Dr. Giulia Capuani, a psychologist, discusses the role and misconceptions about psychologists. She explains that psychologists diagnose, prevent, promote well-being, rehabilitate, and enable individuals in various areas. She emphasizes the need for structured therapy and the importance of being present and aware in the therapeutic process. Dr. Capuani also highlights the difference between experiencing pain and suffering.
Benvenuti su Radio Climbing, io sono la dottoressa Giulia Capuani, psicologa, psicodiagnostica e poi utilizzo dei test specifici per alcune aree di intervento e sono iscritta all'Albo della Regione Lazio dal gennaio 2017. Ho una formazione in area specialistica aziendale come recruiter, formatore e conduzione di gruppi di formazione. Attualmente psicologa forense come consulente tecnica di parte presso l'Accademia di Psicologia, Giuridica e Sociale. Ho ammaturato spesso interesse nell'area giuridica e sociale in quanto ho attivato uno sportello di primo soccorso psicologico all'interno di una farmacia romana.
Ho da sempre notato la passione per lavorare sul benessere mentale e oggi mi rendo conto quanto Ăš diventato ancor piĂč necessario. Qui su Radio Climbing voglio raccontarvi un po' cosa tratta, di cosa si occupa nello specifico lo psicologo. Lo psicologo Ăš una persona che ha raggiunto, ha perseguito la laurea in Psicologia di 5 anni con poi un anno di tirocinio per poi successivamente superare l'esame di Stato, quello che ti dĂ la possibilitĂ di abilitare all'esercizio la professione di psicologo.
Lo psicologo Ăš colui che oggi ha diversi strumenti da poter utilizzare in diverse aree e settori. Per quanto riguarda le aree di intervento si basa nello specifico nel fare diagnosi, prevenzione, promozione del benessere, riabilitazione, abilitazione. Ha una possibilitĂ varia di strutturare dei percorsi psicologici in base alla persona che sia davanti. Quel che vorrei oggi raccontarvi Ăš nello specifico che al di lĂ dello psicologo che il ruolo Ăš quello di promuovere e apportare il benessere nel paziente, ciĂČ che vorrei condividere con voi Ăš proprio il fatto di anche superare lo psicologo parte come un primo professionista che si interfaccia con il paziente che ha anche un compito importante, quello di abbattere delle credenze totalmente errate, ovvero lo psicologo magari manipolerĂ la mia mente, ovviamente una convinzione falsa, in quanto lo psicologo si attiene a delle linee di guida da seguire che portano a un antigiudizio di ogni tipo di paziente da lui che tiene comunque in cura.
Altre credenze purtroppo errate, la convinzione, lo psicologo deve darsi magari dei consigli o ancora piĂč lampante al mondo di oggi perchĂ© abbiamo sempre molta voglia di risolvere, di mettersi a cercare delle soluzioni in meno tempo possibile, quindi fare anche il minimo sforzo magari e creare perĂČ una risoluzione, questo Ăš tutto quello che implica una ristrutturazione del pensiero che spesso siamo abituati purtroppo nella societĂ magari frettolosa, quotidiana, di corsi o che comunque ci porta a trovare nell'immediato qualcosa per far stare meglio magari il nostro stato di rumore o che magari come tipo di pensiero di vita abbiamo da sempre poco compreso la natura magari di vivere un dolore o vivere una situazione frustrante, una situazione che ci porta a non trovare una soluzione immediata o magari proprio perchĂ© non Ăš immediata Ăš importante lavorarci sopra, Ăš importante catturare quel momento e viverne quel tipo anche di angoscia che sto vivendo.
Ecco, qui su Radio Grind, ora lascio un po' di spazio alla musica e torno piĂč spaco da voi con questo argomento. Ed eccoci nuovamente Clam di Chilaidio e sono la dottoressa Giulia Caponi, psicologa e come stavo giĂ raccontando nella mia esperienza di psicologa vivo spesso delle dinamiche particolari di voler a tutti i costi risolvere o comunque fare un percorso psicologico cercando di fare tutto nel poco tempo e in maniera piĂč risolutiva possibile sperando, ecco spesso molti pazienti arrivano che anche nelle prime sedute, nella prima cercano giĂ di trovare comunque delle risposte.
Questi sono appunto, tornando sull'argomento di stereotipi errati, di ciĂČ che si fa in una terapia, ciĂČ che comporta andare dallo psicologo e pensare di trovare colui che vi dĂ magari alcun consiglio o qualcosa di risolutivo per la vita magari in una o due o tre sedute. Questo Ăš quello che proprio possiamo cominciare a cancellare dalla mente, cioĂš che questo non funziona e non Ăš cosĂŹ. Allora lo psicologo, come abbiamo giĂ detto, Ăš una figura professionale, si occupa di fare determinati passaggi con i pazienti e quello di strutturare.
Serve conoscenza, serve tempo, serve semplicemente cercare di affidarsi al professionista, alla sua competenza e semplicemente anche con quel tempo che ti stai dedicando, quel valore aggiunto che stai dando a te stesso, quella situazione di conoscenza, esplorare anche come tu verbalizzi un tipo di episodio, un tipo di racconto, un tipo di qualcosa che vuoi portarti, che ti porti dietro e che vorresti comunque trovare delle chiavi risolutive, delle spiegazioni. Diciamo che spesso abbiamo l'occasione di abbandonare questo concetto di fretta e dedicarsi ad un lavoro piĂč strutturato che richiede e arricchisce di piĂč quel che stai facendo.
Quando parlo di dare attenzione a ciĂČ che sta facendo, al percorso che magari abbiamo iniziato, Ăš importante considerare anche una consapevolezza di ciĂČ che stiamo andando a fare. Questa consapevolezza richiede l'essere presente, l'essere presente e nel cui ora lavorare comunque in apertura e sinergia con il terapeuta. La presenza consapevole, una volta adottata, la mente funziona in modo diverso. Sviluppa capacitĂ di pensiero superiori a quelle in cui viene usata anche un basso livello di coscienza. Ad esempio, non puĂČ generare pensieri che siano per loro natura distruttivi, come strumenti che distruggano la vita.
Una mente governata dalla consapevolezza puĂČ creare scienze che generano soltanto benessere. Qui a Radio Grinding Ăš importante che io adesso vi faccia una breve panoramica di che cos'Ăš la consapevolezza per poi stare alla luce una terapia utilizzata anche come mindfulness. Mindfulness ovvero attivazione alla presenza, nell'essere consapevole e sviluppare delle capacitĂ di meditazione che non Ăš proprio meditazione, ma una capacitĂ interna di poter osservarsi dall'esterno e osservare i propri pensieri e non essere associati ad essi. Facciamo adesso una piccola pausa per la musica e ci ritroviamo qui su Radio Grinding.
Bentrovati ed eccomi di nuovo, io sono la dottoressa Giulia Capogli e stavamo parlando di psicologia, patenti, cosa ci aspetta e percorsi di consapevolezza e nello specifico la mindfulness. Adesso vorrei farvi un piccolo esempio per entrare in vivo di questo tema. Un esempio Ăš questo, una persona a cui tieni e che incontri regolarmente oggi non ti saluta. Per molte persone questo semplice fatto scatena una reazione emotiva di disagio che varierĂ in funzione di quanto basso sia il loro livello di consapevolezza.
La sensazione negativa possa portare da un semplice aggrottare la fronte a un mi ha rovinato la giornata o peggio ancora prendere serie controchiusure che possano complicare parecchio la vita tua e dell'altro e durare molto tempo aumentando questo punto di disagio e pensieri e scenari totalmente fantasiosi. Aumentiamo ora il livello di consapevolezza da parte tua. Noti sia il fatto che la persona non ti ha salutato sia la tua aspettativa che avrebbe dovuto farlo ma senti ancora del disagio dentro di te e ti interroghi.
Se il suo non frontarti dipenda da te, da qualcosa che hai fatto o non fatto o se dipenda soltanto dall'eventualitĂ che l'altro abbia la loro sporta, comunque sia provi disagio ma ne provi un po' meno che se tu avessi reagito con pensieri e decisioni tali da evitare di ritrovarti nella stessa situazione. Il solo fatto di interrogarti e di valutare diverse possibilitĂ ti fa soffrire meno e in effetti ti offre diverse possibilitĂ di intervento. Aumentando ancora il livello di consapevolezza magari riconosci che parte del disagio che provi per il fatto che l'altro oggi non ti ha salutato dipende da una tua aspettativa in parte dovuta al confronto con esperienze precedenti, ovvero di solito un saluta in parte generata da un tuo desiderio personale di scambiare il saluto.
Ed ecco che cosa succede aumentando ancora il livello di consapevolezza. Ti rendi conto che Ăš la tua aspettativa insoddisfatta a crearti disagio. Infatti nel momento stesso in cui ti dai la possibilitĂ di sospendere tale aspettativa ti senti piĂč leggero e l'attenzione si rivolge ai fatti oppure il mancato saluto Ăš effettivamente in relazione a qualcosa che hai fatto tu e allora un po' dipende da te oppure non ha nulla a che fare con te e dipende interamente dallo stato d'animo dell'altro.
Un sospeso di sollievo accompagna entrambe queste possibilitĂ e da qui comincia l'azione o la scelta. Se il malumore dell'altro dipende da te, magari ti decidi di fare qualcosa per porvi il rimedio se dipende interamente dall'altro puoi chiederti se c'Ăš qualcosa che potresti fare per questa persona. La consapevolezza, la piena attenzione a tutte le componenti suscettive e oggettive ti eleva da un abituale livello di sofferenza o di disagio un livello in cui i sentimenti che provi sono di amore, di solidarietĂ e di compassione quindi talmente di benessere da condividere con l'altro questo tuo, appunto, eventuale dubbio.
In un certo senso l'accettazione di una sensazione o di un'emazione gradevole Ăš un passo necessario per non attivare ulteriori complicazioni che derivano dal giudicare o dal temere un'emozione o sensazione negativa. Imparare quindi a stare con ciĂČ che c'Ăš puĂČ sicuramente contribuire a non peggiorare la distrazione dalla veritĂ del proprio essere Ăš una sorta di stop che diamo alla situazione proprio per evitare che peggiori. Accettando ciĂČ che di solito si rifiuta. Dopo questo esempio riguardante la percezione di ciĂČ che ci accade spesso e di come funziona un po' la produzione dei nostri pensieri quando si ha consapevolezza e quando l'abbiamo meno mi approfitto per introdurre brevemente un'importante differenza sostanziale fra provare dolore e soffrire.
Sinteticamente provare dolore Ăš naturale sia che si tratti di quello fisico sia che si tratti di dolore emozionale. Tuttavia a ben pensarci salvo eccezioni di giusto rispetto in generale sono poche le occasioni nella nostra vita in cui ci sia del vero e proprio dolore da provare. Ma noi soffriamo molto, molto piĂč spesso rispetto alle singole speciali occasioni in cui sarebbe naturale provare dolore. Questa sofferenza per molti quotidiana non ha a che fare con il dolore vero e proprio Ăš causata dal malfunzionamento dei nostri processi percettivi a loro volta causati dal mal pensare o dal resistere ai cambiamenti e alle situazioni.
In breve, ma molto in breve, la sofferenza Ăš causata dal resistere a ciĂČ che Ăš quindi a un fenomeno totalmente suggestivo e in quanto tale facilmente modificabile. CiĂČ che Ăš importante qui comunicare qui con voi a Radio Kleinbild Ăš quanto importante in realtĂ considerare l'importanza dei nostri pensieri e far caso e osservare anche con distacco ogni tanto ciĂČ che proviamo. Grazie