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The history of the crucifix of Arimerto in Legnano is discussed in this transcription. Arimerto, with the support of the emperor, expanded the power of the church in Milan at the expense of neighboring territories. He used both military force and deception to achieve his goals. In 1037, he was imprisoned by Emperor Corrado II and excommunicated by Pope Benedict IX, causing outrage among the Milanese. Arimerto later armed the population and invented a signal to precede his troops in battle. The conflict ended with the death of the emperor in 1039. Arimerto donated a large crucifix to the church of San Dionigi, which became a tradition in altar celebrations. He invited Henry III to Milan and proclaimed him king of Italy, restoring peace. However, tensions arose in Milan, leading Arimerto to leave the city and eventually die in 1045. His tomb, along with the famous crucifix, is now located in the Duomo. www.rediso.it e la storia continua Legnano e la storia del crocifisso di Arimerto Sempre con l'avvallo dell'imperatore, nel corso degli anni, Arimerto accentuò lo spirito espansionistico di Milano che si concretizzò in una estensione del potere temporale della chiesa embruesiana sui territori vicini a spese di Lodi, Paria, Novara e Cremona. Per raggiungere i suoi scopi usò sia la forza militare che l'inganno, tanto da produrre un falso documento che attestava la fondazione della chiesa milanese da parte dell'apostolo Barbara, Barnaba, in base al quale il santo avrebbe assuggettato tutte le chiese dell'Italia settentrionale a quella di Milano. E nel 1034, per cementare il suo dalizio con l'imperatore, lo stesso Arimerto lo aiutò con il suo esercito personale in una spedizione in Borgogna. Nel 1035 scoppiarono in città dei disordini tra feudatari maggiori e vassali minori. I secondi, perché si sentivano minacciati dal potere sempre crescente di Arimerto, inizialmente dovettero soccombere e fuggire dalla città, poi strinsero un'alleanza con tutti i nemici dell'arcivescovo. Si giunse così alla battaglia di Campomaro, che, sebbene fosse finita senza vincitori, non interruppe la supremazia di Arimerto. E nel 1037 Corrado II, ormai convinto che Arimerto fosse diventato un pericolo anche per la corona, in quanto aveva accennato alle proprie mani troppo potere, scese in Italia e lo fece incoronare in una fortezza vicino a Piacenza, meglio dire incarcerare. In accordo con l'imperatore, il giovanissimo papa Benedetto IX, 18 anni, lo scomunicò. Il gesto venne vissuto dai milanesi come un insulto. Il cronista Landolfo scrisse E mentre facevano lunghi digiuni protratti fino a notte, davano poi il cibo che dovevano mangiare i poveri, e se ne stavano con triste volto e animo dolente, come se fossero loro morti dei figli, e come se ogni avere fosse stato loro portato via dagli uomini iniqui. I sacerdoti, poi, e i monaci, con profondi sospiri e grandi lamenti, incestantemente si affatticavano a celebrare ogni giorno, litanie e piedi nudi, e a supplicare Dio e Sant'Ambrogio e tutti i santi con grandi uffici divini. Ariberto, liberato dopo un mese con un sotterfugio, armò la popolazione e fu in questa occasione che inventò il carrozzo. Allora fece in tal modo che un segnale che doveva precedere i suoi che stavano per combattere, una lunga trave, grande quanto un albero di nave, si ergeva in alto fissata a un robusto carro e portava in cima un pomo d'oro con due rembi pendenti di lino bianchissime. Il conflitto andò per le lunghe e terminò solo quando l'imperatore morì di peste nel 1039, e in quell'anno Ariberto donò alla chiesa di San Dionigi, appena rifatta e quindi da riconsacrare, un grande crucifisso in lamine di rame dorato che lo ritraeva ai piedi del Cristo Patiens, cioè morente, mentre gli dona il modellino della chiesa con titolo Aribertus Indignus Archieps, dove, indegno, era polemicamente riferito alla scomunica che gli aveva riferito il Papa. Era la prima volta che un crucifisso veniva posto sopra l'altare come parte integrante della celebrazione della Messa e da allora l'usanza si diffuse dovunque. A Corrado II successe il figlio Enrico III che Ariberto invitò subito a Milano per proclamarlo re d'Italia e nell'occasione il nuovo imperatore arrivò a dire che il Vescovo di Milano disponeva a suo piacere di tutto il regno italiano e fu di nuovo pace. Ma a Milano nuove forse forti tensioni fra le parti emergenti, il marcatore e le classi nobiliari misero a mal partito Ariberto che fu costretto a lasciare la città, elettarsi in repubblica e a rifugiarsi a Monza dove morì nel 1045. La tomba di Ariberto originariamente nella chiesa di San Bionigi dopo varie peregrinazioni si trova oggi nella prima campata della navata esterna destra del Duomo. Il sarcofago è sormontato da una coppia del famoso crucifisso, l'originale si trova nel museo del Duomo e quando i milanesi si trovarono a sostenere la lotta contro il Barbarossa nel 1176 Ariberto divenne subito una figura di riferimento per la sua opposizione all'imperatore germanico e per questo il crucifisso venne posto alla sommità del carrozzo a monito degli avversari. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS

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