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4 maggio 2024 con sfondo

4 maggio 2024 con sfondo

Marco Coccioli

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AI Mastering

Transcription

Ecco, troviamo, come sempre, la nostra posizione che conosciamo e ci assistiamo su questa posizione. Possibilmente le mani le lasciamo sulle nostre gambe con i palmi di volte verso il basso e questo ci serve perché ci aiuta a scendere in uno stato di raccoglimento più velocemente. Osserviamo che i nostri occhi si sono chiusi e che quindi tutti gli altri sensi sono come più accesi e anzitutto troviamo il nostro respiro e per qualche momento respiriamo più profondamente, ovvero lasciamo che l'inspirazione arrivi in modo naturale e quando si ferma inspiriamo ancora un po', fino a proprio riempire completamente i polmoni per poi lasciare andare molto lentamente l'aria. Forse qualcuno potrà notare che in quella ulteriore inspirazione ci possono essere come dei brilli leggeri, anche piacevoli. Inspiriamo, lasciamo che il respiro arrivi da solo e poi quando si ferma inspiriamo ancora un po', fino a proprio riempire i polmoni per poi lasciare andare lentamente. E quando lasciamo andare il respiro possiamo proprio sentire che scende come se fosse della neve, come se fosse qualcosa che scende dall'alto. Da quando vogliamo ognuno con i suoi tempi possiamo tornare a un respiro naturale senza più inspirare ulteriormente ma semplicemente osservando quello che fa il respiro, come il respiro riprende il suo andamento intelligente e autonomo. Sentiamo l'appoggio delle mani sulle gambe, il peso, il calore. Sono le nostre ancore in questa breve pratica. E se vogliamo possiamo immaginare che il respiro scenda ogni volta che espiriamo, scenda verso il basso, come se fosse un piccolo ascensore che prosegue verso il basso sotto di noi come se raggiungesse delle nostre radici per poi salire portando verso l'alto una linfa vitale sotto forma di un calore o un colore. Notiamo che alla fine dell'espirazione il respiro si ferma per un po' e immaginiamo che in quel tempo continui a scendere come se fosse un secchio in un pozzo che scende, accoglie e porta su, porta su fino alla sommità del nostro capo per poi lasciare scendere e possiamo immaginare che quando scende questo secchio raccoglitore scenda lungo le nostre radici e quindi nel tempo e raccoglie e porti su una linfa vitale che viene anche dai nostri genitori, dai nostri nonni, dai loro genitori e via così. Una linfa che è fatta di energia, di desiderio, di amore. E che tornando su si diffonde in tutto il nostro corpo come tutta forma di colore, rimando a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi, a noi stessi. Restiamo ancora qualche respiro, a osservare quello che succede. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Osserviamo se ci sono emozioni. E poi prepariamoci a lasciar andare. E lo facciamo con un senso di gratitudine che mandiamo verso il basso e che risale. Dopo il corso della loro campana, e ognuno di noi con i suoi tempi potrà tornare. Ecco, dobbiamo fare qualche respiro profondo e qualche piccolo movimento per tornare tra noi. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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