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L’innamoramento è un bluff?

L’innamoramento è un bluff?

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Intervista condotta da Daniela Cremoni di RigeneraLife. Perché ci innamoriamo? Ha senso dire che ci si innamora della persona sbagliata? Perché l’innamoramento finisce sempre? L’innamoramento è un bluff o un preludio a qualcosa di più sfidante e importante? Le risposte nell’intervista...

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Transcription

In this episode, the host and Dr. Elena Dragotto discuss the importance of falling in love and the role it plays in our personal growth. They explain that falling in love is not a bluff, but rather an opportunity for self-discovery and evolution. They emphasize that there is no such thing as the wrong person and that relationships can teach us valuable lessons about ourselves. They also discuss how falling in love allows us to embrace different aspects of our personality that we may have suppressed. Overall, they highlight the transformative power of love and the importance of taking responsibility for our own growth in relationships. Buonasera, bentornati a un nuovo episodio del nostro programma di giornalismo. Bentornati alla nostra diretta del mercoledì e bentornata la nostra dottoressa Elena Dragotto. Ciao Elena. Buonasera, buonasera a tutti. Come la regina, come la regina. Allora, perché sta con noi Elena Dragotto? Perché come laureata in psicologia, counselor e formatrice di Voice Dialog, io volevo affrontare la situazione delle relazioni, perché le relazioni sono importanti, perché attivano una serie di meccanismi e volevo parlare appunto con Elena dell'importanza dell'innamoramento. Quindi, volevo proprio partire chiedendoti perché ci innamoriamo? Siamo in questa situazione? Allora, perché ci innamoriamo? Diciamo che l'innamoramento, innamorarsi di qualcuno, fa parte dell'attrazione, ma fa parte di, ecco, mi vien da dire di un piano divino addirittura, di un piano dell'universo per aiutarci a recuperare parti di noi che abbiamo messo via. Quindi, quello che è interessante, l'innamoramento appunto fa parte di questo intento dell'esistenza di aiutarci nell'evoluzione e nell'equilibrio. Di chi ci innamoriamo? Questa è forse la domanda all'inizio più interessante. Ci innamoriamo di qualcuno che scopriamo essere nel tempo un rappresentante di tutte quelle parti di noi che non amiamo in noi. È pazzesco, eh? Pazzesco, perché dici come, non le amiamo in noi e ci innamoriamo là fuori? Sì, perché questa persona che ci fa innamorare ci porta qualcosa che è utile alla nostra evoluzione. Questa sera parlerò poco dei policini, dei batticuori, perché non è questo l'intento di nessuna relazione, meno che meno quella d'amore. Quindi, visto il titolo, l'innamoramento è un blef? No, assolutamente, l'innamoramento è una porta che si apre, è un'opportunità che ci viene offerta. È una lezione, sono una serie di lezioni spirituali che si iniziano a intravedere. L'innamoramento è la porta. Entriamo nella relazione, stiamo parlando ovviamente di una relazione di coppia, ok? L'innamoramento ci aiuta ad avvicinarci a questa persona, quindi non è assolutamente un blef, è una porta, questo è quello che non capiamo. Perché l'idea, che non è a caso nostra, perché tutti i libri che ci leggono anche da piccoli, tutte le principessi, i principi, eccetera, vengono travisate intanto, travisate assolutamente queste favole, perché non significano quello che pensiamo. Comunque, detto questo, tutte queste favole, tutti i romanzi, i film, l'innamoramento è eterno. L'innamoramento è la porta. E regolarmente l'innamoramento si perde, ma non perché è un blef, perché l'innamoramento è l'avvicinamento. Una volta che mi sono avvicinato all'altro, quindi, e sono stata attratta dall'altro, che ho sperimentato, anche questo è assurdo, ho sperimentato il punto d'arrivo, non il punto di partenza. Anche questo è folle, ma lo spiegherò, lo vengo a spiegare. Quindi, nell'innamoramento sperimento quello che può essere una relazione con un altro, cioè una pienezza, una gioia, ma quello che poi devo imparare, quindi quell'innamoramento cade, perché è come il dente da latte. Ecco, mi vengono questi esempi. Cioè, deve cadere, perché, come dire, è l'asilo infantile. Noi dobbiamo arrivare all'università. All'agente definitivo. Bravo, all'agente definitivo. E lì è tutta un'altra storia. Cioè, lì ci viene chiesto di prenderci responsabilità, di impegnarci, di coltivare la relazione con questo intento, cioè con l'intento di una relazione che mi fa evolvere. Perché le relazioni hanno solo, solamente, esclusivamente questo intento. Tutte le altre sono fuorvianti. Poi, per carità, vogliamo mettere su famiglia? Facciamo la famiglia. Vogliamo dei figli? Facciamo dei figli. Ma questi non sono gli obiettivi della relazione. Sono l'obiettivo della relazione, ma non sono l'obiettivo. E quando si dice, mi sono innamorato della persona sbagliata? Scusate. Oggi capovolgiamo tutte le regole dell'innamoramento. Assolutamente. Totalmente le capovolgiamo. Non esiste la persona sbagliata. Questo non significa che se sto in una relazione, anche violenta, non me ne debba andare. Ma quella situazione non è sbagliata nel senso che io posso trasformarla in una relazione che mi insegna. Cioè, che cosa c'è di sbagliato in una relazione? Niente. Tutto quello che accade mi riguarda. Tutto quello che accade in quella relazione mi riguarda, semplicemente. Quindi, non significa che devo rimanere nella relazione per arrivare a capire il perché mi sono innamorata di questa persona. Ma non è sbagliato per come lo intendiamo. È che devo andare a vedere come mai mi sto legando a una persona con la quale, perché siamo conniventi, creo un certo tipo di relazione. Che alcuni definiscono tossica, oppure negativa, ma non è sbagliata. Cioè, è dove siamo. Quindi non c'è niente di sbagliato. Mi prendo responsabilità di dove sono e uso questa situazione, questa condizione, per imparare su di me. E quindi evolvere. Quando pensiamo che l'altra persona sia sbagliata è solo un sintomo, alla fine. Assolutamente. Non incontriamo mai persone sbagliate. Sono sempre quelle giuste al momento giusto. Tutte. Anche quelle che proprio dopo un po' vorremmo far fuori, sono arrivate per farci evolvere. Torno a ripetere, non è che sto lì a prendermi le mazzate, metaforicamente parlando. Posso anche, questo lavoro, io lo posso fare, prendere spunto da quello che mi accade e imparare su di me. Non è detto che lo debba fare con quella persona, lo posso fare anche per conto mio. Ma quello che rimane è che quel lavoro lo devo fare. Perché la prossima persona, se io non ho appreso quella lezione, porterà la stessa lezione. Ecco. Rimeditiamo. No, assolutamente. Ma di questo ce ne rendiamo conto tutti. Quanti di noi hanno cambiato fidanzati, fidanzate, dicendo ma no, è quello sbagliato, prima o poi troverò quello giusto. Ma quando mai? Rincontriamo un'altra persona che sembra meravigliosamente diversa, dopo un po' di tempo, guarda, caso, combinazione, ci ritroviamo ad affrontare lo stesso tema. Questo non è perché siamo gli sfigati dell'universo, non è perché l'universo è sadico, anzi, è talmente benevolente che insiste riproponendoci quella lezione. Perché vuole che la impariamo. Quindi prende una forma diversa, cioè la persona è diversa, ma la relazione, l'essenza di quello che ho bisogno di imparare, è la stessa. Quindi nell'innamoramento cosa succede? Perché siamo così gasati, così... Cioè l'innamoramento è una esplosione di energia, questo è. Facciamoci caso, cioè, dormiamo poco e siamo dei grilli, durante il giorno andiamo a 3000, mangiamo poco, cioè è tutto un cinguettio, è tutta una meraviglia, il mondo è meraviglioso, è tutto una cosa stupenda, mondo meraviglioso, l'altra persona, cioè Dio è sceso in terra per me, ma non solo, anche io per l'altro. Sono meravigliosa, sono bellissima. Cioè il nostro critico interiore, che tutti abbiamo e che pensa di noi peste e corna, è Basito, di fronte all'altro che è innamorato di noi. Basito non se lo spiega, non se ne fa una ragione. Dice ma come è possibile che questo la vede così meravigliosa, bella, cioè ci dicono bella quando il critico ogni volta che ci vede allo specchio ci sputa in faccia. Cioè veramente si aprono scenari inaspettati. Ok, cosa succede? Ecco, questo è una porta. In quel momento si combinano i fattori universali per far sì che io, sentendo che l'altro mi accetta come sono, questa è una delle frasi che diciamo, io voglio che l'altro mi accetti come sono. Io voglio che l'altro mi ami per come sono. Non voglio dire di più su questo, voglio solo dire che noi siamo i primi che non ci amiamo per come sono. Quindi chiediamo all'altro qualcosa di impossibile. Ok, detto questo. Però l'altro improvvisamente ci vede la meraviglia delle meraviglie e noi uguale. Quindi che cosa succede? Noi normalmente, secondo la dinamica dei sé, siamo identificati in alcune parti di noi. I loro opposti, che si chiamano nel gergo dialoghese del voice dialogue, sé rinnegati, non possono partecipare alla nostra vita. Questo perché? Perché questi sé in cui siamo identificati, cosiddetti sé primari, proteggono una vulnerabilità. La vulnerabilità della paura di non essere amati, di non essere abbastanza, di non essere visti, di non appartenere. Ma se l'altro ci vede meravigliosi, questo rischio non c'è più. Quindi è come se ci fosse un'amnistia per cui tutti i nostri sé, anche quelli rinnegati, possono venire fuori. Perché questo? Perché l'altro me lo ispira. In che senso? Io mi innamoro generalmente di una caratteristica della persona che non amo in me, che non uso in me. Io sono una persona molto razionale. Improvvisamente mi innamoro di un poeta che vede la vita a un altro livello. All'inizio è meraviglioso, perché questo qui mi parla della luna, delle stelle, è una meraviglia. Quindi anche la mia poetessa interiore ha la possibilità. Certamente, perché io sono razionale, quindi sono identificata in un sé razionale. Quali poesie? Qui facciamo le cose col cervello. Ma siccome non c'è più timore di non essere amati, perché l'altro spravvede per me, anche il sistema primario dice, vabbè, andiamocene un po' in vacanza, cioè ci possiamo rilassare. E quindi, ok, facciamo venire fuori tutti, perché non c'è pericolo. Questo è, l'altro la ama. Apposta dicevo, anche il critico è basito, perché non se lo spiega, però è così. Qualcuno la ama, incredibile, pazzesco, però è così. E quindi c'è come un rilassamento generale. Quindi tutti questi sé che io avevo renegato, tra le altre, il sé poetessa, ha il permesso di venire fuori. Siccome i sé hanno una qualità energetica, quindi perché ho tanta energia? Perché ho a disposizione tanta energia, che invece normalmente nella mia vita spreco per tenere a bada questi sé rinnegati. E non escono e quindi non ho a disposizione quell'energia lì. Ecco perché abbiamo tanta energia, perché in quel momento, in questo periodo veramente, come posso dire, speciale, io posso essere tutto. Questo è il segreto, questo è il motivo per cui rimpiangiamo sempre un innamoramento. Perché lì ci siamo dati il permesso di essere tutto, senza problemi. L'altro mi rispecchia delle cose che a me non piacevano in me, invece con gli occhi dell'innamoramento le vedo meravigliose. Per cui, come dicevo prima, ci scriviamo poesie, cioè nessuno mi riconosce più, comincio a scrivere poesie. La mia razionale dice, vabbè, c'è questa qua, c'è la potenza, che dobbiamo fare? Ma è tutta una meraviglia. Ok, quindi è un momento veramente particolare, ma ci parla però, cioè è come un assaggio di quello che potremmo essere noi nella nostra vita, perché questa interezza è un permesso che ci diamo, non ce la dà l'altro. Attenzione, è qui la trappola, è qui l'idea. L'innamoramento ci dà la possibilità di sentire cosa significa essere completamente liberi e accettare tutto ciò che siamo. Questo l'altro ci aiuta a farlo, ma non dipende dall'altro. Quindi se anche l'altro se ne va, io quell'interezza la mantengo, ce l'ho in me, non ho bisogno che l'altro mi faccia intera. Quindi è questo l'assaggio, l'assaggio di questa possibilità. Come dire, guarda, è possibile questo, se tu prendi la relazione nel verso giusto. Qual è il verso giusto? Come insegnante. Perché l'innamoramento finisce. Ecco, allora prima di parlare dell'innamoramento che finisce, no perché dalla regia mi fanno segni e poi mi cazziano perché non dico le frasi di rito. Allora, a tutti quelli che ci stanno seguendo da YouTube, da Facebook, a breve entreremo anche in Twitch che è un'altra piattaforma magari un pochino più libera, un po' più particolare. Quindi a breve entreremo anche lì. Io vi saluto tutti, vi ringrazio se siete in presenza oppure indifferita perché spesso ci vedete indifferita o ci ascoltate visto che su Telegram abbiamo i podcast. Vi invito a mettere like e vi invito a prendere quella campanellina che bisogna spingere per iscriversi qualora siate su YouTube. Così almeno aumentiamo i numeri e siamo ancora più visibili visto che se le dirette sono interessanti più persone le guardano e noi siamo contenti e voi siete contenti perché stiamo spargendo consapevolezza con questi professionisti meravigliosi. Ecco, poi per sapere quando ci sono i professionisti, ora faccio mettere il link sotto, iscrivetevi alla nostra newsletter così sarete informati delle dirette del mese successivo. Anzi, vi ricordo anche che il 29 settembre stiamo organizzando un evento in presenza, a breve troverete delle locandine, chiedete informazioni così vi spieghiamo come funziona, sarà a Roma, ci saranno 10 professionisti tazzessi e parleremo delle leggi della biologia umana. Quindi se siete interessati all'argomento iscrivetevi o fateci sapere che siete interessati a Roma. Allora Elena, vi prendiamo il filo del discorso, questo innamoramento finisce perché stiamo così bene, il nostro corpo wow, le nostre potenzialità al massimo, niente, non ce la possiamo fare, che succede? Succede che dobbiamo fare un upgrade, dobbiamo passare a un livello successivo, cioè veramente dobbiamo andare verso l'amore. Andare verso l'amore significa appunto prendere la relazione come insegnante e imparare da lei i passi da fare per arrivare all'amore con la maiuscola, che non ha niente a che vedere con il bisogno, con la compagnia, con la sicurezza, con l'altro mi completa, sono tutte fandonie. Quindi la propria metà della mela non esiste. Ma figuriamoci, ma proprio no, nessuna metà esiste, proprio non esiste nessuna metà, esiste l'interezza. Quindi l'altro in questo cammino verso l'amore è questo, cioè la relazione diventa, a un certo punto dobbiamo scegliere, vuoi diventare grande o vuoi continuare a giocare all'asilo nido che ti innamori ogni sei mesi? Ognuno di noi fa la sua scelta, può dire guarda, mi dispiace, io voglio innamorarmi, voglio vivere questo momento meraviglioso e non mi interessa andare oltre. Perfetto, ma non fa rinunciare l'universo, l'esistenza al suo compito che è quello di farci apprendere delle lezioni. Quindi noi potremo continuare a innamorarci 200 miliardi di volte, ma la sofferenza ogni volta sale, ogni volta sale. Fino a che non arriviamo a rendersi conto del costo che stiamo pagando per non fare il passo e allora forse ci diciamo, vabbè, ok, ok, ok, ok, vado oltre, perché quella è la direzione, la direzione è l'amore, l'amore in generale, nella vita. La direzione è solo l'amore, quindi la nostra direzione va dalla paura all'amore. Ognuno di noi ha la sua strada da percorrere, ma la direzione è uguale per tutti e la partenza è uguale per tutti. La relazione è uno degli strumenti, il principe degli strumenti per fare questo cammino. Questo è, quindi l'innamoramento mi serve per sentire come potrebbe essere, perché durante l'innamoramento c'è anche poca paura, cioè ci sentiamo talmente forti noi che non abbiamo le gelosie, non abbiamo la paura, il tradimento, la cosa, normalmente è così, cioè sto tranquillo, è tutto tranquillo. Però mi sto appoggiando sull'altro per questa tranquillità. A un certo punto l'esistenza dice, ok, questo è quello che è possibile, ma il cammino è apprendere che questo non ha bisogno dell'altro. Bisogno nel senso, quando si sentono queste frasi, quando si dicono queste frasi, tu mi fai felice. No, io scelgo di essere felice con te, ma non sei tu che mi fai felice, così come non sei tu che mi fai triste. Sono attitudini interiori che io scelgo, perché le situazioni sono neutre. Sono io che scelgo di come le voglio vedere, come prima si diceva, nella tua domanda, dice c'è la persona sbagliata. No, questo è un modo di vedere. L'altro modo, quindi io posso scegliere fra i due, l'altro modo è cosa c'è qui per me da imparare. Mi verrebbe da chiederti, ma se questa consapevolezza che l'innamoramento è una lezione di upgrade e di evolutiva, quanto è importante che l'altra persona, o comunque è meglio o non ce ne frega niente, che l'altra persona sia consapevole di questo e quindi magari insieme facciamo quest'upgrade, oppure ognuno per la sua strada non ha bisogno del consenso dell'altro perché è solo uno specchio in qualche modo? Allora, l'altro è sempre uno specchio. Poi, se questo cammino si può fare insieme, fantastico. Se non si può fare insieme non è un problema, non è un problema. Io posso lavorare con relazioni che sono finite. Posso continuare a lavorare e a cercare qual è la lezione che c'era lì. Quindi non è importante la presenza della persona. Ovviamente è più interessante, è più veloce, è più confrontativa. Questo senz'altro. È più facile, è più, insomma, no? Questo è ovvio. Però una relazione è tale anche se l'altro non c'è più, però sta costantemente nella nostra testa. Questo vuol dire che noi siamo ancora in relazione con quella persona. E quindi posso lavorarci sopra, posso vedere, osservare i miei pensieri, come penso a questa persona, come mi sento in relazione a questa persona. Mi sento una vittima, mi sento tradita, mi sento abbandonata. E quindi questo che cosa racconta di me? Per cui l'altro continua a farmi specchio, continua in qualche modo a stare in relazione con me e io continuo ad avere l'opportunità di imparare. Cioè, quindi l'uno... Deve fare le domande giuste, perché sennò va in confusione, però. Certamente, ma le domande giuste sempre, sia se sto in relazione con una persona che sta ancora lì, nella relazione, sia che non ci sto più. Non ci sto più fisicamente, ma ci sto ancora con la testa. Quanti di noi non hanno dimenticato quello di prima, il primo amore, il fidanzato di cinque anni fa? Vuol dire che siamo ancora lì in relazione e che dobbiamo ancora imparare qualcosa, altrimenti sarebbe solo gioia, cioè una relazione che ci ha portato quello che ci voleva portare e la possiamo ringraziare e lasciare andare. Secondo la dinamica dei sei, secondo te, come mai spesso succede che si pensa a relazioni passate ricordando solo le cose positive? Spesso succede. Guarda, mi viene una risposta di getto, perché siamo nella vittima. Tutto il mondo è nella vittima, quindi... Prima è meglio, prima era meglio, prima era bello, ah che meraviglia. Quindi adesso, povera me, questo è la vittima. Che meraviglia che è stata, che bellezza. Quella sì che era la mia relazione, ma stiamo nel qui e ora. Delle volte alcuni clienti mi hanno detto, era la relazione della vita e io gli ho risposto, se così fosse stato, stareste ancora insieme. Abbi pazienza. Ma c'è questa tendenza? C'è questa tendenza a dimenticare i momenti brutti? Volevo chiederti come mai c'era questa tendenza. La tendenza è questa, cioè a voler ricordare la bellezza, ma per potersi sentire di rimpiangere. Ah che meraviglia che è stata. Un conto è quando ci metto tutto dentro. Quando prima dicevo, quando ho imparato la lezione, anche se la relazione è finita da anni, io ci metto tutto dentro. Cioè i momenti belli e i momenti brutti. I momenti brutti erano le occasioni per imparare, che io non ho colto in quel momento, forse, oppure ho colto. E quindi ringrazio quella relazione in toto, per i momenti di grande afflato, per i momenti in cui ci saremmo finiti sulla cronaca nera. Ci sta tutto, perché quelli della cronaca nera hanno un senso. Se invece ricordo solo quelli belli, ah che meraviglia, è perché continuiamo a voler stare in una relazione dove non cogliamo la lezione, dove vogliamo continuare a pensare, a stare veramente in questa posizione della vittima, soprattutto se quella relazione non solo aveva momenti belli, ma anche momenti difficili in cui sono stato trattato male, in cui ho sofferto, in cui l'altro mi ha ignorato, mi ha tradito. Cioè che cos'è? Può essere il sé romantico, ovviamente, che pensa ai momenti belli, il sé adolescente, ma non un sé adulto che vuole imparare dalla vita e quindi dalle relazioni. Cioè è un modo per non voler imparare, perché i momenti belli non sono i momenti che insegnano veramente, sono quelli brutti che possono insegnare, e poi i momenti belli che ne conseguono, allora hanno un senso di insegnamento, ah, quelli sono un upgrade. Cosa vuol dire? Se io affronto una crisi con il partner, quindi l'affronto seriamente, prendendo seriamente tutto quello che sta accadendo, ci guardo, ci guardo per comprendere che cosa ha a che fare con me, che cosa ha a che fare con la mia storia, che cosa personale, che cosa ha a che fare con noi, perché ci stiamo proponendo questa situazione entrambi. Quindi intanto togliamoci dalla testa che uno è il colpevole e l'altro è innocente, non esiste, facciamo tutto al 50%. Anche il tradimento di uno dei due si costruisce insieme, quindi togliamoci dalla testa queste idee che io sono innocente e l'altro è colpevole. Nessuno è colpevole, siamo entrambi responsabili di una situazione, quindi se io mi chiedo con l'altro perché ci stiamo creando questa situazione, cosa c'è da imparare qui, che cosa ci ricorda delle nostre relazioni con i genitori ad esempio, perché le stiamo riproponendo qua? Se io vado a fondo di questo, prendendomi cura anche di tutto il dolore che questo comporta, perché non è facile lavorare con il partner e dirsi le cose come stanno, soprattutto se c'è di mezzo un'attrazione o addirittura un tradimento, non è un momento facile, c'è tanta vulnerabilità. Ma se io arrivo con coraggio, con cura e con amore soprattutto, amore inteso cerco il mio bene, il tuo bene e il nostro bene, questo è diciamo una somiglianza dell'amore, allora una volta che ho imparato quella lezione c'è un nuovo innamoramento, c'è un nuovo momento meraviglioso, perché? Perché ho appreso quella lezione, quindi come dire, godo dei frutti che l'essermi impegnato a cogliere l'insegnamento mi porta. Quindi questo poi aiuta nella fiducia perché si ripresenterà un'altra crisi e la relazione è fatta per questo, per imparare. Quindi se ne ripresenterà un'altra, però avrò questa esperienza, esperienza che sì è stato difficile, è stato doloroso, ma poi diamine, quello che ha portato è meraviglioso e quindi con fede la seconda volta, ancora più fede la terza volta mi metto lì a lavorare, perché so che ne uscirà solo del bene. Se io mi do completamente, se io sono completamente sincero con me stesso, con me stessa, quindi poi si riaprirà questo spazio di grande intimità con l'altro, di grande ringraziamento, gratitudine all'altro, perché è grazie all'altro che entrambi siamo arrivati a quel punto, perché ci siamo guardati come fratelli in cammino, come sorelle in cammino e non come il nemico, come qualcuno che mi sta rovinando la vita e quindi lo devo solo cambiare. No, io ti ho guardato e mi sono rispecchiata in te. Quindi la fine dell'innamoramento è l'inizio della responsabilità di passare, di andare verso l'amore. Come dire, ti faccio vedere che cosa è possibile, perché alla fine proverai quella gioia, quella gioia che provi nell'innamoramento, ma il passaggio sarà questa gioia è in me, non è l'altro che me la porta. Ma non significa allora siamo tutti da soli. No, godiamo insieme di questa gioia che ognuno porta. Certo. Si modifica anche. Ho capito, questo è. Ma che differenza c'è tra questa gioia e la chimica che avviene proprio quando uno si innamora? Per non avere gli impianti di quella chimica che arriva e che poi sembra che non torni più. Torna? Come ti dicevo, torna, torna, se io apprendo la lezione torna. La chimica, cioè, come dire, noi siamo qui per evolvere. Quindi la chimica è il basic, è il, come dire, l'asilo nido. E l'ascindino è, diciamo, il fiammifero che poi dà vita a una candela e fa luce, questo è. E' il piccolo chimico, vogliamo continuare a giocare al piccolo chimico o andiamo a fare il chimico serio che fa la ricerca, la ricerca seria. Questo è. Cioè è proprio, ci vogliamo accontentare, ecco, la parola è ci vogliamo accontentare di questo? Perché è un accontentarsi. Come dicevo proprio pochi giorni fa, nel weekend ho avuto un incontro proprio sulle relazioni a Roma. Noi abbiamo a disposizione, con la relazione, una Ferrari. Noi la usiamo come un triciclo. Andiamo con questa Ferrari che abbiamo a disposizione, noi ci andiamo a comprare il giornale. Questo è la relazione appunto chimica, la attrazione chimica, l'innamoramento poi basta, questo è. Oppure la sicurezza, quindi metto su una famiglia che mi dà sicurezza, i figli che mi danno sicurezza, eccetera, eccetera. Una Ferrari per andare a comprare il giornale. Quindi è come se noi fossimo di fronte, anche questo è un esempio che faccio, di fronte a un saggio, quindi noi abbiamo udienza da un saggio che ci riceve davanti a un tè. E invece di fargli la domanda delle domande che mi risolve la vita, gli chiedo se ne passa la zuccheriera. Uguale, c'è una domanda da fargli, mi offre il tè e io gli chiedo se ne passa lo zucchero. Bevo il tè e lui mi saluta perché una domanda sapevo. Uguale, noi trattiamo le relazioni nello stesso modo, siamo di fronte a una saggezza infinita, ma noi la trattiamo in questo modo, senza rispetto, senza cognizione di quello che ci può offrire. Parsifal che si vede passare il graal così. Uguale. E noi che ore sono? Mi chiediamo l'ora. Così. Scusi, che ore sono per favore? Ma veramente è così. Quindi se noi vogliamo continuare a cercare quel momento dell'innamoramento, veramente, asironido proprio, asironido, andiamo oltre, che non è sofferenza l'oltre, ma è sempre più, si avvicina all'amore. Cioè questa è la grande differenza. Allora, vogliamo continuare a cingischiare? No, no, no, ora è tutto chiaro. Ora bisogna metterlo in pratica che non è proprio una cosa così semplice. Però questo è, questo è il cammino dell'essere. Siamo qui per questo. Che altro vogliamo fare, scusate? Che altro vogliamo fare nella vita? Non so, c'è qualcos'altro di così interessante? Io direi proprio di no. Senti, per concludere, visto che mi sembra che tu abbia risposto anche alla mia ultima domanda, perché abbiamo capito che questo innamoramento non è una sola, come si dice a Roma, no? Non è un blef. Nasconde qualcosa di importante. Lo nasconde sempre? Ma c'è, allora, sempre. Cosa intendi con questa domanda? C'è quella volta che invece abbiamo semplicemente preso una cantonata e questa situazione non sapeva da fare? Allora, io torno a ripetere. Non è mai sbagliata, non è mai una cantonata. Perché qui di che cosa si parla? Di aspettative. Allora, quando io ho delle aspettative, le aspettative sono come dei veli. Io riesco a vedere veramente chi ho di fronte o no, con le mie aspettative? Certo che no. Io vedo quello che mi aspetto. In che senso? Mi aspetto che l'uomo di cui mi innamoro faccia per me questo, questo e questo. Non lo fa? È sbagliato. Ma non è che vado a vedere, ok, questo non lo fa, ma chi fa? Chi fa? Fammi vedere. Fammi essere curiosa. Chi fa lui? Come lo fa lui o lei? Che cosa lo muove? Che cosa la muove? Cosa c'è lì? Allora non è sbagliato. Sbagliato non vuol dire che allora la porto avanti la relazione. Attenzione. Ma che comunque durasse una settimana, lì c'è qualcosa da imparare per me. Non è stato tempo perso. Lo decido io se è tempo perso. È tempo perso se non gli do valore, se non vado a vedere cosa c'è lì per me. Allora sì, ho perso tempo. Diciamo non ho colto l'occasione che si ripresenterà. Questo è. Quindi proprio non esiste, togliamoci dalla testa che una relazione è sbagliata, che una persona è sbagliata, che il momento è sbagliato. Non esiste momento sbagliato, non esiste situazione sbagliata, non esiste luogo sbagliato. Io sono sempre nel luogo giusto al momento giusto con le persone giuste. Sempre. E c'è sempre posta per me. Nel senso che al fin di cosa c'è un messaggio. Sempre. Sempre. Sono io che scelgo di aprire sta busta o meno. Come succede nella famosa trasmissione. Vogliamo aprire, non vogliamo aprire. Questa è la mia scelta. Questa è il libero arbitro. Ma c'è sempre. Sempre. Non esiste il posto sbagliato, la persona sbagliata, ma stiamo schiacciando. Anche tutti questi discorsi, devo dire che proprio mi viene l'orticaria delle volte. Le persone negative. Devi stare lontana dalle persone negative. Ma che dici? Che vuol dire? Se quella persona sta lì e ti si avvicina, fatti una domanda e magari dati anche una risposta. Che cosa vuol dire se ti si avvicina una persona negativa? Non lo so. Dipende da te. Che cosa vuol dire dalla tua storia? Che cosa ti vuole dire? Negativa. Poi che vuol dire negativa rispetto a che? Le persone che si lamentano in continuazione, che fa tutto male, che... Bene. Quella è una vittima. Allora chiediti. Chiediti. È specchio, intanto è specchio della tua vittima inferiore, che probabilmente tu non vuoi riconoscere in te. Quindi, a forza di cacciarle via, alla fine te ne troverai 250.000 intorno di vittime, perché l'universo alza il tiro. Dici, ok, non hai capito con una? Non hai capito con due? Non hai capito con tre? Cioè, ti circondo di vittime fino a che finalmente impari la tua lezione, che è abbracciare la tua vittima interiore. Perché ce l'abbiamo tutti. Così come abbiamo tutti, tutti i comportamenti che vediamo nel mondo. Quindi l'altro è sempre specchio. Per questo che la relazione è la principessa dei saggi. Perché ci porta costantemente a guardarci allo specchio. Quello che vedo nell'altro è in me. Non ce l'ha al solo l'altro, non è lui, lei. Quello che vedo lì, è già in primis, prima di vederlo là, è in me. Perché io da qui lo proietto fuori. Perché l'altro, cioè anche noi, noi siamo tutti i comportamenti del mondo. Tutti! Sia quelli che ci piacciono e non ci piacciono, quelli negativi, tra virgolette, quelli positivi, tra virgolette. Quelli che si lamentano, bene, quella è la vittima. E se è vittima, ma davvero pensiamo di essere così non vittime? Noi 24 ore al giorno siamo vittime, tutti. Basta dire, ecco vedi, oggi volevo andare al mare e piove. Questa è la vittima, chi altri è? Quest'insalata sa di poco, ecco la vittima, che fa l'insalata carnefice, che fa la pioggia carnefice. Quindi veramente smettiamola di pensare in questi termini buoni e cattivi, giusto e sbagliato, perché questo ci fuorvia, semplicemente, cioè ci mette su una strada che non porta a niente. No, che porta solo sofferenza. Non è che non porta sofferenza. Certo, ci può perdere un sacco di occasioni oggi. Certo, certo, qualunque situazione in cui ci troviamo è quella giusta per noi. Giusta non con un senso punitivo, ma proprio l'opposto, con un senso di grande amorevolezza da parte dell'universo, perché vuole che impariamo con la lezione perché sa che questo ci fa evolvere, ci fa fare il passo in avanti, verso casa, insomma, verso il ritorno alla base. Bene, allora Elena, io ti ringrazio, le risposte sono state esaustive, certo che è sicuramente più esaustivo partecipare ai tuoi eventi che durano settimane e weekend. Cosa vuole inventare ora? Cosa hai a breve pronto? Hai appena finito un weekend proprio sulle relazioni? Sì, l'ho finito, ma viene riproposto due weekend sulle relazioni. C'è un primo incontro e un secondo incontro, quindi sono un pacchetto. Si può partecipare anche a uno solo, però, come sempre, visto che sono due, ha un senso farli tutti e due. Saranno a Giaveno, in provincia di Torino. Allora, il 6 e 7 luglio, se non sbaglio, insomma, quel weekend lì, adesso non ricordo se è 7-8 o 6-7, e poi il 31 agosto e l'1 settembre, il secondo incontro. Poi, quindi questo proprio dedicato alle relazioni, ed è veramente un weekend, sono quattro giorni che ci fanno sentire, proprio ci fanno fare questo giro di punto di vista. Da la relazione vissuta, vista in un certo modo, a una relazione che diventa insegnante, cioè che veramente la, come dire, scegliamo di farla diventare insegnante e abbiamo la possibilità di sentire che cosa significa, qual è la diversità, qual è la differenza. Mi vengono due domande. Uno è, praticamente con questi incontri noi mettiamo in pratica questa metodica, perché ora la teoria l'abbiamo capita, ma tra la teoria e la pratica c'è sempre un mal di mezzo. No, sono totalmente esperienziali, sono totalmente esperienziali, quindi si fanno dei lavori, vengono dati, consegnati degli strumenti che poi si portano a casa per utilizzarli nella nostra vita, nelle nostre relazioni. Altra domanda. Sì, seconda domanda, poi mi concludi. Non serve avere una relazione? No, ma no, ma no. Ti prepari per affrontare meglio quella che verrà, se non ce l'hai, se ce l'hai invece lo usi. Ma non solo quella che verrà, Daniela, come dicevo prima, la relazione è anche quella con una persona in ascensore per un minuto. Poi è chiaro che ha meno da insegnare rispetto a una relazione di una vita che è quella con i figli, con i genitori, quindi non è la relazione di coppia, è la relazione. Cioè noi possiamo interagire da qualsiasi relazione, quelle più potenti, potenti perché hanno, siccome durano di più, vuol dire che hanno più lezioni che da offrirci. Sono genitori, figli, partner. Ma non è che le altre allora non contano? Cioè io posso imparare anche dalla mia relazione con i miei animali domestici. Come tratto il cane? Come tratto il gatto? Come mi sento trattata dal cane? Cosa proietto sul cane? Cosa proietto sul gatto? Quindi ogni relazione ci offre lezioni perché quello è il suo, come dire, è la sua essenza. Sta a noi scegliere o meno questo, quindi non c'è bisogno di stare in coppia, ma sicuramente siamo tutti in relazione, a meno che non viene l'erenita e allora è chiaro, ma quello starà in relazione con Dio comunque, sempre una relazione. Ma pensiamo anche alla relazione con Dio, ma quanta roba gli proiettiamo? Ma non gli proiettiamo il carnefice, tutto quello che ci succede, ecco perché Dio non mi ama, quindi che cosa gli sto proiettando addosso? Tutto è relazione. Quindi questo lavoro sulle relazioni fornisce strumenti che io posso usare in qualsiasi relazione. Quindi è molto pratico mettiamo in campo noi stessi e impariamo su noi stessi e impariamo forse anche, come è successo nell'ultimo weekend, impariamo come impariamo dalle relazioni, facendo quei lavori lì, impariamo su noi stessi. C'è gente che ha ricostruito delle situazioni che ha avuto in passato nelle relazioni, si è resa conto, adesso ho capito perché è successo così, adesso capisco dove ero io, dove ero messa. Benissimo, allora io ti ringrazio e spero di raggiungerti a Torino, vediamo se riesco a organizzarmi perché qui, come vedete, sono in una location nuova, sono in fase di traslogo, quindi spero di aver finito per luglio almeno il 90% di quello che devo fare e di raggiungerti anche perché mi sembra di aver capito che a Torino fa fresco, giusto? Allora, lì dalle parti dove vado io, sì. Ecco, volevo aggiungere che sempre in Val Germanasca, se mi permette, c'è anche il famoso Just Stay. Il Just Stay è questa settimana di lavoro-vacanza, quindi la mattina si lavora e il pomeriggio è libero. Questo propriamente lì in Val Germanasca, dal lunedì 29 luglio al 3 agosto, al sabato 3 agosto, il Just Stay non ha un argomento. L'argomento nasce nel gruppo ed è meraviglioso perché l'alchimia che accade è che ognuno fa il suo processo, quello di cui ha bisogno, pur lavorando tutti insieme. È una cosa meravigliosa. Senti, fammi una potesia. Noi lo metteremo anche sulla pagina eventi perché sui general itch abbiamo anche la pagina eventi, però ti autorizzo, o autorizzo la ragazza che lavora per te, comunque a inserirlo nei commenti, sia su YouTube che su Facebook. Così almeno per chi sta vedendo la diretta e poi si vuole informare, trova direttamente nei commenti i link per poter vedere se va a passare o no. Senz'altro. Senz'altro. Hai l'autorizzazione. Ora parlo con la regia e faccio passare i link. Allora, Elena, io ti ringrazio, apprezzata come sempre. Ringrazio tutti quelli che ci hanno seguito. Vi invito a condividere la diretta, tutti i suggerimenti che ho dato prima. Noi ci vediamo martedì e mercoledì, la prossima settimana, due dirette con due nuovi professori ditti. Buonasera da tutti. Grazie Elena. Grazie, grazie a tutti. Grazie Daniela, grazie. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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