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La società dell'Antico regime

La società dell'Antico regime

MAURIZIO MAURIZIMAURIZIO MAURIZI

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La società dell'antico regime; ordini e privilegi; differenza tra ordine e classe

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Transcription

The transcription discusses the concept of the Ancien Régime, or the Old Regime, which refers to the period of the 18th century. It was a time of contradictions, as it saw the rise of modern states and global trade, but also the existence of privilege and inequality. Unlike modern democratic societies, the Old Regime was based on social orders, where certain individuals enjoyed privileges while others did not. The society was divided into three orders: the clergy, the nobility, and the Third Estate, which was a diverse group including wealthy bourgeoisie and impoverished individuals. The clergy had power and exemptions from the state, while the nobility owned land and had economic advantages. The Third Estate consisted of various social classes, from wealthy merchants to poor laborers. Overall, the Old Regime was characterized by privilege and a static social structure. Oggi parliamo dell'Ancien Régime, dell'Antico Régime, cioè di quel periodo che occupa la prima metà del XVIII secolo, del 1700. L'Antico Régime, nonostante il suo nome, non significa soltanto arretradezza, fanatismo, non significa soltanto assolutismo, ma in questo periodo fu anche quello che vide di fatto la nascita dello Stato moderno. Il Settecento, quindi, è sicuramente un'epoca di contraddizioni, perché è l'epoca in cui si amplifica il commercio e la vendita, cioè degli schiavi, su scala mondiale, ma è anche l'epoca che vide lo sviluppo di una capillare rete commerciale estesa a tutto il mondo. Nell'Antico Régime la società funzionava in modo diverso da come funziona la società attuale. Nelle nostre società democratiche contemporanee esiste il concetto di uguaglianza giuridica, nel senso che ogni cittadino è uguale di fronte alla legge, senza distinzione di razza, di religione, di sesso, ecc. Tutti siamo uguali, esattamente uguali, di fronte alla stessa identica legge. In questo periodo del Settecento, nel diciottesimo secolo, invece, dominava il privilegio. Era, questa dell'Antico Régime, una società fondata sul privilegio, cioè su vantaggi particolari di cui godevano certe persone, i privilegiati, rispetto ad altre. Per esempio, alcuni godevano dell'esenzione delle imposte, non pagavano le tasse, potevano essere giudicati da tribunali particolari e non da quelli comuni, potevano accedere a certe cariche che erano invece precluse agli altri, potevano, diciamo, commerciare determinati beni di lusso, che venivano per esempio dalle colonie, sempre sfruttando un privilegio, un vantaggio di cui essi godevano rispetto ad altri. Il privilegio Quindi, possiamo dire che, al concetto di privilegio, si nega strettamente quello della soddivisione della società di questo periodo, tra i dati del Settecento, in ordini. Un ordine, di fatto, è un concetto intanto zuidico, perché era garantito dalle leggi vigenti in quel periodo. L'ordine è un gruppo, un insieme di persone che gode di determinate prerogative, di determinati privilegi rispetto ad altri. Nell'antico regime, quindi, i diversi strati della società non erano caratterizzati dal possesso o meno di ricchezza, dalla loro posizione economica, ma dal possesso, invece, di certe prerogative, di certi privilegi. La nostra società attuale, contemporanea, invece, non si caratterizza più per la presenza degli uomini, ma per quella, invece, delle classi, cioè delle classi sociali. La classe sociale, invece, è un concetto legato all'economia, estrettamente connesso all'economia, nel senso che una classe sociale è caratterizzata o meno dal possesso di ricchezza, e cioè dalla sua posizione economica. Una classe sociale, quindi, non è un ordine, perché mentre l'ordine è legato al possesso o meno di certi privilegi, la classe sociale, invece, è legata, è caratterizzata dal possesso o meno di ricchezza. Possiamo quindi dire che, nell'antico regime, la società era basata sugli ordini, e cioè sul fatto che alcuni individui possedevano certe prerogative, certi privilegi, e altri, la maggioranza, invece, questi privilegi e queste prerogative non ne avevano. In ciascuna delle nazioni, allora, esistenti, esistevano delle assemblee di ordini dei rappresentanti, cioè di questi gruppi di persone più o meno privilegiate, che costituivano la società dell'epoca, e questi ordini erano tre, sostanzialmente. Il clero, l'ordine, diciamo, superiore, la nobiltà, e poi tutti gli altri, tutti quelli che, di fatto, non vodevano di nessun privilegio, cioè il terzo stato. Un individuo era riconosciuto solo in virtù dell'appartenenza ad un determinato ordine, e non si poteva passare, di fatto, da un ordine a un altro. La società dell'antico regime, in questo senso, era una società molto statica. Il clero Iniziamo dal clero. Intanto dobbiamo fare una distinzione tra clero secolare e clero regolare. Quest'ultimo era costituito da quegli ordini religiosi, che avevano una grande potenza economica, che però obbedivano ad una regola, quindi vivevano in un convento, per esempio. I gesuiti, i francescani, i dominicani, erano tutti ordini religiosi che però, di fatto, vivevano all'interno dei conventi, delle abbazie, e rispettavano una regola. Poi c'era il clero secolare, o il diocesano. I suoi membri, diciamo, vivevano tra la gente, erano i sacerdoti, i pavolci, i curati, erano anche le altre gerarchie religiose, i cardinali, i vescovi, gli arcivescovi. I suoi membri potevano essere, quindi, di estrazione nobiliare, per esempio i cardinali, i vescovi, gli arcivescovi, e si parlava di alto clero, oppure potevano avere un'origine popolare, in questo caso si trattava del basso clero, cioè i curati, oppure i sacerdoti, i pavolci, eccetera. Il clero deteneva il monopolio quasi assoluto dell'istruzione e della pubblica assistenza. Gli ordini religiosi godevano delle immunità ecclesiastiche, cioè delle esenzioni dall'autorità dello Stato, che potevano essere quelle legate ai tribunali ecclesiastici, cioè i membri del clero erano giudicati non dai tribunali comuni, ma da quelli proprio della Chiesa, oppure erano immunità locali, per esempio detenevano ancora il diritto d'asilo, cioè il diritto che il clero concedeva a chiunque di poter essere esentato dalla giustizia civile nel caso che ci si fosse rifugiati in un edificio rezzoso. Poi c'erano le immunità reali che riguardavano le esenzioni fiscali, cioè anche il clero non pagava le tasse. La nobiltà In ogni caso la nobiltà era sempre considerata il ceto dominante, il fatto di essere nobile era l'aspirazione più grande di tutti quanti. Esistevano due tipi di nobiltà, una era diciamo la nobiltà di antica origine, quella di spada cosiddetta, la noblesse des paix, l'altra invece era quella più recente, la nobiltà di nobile. L'atteggiamento della nobiltà verso le attività imprenditoriali però non era omogeneo in tutta Europa. In Inghilterra e in Olanda, per esempio, i nobili erano impegnati stesso nella conduzione delle imprese agricole o commerciali. In Francia solo una piccolissima parte del ceto nobiliare si dedicava all'imprenditoria, in Spagna e in Italia invece tutta la nobiltà considerava infamante addirittura lavorare. La terra comunque, come in passato, continuava a essere fondamentalmente la base del potere della nobiltà. La proprietà della terra assicurava al signore rendite di ogni genere, i cosiddetti diritti signorili, il monopolio dell'uso dei mulini, dei frantoi, dei torchi, dei forni, il diritto di caccia, e poi concedeva alla nobiltà anche il potere di giustizia e di polizia all'interno delle loro proprietà. Terminiamo con il cosiddetto Terzo Stato, il Terzo Ordine. Un ordine molto eterogeneo che comprendeva ricchi borghesi, mercanti, banchieri, libri professionisti, funzionali dello Stato che non erano nobilitati. Una borghesia molto variegata con diversi stili di vita e diverse attivazioni. Alcuni si dedicavano esclusivamente ai commerci, altri invece arrivano ad un titolo nobiliato. Poi dall'altra parte c'erano i poveri, i vagabondi che andavano nelle grandi città per cercare un lavoro da operario, da ragazzone oppure da domestico e spesso andavano ad aumentare il numero dei disoccupati e dei mendicanti. Certo a dire che tutti i mendici del Terzo Stato non godevano di nessun privilegio. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS

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