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www.redigio.it e la storia continua I costelli Lombardi Regnano La statale numero 33 ci porta a confine della provincia di Milano con il territorio varesino, disseminato di castelli la cui distribuzione strategica dimostra con quale cura fosse disposta la difesa territoriale, soprattutto mediante un sistema di sicurezza lungo i confini dello Stato di Milano. Facevano parte di questa cintura difensiva le fortezze che si solgiono definire ducali, anche se spesso erano affidate a feudatari locali, in generale imparentate con i visconti, le quali in parte corrispondevano a sedi di giustizia e di amministrazione feudale o presiedevano mercati o centri agricoli. E anche a questi castelli, nel varisotto, appartennero prevalentemente, nel XIII secolo in poi, a rami collaterali alla stirpe viscontea. In tale modo i duchi potevano contare su persone filate, così che la rete protettiva e amministrativa, costituita da rocche e castelli, era più o meno in loro potere. Legnano è la Licinium dei Latini, situata sulla delta dell'Olona che la divide da Legnanello sulla strada del Sempione. Le sue origini sono oscure. Fu avanzata l'ipotesi che sia stata fondata dai Galli scesi con Belloveso nel 600 a.C. Secondo un'altra versione si vuole che Legnano sia invece stata fondata da soldati di Scipione e l'etimologia Licinacum la avvalorebbe essendo parecchi capitani dell'esercito contrassegnati dal nome di Licinio. La testimonianza di un'antica vita civile è stata rinvenuta ai margini della città, in un esteso sepocreto romano di età imperiale. Solamente i Longobardi hanno lasciato memorie di una loro stabile dimora. Anzi, a quel periodo, dopo la conversione di Agilulfo, risalirebbe la chiesa del San Salvatore, su cui s'assiste ancora un avanzo della torre campanaria dell'attuale tempio parrocchiale di San Magno, che sorge sull'area dell'antica chiesa. Carlo Magno, più tardi, investiva l'arcivescovo di Milano Pietro Olgrado della contea di Legnano per compensarlo dell'aiuto prestato nel sottomettergli il dominio Longobardo e il castello dei Cotta, rifugio di Sant'Ariado. La prima traccia sicura di Legnano risale al 782. A proposito di un'accessione di beni, in cui si nomina Legnanellum e la posizione della città intermedia fra Milano e la Svizzera, ne faceva fin da allora un importante nodo di transito. Tant'è vero che, appunto, in Legnano, lo stesso Carlo Magno istituì quell'importantissima fiera annuale, detta Fiera dei Morti, che tutt'ora si tiene primi di novembre. La nobile famiglia Cotta ripossedeva un castello con molti terreni e, in questo sicuro rifugio, avrebbe trovato protezione nel 1066 Sant'Ariado, fiero vesillifero della lotta sostenuta dai patarini contro la scostumatezza del clero e la simonia. Ma, temendo che la sua presenza nel castello potesse recare danno al luogo, se ne andò. Fu però preso da un traditore, mandato dall'arcivescovo Guido da Velate, suo nemico. Trascinato, legato ad Angera, fu martoriato e ucciso. Il suo cadavere venne poi gettato nel lago presso Santa Caterina. Rigettato a Galla e raccolto dai pescatori, fu nascosto nel castello di Val Travaglia e, dieci mesi dopo, il sacro colpo fu portato a Milano, processionalmente, sopra un carro triunfale. Conviene dirlo subito, il castello di Regnano, che sorge al sud della città, su un'isola naturale dell'Olona, non è celebre. Se si potesse stringere un legame, oppure dimostrare una relazione tra la rocca e la famosa battaglia del 29 maggio 1176, combattuta dagli eserciti della Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Berbarossa, in maniera che gli acquisterebbe maggior rispetto di quello che non riscota oggi. Ma è azzardato evocare le gesta guerresche delle milizie comunali o l'eroismo di Alberto D'Aggiusano e della Compagnia della Morte tra le sue mura, che non ebbero infatti il privilegio di accogliere le milizie milanesi. www.redigio.it. E la storia continua.