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Psicologo, confessore, giudice
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Psicologo, confessore, giudice
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The speaker talks about the power and challenges of looking at oneself in the mirror. They mention how the mirror reflects not just our physical appearance but also our inner thoughts and emotions. They discuss the importance of being honest with oneself, facing one's fears, and accepting and changing for the better. The speaker also mentions how the mirror is a tool used by various professionals, such as tailors and choreographers. They conclude by saying that looking into the mirror and accepting oneself is the key to finding inner harmony. Esiste un oggetto che spesso si ha paura di usare, col quale non è sempre così facile venire a contatto, che ha il potere di metterci alla prova ogni volta che ci capita di fronte. Potrebbe essere un indovinello, un gioco da fare in una di quelle sere d'inverno in compagnia di amici. In realtà non è questo il mio scopo. Ho solo messo in fila le prime sensazioni o descrizioni che mi sono venute in mente di questo, voglio definirlo in modo forse riduttivo, utensile. Sto parlando di quel tanto amato o odiato altro me, proiettato in un mondo riflesso, attraverso lo specchio. O, se si volessero usare termini ed immagini attualissime, il nostro avatar nel nostro personalissimo metaverso. Quando mi guardo allo specchio non riconosco più quella persona nell'immagine riflessa, non vedo quel ragazzo che sono stato. Quante volte mi sarà capitato di pensare queste frasi la mattina, incontrandomi in quel vetro riflettente. Nulla come uno specchio ci mette alla prova, e non solo da un punto di vista meramente esteriore, dove quotidianamente si vanno a fare conti con tutti quei difetti o problemi estetici che tanto affliggono il nostro umore. E, al contrario, ci conferma che gli enormi sacrifici fatti con diete ed esercizio fisico sono stati ripagati. Ma lo specchio è anche un insostituibile strumento di lavoro per alcune categorie. Mi figuro come potrebbe essere complicato fare a meno di questo fedele compagno per i sarti e gli stilisti, i coreografi e il corpo di ballo, e chissà quante altre categorie ci saranno ancora. Ma il vero banco di prova con lo specchio non è tanto l'immagine riflessa che cambia inevitabilmente con l'inesorabilità del tempo, col quale non è mai possibile competere. La vera sfida è quella di confrontarsi con questo psicologo silente, un confessore laico che non darà soluzioni né penitenze, un giudice che non giudica ma ascolta e parla senza dire una sola parola. La vera sfida è riuscire a guardarsi negli occhi, di mettersi a nudo con se stessi, di reggere lo sguardo della verità, di confessare alla nostra coscienza ciò che senza lo specchio riusciamo spesso a nascondere, soprattutto a noi stessi. Superare la fatica opprimente del parlare sinceramente alla propria coscienza, del riconoscere i propri errori e cancellare quegli ostacoli che ci immaginiamo solo per avere un alibi sempre pronto. Affrontare il giudizio della nostra anima, accettarlo e cambiarlo il meglio se possibile. E come spesso accade, un aforisma molto appropriato aiuta a sintetizzare concetti e pensieri forse troppo vasti. Superare e sconfiggere la paura di incontrare il nostro sguardo nel vedere cosa c'è dietro quegli occhi sarà l'unica possibilità di essere in armonia con se stessi. E magari anche per dire a quel ragazzo di tanti anni fa, in fondo non sono cambiato qualcosa in tanto. Sono Evaristo Tisci e questo è il mio podcast che si chiama Perché, ma forse lo cambio.