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The transcription discusses the Battle of Legnano and how the Lombard League, a popular alliance, defeated Emperor Frederick I and his powerful cavalry. The Lombard League used weapons like the "roncola" and "falcione" to target the vulnerable parts of the horses, while the "picca" was used to bring down the knights. The "carroccio," a symbol of the League, played a crucial role in the battle. There is a debate about the role of a certain knight named Alberto da Giussano in the victory, but it is believed that the victory was achieved by the Lombard League as a whole, not just a group of aristocratic knights. www.resigio.it Che la storia continua. Vediamo ora come si è giunti allo scontro di Legnano. L'imperatore, insieme alla sua consorte Beatrice, era da tempo accampato a Pavia in attesa dei rinforzi che dovevano giungergli dalla Germania. Tre giorni fa, finalmente, gli viene annunciato che due vescovi suoi vassalli stavano scendendo in Italia con i sospirati rinforzi, circa mille cavalieri. Lui, l'imperatore, gli corre incontro a Como e quindi cerca di rientrare segretamente a Pavia girando a largo di Milano. Ma il suo piano non ha successo perché le milizie comunali, informate dei movimenti delle porte imperiali, gli sbardano il passo a Legnano. Questo è noto. Resta, se mai, da chiedersi perché l'imperatore abbia accettato battaglia. Probabilmente è stato tradito dall'orgoglio. Federico era convinto della imbatibilità della sua cavaleria. Inoltre, non aveva la minima stima delle milizie comunali. Era convinto, come d'altronde tutti erano convinti fino ad oggi, che un esercito composto di popolani non usi alle armi non fosse assolutamente in grado di resistere all'assalto della cavalleria. Evidentemente si sbagliava. C'è ora un altro servizio dalla Lombardia. Romano Battaglia ha intervistato un esperto di cose militari proprio per scoprire il segreto del successo ottenuto dai comunali. Sentiamola. L'esercito dei comuni ha vinto la potente cavalleria di Federico I, detto il Barbarossa, grazie a questo tipo di armi di origine contadina, come questo falcione oppure questa roncola. Ma parliamone con un esperto, un esperto di armi antiche. Come colpivano i cavalli con questa roncola, per esempio? Come puoi vedere, questa è la forma della roncola per far legna, che ha dato il nome a quest'arma modificata nella forma, come puoi vedere, e che veniva usata normalmente di taglio ed è stata usata. Questa battaglia di legnano l'hanno usata tagliando? Serve e è servita per sgarrettare i cavalli. Il cavallo veniva colpito all'altezza delle zampe con quest'arma, dalla parte del taglio, e logicamente crollava per terra. Con questo falcione, invece, è lo stesso. Praticamente era come tagliare il pieno falciando le gambe dei cavalli. La picca, la famosa picca che hanno usato in questa battaglia per atterrare i cavalli di Federico I, qual è? C'è qui una picca? Questa è una picca, più o meno la forma è immutata, la punta è leggermente diversa in quanto di questa è una picca più recente, di quelle usate durante la battaglia. Praticamente una semplice lancia, come quelle lancia, con una breve punta in acciaio, è usata normalmente e logicamente di punta. Anche già si trova nella bristoria presto a poi. Certamente, il bastone con la punta cuminata può già essere considerato una picca. Come hanno atterrato i cavalli con le picche, per esempio? I cavalli non hanno alcuna protezione, è soltanto l'uomo che riveste lo sbergo e ha lo scudo e l'elmo. Perciò il cavallo può essere colpito in ogni parte vulnerabile, al ventre, al collo, alle zampe, ai fianchi. Una volta caduto il cavallo, il cavaliere è praticamente perduto. È difficile combattere con il peso dello sbergo addosso, lo scudo, la grande spada, in mezzo a una selva di uomini che ti colpiscono da ogni parte. Ci parli un attimo del carroccio. Il carroccio è un simbolo, è il simbolo della Lega Lombarda, è il simbolo di Milano. È un semplice carro trainato da due buoi bianchi che porta allo stendardo il gonfalone del comune di Milano, bianco con la grande croce rossa in mezzo, la campana, la martinella che suona continuamente e il sacerdote che celebra l'ufficio religioso per i combattenti. Intorno al carroccio si radunano i soldati ed è il punto da difendere, oltre quello si può soltanto morire. Il carroccio non deve cadere in mano ai nemici. Ed è qui che intorno al carroccio si sono schierati i soldati con queste picche, certamente, e lì hanno atteso Federico Barbarossa. C'è una precisazione da fare. Dopo la battaglia si è subito sparsa la voce che l'artepice del successo di Legnano sarebbe un certo Alberto da Giussano, un nobile cavaliere che al comando di altrettanto nobili cavalieri avrebbe inferto alle truppe imperiali il colpo decisivo. Non è affatto vero. Intanto questo Alberto da Giussano è introvabile. Un nostro cronista, che si è recato appunto a Giussano, non ha trovato la minima traccia di un cavaliere di nome Alberto. Risulta invece che un Alberto da Giussano ha vissuto tempadietro presso la chiesa di San Sempliciano a Milano. Ma chi lo ricorda afferma che si tratta di un ometto mingerlino e malaticcio incapace di sollevare una spada. C'è solo una singolare coincidenza che vale la pena di sottolineare. Tre piccioni viaggiatori che sono stati visti dai combattenti posarsi sul carroccio nel pieno della battaglia provenivano da una colombaia che si trova proprio sul tetto della chiesa di San Sempliciano. Ma questo non prova nulla. Per concludere, anche se non si può negare che un Alberto da Giussano abbia partecipato alla battaglia, è certo che non ha compiuto nulla di decisivo. C'è invece da sottolineare la diffusa impressione che si stia cercando di dare corpo a una versione che attribuisca tutto il merito della vittoria non ai popolani lombardi, ma a un gruppo di aristocratici e spregiudicati cavalieri che sulla vittoria di oggi cercano di costituire le loro fortune politiche di domani. In realtà la vittoria di Legnano non è appannaggio della classe aristocratica, ma di una lega popolare che ha voluto difendere la propria indipendenza e che per la prima volta ha vinto. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org