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L'Illuminismo: Idee politiche ed economiche; la situazione italiana

L'Illuminismo: Idee politiche ed economiche; la situazione italiana

MAURIZIO MAURIZIMAURIZIO MAURIZI

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Le idee politiche ed economiche dell'Illuminismo. L'Illuminismo in Italia

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The Enlightenment saw the development of two political ideologies: liberalism, which aimed to moderate absolute rule through the separation of powers, and democracy, which focused on popular sovereignty. Economic doctrines also emerged, such as physiocracy and liberalism, replacing mercantilism. In Italy, the Enlightenment flourished in Lombardy, particularly under the rule of Maria Theresa and her son Joseph II. Milan became a cultural hub, with institutions like the Academy of Fists and the influential magazine Il Caffè. Cesare Beccaria's book On Crimes and Punishments gained worldwide fame. The census of Lombardy-Venetia began in 1718 and was completed in 1759. In Tuscany, Grand Duke Pietro Leopoldo supported Enlightenment ideas, founding the Geographical Academy and passing a new penal code that abolished the death penalty and torture. However, reforms in southern Italy faced resistance from the church and feudal lords, preventing significant changes. Parliamo adesso delle dottrine politiche ed economiche dell'illuminismo. Nell'illuminismo si svilupparono due filoni di pensiero politico, quello liberale, basato sul principio della divisione dei poteri, che ha lo scopo di moderare il dispotismo, l'assolutismo dei sovrani, e che fu teorizzato da Montesquieu, che a sua volta lo aveva ripreso da Jean Locke. Secondo Montesquieu il potere è suddiviso in potere legislativo, cioè il potere di fare le leggi, in potere esecutivo, il potere di governare, e il potere giudiziario, che è il potere di amministrare la giustizia. Tutti questi tre poteri sono indipendenti l'uno dall'altro, e concorrono ad evitare l'assolutismo, la tirannica e l'ingiustizia. Il secondo filone è quello, invece, democratico, basato sul principio della sovranità popolare, elaborato da Rousseau nella sua opera Il contratto sociale del 1762. Secondo Rousseau la civiltà ha corrotto gli uomini, soprattutto a seguito dell'introduzione della proprietà privata. Senza eguaglianza non può esserci libertà, e dunque occorre un nuovo contratto sociale che sia espressione della volontà generale, della volontà di tutto il popolo. Nel corso dell'illuminismo si svilupparono anche diverse dottrine economiche, e cioè la fissocrazia e l'illuminismo, che sostituivano di fatto la teoria economica che aveva caratterizzato il secolo precedente, cioè quella del mercantilismo, in base alla quale uno Stato ha il compito di aumentare la propria ricchezza in oro attraverso il cambio esportazioni e le conquiste territoriali. Oro ed esportazioni. La fissocrazia, invece, la prima dottrina economica dell'illuminismo, è una dottrina in base alla quale la ricchezza di uno Stato si conda sull'eccedenza della produzione della terra. In greco terra è fiusis. Fissocrazia significa appunto potere della terra. Questa eccedenza di produzione si chiama prodotto esto, e può aumentare solo migliorando le tecniche agricole, eliminando i vincoli della compravendita e del commercio, e favorendo la circolazione e la concorrenza. Il liberismo, invece, è una dottrina in base alla quale, secondo Adam Smith, che ne è il padre, se vogliamo, la ricchezza di una nazione dipende dalla libera concorrenza e dalla divisione del lavoro. Comincia, in un certo senso, con Adam Smith e con il liberismo, a nascere la nuova società industriale. Parliamo adesso dell'illuminismo in Italia. In Italia l'illuminismo si sviluppò soprattutto in Lombardia, nella Milano sotto il governo di Maria Terenza e del figlio Giuseppe II. Milano, in quel periodo, divenne un vivace centro culturale, venne fondata l'Accademia dei Pugni, e i fratelli Verri fondarono la famosa rivista Il Caffè. Attraverso la quale propagandarono le nuove idee riformiste dell'illuminismo. Da quest'ambiente ricco di stimoli uscì un'opera letteraria che avrebbe avuto una fortuna grandissima in tutto il mondo fino ai giorni nostri, e cioè Dei delitti e delle pene, pubblicata nel 1764 di Cesare Beccaria. Nel 1718, nel Lombardo-Veneto, venne iniziato il censimento di tutte le proprietà presenti nel territorio. Di fatto, questo vero e proprio catastro fu completato nel 1759. In Toscana, un altro della famiglia degli Asburgo, e cioè il granduca Pietro Leopoldo, che sarebbe poi diventato imperatore al posto del fratello Giuseppe II, favorì il diffondersi delle idee illuministe. Fondò l'Accademia dei Geogrofili e nel 1786 fece approvare il nuovo codice penale nel quale era prevista, in base alle idee di Beccaria, l'abolizione della pena di morte e della tortura. Nel mezzogiorno d'Italia, invece, nonostante la presenza di grandi intellettuali come Gagliani, Genovesi, Pagano, Filangeri, non vennero approvate riforme significative. Gli sforzi di Carlo III e del suo ministro, il toscano Bernardo Danucci, non riuscirono ad avere la meglio sulla chiesa e sui grandi feudalari del regno, i baroni. Queste due forze congiunte riuscirono a bloccare ogni tentativo di riforma.

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