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I comuni italiani

I comuni italiani

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After the papacy, the empire, and feudal monarchies, the origin of the communes is discussed. The communes were formed when the important citizens of a town took an oath together to free themselves from oppressive control. This led to the establishment of self-government institutions known as communes. Representatives elected by eligible citizens formed the government, consisting of scabini in European communes and consuls in Italian communes. These assemblies, called Arengo, were attended by the wealthiest citizens and members of various professions. Over time, the communes gained more power and privileges due to the absence of central authority. Eventually, conflicts within the communes led to the transformation of their institutions, replacing consuls with a foreign figure called a potestà. The potestà held office for about six months and was seen as impartial due to being a foreigner. Dopo il papato e l'impero e dopo le monarchie feudali, dobbiamo adesso vedere l'origine dei comuni. I comuni nascono in seguito ad un giuramento che i membri, i cittadini più importanti del posto, della città, diciamo, fanno insieme. La cosiddetta coniuratio, cioè queste persone molto importanti facevano comune. Perché questo? Perché queste persone volevano liberarsi dal controllo oppressivo degli imperatori o da quello dei loro vassalli. Una volta che i cittadini facevano comune, nasce effettivamente il comune, l'istituzione del comune. Un'istituzione, diciamo, che possiamo designare come di autogoverno cittadino. Gli rappresentanti di tutti i cittadini che avevano diritto di voto, eleggevano il governo del comune, che era costituito nei comuni europei dagli scabbini e nei comuni italiani dei consoli. Si parla appunto dei comuni consolari. Tutti i cittadini che avevano diritto di voto confluivano nell'assemblea cittadina che si chiamava Arengo, un'assemblea da cui erano eletti appunto i consoli. Non tutti gli abitanti del comune erano cittadini a pieno titolo, ma solo i più ricchi tra di loro. Quindi si trattava del 25% della popolazione circa, e cioè chi pagava le tasse e chi possedeva una casa. Dunque solo un terzo o poco meno anche degli abitanti del comune partecipava alla vita politica, prendevano decisioni. Non partecipavano alla vita politica, chiaramente, anche le donne. Nell'Arengo, dunque, erano rappresentati i cittadini più ricchi che appartenevano alle famiglie più prestigiose e i membri delle varie corporazioni, dei mestieri e delle professioni. Dal momento che l'imperatore era lontano dall'Italia, stava sempre in Germania, non si occupava spesso e volentieri dei problemi che accadevano ai margini del suo impero, con il tempo i comuni, soprattutto quelli italiani, acquisivano sempre più competenze, sempre più privilegi, battevano una moneta propria, amministravano la giustizia, stabilivano le imposte, le tasse. Tutto questo grazie, si diceva, alla debolezza e all'assenza del potere centrale, soprattutto dell'imperatore. I comuni, quindi, con il tempo divennero dei veri e propri centri di potere autonomo. Qualche tempo più tardi, però, i comuni iniziavano a trasformare le proprie istituzioni. Il contrasto presente sempre dalle famiglie più in vista del comune, le lotte che si stabilivano, le faide interne, costrinse i cittadini a rinunciare ai consoli, a favore di un potestà. Nasce, quindi, intorno al XII-XIII secolo, il comune potestabile che prende il posto del primitivo comune consolare. Il potestà era uno straniero, durava in carica sei mesi, di solito, e proprio perché straniero era esente da interessi di parte.

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