si chiudono il naso e perfino le ultime due arrivate hanno accettato questo stato di fatto. Nulla da eccepire da parte mia se questo le fa vivere bene senza rigurgiti di coscienza o di amor proprio. Ciò che supera il limite della decenza e della sopportazione è il fare gruppo non a favore di qualcuno, ossia del capo in pectoris, ma l'essere gruppo e fare da esercito contro qualcun altro del quale poco si sa e nulla si dovrebbe avere a che discutere. Il fatto poi che il gruppo si sia spinto oltre un certo limite, sconfinando anche a detta del capo, quello vero, in quello che si può configurare come mobbing, lascia intendere che i loro partecipanti possano ora avere, per usare un eufemismo, qualche piccolo grattacapo. Accennavo all'inizio che mi piacciono moltissimo i documentari e quelli che amo di più sono quelli sui grandi felini della savana. E la scena che ultimamente ho spesso alla mente, e nella quale mi ci riconosco molto, è proprio quella del leone che viene circondato dalle iene che lo attaccano per ferirlo fisicamente o magari ucciderlo per sottrargli la preda. Può però anche succedere che il leone attaccato reagisca. Sono Evaristo Tisci e questo è il mio podcast che si chiama Perché, ma forse lo cambio.

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