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Gli Stati generali. Il giuramento della pallacorda; la presa della Bastiglia; i decreti contro la feudalità e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
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Gli Stati generali. Il giuramento della pallacorda; la presa della Bastiglia; i decreti contro la feudalità e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
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Gli Stati generali. Il giuramento della pallacorda; la presa della Bastiglia; i decreti contro la feudalità e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
The transcription discusses the events leading up to the French Revolution. It mentions that the deputies of the Estates General were elected by special assemblies and were given the "cahiers des tolérences" by the voters, which outlined their grievances. Different groups had different demands, with the king wanting authorization for loans, the conservative aristocracy wanting to preserve their privileges, and the bourgeoisie wanting a constitutional monarchy like Britain. The issue of voting procedures also arose, with the Third Estate proposing voting by individual deputy, while the clergy favored voting by order. The Third Estate realized they had popular support and proclaimed themselves the National Assembly. The people of Paris feared the king's intentions and stormed the Bastille. The king was forced to recognize the National Assembly and in August 1789, feudalism was abolished and the Declaration of the Rights of Man and Citizen was approved. Secondo la tradizione, i deputati degli stati generali dovevano essere eletti attraverso delle apposite assemblee, in occasione delle quali venivano affidati loro, dagli elettori, i cosiddetti quaderni delle rimostranze, i cahiers des toléances, attraverso i quali i borghesi e i contadini chiedevano, attraverso i loro deputati, chiedevano a lei di intervenire nei confronti dei privilegi dei nobili e dei fieri. In questo periodo vennero diffusi anche molti libelli e robustoli come quello famosissimo dell'Abbate del Seguiere, che cos'è il Terzo Stato. Quello che da supporti si chiedeva, in ogni caso, era una profonda riforma dello Stato e della monarchia. C'è da dire che tutti i partecipanti agli stati generali, tutti i deputati o tutti quelli che comunque con compiti diversi che partecipavano, volevano cose diverse. Il re avrebbe voluto l'autorizzazione del prestito. L'aristocrazia conservatrice voleva assestare l'ennesimo colpo alla monarchia e soprattutto conservare i propri privilegi. I borghesi, invece, avrebbero voluto l'evoluzione della monarchia assoluta e monarchia costituzionale sullo stampo di quella britannica. Un'altra questione che si dovesse affrontare fu quella di come si sarebbe dovuto procedere nelle votazioni. Per testa o per Stato, cioè per singolo deputato o per appartenenza ad uno Stato, ad un ordine, il voto per singolo deputato chiaramente avrebbe favorito il Terzo Stato che aveva un numero doppio di deputati. Il voto per Stato, per ordine, invece avrebbe favorito l'obiettario clero che, stando sempre uniti, avrebbero potuto contare su due voti invece di uno solo dell'ordine del Terzo Stato. Il Terzo Stato propose, ovviamente, che le assemblee degli altri due ordini deliberassero sul voto per testa. Non se ne fece nulla, ma intanto, comunque, le riunioni del Terzo Stato erano sempre molto affollate, molto affollate di spettatori interessati e, piano piano, i deputati del Terzo Stato compresero di avere il popolo dalla loro parte. Il 17 giugno del 1789, su proposta di Seglieri, l'Assemblea del Terzo Stato si autoproclamò Assemblea Nazionale dei Rappresentanti del Popolo, l'unica legittimata, in un certo senso, a prendere delle decisioni in nome di tutti quanti. Il 20 giugno i rappresentanti del Terzo Stato, unitamente a molti rappresentanti progressisti del clero e della nobiltà, giurarono solennemente che non si sarebbero mai sciolti fin tanto che una nuova Costituzione non fosse stata approvata dall'Assemblea. È il cosiddetto famoso giuramento della palla a corda, perché questa riunione si tenne in una palestra, diciamo, di palla a corda, che era una specie di tennis del Settecento, adiacente alla reggia di Versailles. Luigi XVI, intanto, intimorito dalla piega che stavano prendendo i fatti, aveva fatto affluire molte truppe a Versailles e coseva voce tra il popolo di Parigi che lei avesse intenzioni di chiudere con la forza l'Assemblea nazionale appena creata. Fu così che nella notte dell'11 luglio una folla di rivoltosi assaltò i casetti del Dazio, prese d'assalto i depositi di armi delle Terzi, dei Musei, eccetera, proprio per armarsi. Si formò una milizia di cittadini, un'embrionale guardia nazionale il cui comando venne assitato al Marchese della Faiette, eroe della rivoluzione americana, il 14 luglio una folla prese d'assalto le sfugnò il Castello della Bastiglia, il carcere dove venivano inchiusi i nemici dell'assolutismo e che era diventato il simbolo della tirannia del vecchio regime. In quel periodo la Bastiglia era di fatto soltanto un grosso deposito di munizioni e di armi. Ecco perché venne assaltato dalla folla. Il re fu costretto a questo punto a ritirare le truppe e a riconoscere l'assemblea nazionale. In molte altre città della Francia, peraltro, si formarono analoghe guardie nazionali, analoghe guardie nazionali come quella che era nata a Parigi, di cittadini armati. Anche le campagne insorsero. Contadini armati assaltarono gli uffici delle imposte, castelli, abbazie, dando alle fiamme gli odiati documenti di proprietà dei feudi che si stavano i tributi e i prelieri signoriti, i cosiddetti terrieri. Spesso seguirono le voci di massacri preparati dai nobili per appresaglia e il terrore salì nelle campagne sfociando in una vera e propria riposta sanguinosa la cosiddetta grande paura che insanguinò le campagne francesi nel luglio del 1789. Nella notte del 4 agosto del 1789 finì un'epoca. L'assemblea nazionale, infatti, votò a favore dell'abolizione del regime feudale. Quella notte venne cancellato un ordine di cose che era durato mille anni. Il 26 agosto del 1789, invece, iniziò un'altra epoca. L'assemblea nazionale, infatti, approvò la famosissima Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. In questo documento veniva affermata l'uguaglianza di ogni uomo di fronte alla legge, la separazione dei poteri e quello di sovranità popolare. La dichiarazione sistava, inoltre, l'intangibilità di alcuni diritti come quello di libertà e di proprietà.