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Pestoa, tra ombre bucianti, attualmente attraversando una crisi di abbondanza, scriveva Ferdinando Pestoa, nel 1913, al poeta Mario Begrano, per segnalare uno stato di straordinaria velocità creativa. Dalla sua anima, per tutto il pezzeggino successivo, sarebbe poi scaturita un'intera galassia importante versi e prose di varia natura, ma anche alcuni brevi atti unici per il teatro, quattordici in tutto, che Pestoa chiama dramme statici.